Chiesa problemi del Magistero - 26
Gennaio 1989
La Chiesa da decenni parla di pace e non la può assicurare, non parla più
dell'inferno e l'umanità vi affonda senza gorgoglio. Non si parla del peccato,
non si denuncia l'errore.
A che cosa si riduce il magistero? Mai la Chiesa ha parlato tanto come in
questi ultimi anni, mai la sua parola è stata così priva di efficacia.
« Nel mio nome scacceranno i demoni ... ». Com'è possibile scacciarli se
non si crede più alla loro presenza? E i demoni hanno invaso la terra.
La televisione, la droga, l'aborto, la menzogna e soprattutto la negazione
di Dio: le tenebre sono discese sopra la terra.
Leggo la vita di Cechov. Era un agnostico, ma il suo amore per gli uomini,
la sua semplicità ci conquistano. Mi domando come mai queste biografie che
certo non sono di santi, mi prendono tanto.
Non vuole essere un eroe, non è un filosofo, sdegna di affrontare i grandi
problemi, è conciliante, crede ingenuamente nel progresso.
Contestazione dei teologi al Papa.
Forse la crisi non sarà superata finché, in vera umiltà, i vescovi non
vorranno riconoscere la presunzione che li ha ispirati e guidati in questi
ultimi decenni e soprattutto nel Concilio e nel dopo-Concilio.
Essi, certo, rimangono i «doctores fidei» , ma proprio questo è il loro
peccato: non hanno voluto definire la verità, non hanno voluto condannare l'errore
e hanno preteso di «rinnovare» la Chiesa quasi che il «loro» Concilio potesse
essere il nuovo fondamento di tutto.
Dal volume "Fissi gli occhi nel sole" Ed. Messaggero Padova
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tratto da
L'Eco dell'Eremo Santuario B.V del Soccorso Minucciano (Lu) n.62 Dicembre 2012