sabato 27 febbraio 2010

lamentabili

«LAMENTABILI SANE EXITU»

SUPREMA SACRA INQUISIZIONE ROMANA ED UNIVERSALE

65.ma tesi condannata e commento di Mons. Francesco Heiner


Catholicismus hodiernus cum vera scientia componi nequit nisi transformetur in quemdam Christianismum non dogmaticum, id est in protestatismum latum et liberalem.

L'odierno Cattolicesimo non si può conciliare con la vera scienza, se non a condizione che si trasformi in un Cristianesimo non dommatico; cioè in un Protestantesimo largo e liberale.

Antitesi: L'odierno Cattolicesimo si può conciliare con la vera scienza, senza che abbia a trasformarsi in un Cristianesimo non dommatico; cioè in un Protestantesimo largo e liberale.

In questa ultima Tesi, che è l’ultima conseguenza del Modernismo estremo, si pretende che l’odierno cattolicesimo, cioè la dottrina cattolica non sia compatibile con la vera scienza, fintanto che la Chiesa tien forte ai suoi dommi e non li abbandoni, come fa la Teologia protestante per trasformarsi in un Cristianesimo senza di essi.

La Chiesa Cattolica, relativamente alla sua Teologia, dorrebbe andare a scuola dal liberale e progressivo Protestantesimo, da uomini che si chiamano Strauss, Renan, Ritschl, Harnack, ecc., e farsi insegnare da loro che cosa sia la Chiesa della «pura parola e del Sacramento!».

Quanto però sia terribilmente triste il «Cristianesimo senza domm» nel Protestantesimo, ce lo insegna Huppert nel suo opuscolo, stampato a Colonia nel 1902 sul Protestantesimo germanico al principio del XX secolo, a cui rimandiamo i benevoli nostri lettori.

Ma lasciamo piuttosto parlare un testimone stesso della scuola protestante. Il teologo protestante Rade in Marbur iscrive così: «Trinità, Divinità di Cristo, Miracoli, Creazione del mondo, Provvidenza, Risurrezione dalla morte, nessun domma cristiano, per così dire, esiste che, di fronte alla spiegazione formalista indifferente, non si provi che sia insensato e labile. La verità della religione cristiana consiste nella negazione di tutto ciò che è specificamente cristiano. Se si vuole ancora qui parlare di Cristianesimo, dobbiamo ammetterne soltanto uno completamente modernizzato. Con esso non esiste più né rivelazione, né miracolo, né Padre, né Figliuolo, né Spirito Santo, né croce, né trasfigurazione, né Regno dei Cieli, né vita eterna! non resta altro se non che noi sentiamo e sperimentiamo un Dio, nel praticare la religione, che abbiamo la remissione dei peccati, che addiveniamo padroni di tutti i destini e acquistiamo il coraggio della giustizia. Il delirio egoistico dell'immortalità viene condannato, la cristiana speranza è rimpiazzata dalla fantasia, e la realtà della risurrezione di Cristo è contestata. Una morale triviale si adorna con una dolce sentimentalità. Il simbolo Apostolico viene relegato ad una accozzaglia di pensieri inventata da uomini di tempi remotissimi ed inconsideratamente imposto quale giogo ai pagani ed ebrei desiderosi di abbracciale il Cristianesimo. Senza stare in personale relazione con la religione, un nauseabondo vagheggiamento la vuole rendere aggradevole alla gente volgare, dappoichè essa è una potenza che esige riverenze da ciascuno che la considera assennatamente nello sviluppo dell'umanità» (Monitore Ev. Eccl. di Berlino, n. 34, 1900).

Per tal modo la religione si modernizza e si trasforma in una morale ornata di belle parole. «Questa dunque sarebbe una sorte di Cristianesimo senza domm » in cui dovrebbe trasformarsi secondo questa Tesi il Cattolicismo, che voglia stare all'altezza della vera scienza!

Per avere un’idea anche più estesa di come la pensi il moderno Protestantesimo liberale sul trasformismo che dovrebbe subire la religione cattolica, secondo le idee modernistiche, rimandiamo i nostri lettori al libro del professor Harnack intitolato La natura del Cristianesimo. Come è noto, egli è al caposcuola del Protestantismo moderno, ed il teologo giù influente della sua confessione.

Ma lasciamo parlare un Protestante. Il Predicatore di Corte signor Stöcker così descrive la religione senza dommi: «Quasi tutto l’anno si parlò pro e contro il libro del signor Harnack intitolato La natura del Cristianesimo. Se Harnack ha ragione, la Cristianità ha vissuto quasi 19 secoli in gravi errori, che offendono la maestà divina, giacché questo scienziato nega la divinità di Cristo, la reale risurrezione, i miracoli della Bibbia, e così tutto il soprannaturale del Cristianesimo. La natura del Cristianesimo dimostra a che punto è giunta la nostra più estrema teologia. Se il libro dell’Harnack non fosse scritto così entusiasticamente si potrebbe giudicare che contenesse il Vangelo del moderno anticristianesimo. In fondo la posizione di questi moderni radicali è altrettanto pericolosa e rivoluzionaria quanto quella degli antichi liberali. V’è la differenza che quelli lavoravano con più spirito e non con le assurde negazioni, ma scansando criticamente i fatti soprannaturali non col moralismo senza religione, ma in modo che la vita abbia una tinta di religione. Tale differenza è naturalmente un vantaggio per essi, e per la Chiesa un detrimento maggiore. Giacché con questo essi nascondono molte delle loro ultime conseguenze. Appunto perciò il libro dell'Harnack è tanto più significante, in quanto che va fino al fondo di tutte le conseguenze, chiaramente e senza ambagi. Questa si riduce in ultima analisi all'affermazione che “Cristo non appartiene al Vangelo”. Questa proposizione vuol dire né più né meno che noi non possiamo più professare l'articolo di fede che dice “Io credo in Gesù Cristo”. Chi segue l'Harnack non può più credere in Gesù Redentore, ma soltanto in Dio Padre, che Egli ci ha insegnato. Nella Teologia moderna non hanno più alcun senso le parole di Cristo “chi crede in me ha la vita eterna”. Questa teologia moderna ha tutta un’altra religione, che noi non abbiamo» (Gaz. Ev. Eccl. germ., 1902, 1-6).

Alla fine di questa esposizione singolare nella bocca di un Protestante, si dice cosi: «Ed ora il prof. Harnack non vuole più saperne di Cristologia. Se egli ha ragione, la Chiesa vissuta finora ha torto. Lo Spirito Santo ha condotto i discepoli in molti errori. Così lo Spirito della Chiesa non è lo Spirito Santo, ma lo Spirito del domma, della lettera e della forma. Ci si spieghi, a mo' d’esempio, quale sia la differenza per una singola questione della nuova e della vecchia credenza: Possiamo noi pregare Cristo o no? Possiamo noi nelle ore di sconforto dell’animo raccomandarci a Cristo ed esclamare “Signore abbiate pietà ai noi ?”. La Chiesa di tutti i secoli ha avuto in uso la preghiera a Cristo. Posto che non lo riteniamo più per Dio, non possiamo più indirizzargli le preghiere. Pregare gli uomini è la negazione di Dio, qui non v'è via di mezzo.

Non il Figlio ma soltanto il Padre appartiene al Vangelo come l'ha predicato Gesù, ecco il risultato della vera scienza; ecco il Cristianesimo senza domma; ecco la nuova religione moderna del primo Teologo del Protestantesimo liberale, cui applaudono non soltanto i giovincelli, ma anche la maggior parte dei vecchi predicatori. Egli sta lavorando per attivare e modificare il Cattolicismo a questa nuova confessione mediante gli studi storico-scientifici ; e purtroppo Teologi cattolici non si mostrano avversi a tendergli la mano. Qui si apre addirittura un abisso immenso fra il Cattolicismo e il Protestantesimo scientifico, perciò dalla Chiesa è condannato ogni riavvicinamento in questo senso.

Senza dubbio chi si pone dalla parte dell’evoluzionismo de’ Modernisti, come viene specialmente rappresentato dal signor Loisy e sua scuola, non troverà così singolare e insensata la proposta di trasformare il Cattolicismo in un Cristianesimo senza dommi; cosa che naturalmente la Chiesa non può ammettere, ed ogni cattolico deve assoggettarsi alla sua autorità. Ecco quanto scrive in proposito il signor Loisy nella sua più volte citata opera L'Evangile et l’Eglise a pag 73: «All’istesso modo che la costante flessibilità dell’insegnamento della Chiesa fa che nessun conflitto del domma con la scienza possa essere considerato come irreducibile, il carattere stesso di questo insegnamento fa che l'autorità della Chiesa e delle sue formule non sia incompatibile con la fede personale…La Chiesa non esige la fede alle sue formule, come alla espressione adeguata della verità, assoluta, ma essa la presenta come l’espressione meno imperfetta che sia moralmente possibile; essa domanda che si rispettino secondo le loro qualità, che se ne cerchi la fede, che se ne serva per trasmetterla ; il formulario dell’ecclesiastico è l’ausiliare della fede, egli non può essere la linea direttrice del pensiero religioso, l'oggetto integrale di questo pensiero... Ciascuno si appropria l’oggetto come può, con l’aiuto del formulario. Come tutte le anime e tutte le intelligenze differiscono tra loro, così

tutte le gradazioni della fede sono di una varietà infinita... L'evoluzione continua della dottrina si fa mediante il lavoro degli individui, essendo che la loro attività reagisce su le attività generali, e sono gli individui che pensando con la Chiesa pensano anche per la Chiesa medesima» . Con questo il domma della Chiesa col suo immutabile contenuto è reso relativo e proclamato nella religione il soggettivismo. Ancora un piccolo passo e siamo già al Cristianesimo senza dommi, che può andare d'accordo con la scienza moderna. La novissima Enciclica « Pascendi» , da noi già citata, chiarisce luminosamente questa specie di Cattolicismo, e lo condanna con argomenti di tale evidenza, che basta leggere il pontificio documento per restarne convinto.

D’altra parte è una supposizione del tutto gratuita l'asserire che il Cattolicismo qual’esso è difatti, non possa conciliarsi con la vera scienza. È questa la ben nota frase dei nemici della Chiesa, contrari al domma, e dei rappresentanti del liberalismo religioso, la quale non è soltanto

insulsa, ma anche falsa e bugiarda. Che cosa vuol dire Cattolicismo? È la religione cattolica; cioè come ben dice Weber nella sua Apologetica «l'ordinamento religioso è l’elevazione della vita umana per mezzo della rivelazione soprannaturale, che nella Chiesa fondata da Cristo si communica agli uomini mercé la fede» . Questa religione o religioso ordinamento, nel modo onde viene annunziato, mediante la Chiesa cattolica, quale esposizione autorevolmente da essa fatta, appartiene nella sua intima natura ad un ordine soprannaturale; quindi come tale immensamente superiore alle potenze intellettuali umane. Ciò che fu dato all'uomo, perché divenisse cosa tutta sua propria, deve senza dubbio corrispondere alle condizioni sotto cui esso possa ragionevolmente servirsene; ciò vuol dire che debba essere altrettanto intelligibile come vero e buono. Ma appunto nel Cristianesimo Cattolico sono dati questi presupposti, mercé i quali lo Spirito e la volontà dell'uomo sono in grado di acquistare la convinzione della verità, ragionevolezza e bontà del medesimo. Con ciò gli viene garentita completamente la cognizione della rivelazione soprannaturale, come gli viene rappresentata dall’infallibile magistero della Chiesa. La religione Cattolica non è una religione proveniente esclusivamente dalla ragione; quindi non è una religione naturale, come insegna l'agnosticismo, ma religione da Dio rivelata, quindi soprannaturale, che non può affatto essere compresa e conosciuta mediante le sole forze naturali dello spirito umano. L' intelligenza ovvero scienza umana è per contrario circoscritta nei limiti della facoltà perscrutatrice tutta sua propria ed intima: e non può neppure nel suo proprio e naturale ramo delle cognizioni penetrare nel secreto di ogni problema, né far risplendere in tutta la sua ampiezza e bellezza ogni qualunque verità. Tanto meno poi lo Spirito umano può penetrare nel soprannaturale, quando vuole perscrutare o comprendere la divinità nelle sue proprietà, ovvero nelle sue relazioni, all'uomo e al mondo visibile. Qui fa d’uopo contentarsi di concetti analoghi, ma non si potrà mai giungere a conoscere la natura de' misteri della religione. La ragione deve le sue premesse unicamente alle proprie scoperte ed osservazioni; queste perciò le danno soltanto il diritto di poterne trarre le necessarie logiche conclusioni. Tutti questi motivi e ragioni offrono soltanto una certezza meramente umana, anche nell'ambiente di quelle verità che sono accessibili alla nostra ragione. Ma quanto spesso anche la certezza meramente umana. si addimostra negativa od insufficiente e ciò sia a cagione dei pregiudizi, delle limitazioni, delle imperfezioni e delle passioni, con cui si creano dei principî, si giudicano delle osservazioni e si traggono illogiche conseguenze!

La cognizione basata su la divina rivelazione è tutt’altro. Essa può di pieno diritto vantarsi di possedere la suprema certezza, perchè può appellarsi alla parola di colui, che come complesso di tutta la perfezione è allo stesso tempo onnisciente e suprema verità. Cristo ha istituito nella sua Chiesa un supremo. magistero mediante il quale essa comunica all'umanità questa divina rivelazione e la mantiene pura, l'interpreta autorevolmente e la difende dagli attacchi de' suoi nemici. L'esistenza e la infallibilità di questo magistero formano il domma fondamentale della religione, cattolica. Il Signore dette a Pietro il dono della fede, perchè egli non vacillasse in essa; perciò gli dette altresì l'incarico di confermare i suoi fratelli nella medesima. Dando poi l'incarico ai suoi apostoli d'insegnare, Cristo aggiunge che Egli sarà con loro, fino alla consumazione de' secoli. Promette altresì, che le porte dell'inferno non prevarranno contro la sua Chiesa. Egli pregherà il Padre e darà loro un altro consolatore, che resti con loro in perpetuo, lo Spirito di verità. L'Apostolo chiama la Chiesa di Dio vivo, colonna ed appoggio della verità. La Chiesa Cattolica può per questo nell'esercizio del suo infallibile ministero in cose di religone e di fede insegnare solo la verità, quindi nulla che stia realmente in opposizione con un’altra verità. Dio è la sorgente di tutte le cognizioni naturali e soprannaturali, di tutta la scienza, tanto empirica che rivelata; perciò è impossibile che ambedue non siano d’accordo tra di loro.

Con tutto ciò si ha la pretesa di asserire che l’odierno Cattolicismo si trovi in opposizione con la vera scienza. In che consiste propriamente questa tanto decantata vera scienza? Ben inteso si allude unicamente alle cognizioni naturali intellettive. Ma che cosa esse hanno da fare, di fronte alla religione come tale, con le conoscenze soprannaturali? Certamente, dice 1'Harnack « La scienza è una bella cosa, e guai a colui che la disprezza,che rintuzza in sè stesso l’inclinazione per la cognizione! Ma alle domande donde, dove e perchè, essa oggi non da risposta, come non la dette neppure due o tremila anni fa. Senza dubbio essa c’insegna sui fatti reali, discopre contradizioni, riunisce gli eventi e corregge le aberrazioni de' nostri sentimenti e delle nostre idee. Ma dove e come comincia la curva del mordo, e la curva della nostra vita propria, quella curva di cui a noi è nota soltanto una parte e dove essa conduca, questo a noi non viene insegnato dalla scienza»(La Natura del Cristianesimo, pag. 188).

Malgrado ciò, di nulla nel campo religioso si è fatto più abuso, sotto l’apparenza della verità, quanto di questa scienza. Ciò che per la grande, ma limitata ragione, non è scientificamente intelligibile o dimostrabile si vuole che sia inconciliabile con essa. Nondimeno tutta la scienza umana è e resta ben meschina cosa, anche nel campo della naturale conoscenza del tutto manchevole, allorché giunge ai confini del soprannaturale. L'uomo non riceve già a mezzo della scienza naturale, ma dalla fede cristiana soltanto il superiore lume che lo preservi dagli errori, e che completa e ricolma le lacune della scienza: illumina la via della disquisizione, appaga la sete della religione, e lo mena traverso l'oscurità della vita terrena. È solo il Cristianesimo che ci da il completo e vero senso della verace dignità dell'uomo, della sublimità della sua destinazione, e della legittima relazione degli uomini fra loro:non è mai pensato né pronunziato alcun che di più grande su la terra di ciò che Cristo insegnò e la Chiesa per divino incarico insegna a noi.

La vera scienza richiede che, astrazione fatta dal metodo scientifico di essa, si battano le vie appropriate alle fonti della scienza medesima, e che si rimanga dentro i confini della potenzialità umana. Ma le rette vie per giungere alla perfetta cognizione della religione naturale partono unicamente dalla fede annunziata da Cristo, e che la Chiesa Cattolica ha la missione d' insegnare e di mantenere pura ed illibata.

Se la scienza naturale è e rimane «vera scienza » non deve mai trovarsi in reale contradizione con la scienza soprannaturale, con quella religione di Gesù Cristo che Egli ha depositata nella sua Chiesa; ambedue possono e debbono lasciarsi porre d'accordo. La vera scienza non cerca di mettersi in contradizione con la scienza della fede, ma aspira ad armonizzare tra loro tutti i risultati della scienza che tutti conducono ad un centro comune, a vicenda si illuminano, si raffermano e si aiutano. In tal modo, essi rendono possibile una così grande ed identica completa visione del mondo, che partendo da Dio a Lui conduca, ed abbraccia insieme tutto il campo della scienza e della vita, i regni della natura e della grazia, della ragione e della fede, del naturale e del soprannaturale.

Certamente una scienza senza Dio e senza rivelazione, che nega e combatte la divinità di Cristo e la divina fondazione della Chiesa, non si lascia affatto conciliare con l’odierno Cattolicismo: essa sta in diretta ed aperta contradizione col Cattolicismo credente; cotesta scienza è quindi debitamente condannata dalla Chiesa. Tale lotta della fede con la incredulità, della religione soprannaturale con la scienza, che da essa fa divorzio, Goethe medesimo contradistingue come il tema più profondo della storia del mondo, affermando che sono grandi quei tempi in cui gli uomini si lasciano signoreggiare da una fede viva; ed insignificanti e superficiali quelli in cui si fece strada l’insipida incredulità della scienza. I1 signor von Baer tanto celebre naturalista quanto pensatore, riveste con le seguenti belle parole il pregio che egli fa della religione cristiana rivelata. «Consideriamo senza esitare che è nocivo il dono della scienza o di ogni specie di cultura, se essa ci ruba la pace dell'anima, o distrugge i supremi interessi della religione» .

Con questa specie di scienza patteggi pure un «Cristianesimo senza domma», il Protestantesimo liberale e lasso, cioè infedele: noi non gli invidiamo la sorte. Il Cattolico credente invece non lo farà mai, e noti lo deve. Egli è tratto dalla completa convinzione che il suo cattolicismo può bene andare d’accordo con la vera scienza. Ambedue hanno la loro origine in Dio, la fonte di tutte e di ognuna delle scienze e verità. Come il vero non sta mai in contradizione con un altro vero, così pure non v’ha reale contradizione fra cognizione naturale e cognizione rivelata. Soltanto la falsa scienza poteva costruire una simile contradizione; di essa ben può dirsi ciò che scrive l'Apostolo: «La sapienza di questo mondo è stoltezza dinanzi a Dio» (ICor. 3, 19).

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