La
Grecia ha mancato i suoi obbiettivi di bilancio, come era largamente prevedibile. Molte misure decretate non hanno avuto seguito, l’evasione fiscale è rampante, la recessione, conseguente all’austerità imposta, molto più grave del previsto. I creditori sono vicini ad un accordo tra di loro per rilasciare la seconda rata di finanziamenti alla
Grecia, ma non ha molto senso rilasciare nuovi prestiti ad un debitore che non riesce a far fronte ai suoi impegni. La logica economica vorrebbe che si staccasse la spina.
I francesi e i tedeschi non considerano il fallimento un’opzione nel caso della
Grecia, perché le loro banche perderebbero i loro crediti. Pertanto giunge da Berlino la brillante idea di nominare un funzionario europeo, che esautori il Parlamento greco dalla fatica di gestire il bilancio. Secondo i geni dell’eurogruppo, la nomina di un Gauleiter assicurerebbe che la
Grecia funzioni come la Prussia. La sovranità del popolo greco non è stata presa in considerazione. D’altra parte Papandreou si è dovuto dimettere da primo ministro, su pressione europea, il giorno dopo aver proposto un
referendum sulle misure di austerità da adottare.
Gli eurocrati evidentemente ignorano la storia. Ogni autunno i greci celebrano la loro festa nazionale, il Giorno del no, che commemora il rifiuto di Metaxas di cedere basi militari a Mussolini, del quale era pur un grande ammiratore. Nonostante questo, preferì affrontare una guerra disperata piuttosto che svendere la sovranità ellenica. Settant’anni fa molti greci morirono di fame quando i governanti europei dell’epoca ridussero le razioni alimentari a trenta grammi di pane al giorno, ma gli altri sopravvissero fino alla liberazione.
Questa volta si spera che la storia sia meno drammatica. Il maggior artefice della politica europea verso la
Grecia, Sarkozy, andrà a casa il mese prossimo, a meno che la polizia francese non trovi un pretesto per arrestare il nuovo candidato socialista all’Eliseo. La signora Merkel continuerà a governare con la sua traballante maggioranza ancora un po’, ma senza il suo buon amico francese sarà molto indebolita.
È sperabile che l’idea di nominare un governatore europeo per la
Grecia venga presto smentita e dimenticata. Se la
Grecia non è in grado di rispettare i patti, ha il diritto a rinegoziarli o andare per la sua strada. Le banche europee sarebbero più povere, forse anche la
Grecia. Ma la sua sovranità e la sua integrità territoriale non sono negoziabili.
e per buona misura leggete anche questo:
Traduzione dallo spagnolo all’italiano di un interessantissimo articolo apparso oggi nel quotidiano nicaraguense
El Nuevo Diario:
Insolito scambio di lettere nel settimanale tedesco “Stern”. Le realtà della zona euro.
Qualche mese fa è stata pubblicata una Lettera Aperta indirizzata a “Cari greci” da un cittadino tedesco di nome Walter Wuellenweber il cui titolo era:
Dopo che la Germania ha dovuto salvare le banche, ora deve anche salvare la Grecia.
I Greci che prima hanno fatto alchimie con l’euro, adesso invece di risparmiare, fanno scioperi.
Cari greci: dal 1981 apparteniamo alla stessa famiglia.
Noi tedeschi abbiamo contribuito come nessun altro al Fondo comune, circa di 200 miliardi di euro, mentre la Grecia ha ricevuto circa 100 mila milioni di tale importo, ossia la più alta quantità pro capite di qualsiasi altro popolo della Unione Europea.
Mai fino ad ora nessun popolo ha aiutato volontariamente fino a questo livello ad un altro e così a lungo.
Voi siete, sinceramente, gli amici più costosi che abbiamo.
Il fatto è che non solo Voi ingannate voi stessi, ma ingannate anche noi.
In sostanza, non avete mai dimostrato di meritare i nostri Euro. Fin dalla sua inclusione come moneta della Grecia, non siete mai riusciti a soddisfare i criteri di stabilità.
All’interno dell’UE siete il popolo che spende le maggiori somme in beni di consumo.
Voi avete scoperto Democrazia, e allora dovreste sapere che si governa attraverso della volontà del popolo, che ha in ultima analisi la responsabilità. Non dite poi, che i politici sono i soli responsabili del disastro.
Nessuno vi ha costretti a evadere le tasse per anni, a opporvi ad ogni politica coerente per ridurre la spesa pubblica e nessuno vi ha costretti a scegliere i governanti che avete avuto e ancora avete.
I greci sono quelli che ci hanno mostrato la via della Democrazia, della Filosofia e delle prime conoscenze di Economia Nazionale.
Pero’ adesso ci mostrano una strada sbagliata. E dove voi siete arrivati, non è possibile andare oltre!!
La settimana seguente, STERN ha pubblicato una Lettera Aperta di un greco, indirizzata a Wuellenweber:
Caro Walter, mi chiamo Georgios Psomás. Io sono un funzionario pubblico e non un “impiegato pubblico” come sprezzantemente si riferiscono a noi i miei connazionali e i tuoi connazionali .
Il mio stipendio è di 1.000 euro. Per mese, eh? Non andare a pensare che è al giorno, come ti vogliono far credere nel tuo paese. Guarda che guadagno una cifra che non è neanche inferiore a 1.000 euro della tua, che è di varie migliaia.
Dal 1981, hai ragione, apparteniamo alla stessa famiglia.
Solo che noi vi abbiamo concesso in esclusiva un sacco di privilegi, come essere i principali fornitori del popolo greco di tecnologia, armi, infrastrutture (2 autostrade e due grandi aeroporti internazionali), telecomunicazioni, prodotti di consumo, automobili, ecc. Se ho dimenticato qualcosa perdonami. Ti faccio notare che all’interno dell’UE siamo i maggiori importatori di prodotti di consumo che producono le fabbriche tedesche.
La verità è che non solo i nostri politici sono i responsabili del disastro della Grecia. Hanno fortemente contribuito anche alcune grandi aziende tedesche, che hanno pagato enormi “commissioni” ai nostri politici per assicurarsi i contratti, per venderci di tutto, e un certo numero di sottomarini fuori servizio, che messi in mare, sono rimasti inservibili e coricati su di un fianco.
Io so che ancora non dai credito a ciò che scrivo. Abbi pazienza, aspetta, leggi tutta la lettera, e se non riesco a convincerti, ti autorizzo a buttarmi fuori dall’Eurozona, questo luogo della verità, della prosperità, della giustizia e del diritto.
Caro Walter:
E’ trascorso più di mezzo secolo da quando la 2 ° Guerra Mondiale è finita, cioè più di 50 anni dal momento in cui la Germania dovrebbe aver adempiuto i suoi obblighi verso la Grecia.
Questi debiti, che finora solo la Germania è riluttante a saldare alla Grecia (Bulgaria e Romania hanno già pagato le indennizzazioni stipulate), sono i seguenti:
1. Un debito di 80.000.000 di marchi tedeschi di indennizzazione, non pagata dalla Prima Guerra Mondiale
2. Debiti per le differenze di “clearing” , nel periodo tra le due guerre, per un totale di 593.873.000 dollari USA.
3. Prestiti forzosi che ha fatto il Terzo Reich, in nome della Grecia durante l’occupazione tedesca, pari a 3,5 mila milioni di dollari durante l’intero periodo di occupazione.
4. Le riparazioni che deve la Germania alla Grecia, per le confiscazioni, le persecuzioni, le uccisioni e la distruzione di interi villaggi, strade, ponti, ferrovie, porti, che ha prodotto il Terzo Reich, e che seecondo le risoluzioni dei tribunali alleati, ammonta a 7, 1 mille milioni di dollari, di cui la Grecia non ha mai visto un solo centesimo.
5. Le riparazioni incommensurabili della Germania per la morte di 1.125.960 greci (38.960 assassinati, 12.000 morti come danni collaterali, 70.000 morti in combattimento, 105.000 morti nei campi di concentramento in Germania, 600.000 morti di fame, ecc.ecc.)
6. La tremenda e immisurabile offesa morale arrecato al popolo greco e agli ideali umanistici della cultura greca.
So amico Walter, che non ti deve piacere per niente quello che ti scrivo. Mi spiace.
Pero’ a me molesta di più quello che la Germania vuole fare con me e con i miei connazionali.
Amico Walter: 130 imprese tedesche operano in Grecia, includendo tutti i colossi dell’industria del tuo paese, le quali hanno un guadagno annuale di 6,5 mila milioni di euro.
Molto presto Walter, se le cose continueranno così, non potro’ acquistare più i prodotti tedeschi, perché ogni volta ho meno soldi.
Io e i miei connazionali siamo cresciuti sempre con privazioni, le sopporteremo, non ti fare problemi. Possiamo vivere senza BMW, senza Mercedes, senza Opel nè Skoda. Smetteremo di comprare prodotti di Lidl, di Praktiker, di IKEA.
Ma voi, Walter, come ce la farete a gestire i disoccupati che lascerà questa situazione che vi costringerà ad abbassare il vostro tenore di vita, le vostre auto di lusso, le vacanze all’estero, i vostri tour del sesso in Thailandia?
Voi (tedeschi, svedesi, olandesi, e altri “compatrioti” della Eurozona) pretendete che noi usciamo dall’Europa, dalla Eurozona e non so da dove altro.
Credo fermamente che dobbiamo farlo, per salvarci da una Unione che è una banda di speculatori finanziari, una squadra in cui giochiamo, se consumiamo i prodotti che voi ci offrite: prestiti, beni industriali, beni di consumo, opere faraoniche ecc.
E infine Walter, dobbiamo “regolare” un altro tema importante, essendo che anche voi siete debitori alla Grecia: Esigiamo che ci restituiate la civiltà che ci avete rubato!
Vogliamo che tornino in Grecia le opere immortali dei nostri antenati, che tenete nei musei di Berlino, di Monaco, di Parigi, di Roma e di Londra.
Ed esigo che sia adesso, subito! Perché se devo morire di fame, voglio morire accanto alle opere dei miei antenati.
Cordialmente.
GeorgiosPsomás
Abbiamo la possibilità di far crollare velocemente questo sistema dell'Euro in maniera molto semplice: sfruttando la legge di Gresham e la riserva frazionaria delle banche. La soluzione è acquistare monete d'oro e d'argento e lingotti con la valuta Euro e cominciare a disfarsi della valuta Euro acquistando beni di prima necessità e beni di valore non deperibili. Se si inizia tutti a fare questo, le banche dovranno deallocare i prestiti fatti attraverso la generazione della valuta con il meccanismo della riserva frazionaria ad un ritmo molto veloce. Fare questo significa simulare un bank run (corsa agli sportelli) senza andarci veramente in banca (basta acquistare con bonifici bancari online e bancomat: no carta di credito) con il vantaggio che si acquisterebbero oro ed argento che potremmo poi usare come denaro per lo scambio tra privati oltre che ritornare al baratto. Questa azione di rifuggire dall'Euro fatta dai cittadini metterà in ginocchio le banche ed i governi senza sparare un colpo.