sabato 28 aprile 2012

pro multis

Il Papa in modo chiarissimo spiega perché "pro multis" deve essere tradotto con "per molti" e non "per tutti"?
E In Italia? In Italia i vescovi in sessione plenaria hanno votato, nonostante le richieste vaticane, a maggioranza bulgara, il mantenimento del "per tutti", esempio magistrale di tre cose: 1. di come con la riforma liturgica la S. Sede abbia perso il controllo della liturgia: ogni gruppo linguistico ha la sua traduzione e si comporta come crede: se, come auspicava il Concilio, la maggior parte fosse rimasta in latino, non avremmo di questi problemi; 2. i vescovi non hanno il senso del loro compito e credono che la conferenza episcopale abbia l`autorità di opporsi alle decisioni del Papa; 3. che durante il precedente pontificato non sono stati nominati  buoni vescovi , in Italia come altrove. Ricordiamo che in quella sessione di voto si decise di cambiare il testo del Gloria e del Padre nostro per ubbidire ai biblisti e a liturgisti, ma di cambiare il “per tutti” in “per molti” per ubbidire al Papa no.  Esempio di un gallicanesimo italico e di un filetismo montante che il latino ci risparmiava. Noi eravamo già intervenuti sul tema.


Ora il Papa sembra intenzionato a farsi ubbidire. Vediamo se la Congregazione del Culto rispedisce al mittente le proposte della Conferenza Episcopale Italia. Ultima considerazione: in quarant’anni quanti cambiamenti, continui e ripetuti, pensiamo al nuovo Rito del Matrimonio e al nuovo Rito delle Esequie pronto ad entrare in vigore! Il Concilio ha davvero voluto sottoporre la Chiesa ad uno stress liturgico del genere? Possiamo almeno domandarcelo o  no?


Ed ecco le parole di  P. Lombardi

"Per molti e per tutti": il Papa chiarisce le parole della Messa. Il commento di padre Lombardi

Che cosa ha fatto il Papa a Castelgandolfo nella settimana dopo la Pasqua? Ha preso carta e penna e ha scritto nella sua lingua una lettera un po’ speciale, diretta ai vescovi tedeschi, che pochi giorni dopo l’hanno pubblicata. Riguarda la traduzione delle parole della consacrazione del calice del sangue del Signore nel corso della messa. La traduzione “per molti”, più fedele al testo biblico, va preferita a “per tutti”, che intendeva rendere più esplicita l’universalità della salvezza portata da Cristo. Qualcuno penserà che il tema sia solo per raffinati specialisti. In realtà permette di capire che cosa è importante per il Papa e con quale atteggiamento spirituale egli lo affronti. Per il Papa le parole dell’istituzione dell’Eucarestia sono assolutamente fondamentali, siamo al cuore della vita della Chiesa (...).

le pecorelle di Dio belano, i tromboni talvolta stonano

Per chi si "illude" che "belare in gregoriano" avvicini a Dio: i canti del Buon Pastore


Domenica prossima, la IV di Pasqua nella forma Ordinaria, è la "Domenica del Buon Pastore" (nella Forma Straordinaria era domenica scorsa, cioè la II post Pascha). I canti proposti dal Graduale post-conciliare, ovviamente canti gregoriani, sono adatti a noi, povere pecorelle a cui piace "belare in gregoriano", come ha recentemente svilito il canto proprio della Chiesa romana lo storico del Concilio Alberto Melloni (leggete qui l'articolo riportato dal prof. Augé).
Melloni, pur sapendo benissimo che i belati gregoriani sono stati autorevolmente promossi dai documenti conciliari, dice - stranamente - che non possono essere considerati come una regola. E invece, dobbiamo ribadirlo, sono proprio una "regola", nel senso che il canto gregoriano rimane il punto di paragone, il metro di misura, per verificare ogni musica sacra e ogni canto per la liturgia. Non si deve sempre cantare in gregoriano, ovviamente, ma si deve riconoscere che è e rimane il canto proprio della Liturgia, la radice da cui può germogliare la novità, sia essa polifonia o canto più popolare.
Quindi, per onorare con santi "belati" il buon Pastore, che festeggeremo fra pochi giorni, riascoltiamo (e magari impariamo) l'alleluia e il canto di comunione di domenica prossima. Il testo dei due canti è lo stesso (nel nuovo Graduale, non è del tutto identico in quello vecchio, da cui ho attinto il video dell'alleluia):
Io sono il buon pastore e pascolo le mie pecore
Io sono il buon pastore e conosco le mie pecore ed esse conoscono me

Scrivevo in tempi non sospetti a proposito dell'antifona di comunione (vedi qui). Questo testo ci fa risentire proprio l'onomatopea della pecorella (in quel "cognoscunt me meae" in cui il suono della "e" appare proprio un belare!). Ai "cristiani adulti", non so perché, non piace sentirsi pecorella del Signore, a noi francescani all'antica, che discendiamo teologicamente da Agostino, piace invece ripetere col Dottore d'Ippona: "per voi sono pastore, con voi faccio parte del gregge".


Alleluia Ego sum Pastor Bonus (scarica qui lo spartito in PDF)


Antifona alla Comunione: Ego sum Pastor Bonus (Scarica qui lo spartito dell'antifona)


Testo preso da: Per chi si "illude" che "belare in gregoriano" avvicini a Dio: i canti del Buon Pastore http://www.cantualeantonianum.com/2012/04/per-chi-si-illude-che-belare-in.html#ixzz1tAhglJre
http://www.cantualeantonianum.com

Mons. NIcola Bux a Napoli il prossimo 12 maggio

Napoli, conferenza di Mons. Nicola Bux

sulla liturgia


Il prossimo 12 maggio, a Napoli, presso la Chiesa di S. Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, Mons. Nicola Bux (nella foto a lato) celebrerà la S. Messa solenne alle ore 17:30, seguita dalla conferenza dal titolo "Il pensiero liturgico di Benedetto XVI", tenuta dal medesimo Mons. Bux ed introdotta dal prof. Guido Vignelli.
 
Per informazioni, scrivere a oratefratres21@virgilio.it
 
 

venerdì 27 aprile 2012

la sinodalità conclamata del Concilio: ma si camminò davvero insieme?

Ogni volta che penso al Concilio, dice [mons. Gherardini], ho sempre una immagine nella mia mente: l'anziano cardinale Alfredo Ottaviani, ormai cieco, intorno agli 80 anni, zoppicante, capo del Sant'Uffizio, e così il primo ufficiale della dottrina della Chiesa, nato a Trastevere da genitori con molti figli, per cui un romano di Roma, dal popolo di Roma, prende il microfono per parlare ai 2.000 vescovi riuniti.
E, mentre egli parla, chiedendo ai vescovi di prendere in considerazione i testi della curia per la preparazione dei quali ha speso tre anni, improvvisamente il suo microfono è stato spento. Egli continuava a parlare, ma nessuno poteva sentire una parola. Poi, perplesso e turbato, smise di parlare, confuso. E i padri riuniti cominciarono a ridere, e poi a tifare ...
"", ha detto Gherardini. "Ed è stato solo il terzo giorno."
"Cosa?" Ho detto.
"il microfono Ottaviani è stato disattivato il terzo giorno del Concilio."
"Il terzo giorno?" Ho detto. "Io non lo sapevo. Ho pensato che fosse accaduto più tardi, nel novembre, dopo che il gruppo progressista divenne più organizzato ..."
"No, era il terzo giorno, 13 ottobre 1962. il Concilio ha avuto inizio l' 11 ottobre."
"Sapete chi ha spento il microfono?"
"Sì," ha detto. "E' stato il cardinale Liénart di Lille, in Francia."
"Ma allora", dissi, "si potrebbe quasi dedurre, forse, che un tale scorretto annullamento del protocollo, rendendo impossibile per Ottaviani sostenere le sue argomentazioni, in qualche modo spiega quello che è venuto dopo, beh, in un certo senso, improprio ..."
"Alcuni sostengono questo argomento," rispose Gherardini.

la storia della Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme,

Un viaggio indietro nel tempo per raccontare la storia della Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il sito definito in molte tradizioni cristiane come "il Centro del Mondo".
Diviso in capitoli, il video della signora Raffaella Zardoni per ATS pro Terra Sancta presenta una ricostruzione in 3D della basilica in tempi diversi, fino alla alla grotta di pietra che ha visto la sepoltura e la risurrezione di Gesù Cristo

giovedì 26 aprile 2012

"I Concili, tutti i Concili e non solo il Vaticano II, vanno accolti con obbedienza, ma si può valutare in maniera intelligente ciò che appartiene alla dottrina e ciò che va criticato" (Mons. Nicola Bux)

di Alessandro Gnocchi – Mario Palmaro
tratto da Messainlatino.it


Teologo, liturgista, consultore dell'Ufficio delle Celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice e delle Congregazioni per la Dottrina della Fedee per le Cause dei Santi, monsignor Nicola Bux, classe 1947, è conosciuto dagliaddetti ai lavori soprattutto come “molto vicino a papa Benedetto XVI”.
E proprio lui, poco più di un mese fa, ha messo a rumore l’ambiente ecclesiale con una lettera aperta al superiore generale e ai sacerdoti della Fraternità Sacerdotale San Pio X fondata ma monsignor Lefebvre invitandoli a stringere lamano che Benedetto XVI sta tendendo loro.

Gli osservatori ne hanno tratto tutti la conclusione più logica: il Papa vuole fortemente la riconciliazione.
Vedete” spiega monsignor Bux al Foglio “questa conclusione è al tempo stesso esatta e imprecisa. E’ esatta perché Benedetto XVI vuole questa riconciliazione e pensa che non possa esserci altra soluzione pensabile per la vicenda della Fraternità fondata da monsignor Lefebvre. E’ imprecisa se le si attribuisce un carattere politico. Non c’è nulla di più lontano dalla mente di questo Papa. Ratzinger è persona che non pensa e non agisce in funzione della politica ecclesiale. Per questo viene spesso frainteso. E tanto più questo vale per la vicenda della Fraternità San Pio X: per lui si tratto solo del definitivo e pieno ritorno a casa di tanti suoi figli che potranno fare il bene della Chiesa”.
Dunque, letture da destra o da sinistra sarebbero monche, ma non sarà facile disinnescarle all’interno della Chiesa stessa.

Come dovrebbe porsi un cattolico davanti a un fatto come la riconciliazione tra Santa Sede e Fraternità San Pio X?Bisogna rileggere con attenzione quello che Benedetto XVI scriveva il 10 marzo 2009 nella ‘Lettera ai vescovi’ per spiegare le ragioni della remissione della scomunica ai quattro vescovi ordinati da monsignor Lefebvre: ‘Può lasciarci totalmente indifferenti una comunità nella quale si trovano 491 sacerdoti, 215 seminaristi, 6 seminari, 88 scuole, 2 Istituti universitari, 117 frati, 164 suore e migliaia di fedeli? Dobbiamo davvero tranquillamente lasciarli andare alla deriva lontani dalla Chiesa? (…) Che ne sarà poi?’.
Qui c’è il cuore di Benedetto XVI. Ecco, penso che se anche tanti uomini di Chiesa agissero secondo questo cuore non potrebbero che gioire per la conclusione positiva di questa vicenda
”.

Forse l’opposizione al volere di Benedetto XVI nasce dal fatto che molti compiono l’equivalenza riconciliazione con i lefebvriani uguale sconfessione del Vaticano II.Guardate, il primo ‘accordo’, se così vogliamo chiamarlo, avvenne nel Concilio di Gerusalemme tra San Pietro e San Paolo. Dunque, il dibattito, purché fatto per il bene della Chiesa, non è così scandaloso.
Un’altra constatazione: quanti hanno isolato dalla storia della Chiesa il ConcilioVaticano II e lo hanno sopravvalutato rispetto ai suoi stessi intendimenti non si peritano di criticare, per esempio il Concilio Vaticano I o il Concilio di Trento. C’è chi sostiene che la Costituzione dogmatica ‘
Dei Filius’ delVaticano I sia stata soppiantata dalla ‘Dei Verbum’ del Vaticano II: questa è fantateologia.
Mi sembra invece buona teologia quella che si pone il problema del valore dei documenti, del loro insegnamento, del loro significato. Nel Concilio Vaticano II esistono documenti dal valore diverso e, dunque, di una forza vincolante diversa che ammettono diversi gradi di discussione. Il Papa, quando era ancora il cardinale Ratzinger, nel 1988, parlò del rischio di trasformare il Vaticano II in un ‘superdogma’, ora, con ‘l’ermeneutica della riforma nella continuità’ ha fornito un criterio per affrontare la questione e non per chiuderla. Non bisogna essere più papisti del Papa. I Concili, tutti i Concili e non solo il Vaticano II, vanno accolti con obbedienza, ma si può valutare in maniera intelligente ciò che appartiene alla dottrina e ciò che va criticato. Non a caso, Benedetto XVI ha indetto ‘l’anno della fede’ perché è la fede il criterio per comprendere la vita della Chiesa
”.

Da cattolici, se lasciamo battere docilmente il nostro cuore con quello di Benedetto XVI, che cosa ci dobbiamo aspettare dalla definitiva riconciliazione tra Roma e Fraternità San Pio X?Non certo la rivalsa di una fazione sull’altra, ma un progresso nella fede e nell’unità che sono la sola testimonianza perché il mondo creda. La retorica del dialogo con l’ateo,con l’agnostico, con il cosiddetto ‘diversamente credente’ che senso ha se non si gioisce per la riconciliazione con i fratelli nella fede? Ce l’ha insegnato Nostro Signore: non è il dialogo con il mondo che convertirà il mondo, ma la nostra capacità di essere uniti. In questo periodo torno spesso a una preghiera composta dal cardinale Newman: ‘Signore Gesù Cristo, che quando stavi persoffrire, hai pregato per i tuoi discepoli perché fino alla fine fossero una cosa sola, come sei Tu con il Padre, e il Padre con Te, abbatti le barriere di separazione che dividono tra loro i cristiani di diverse denominazioni. Insegna a tutti che la sede di Pietro, la Santa Chiesa di Roma, è il fondamento, il centro e lo strumento di questa unità. Apri i loro cuori alla Verità, da lungo tempo dimenticata, che il nostro Santo Padre,il Papa, è il Tuo Vicario e Rappresentante. E, come in cielo esiste una sola compagnia santa, così su questa terra vi sia una sola comunione che professa e glorifica il Tuo Santo Nome’”.

Il Foglio, 26 aprile 2012

martedì 24 aprile 2012

mobilitazione spirituale in Russia


Dal sito: EFFEDIEFFE

di Maurizio BLONDET

"Ignorata dai media occidentali, di solito così attenti a coprire le manifestazioni di protesta a Mosca, il 22 aprile scorso ben 65 mila persone si sono radunate attorno alla cattedrale di Cristo Salvatore, su richiesta della gerarchia ortodossa, per «pregare per la Chiesa e difendere la fede» offesa da una serie di inquietanti atti di sfregio anti-religioso avvenuti di recente.

Il là sembra essere stato dato dall’esibizione delle Pussy Riots, il gruppo punk-femminista che nel febbraio scorso è penetrato fin davanti alla splendida iconostasi della cattedrale cantando canzoni blasfeme (e contro Putin, allora in campagna elettorale) – e oggi sotto arresto. In marzo, la cattedrale di San Sergio di Radonez è stata coperti di scritte sacrileghe contro la croce. In aprile, ignoti hanno inondato di benzina e poi dato fuoco alla porta della cattedrale di Demetrio di Tessalonica nella città di Krasnodar. Nella regione di Rostov, alla vigilia di Pasqua, vandali hanno lordato di vernice nera i muri di una cappella costruita in memoria dei caduti in Afghanistan,
Cecenia e nel disastro di Chernobyl.

Durante la funzione e manifestazione di riparazione a Mosca, sono stati portati nella cattedrale altri oggetti religiosi sfregiati: un crocifisso alto tre metri e mezzo danneggiato da un vandalo nella cattedrale di Nevinnomyssk, trenta icone spezzate con una scure nella cittadina di Veliky Ustyug ...."

domenica 22 aprile 2012

Marcia nazionale per la Vita

 



 
Domenica 13 maggio 2012 a Roma

Gli attacchi alla vita umana innocente sono sempre più numerosi e nuovi strumenti di morte minacciano la sopravvivenza stessa del genere umano: Ru486, Ellaone, pillola del giorno dopo ecc.
Da oltre trent’anni una legge dello Stato (la 194/1978) regolamenta l’uccisione deliberata dell’innocente nel grembo materno e i morti si contano a milioni.
La Marcia per la Vita è il segno dell’esistenza di un popolo che non si arrende e vuole far prevalere i diritti di chi non ha voce sulla logica dell’utilitarismo e dell’individualismo esasperato, sulla legge del più forte.
L’iniziativa vuole:
  • affermare che la vita è un dono, indisponibile, di Dio;
  • chiedere il Suo aiuto, per una società smarrita;
  • deplorare l’iniqua legge 194 che ha legalizzato l’uccisione, sino ad oggi, in Italia, di 5 milioni di innocenti;
  • ribadire che esiste una distinzione tra Bene e male, tra Vero e falso, tra Giusto ed ingiusto;
  • invitare alla mobilitazione i cattolici e gli uomini di buona volontà.
Lo straordinario successo della prima edizione della marcia per la vita di Desenzano, organizzata in breve tempo e con poche risorse a disposizione, ci spinge a moltiplicare le forze e l’impegno profusi per la buona battaglia.
La seconda edizione della marcia sarà a Roma, centro della cristianità e del potere politico. Le strade della capitale sono state attraversate, anche recentemente, da numerosi cortei indecorosi e blasfemi; il nostro corteo vuole invece affermare il valore universale del diritto alla vita e il primato del bene comune sul male e sull’egoismo.
L’iniziativa sarà una “marcia” e non una processione religiosa e come tale aperta anche ai pro life non credenti e a tutti i gruppi che potranno partecipare con i loro simboli ad esclusione di quelli politici.
E’ previsto inoltre un convegno, sempre a Roma, il 12 maggio, sulla vita a cui hanno già dato la loro adesione personalità conosciute del mondo pro life italiano.
Abbiamo però bisogno dell’aiuto di tutti!
- Con la preghiera, che smuove le montagne (1 Cor. 13,2) e vince ogni difficoltà
- Con la costituzione, in ogni città italiana, di centri locali che ci aiutino sul piano organizzativo (fotocopiando e diffondendo materiale, organizzando pullman per venire a Roma, preparando striscioni, bandiere, cartelli…)
- Con il sostegno economico che può moltiplicare le nostre possibilità. Si può versare un contributo sul conto corrente postale allegato oppure tramite bonifico bancario a:
  • Associazione Famiglia Domani:
    Banca:Intesa San Paolo,
    Iban: IT 86 N 03069 03227 100000000810
  • Mevd (Movimento Europeo Difesa Vita):
    Unicredit, Agenzia di Verona,
    Iban: IT 31 R 02008 11796 000101130378
Chiunque volesse aiutare e per qualsiasi informazione scrivere a:
info@marciaperlavita.it
, oppure telefonare a : 06-3233370
Da questa pagina è possibile consultare l’elenco delle città italiane da cui partiranno i pullman per Roma con i relativi referenti e recapiti telefonici