mercoledì 7 settembre 2011

un altro colpo inferto alla nostre radici cristiane

Con la soppressione dei Santi Patroni, un altro colpo è stato inferto alle nostre radici cristiane. I cattolici liberali badano più all’economia della nazione che all’economia della grazia (ma la protezione dei Santi è ancora importante per costoro?), i leghisti non si curano delle tradizioni locali e le sinistre vanno avanti come i panzer nel distruggere ogni residuo di cattolicità. Povera Italia! Orbata delle sue tradizioni e della protezione dei Suoi Santi. Che Dio ci aiuti! Ricordino i politici che i partiti che spazzarono via le feste cattoliche di San Giuseppe, Dell’Ascensione del Corpus Domini furono a loro volta spazzati via (Democrazia cristiana compresa!): lo ricordino se non vogliono fare la stessa fine (Lega compresa!).

Immagini della Festa di San Bartolomeo a Giarratana

 
ADDIO SANTI PATRONI?

"Non sappiamo ancora cosa sia successo nella votazione di ieri, né cosa succederà nelle prossime, tuttavia quel che scrive Padre Cristoforo è un discorso che fa riferimento ad una mentalità e non a un fatto puntuale"Un moto di rabbia ha percorso le mie vene quando ho letto sui giornali che il governo (eletto col voto cattolico) voleva abolire la festa dei santi patroni, per ridare fiato all’esangue economia italiana. L’abolizione di un solo giorno festivo infrasettimanale, celebrato in giorni diversi in città diverse, avrebbe salvato l’Italia dal baratro del fallimento e da quelle schiere di sfaccendati (così poco “europei”…), che guardano i fuochi d’artificio e rischiano d’andare in chiesa ad accendere un cero. Ma la misura “moderna” avrebbe soprattutto accontentato il partito dei “laicissimi”, che invece ha difeso strenuamente le tre feste della religione del laicismo all’italiana. Salvate quindi tre feste. Quelle del 25 aprile e del Primo maggio, perché il governo di destra - forse afflitto da qualche complesso - non ha saputo resistere, quindi all’unanimità si è votato di mantenere il culto alle due feste “liberatorie”. Tuttavia lo sforzo di venerazione del dio-stato, l’unico santo protettore rimasto, s’è spinto oltre e ha salvato anche la festa più recente: quella di Santa Repubblica Atea, beatificata recentemente da quei logorroici pontefici laici, che di retorica ne hanno da vendere.
All’inizio mi sono indignato, poi mi son detto: brava la sinistra, sì brava la sinistra. In fondo sono quasi meglio degli altri, almeno ci credono o fanno finta, ma anche se facessero finta almeno si mobilitano. E i pecoroni cattolici, che di sinistra non sono (o non dovrebbero essere), talmente sono ignavi, che votano entusiasti per “laicizzare” il paese e buttano al macero i santi patroni. Nel silenzio del mondo cattolico, nel silenzio dell’episcopato, nel silenzio dei parroci e pure nel silenzio di quelle vecchiette che alla processione del Santo ci andavano ancora, ma con una fede che s’era ormai affievolita anch’essa. Miracoli d’un cattolicesimo imborghesito, che per avere una lode d’una ministra tedesca protestante e delle logge massoniche francesi, è capace di rinnegare i suoi santi protettori. Povera Cristianità italiana, morta e anche sepolta. C’è da meravigliarsi ? No. E qui faccio un “mea culpa”, ho creduto ancora che un’Italia cattolica esistesse, magari nei paesi, magari in certe fasce…No è falso, non esiste più, è morta. Morta nel perbenismo americanista anni Cinquanta, fiaccata dalla libertà religiosa del Concilio, martoriata da anni di Democrazia Cristiana liberaloide e bacchettona, che faceva approvare l’aborto e sopprimeva il Corpus Domini, pugnalata alle spalle, se ancora ce n’era il bisogno, dal Nuovo Concordato di Sua Eminenza il Card. Casaroli e di Sua Laicità Bettino Craxi, uniti nel comune intento di modernizzare il Paese…e la Chiesa!
Non una voce si è levata in difesa dei Santi. Eppure un Eminentissimo, per difendere nientedimeno che le cooperative, ha trovato la forza d’intervenire. Ma si sa, difendere le cooperative fa chic e non impegna, difendere l’Italia cattolica (o quel che ne resta) darebbe una cattiva impressione, specie in una Chiesa che ha rinunciato a cristianizzare la società. Ormai siamo nel Duemila ed oggi non è più la Chiesa a guidare i popoli, ma è Angela Merkel e chi la manovra. Lo vogliamo capire o no ? Fra le gerarchie alcuni l’hanno capito e…s’adeguano. D’altronde chi si mosse per difendere le festività soppresse ? Nessuno o quasi, anzi all’epoca, sotto Paolo VI, c’era ancora il vecchio Concordato e fu la Chiesa a dare il necessario avallo. E poi chi lottò contro l’aborto e il divorzio in un’Italia che ancora si credeva cattolica ?
Una sola domanda al lettore: chi si ricorda oggi, dopo la soppressione della festa infrasettimanale e il suo spostamento alla domenica, quando cade l’Ascensione o il Corpus Domini ? Pochi, pochissimi. Ebbene col tempo scorderemo anche il Patrono, la sua data, il suo nome.
Le banche tedesche si complimenteranno di tanto oblio, in compenso la società italiana avrà perso anche l’ultima cosa che le resta da perdere, le identità locali, la fede infatti l’ha già persa da tempo.
Per conto mio non mi farò più illusioni, ormai lo stato italiano e la società sono atei, ma non hanno ancora il coraggio di dirlo.
Padre Cristoforo