In questi giorni tremendi in cui la
parola di Nostro Signor Gesù Cristo viene portata davanti al sinedrio per
essere vagliata e accantonata, può essere utile riflettere ancora una volta sulla
causa remota di tale inaudita sovversione, ossia il Modernismo [1].
Le tre radici del Modernismo – 1. le filosofie moderne
In una serie di articoli abbiamo dato conto dei debiti del Modernismo
nei confronti delle filosofie moderne. Cosa ovvia, dato che l’assunto base del
movimento è l’imperativo di avvicinare la Chiesa al mondo moderno.
Alcune di queste filosofie – ad esempio: razionalismo, spiritualismo,
liberalismo religioso – sono uno sviluppo naturale del soggettivismo
connaturato al protestantesimo, che, avendo posto la Scrittura al vaglio della
persona singola, ha dato origine ad una varietà di concezioni disparate.
Anche nel pensiero acristiano si riscontra una eterogeneità di concezioni, sia
antropocentriche – come deismo e illuminismo – che immanentiste – come
panteismo e idealismo.
Eppure è proprio da tutta questa varietà di sistemi estranei al cristianesimo
petrino che i modernisti di varia specie hanno tratto le loro dottrine. Ne
risulta che le loro istanze, oltre ad essere incompatibili col Cattolicesimo,
quando non ad esso in antitesi, sono tra loro diverse per natura e per origine
(ad esempio vengono invocati, a seconda della convenienza, sia il razionalismo,
che rifiuta di prender in esame le manifestazioni del soprannaturale, sia la conoscenza
per illuminazione, un approccio al divino di stampo irrazionalista).
Le tre radici del Modernismo – 2. le eresie e le sette
In un secondo gruppo di articoli abbiamo verificato quanto le tesi moderniste
abbiano raccolto l’eredità di vecchie e stantie eresie ripresentando istanze
concettuali e teologiche più volte utilizzate nei sistemi eretici dei primi
secoli e del medioevo, nonché nelle confessioni protestanti classiche e di
frangia.
Questo piccolo colpo di mano consente ad eretici e Modernisti una lettura
rivoluzionaria della storia ecclesiale: buona la Chiesa delle origini, buona la
nuova Chiesa Modernista, pessima la Chiesa dei secoli intermedi. Dunque
apostata la gerarchia cattolica per tredici secoli, veri cristiani essendo
stati propriamente solo gli eretici perseguitati. Questa inversione di giudizio
sulle eresie è la lettura di Lutero e di tutti i Riformatori, i quali, dopo
secoli di latitanza divina, proponevano il ripristino del cristianesimo
autentico, reinventandone dottrina, istituzioni e gerarchia [2]. È anche una
lettura condivisa dal Cammino Neocatecumenale, movimento sedicente cattolico.
Così implicitamente si nega l’assistenza promessa da Nostro Signor Gesù Cristo
alla Sua Chiesa nel corso della vicenda umana.
Sull’onda di questo ribaltamento eretici e Modernisti lanciano alla Chiesa
accuse gratuite, come quella di non essere abbastanza aperta al mondo: sono
infatti i Nicolaiti del primo secolo ad innalzare quello che è il vessillo
stesso del Modernismo. Un’altra peculiarità dei Nicolaiti, sempre motivata dal
desiderio di non dispiacere al mondo, era la professione privatistica ed
interiore della fede, equivalente alla scelta religiosa che l’Azione Cattolica
fece a fine anni ’70. Una terza deviazione, quanto mai attuale, era non solo la
pratica di comportamenti immorali ma la pretesa che ciò costituisse un diritto.
Chiusure
I Modernisti operano – come gli eretici – una selezione delle verità di fede,
innalzandone alcune e mettendole in contrapposizione con altre (la lotta
inscenata vanamente dall’attuale vescovo di Roma tra Misericordia di Dio e
Legge divina è l’esempio più eclatante). I demolitori odierni della Legge
bollano come giuridicismo qualsiasi riferimento alla stessa: non è una novità,
anche Montano parlava così.
Su alcuni elementi della fede i Modernisti operano delle chiusure
intransigenti, per esempio verso i sacramenti.
Oggi i Modernisti, in sintonia con tutte le sette antitrinitarie, negano ormai
apertamente il dogma del peccato originale, considerano peccati quasi solo i reati
contro il codice civile, non reputano necessaria la Confessione auricolare,
bastando al più un’assoluzione collettiva come facevano i Catari e come era
pratica negli anni ’80 in una chiesa del novarese. Oggi, come noto, si
considerano emendati da colpe anche i sodomiti conclamati.
La demolizione di un sacramento prelude ad un abbassamento od annullamento
degli altri, come siamo costretti a vedere. Alla fine del percorso li attendono
Sociniani e Frankisti i quali negano in blocco tutti i mezzi di salvezza.
Il disastro architetturale delle Chiese moderne, che contempla fredde
costruzioni geometriche accanto a fantasmagorici impianti esoterico-massonici,
deve molto alla lotta iconoclasta dei bizantini, seguiti prima dai Valdesi e
poi da Calvinisti, Presbiteriani e Puritani. Catari, Anabattisti, Quaccheri e
Frankisti arrivano alla fine del percorso mostrandosi del tutto contrari agli
edifici di culto.
Quanto ai Novissimi, depennato il Limbo, tocca a Purgatorio ed Inferno essere
oggi messi a problema. Anche qui i Modernisti vengono dopo i Catari (riguardo
al Purgatorio) e dopo Socino (quanto all’Inferno).
L’interpretazione personale della Sacra Scrittura esaltata da Lutero, ha reciso
d’un sol colpo Magistero e Tradizione. Il Vaticano II, controllato dai nuovi teologi,
ha dal canto suo eliminato la Tradizione e sciolto il Magistero dal vincolo di
fedeltà al depositum fidei, rendendolo autoreferenziale ed arbitrario.
Come effetto collaterale, nasce in ambiente luterano il biblicismo razionalista
di Tubinga ripreso in Italia da Ravasi. Questo ramo del Modernismo rifiuta i
miracoli operati dal Salvatore, ritenendoli costruzioni della comunità
apostolica (cioè delle favole), e pone in dubbio tutti i misteri della
Redenzione, dall’Incarnazione all’Ascensione.
La pressoché totalità de Modernisti ritiene, in linea con lo storicismo, che la
verità evolva nel tempo, facendo di Gesù Cristo non il Verbo di Dio ma un uomo
legato alle concezioni del suo tempo e del “Risorto” una pia invenzione della
comunità cristiana delle origini.
La rivoluzione luterana rende la fede una cosa intima, personale, dunque
rifugge da definizioni e più ancora da sistematizzazioni. L’odio di Lutero nei
confronti della filosofia produce in ambiente protestante la sfiducia nella via
razionale al divino, una sfiducia che si concretizza principalmente nel rifiuto
ed anzi nella demonizzazione della Scolastica. Questa violenta animosità rivive
nei Modernisti di tutte le declinazioni.
Stravolgimenti
Accanto alle chiusure, un secondo modo di cambiare la fede è quello di
stravolgerne gli elementi.
Un primo esempio di stravolgimento è la funambolica teoria rahneriana dei
cristiani anonimi. La salvezza per sola fide, per i soli meriti di Gesù Cristo,
per esigenza della natura o grazie ad una capacità umana di autoredenzione
(Socino) è una credenza necessaria per chi rifiuta il sacramento della
Confessione.
Un secondo esempio è l’appello a scrutare i segni di Dio nella storia, un tema
del Pietismo riproposto dal domenicano Chenu allo scopo neppure troppo celato
di dare un avallo di origine divina alla volontà di imporre cambiamenti
ereticali. Con questo artifizio le “esigenze dei tempi” vengono anteposte alla
dottrina e si ergono a giudici della stessa.
Un terzo esempio è la teoria del primato dell’azione, una tesi di origine
anch’essa pietista, innalzata a dogma dal marxismo e quindi trasbordata nelle
varie teologie della liberazione fino a diventare in modo palese la linea guida
dell’attuale vescovo di Roma. La pastorale svincolata dalla dottrina sta
diventando il grimaldello per forzare i sacri portoni e modificare a piacimento
la dottrina di sempre.
Un quarto esempio è la reinterpretazione delle verità di fede, che mentre
pretende di attualizzarle spesso le volatilizza.
Un quinto esempio è la via illuminatica alla deitas, tema prediletto degli
Alumbrados dei Frankisti e dei Modernisti, fu proposta prima ancora da Amalrico
(Amaury de Bène) ed è una ripresa delle credenze della Gnosi. Qui è allestita
la scena della immaginaria contrapposizione tra la fede concettuale basata
sulle formule dogmatiche e l’esperienza ineffabile del divino tramite
illuminazione, fruibile da ogni sincero ricercatore di Dio. In tale quadro il
dogma non sarebbe altro che un’espressione contingente dell’esperienza
religiosa vissuta dal subconscio.
Comportamenti e tattiche
Anche nei comportamenti eretici e Modernisti si assomigliano: la contestazione
dei tre poteri (legislativo, governativo e giuridico) accompagnata da un
pacifismo totalizzante è comune a Catari, Valdesi, Anabattisti e Quaccheri
nonché ad una moltitudine di frati attuali.
Fogazzaro e Bonaiuti hanno imposto ai loro seguaci di rimanere all’interno
della Chiesa Cattolica, riproponendo il nicodemismo dei marranos, degli
Alumbrados e dei Frankisti.
“Fino ad oggi – spiegava Bonaiuti – si è voluto riformare Roma senza Roma, o
magari contro Roma. Bisogna riformare Roma con Roma; fare che la riforma passi
attraverso le mani di coloro i quali devono essere riformati. Ecco il vero ed
infallibile metodo; ma é difficile. “Hic opus, hic labor”.
L’inversione antinomica praticata dalle sette gnostiche e dai Frankisti è
esplosa come un bubbone all’interno del Corpo Mistico, il vizio viene
incredibilmente rivendicato come virtù, non si chiede l’assoluzione dei peccati
ma la santificazione dei propri desideri ed azioni. Si giunge tranquillamente
ad esigere dalla Chiesa il riconoscimento del proprio diritto alla perversione,
in pratica si chiede a chi giudica per delega di Dio la abolizione della legge
di Dio. Come è stato notato, tutto avviene con la copertura della “teologia
dell’amore che tutto scusa” [3]. Ma, come osserva Daniele Di Geronimo: “Aborto,
divorzio ed eugenetica prima, eutanasia e matrimoni omosessuali oggi, sono
stati presentati come moderne forme di amore” [4]. Ci si avvia ad una sospetta
sintonia con la leege di Crowley: il mago nero amato dai Beatles , agli albori
del secolo XX, evocò, assieme a Kenneth Grant, il demone Aiwaz per avere una
legge valida per il secolo a venire. La risposta del demone: “Fai ciò che vuoi,
fallo sotto l’amore: questa è la legge” [5].
Punti di appoggio
Eretici e Modernisti non potevano operare tali sovversioni senza un punto di
appoggio.
In effetti due sono state le leve su cui i rivoluzionari si sono basati per
avallare le loro innovazioni spurie: il ritorno alla purezza delle origini e il
rifiuto del principio di non contraddizione.
Come numerosi eretici (fra Dolcino, Catari, Hus, Anabattisti, Familisti) i
Modernisti rivendicano un presunto ritorno alle origini per liberare la Chiesa
dalle incrostazioni e dagli orpelli aggiunti dalla gerarchia nel corso della
storia, per tornare alla purezza delle origini.
Seconda leva della sovversione è la negazione del principio di non
contraddizione, da sempre uno dei punti chiave della gnosi ermetica,
rispolverato nel ‘600 dal mistico protestante Böhme.
Il principio di non contraddizione (non può essere che una stessa cosa sia e
non sia allo stesso tempo) è il basilare fondamento del nostro comprendere il
reale: senza di esso non è possibile sostenere alcuna proposizione come vera,
neppure quella che asserisce che la verità non esiste [6]. Tale baluardo non
cessa di turbare gli animi dei sofisti dai tempi di Socrate fino ad oggi,
impedendo loro di cavalcare le praterie del nulla o di credere reali le chimere
prodotte dal soggettivismo.
Solo obliterando il principio di non contraddizione è possibile poter
spudoratamente mescolare proposizioni e atti incompatibili come “fedeltà alla
dottrina” e sua sconfessione pratica” (“il matrimonio resta indissolubile”… ma
è anche annullabile a piacere).
I maestri della Nouvelle Théologie, come i sofisti, si sono da subito scagliati
contro il il principio di non contraddizione. Solo così potevano avere le mani
libere.
Le tre radici del Modernismo – 3. le conventicole esoteriche
È curioso come le richieste dei Modernisti nei confronti della Chiesa ripetano
in modo pedissequo le pretese della Massoneria.
Come dice P. Giovanni Cavalcoli: la Chiesa [secondo i Massoni] deve
innanzitutto abbandonare “la pretesa di possedere verità divine ed assolute (i
"dogmi") o di essere, in nome di Dio, guida dell'intera umanità verso
la felicità. Infatti, questo ruolo la Massoneria lo attribuisce a se stessa”
[7].
Ora, minare l’autorità dogmatica della Chiesa equivale ad aprire le porte
dell’ovile e spingere il gregge nei pascoli del libero esame.
Una seconda pretesa della Massoneria raccolta dai Modernisti è che la Chiesa
Cattolica si disfi della sua struttura gerarchica per darsi un’organizzazione
più democratica, collegiale e decentrata. L’ostilità verso la gerarchia ha
precedenti illustri in Montano, Lutero e Frank .
Una terza pressione modernista di stampo massonico è quella volta ad umanizzare
i riti, accantonando devozioni superstiziose (suffragi per i defunti, culto dei
Santi, manifestazioni di pietà popolare) e liturgie magico-sacrali [8]. Molto
in questo campo è già stato realizzato con la svolta conciliare e con
l’introduzione del Novus Ordo Missae che hanno molto avvicinato la Chiesa di
Roma alle confessioni protestanti.
Quarta pretesa è che la Chiesa Cattolica si purifichi rinunciando ai suoi
tesori materiali e dunque si privi delle ricchezze essendo ad essa disdicevole
ogni “esterno apparato di magnificenza” [9].
Quinta pressione è lo stimolo a concentrarsi sui poveri (sulle periferie
esistenziali) e a dedicarsi alla promozione umana. Una volta appiattita sui
valori civili (un tempo compatibili) l’Ecclesia si riduce a società
filantropica al servizio del mondo, privandola di qualsiasi valenza in campo
sociopolitico e nell’educazione della gioventù. È la riduzione della religione
ad etica, separata da metafisica e teologia.Con una conseguenza: il potere, una
volta promosse a prassi normale alcune devianze, non tollera più che i crimini
sdoganati continuino ad essere visti per quello che sono. Esige, anzi impone,
che siano accolti ed accettati come comportamenti innocui, derubricati a
comportamenti normali. Ed ecco che il potere impone la derubricazione dei
peccati, mentre pone in essere la persecuzione di coloro che vogliono restare
fedeli al Vangelo. Il tutto avviene nel silenzio imbarazzato degli ex-cattolici
ormai divenuti i cappellani del potere.
Per velare il palese tradimento, i Modernisti hanno inventato la moraledelle
situazione: non è la Legge a determinare il giusto e l’iniquo, bensì la situazione
particolare ed il modo soggettivo di viverla.
Sesta pretesa è l’elevazione della donna al ministero della predicazione, al
sacerdozio e alla profezia (come fece in Montano, seguito da Valdesi e Catari e
come infine fanno Luterani ed Anglicani nominando donne-vescovo).
Settima azione modernista di stampo massonico è la forte spinta ecumenica,
favorita da un’esegesi spericolata, che scopre frammenti di verità dispersi
nelle differenti rivelazioni e credi[10].
Il dialogo tra le confessioni è un primo passo in vista di una loro
unificazione nella Nuova Religione dell’Umanità, il sogno di Eckhart, Comenius
e Frank [11].
Come ha ben riassunto P. Giovanni Cavalcoli: in altre parole, mantenendo il
significato e cambiando di segno i termini, la Chiesa Cattolica deve essere
privata di ogni autorità, spogliata dei suoi beni, resa acefala, abbassata a
club filantropico e soprattutto deve prostrarsi davanti al mondo e tenersi
lontana da Dio.
Le due questioni
Dopo questo inventario appare chiaro come il Modernismo si basi su una congerie
di idee diverse per natura e origine che si giova di una terminologia cattolica
in cui le parole vengono però cambiate di senso e perfino di segno, rendendo
positivo il negativo e viceversa.
A questo punto è lecito chiedersi due cose:
- la mancanza di sistematicità è reale oppure esiste una teologia iniziatica
che regge tutta l’impalcatura?
- come mai sia gli adepti del primo Modernismo sia i loro attuali epigoni ormai
egemoni sembrano presi dalla smania di introdurre nel Cattolicesimo una
congerie eterogenea di idee elaborate in ambienti protestanti, settari, deisti
e giudaici?
La teologia iniziatica
Nonostante i Modernisti si guardino bene da proporre esplicitamente le colonne
portanti della propria teologia, sembra evidente dai loro detti la scissione
tra il Gesù, uomo esemplare, ed il Cristo, meta ideale dell’uomo illuminato
[12].
Un secondo punto discendente dal precedente è una concezione molto particolare
della divinità, in cui si intravedono tracce del Diteismo [13] avverso al Dio
creatore e legislatore dei giudei.
Un terzo elemento eretico è l’oscillazione tra un Monismo che accomuna le “Tre
Religioni del Libro”, il Modalismo [14] e gli accenni alla esistenza di un
principio femminile nella divinità [15], adombrando una divinità sessuata, in
cui si compiono le nozze sacre (ἱερὸς γάμος), proprio come sostengono
alchimisti e pagani antichi e moderni.
L’elemento femminile si trova anche ad un livello inferiore, ove si situa
l’androgino primitivo – Adam Kadmon, maschio e femmina –, una costruzione della
Cabala.
La dinamica all’interno della Trinità viene sempre più spesso interpretata non
come comunione d’Amore ma come dramma di svuotamento progressivo delle Tre
Persone [16].
Tutte queste concezioni di stampo non cristiano passano nelle menti ignare
grazie all’entusiasmo millenaristico con cui i neoteologi millantano l’essere
in atto una nuova Pentecoste. Il “soffio dello Spirito” è il pretesto adottato
per garantirsi una legittimazione ad andar “oltre” (in realtà: contro) le
parole inequivocabili di Nostro Signor Gesù Cristo.
Lo stesso spirito millenaristico fa dir loro che ora abbiamo una Chiesa
rinnovata (“senza rughe” sic!), questa volta fedele alle sue origini,
collegiale e profetica [17]. Naturalmente la pastorale misericordiosa liberata
dalla dottrina è l’ombrello per trasbordare nella nuova chiesa comportamenti e
leggi alieni.
La volontà di ibridazione
Con le loro eterogenee e pressanti richieste i Modernisti palesano una volontà
di ibridazione della fede cattolica e della sua Chiesa. Il loro intento non è
quello di sostituire il Cattolicesimo con un sistema diverso e visibile; essi
si limitano a pretendere che il cristianesimo petrino si spogli di tutte le sue
specificità per diventare finalmente compatibile con gli altri sistemi che si
riconoscono nella Massoneria.
Il suo “traguardo è la mondanizzazione della dottrina antimondana per
antonomasia” [18], e dunque, per sua logica intrinseca, il processo di
inquinamento non avrà fine sino a che non sarà sciolto ogni elemento del credo e
non sia vanificato ogni iota della legge; il Modernismo è infatti un sistema
instabile, la sua via senza ritorno inesorabilmente conduce all’abisso. Come
dice san Pio X è in grado di distruggere “non pure il Cattolicesimo ma ogni
qualsiasi religione” [19].
L’assalto viene condotto dai media asserviti rovesciando sulla Chiesa i dettami
del politically correct di moda nel momento presente. Mano a mano che li fa
propri, la Chiesa Cattolica prosegue la sua marcia di conversione al “mondo
moderno”.
Essenza del fenomeno
Qual è dunque l’essenza di un siffatto movimento?
Volontà di annientamento
È impossibile non vedere come il presunto e necessario riformismo, proposto con
tanta sospetta mitezza dai sovvertitori iniziali ed attuali, porti
ineluttabilmente al depotenziamento del Cattolicesimo (obiettivo ormai
raggiunto) ed in seguito– se mai fosse possibile – alla sua metamorfosi in
conventicola a-giuridica, misericordiosa e profetica.
Eliminare il sacrificio espiatorio che salva le anime e gettare nell’oblio le
parole del Verbo divino che risvegliano le anime ed intralciano le trame dei
potenti, ecco lo scopo ultimo della sovversione ecclesiale.
Complotto
Un tale apocalittico obiettivo unito al sommovimento sincronico e diacronico di
tante irriducibili volontà, ci conduce a vedere nel Modernismo, più che un
movimento teologico, una “setta segreta” (clandestinum foedus)[20], con una
missione – che essa si è data o che da altri ha ricevuto - di rifondare la
Chiesa per uniformare i cattolici agli altri sudditi della illuminata
Istituzione.
Motivazione
La Rivoluzione extra moenia tentata dall’esterno non aveva avuto un esito
soddisfacente. Né le stragi in Vandea, né l’anticlericalismo ottocentesco, né
le feroci persecuzioni in Messico e Spagna erano riuscite a a debellare il
Cattolicesimo e ridurre Roma al silenzio.
Già Feuerbach l’aveva capito: “non sarà attraverso una persecuzione che lo si
ucciderà [il cristianesimo], perché la persecuzione alimenta e rafforza. Sarà
attraverso l’irreversibile trasformazione interna del cristianesimo in ateismo
umanista, con l’aiuto degli stessi cristiani, guidati da un concetto di
carità[21] che nulla avrà a che fare con il Vangelo”.
Di qui il progetto di Bonaiuti di “riformare Roma con Roma” tramite una
Rivoluzione intra moenia.
Obiettivo: trasmutare il Cattolicesimo dall’interno, mantenendone il nome e
gran parte delle forme ma svuotandolo dei contenuti.
Di qui l’organizzazione in setta.
Fogazzaro in persona aveva scritto nel suo romanzo Il Santo: «Vogliamo tutti
ordinare la nostra azione. Massoneria cattolica? Sì, Massoneria delle
catacombe» (Milano, Baldini & Castoldi, 1905, p. 44).
Metodo
Come gli gnostici i Modernisti si annidarono in comunità già esistenti (Gesuiti
di Lione, Domenicani di Le Saulchoir (Il Saliceto, in Belgio).
Come i marranos, Erasmo e i giansenisti ai moniti e alle condanne opponevano un
“silenzio ossequioso” ed un’apparente sottomissione.
Fu Jacob Frank († 1791) il più audace di questa ondata di anticristi; fu
infatti Frank ad inserire una moltitudine di infiltrati all’interno delle
strutture religiose allo scopo di indebolirle, depotenziarle e poi
distruggerle.
Ecco le sue parole: “noi dobbiamo accettare esteriormente la religione
cristiana per sembrare, in pubblico, cristiani […] tuttavia non dobbiamo
mischiarci con i veri cristiani”[22].
Inizialmente sono stati i teologi ad agire da spartiacque.
Dopo le condanne di San Pio X al primo Modernismo e di Pio XII alla Nouvelle
Théologie, furono riportati agli onori da Giovanni XXIII, diventando i veri
autori del Concilio Vaticano II.
Creati cardinali dai papi seguenti, con la loro azione ed i loro organi di
stampa, affiancati dai movimenti ecclesiali sorti dopo il Concilio , hanno
contribuito a cambiare quanto insegnato nei seminari e nelle università [23].
Si è così formata una pseudo-religione accolta senza problemi dalla
moltitudine, anche se mai formalizzata dall’autorità. In essa sono presenti,
mescolati, sia elementi cattolici che alieni. Questa religione non detta ha via
via impregnato di sé i libri ed i media ex-cattolici.
Il ribaltamento prosegue tra gli osanna dei media e le puntualizzazioni e
rimostranze troppo deboli di una minoranza.
Le responsabilità dei papi conciliari in questo processo sono evidenti: con
Giovanni XXIII è stato dato avvio alla rivoluzione, Paolo VI ha curato la sua
intronizzazione, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI l’hanno in molti aspetti
puntellata e proseguita, Bergoglio ha "l'umiltà e l'ambizione " di
portare a compimento l’opera.
La situazione
La Chiesa è in gran parte occupata dai Modernisti, sedicenti cattolici ma veri
eretici e quinta colonna della Rivoluzione all’interno della Chiesa, seguaci di
teosofie quando non affiliati alla setta massonica e dunque al servizio dei
potentati gnostici ispirati da Lucifero.
L’animus settario è provato dall’autoritarismo con cui una gerarchia corrotta
perseguita il clero rimasto cattolico e dal disprezzo con cui addita i fedeli
alla Tradizione.
Sono infatti ora operativi i guardiani della rivoluzione: demonizzano tutto ciò
che precede la nuova Pentecoste (con le reiterate richieste di perdono per le
presunte colpe della Chiesa pre-conciliare), depotenziano prima ed accantonano
poi i documenti dei papi pre-conciliari, sospingono nell’oblio il Catechismo,
la Messa, i dogmi valevoli un tempo.
I credenti vengono vituperati come ideologici, legalisti. I Francescani
dell'Immacolata sono stati perseguitati ed annichiliti.
Solo piccoli gruppi sparsi nel mondo e singole persone, come ai tempi di
Atanasio e di Ilario, sembrano resistere allo tsunami.
È nostra speranza che gruppi e persone singole si mantengano forti e non cedano
né agli insulti né alle lusinghe.
Oreste Sartore
NOTE
[1] Con questo termine intendiamo comprendere tutte e tre le manifestazioni
storiche, il movimento iniziale con protagonisti gli intellettuali (Fogazzaro),
la seconda ondata (Nouvelle Théologie) guidata dai teologi (i Gesuiti di Lione,
influenzati dal giudaismo cabalista e dal panspiritualismo hegeliano e i
Domenicani di Le Saulchoir, succubi dello storicismo hegeliano) infine la terza
forma, la religione conciliare, confezionata da cardinali e assecondata dai
papi, che in nome dello Spirito del Concilio sta gradualmente soppiantando il
cattolicesimo autentico ed integro. Quest’ultima espressione del sommovimento
ereticale è stata preceduta ed accompagnata dal fenomeno del clero
progressista, che ha avuto ed ha ancora la funzione di avanguardia della
rivoluzione.
[2] Molte sette rivendicavano una ininterrotta ed occulta trasmissione della
fede da parte di coloro che non si erano sottomessi a Papa Silvestro e non
avevano accettato la donazione di Costantino.
[3] Patrizia Fermani, La dissoluzione della famiglia nella “nuova chiesa
cattolica”, 10 ottobre 2015 sito riscossacristiana
[4] Daniele Di Geronimo, Sì, abbiamo perso in partenza, 24 giugno 2014, sito
infinito-quotidiano
[5] Aleister Crowley, Liber legis, 1904
[6] cfr. Franca D'Agostini, Verità avvelenata. Buoni e cattivi argomenti nel
dibattito pubblico, Torino 2010
[7] Giovanni Cavalcoli OP, La Massoneria contro la Chiesa, Rivista VivereIn,
n.1 2008. Che lo scopo dei settari sia questo lo si comprende dal fatto che,
dal Concilio in poi, ogni documento papale è preceduto nei media da sospiri
(“chissà se finalmente...”), salvo poi essere puntualmente accolto con
l’amarezza del deluso (“speravamo che..)
[8] Erano pretese tipiche di Catari, Valdesi e Puritani.
[9] Uno dei capolavori degli Illuminati è il film L'uomo venuto dal Kremlino.
C’è una scena impressionante in cui Anthony Quinn (1915 – 2001) comunica la
devoluzione dei beni ai poveri con lacrime di commozione e capo ciondolante
[10] L’ecumenismo latitudinario non rifiuta nessun contributo di qualsivoglia
origine: i cardinali si fanno segnare in fronte da indù e buddisti e fanno il
girotondo attorno all’idolo della Madre Terra
[11] L’ambizione gnostica di ricomporre in un principio unico tutte le verità,
anche quelle che ad uno sguardo profano appaiono contrastanti, impone anche
agli esoterici di schierarsi contro il principio di non contraddizione e di
ingaggiare una lotta senza quartiere contro i suoi sostenitori
[12] Una versione moderna del Docetismo, eresia sostenuta da una moltitudine di
eretici gnostici e settari (Simon Mago, Cerdone, Saturnino, Elcasaiti,
Basilide, Bardesane, Valentiniani, Tolomeo, Seleuciani, Marcione, Manichei,
Priscilliano, Pauliciani, Bogomili, Catari). Che Cristo sia solo
fondamentalmente solo un esempio per l’umanità fu Socino a sostenerlo.
[13] Dottrina professata dai Nicolaiti e soprattutto da Marcione e dal
Manicheismo
[14] Un’eresia dei Monarchiani presente nel sistema ranheriano
[15] La Sophia di Simon Mago, dei Quqiti, di Guglielma la Boema e di Frank
[16] È la dottrina kenotica riscontrabile nel Quietismo, in Tauler, in Frank e
nella Nouvelle Théologie. Venne condannata da Pio XII con l’enciclica Sempiternus
Rex Christus (1951)
[17] Nient’altro di ciò che proclamava Montano
[18] Piero Vassallo, Domenico Giuliotti, la fede prima della modernizzazione,
sito dell’autore, 20 dicembre 2014
[19] San Pio X, enciclica Pascendi (1907)
[20] San Pio X, Sacrorum Antistitum, 1 settembre 1910
[21] La “teologia dell’amore che tutto scusa”, quella del demone Aiwaz (v.
sopra)
[22] Arthur Mandel, Il Messia militante, Milano 1984
[23] Si noti come il progetto di annientamento della Chiesa abbia avuto inizio
dal suo vertice, in ottemperanza all’efficacissimo metodo gesuita tanto inviso
ai settari (allorquando era impiegato per rafforzare la Santa Madre Chiesa)
tratto da:
https://gloria.tv/Istruzione%20Cattolica