Pubblichiamo l'editoriale di Maggio 2018
LA MESSA CONTEMPLATIVA
LA MESSA CONTEMPLATIVA
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno XI n° 5 - Maggio 2018
La cosa più insopportabile a un cuore
cristiano è vedere attentare alla vita contemplativa, che è l'anima
della vita cristiana.
“Quanta utilità e gioia divina
rechino la solitudine e il silenzio dell'eremo a coloro che li amano,
lo sanno solamente quelli che ne hanno fatto esperienza. Qui,
infatti, agli uomini forti è consentito raccogliersi quanto
desiderano e restare con se stessi, coltivare assiduamente i germogli
delle virtù e nutrirsi, felicemente, dei frutti del paradiso. Qui si
conquista quell'occhio il cui sereno sguardo ferisce d'amore lo
Sposo, e per mezzo della cui trasparenza e purezza si vede Dio. Qui
si pratica un ozio laborioso e si riposa in un'azione quieta. Qui,
per la fatica del combattimento, Dio dona ai suoi atleti la
ricompensa desiderata, cioè la pace che il mondo ignora, e la gioia
nello Spirito Santo.
Che cosa è tanto giusto e tanto utile,
e che cosa così insito e conveniente alla natura umana quanto
l'amare il bene? E che cosa altro è tanto bene quanto Dio? Anzi, che
cosa altro è bene se non solo Dio? Perciò l'anima santa, che, di
questo bene, in parte percepisce l'incomparabile dignità, splendore
e bellezza, accesa dalla fiamma d'amore dice: L'anima mia ha sete del
Dio forte e vivo; quando verrò e mi presenterò davanti al volto di
Dio?».
Usiamo le parole stesse di San Bruno,
fondatore dell'ordine più contemplativo che la Chiesa conosca, i
Certosini, per sintetizzare nel concreto la vita contemplativa. Di
questa vita contemplativa la chiesa di oggi ha urgentemente bisogno.
È la vocazione più elevata che possa esistere nel popolo cristiano,
e il popolo cristiano ne ha assolutamente bisogno. Se scomparisse la
vita contemplativa, il mondo cristiano perderebbe la sua anima.
Abbiamo deciso la pubblicazione in
italiano de “La vie contemplative, son rôle apostolique” per una
felice intuizione, quasi per un istinto interiore. Man mano che sono
passati i giorni, sappiamo sempre di più il perché: occorre reagire
alla confusione mortale che alberga nel popolo cristiano, avvelenato
da un falso cristianesimo naturalista, che utilizzando ancora le
parole cattoliche le svuota di vero significato. È una confusione a
tutti i livelli, a tutti i livelli della gerarchia e del popolo. È
un avvelenamento che sparge morte, la morte del cristianesimo
integralmente vissuto.
L'avvelenamento del naturalismo toglie
a Dio il primato; fa parlare ancora di Dio, ma Dio non è più tutto,
e il primo. Dio è ridotto ad un interlocutore dell'uomo, che
all'occorrenza l'uomo interpella o cita, ma da Dio non parte tutto e
tutto non torna più a lui: è l'uomo che è al centro. E quando
l'uomo è al centro, l'uomo si smarrisce, perché Dio è tutto, è il
suo tutto. “Deus meus et omnia, mio Dio, mio tutto”, è
l'espressione sintetica della vera religione sulle labbra di San
Francesco.
La vita contemplativa pone il primato
di Dio: essa in sé è giusta, perché pone l'uomo nella giusta
posizione. La Chiesa senza vita contemplativa muore nel naturalismo
cristiano, che usa ancora i vocaboli della Tradizione riferendoli
innanzitutto a un progetto umano. Si tratta del colpo maestro del
demonio, l'ultimo inganno per distruggere ciò che ancora resta del
cattolicesimo nel nostro tessuto sociale.
Chi se ne avvede appieno? Chi urla al
pericolo? Continuiamo a sentire un silenzio assordante e complice
dell'opera di Satana.
E Satana è il menzognero: anche lui
dice che Dio è tutto, ma poi ti dice che Dio passa nel fratello, nel
povero, nella comunità, nel pellegrino... ma non perché tu lo
riconosca e lo servi in essi, bensì perché tu lo relativizzi: ti fa
dire “Dio è tutto, ma siccome è dappertutto e in tutti, continuo
a vivere la mia vita umana così com'è, con un po' di benevolenza in
più...” e così compie la desacralizzazione della vita cristiana.
Il primato di Dio è un primato: è
vero che passa anche attraverso i fratelli, attraverso il povero e
l'afflitto, attraverso chi il Signore ti mette accanto, ma è Dio
appunto che si rende presente! E lui è tutto!
Ebbene, per questo primato di Dio, da
sempre la Chiesa ha riconosciuto che alcuni sono chiamati da lui a
stargli difronte primariamente, e questo stargli difronte diventa il
compito della vita. La Chiesa da sempre ha riconosciuto i
contemplativi, eremiti o in comunità, li ha riconosciuti e difesi
dal mondo con una legislazione precisa. Ha difeso gli “inutili”
secondo il mondo, perché così necessari al mondo stesso. Sono gli
uomini e le donne chiamati a fare costantemente memoria di Cristo, di
Dio; e riconoscere che questa memoria è il contenuto di sé: “Mi
fu detto: tutto deve essere accolto senza parole e trattenuto nel
silenzio. Allora mi accorsi che forse tutta la mia esistenza sarebbe
trascorsa nel rendermi conto di ciò che mi era accaduto. E il tuo
ricordo mi riempie di silenzio” (Laurentius, monaco eremita).
La Chiesa di sempre li ha difesi, oggi
invece tende a confondere per loro le carte e li mette in pericolo;
li espone ad un pericolo ingiusto e mortale, con la scusa che Dio
passa attraverso i fratelli.
Ma questo Contemplativo sarà sempre
il definitivo, perché nella vita eterna, quando Dio sarà tutto in
tutti, il contenuto della vita tutta dell'uomo sarà l'unione con
Dio, carità infinita: “I poveri li avrete sempre con voi, ma non
sempre avete me” (Gv 12,8).
Il contemplativo è perciò profetico:
dice a tutti i cristiani, che vivono ancora nel mondo e dentro le
occupazioni della vita, che alla fine resterà la contemplazione che
è il vertice dell'attività, perché è Dio che opera. Cosa faremo
nella vita eterna se non godere dell'unione perfetta con Dio? E come
può un popolo senza contemplativi capire ancora la vita eterna?
Il popolo cristiano aveva nel passato,
nel rito della messa, il profetico e definitivo del contemplativo: la
messa della tradizione ti blocca difronte a Dio e alla sua azione, ti
chiede un grado di contemplazione; la messa della tradizione ti
chiede la contemplazione ponendoti il primato di Dio: il silenzio, le
genuflessioni, il protendersi verso la sua venuta, lo spirito di
adorazione... tutto e richiamo alla contemplazione.
Era così per tutto il popolo... poi
hanno iniziato a dire che Dio passava attraverso i fratelli... e
hanno infarcito la messa di parole e dialoghi, acclamazioni e gesti
dentro un vortice sempre più banalizzante e disumanizzante, perché
l'umano è fatto per la contemplazione, è fatto per Dio.
E il primato di Dio è scomparso dalla
vita del popolo. E i fedeli non hanno più visto Dio nella Messa.
Ora, dopo la distruzione delle
parrocchie, è il turno degli ultimi conventi rimasti, quelli
contemplativi, perché gli altri conventi già non ci sono più. E
tutto questo perché Dio passa per i fratelli.
Il cristianesimo c'è dove c'è la
messa contemplativa.
Anche il monachesimo si salverà solo
con la messa contemplativa, la messa della tradizione.
Ecco perché ci è parso importante
parlare degli “inutili” in questo bollettino. Gli inutili per il
mondo, i contemplativi quelli veri salveranno il cristianesimo
ponendo di nuovo il primato di Dio.
Ma attenti, gli inutili saranno
salvati dalla messa cattolica, la messa di sempre, la messa della
contemplazione. Saranno salvati da essa, o non saranno più.