Don Morselli scrive ai Vescovi dell’Emilia Romagna, contesta la loro interpretazione di Amoris laetitia ed esprime fedeltà alla Chiesa
A Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Matteo Zuppi
Arcivescovo di Bologna
Mons. Matteo Zuppi
Arcivescovo di Bologna
Pubblica professione di fede in forma di giuramento
- Premessa.
Eccellenza,
non Le ho mai nascosto le mie perplessità nei confronti dell’Esortazione Amoris laetitia: perplessità condivise con autorevoli personalità della Chiesa, Cardinali e Vescovi, soprattutto con il Suo Predecessore.
Mai mi sarei sognato di esternare questi dubbi se anche queste personalità non si fossero pronunciate in modo analogo.
Inoltre, preliminarmente, dichiaro di sottoporre al giudizio della Chiesa quanto contenuto in questo scritto, ed intendo fin d’ora per ritrattato tutto ciò che di contrario alla fede – del tutto involontariamente – io eventualmente affermassi.
- Grande confusione nella Chiesa
Il Card. Caffarra diceva, il 14-1-2017, che “Solo un cieco può negare che nella Chiesa ci sia grande confusione”[1] e che “La divisione tra pastori è la causa della lettera che abbiamo spedito a Francesco”[2].
Nuovi fatti sono sopraggiunti da allora: e mentre, appellandosi all’esortazione vien messa in discussione Humane vitae, mentre alcuni Vescovi si sono dichiarati favorevoli a benedire la convivenza di persone con tendenza omosessuale, pure sono state presentate le Indicazioni sul capitolo VIII dell’Amoris Laetitia, a firma de I Vescovi dell’Emilia Romagna, pubblicate il 15-1-2018; non riesco a vedere come detto documento non costituisca un allontanamento da quanto proposto a credere dalla Chiesa, in modo chiarissimo, fino a pochi anni fa.