IL PARTICOLARE NON CATTOLICO
Pubblichiamo l'editoriale del numero di Marzo 2016
IL PARTICOLARE NON CATTOLICO
Editoriale di "Radicati nella fede" - Ano IX n° 3 - Marzo 2016
C'è un'attitudine del cattolicesimo
modernizzato che non è cattolica e che porta, se praticata, ad uno
snaturamento del cattolicesimo stesso. Si tratta della valorizzazione
del particolare. Si prende un aspetto del Vangelo, un aspetto del
cristianesimo, quello che piace, e lo si fa diventare la chiave di
interpretazione di tutto.
Così ha fatto anche il demonio nel
deserto, quando ha tentato Nostro Signore utilizzando le Scritture in
un particolare (Mt 4,1-11):
«Se sei Figlio di Dio, dì che questi
sassi diventino pane».
«Se sei Figlio di Dio, gettati giù,
poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed
essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare
contro un sasso il tuo piede».
Il demonio fa così anche con gli
uomini, fa così anche con te, ti dice una parte e con quella parte
ti spinge a non servire Dio.
È questa la forma più subdola della
tentazione, ed è la modalità più ricorrente oggi.
Molti ci sono cascati e ci cascano
nella Chiesa.
E ciò che è ancora più grave è che
fanno diventare il particolare, valorizzato e sottolineato, chiave
interpretativa di tutta la vita cristiana.
Tentiamo alcuni semplici esempi:
difronte ai credenti di altre religioni si dice “anche loro credono
in Dio”, ma si dimentica di ricordare che devono accogliere il Dio
rivelatosi in Gesù Cristo e che non possono fermarsi ad una falsa
rivelazione. Così, difronte ai cosiddetti “fratelli separati”,
ai protestanti di tutte le diverse confessioni, si dice “anche loro
credono in Cristo e hanno il battesimo”, ma si tace sul fatto che,
avendo menomato brutalmente il Vangelo e la dottrina sulla grazia e i
sacramenti, questi hanno perso l'unione di santità al Signore che
salva, e che l'affermare a parole Gesù Cristo non basta per la
salvezza, se poi rifiutano il modo con cui Cristo ha scelto di
salvarli. Con gli agnostici poi, con i mezzi-atei, si arriva fino al
patetico: “abbiamo in comune il rispetto per l'uomo e il desiderio
per una società più giusta”, arrivando fino a rinnegare tutto il
Vangelo, dimenticando quelle lapidarie parole di Nostro Signore
“Senza di me non potete fare nulla” (Gv 15,5).
È una falsa pedagogia quella che si
produce con la valorizzazione del particolare; possiamo dirlo, è
demoniaca, e il demonio è padre della menzogna.
Una falsa pedagogia, per di più
illusoria, quella di chi pensa che, valorizzando il briciolo di
verità presente in chi non dimora nella piena verità della
rivelazione, si favorisca il ritorno o il giungere alla piena verità
di tutti.
Avviene invece esattamente il
contrario: a furia di valorizzare elegantemente il particolare di chi
è ancora nell'errore, si finisce per trasformarsi in chi si voleva
riavvicinare: è il dramma della chiesa degli anni conciliari.
Abbiamo così oggi i cattolici
protestantizzati o tendenti al protestantesimo; abbiamo poi i
cattolici tendenti alla religione naturale; e abbiamo, e quanti
sono!, i cattolici orizzontali, impegnati nella promozione sociale
vista come l'unico messianismo possibile. Abbiamo queste tre
categorie, a seconda del dialogo intrapreso: con i fratelli separati,
con i credenti di altre religioni, o con gli agnostici alla moda.
È l'effetto boomerang del dialogo
eretto a sistema! Non sei tu che riavvicini al cattolicesimo, sei tu
invece, cattolico dialogante, che ti trasformi nel tuo interlocutore.
Ma Gesù nel deserto non ci ha
insegnato il dialogo, afferma la verità tutta intera rifiutando il
particolare:
«Sta scritto: Non di solo pane vivrà
l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio»;
e ancora: «Sta scritto anche: Non
tentare il Signore Dio tuo».
«Sta scritto: Adora il Signore Dio
tuo e a lui solo rendi culto».
L'attitudine cattolica, la sola, non è
la valorizzazione del particolare, ma il dire sempre tutta la verità
rivelata, senza lasciarne fuori nemmeno un pezzetto, perché è il
tutto che dice la verità del particolare e la dice nelle sue
proporzioni.
Cattolico vuol dire universale, e
l'universale domanda il tutto! tutta la verità!
La messa cattolica e la sua sciagurata
riforma è stata il terreno di scontro di queste due attitudini
presenti nel cattolicesimo. Si è pensato, da parte dei riformatori,
di insistere su particolari della messa, per riavvicinare soprattutto
il mondo protestante. Risultato: una dilagante perdita del senso
cattolico della messa e conseguentemente della vita.
La Messa e la sua riforma è diventato
il terreno di coltura di questi accenti particolari che allontanano
dall'unità cattolica.
Cosa ne è conseguito? Un vero
disastro! La diminuzione se non la perdita del senso del sacerdozio
cattolico – lo svuotamento di senso della vita consacrata – la
più grande crisi della famiglia mai conosciuta.
Occorre tornare al tutto, unica chiave
ermeneutica adeguata: nel tutto il particolare è vero, il
particolare non dice il vero da solo.
Tra l'altro il magistero del Papa e
dei Vescovi c'è per questo, per ricordare il tutto, perché per il
particolare, per cadere nel particolare, siamo ahimè buoni tutti!
Ogni affermazione nella Chiesa ha
valore se riafferma il tutto, se non lascia nulla fuori della
Rivelazione; altrimenti è moda del momento. Se affermazioni dei
Pastori della Chiesa lasciano fuori qualcosa, non sono Magistero e
non vanno ascoltate, perché prive di autorità.
È così semplice, ma occorre essere
semplici per capirlo. Per questo Gesù dice: «Ti benedico, o Padre,
Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste
cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.
Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.» (Mt 11,25-26)