sabato 19 gennaio 2013

tanto per non dimenticare


Riprendiamo l'elenco di alcune delle 65 proposizioni moderniste formalmente condannate dalla Chiesa con il Decreto "LAMENTABILI", approvato da San Pio X:

Proposizione condannata: 2. L'interpretazione della Chiesa dei Sacri Libri non deve, è vero, essere disprezzata; essa però  soggiace al giudizio piú accurato ed alle correzioni degli esegeti. 
Proposizione condannata: 4. Il magistero della Chiesa non può determinare il genuino senso delle Sacre Scritture nemmeno  con definizioni dogmatiche. 
Proposizione condannata: 5. Siccome nel deposito della fede si contengono solamente le verità rivelate, in nessun modo spetta  la Chiesa di sentenziare sulle asserzioni delle discipline umane. 
Proposizione condannata: 9. Di troppa semplicità e ignoranza danno segno coloro che credono che Dio veramente è l'autore  della Sacra Scrittura. 
Proposizione condannata: 11. L'ispirazione divina non si estende a tutta la Sacra Scrittura al punto che essa preservi da  qualunque errore tutte le singole parti. 
Proposizione condannata: 12. L'esegeta, se voglia utilmente darsi agli studi biblici, deve prima di tutto mettere da parte qualsiasi opinione preconcetta sulla origine soprannaturale della Sacra Scrittura e non  interpretare questa altrimenti che gli altri documenti puramente umani. 
Proposizione condannata: 13. Le parabole evangeliche furono redatte artificiosamente dagli stessi Evangelisti e dai cristiani  della seconda e terza generazione, dando cosí motivo al poco frutto della predicazione di Cristo  presso gli Ebrei. 
Proposizione condannata: 14. In parecchie narrazioni gli Evangelisti riferirono non tanto quello che era vero, quanto quello che, sebbene falso, stimavano piú proficuo ai lettori. 
Proposizione condannata: 15. Gli Evangeli furono accresciuti di continue addizioni e correzioni fino alla definitiva stesura del  canone, perciò nei medesimi della dottrina di Cristo non rimase se non tenue ed incerta traccia. 
Proposizione condannata: 16. Le narrazioni di Giovanni non sono storia propriamente, ma una mistica contemplazione del  Vangelo; i discorsi contenuti nel suo Vangelo sono meditazioni teologiche intorno al mistero  della salute, prive di verità storica. 
Proposizione condannata: 17. Il quarto Vangelo esagerò i miracoli non solamente perché apparissero piú straordinari, ma  anche perché fossero piú adatti a significare l'opera e la gloria del Verbo incarnato. 
Proposizione condannata: 20. La rivelazione non potrebbe essere altro che la coscienza acquisita dall'uomo della sua relazione con Dio. 
Proposizione condannata: 21. La rivelazione costituente l'oggetto della fede cattolica non fu terminata con gli Apostoli. 
Proposizione condannata: 22. I dogmi che la Chiesa propone come rivelati non sono caduti dal Cielo, ma sono una  interpretazione dei fatti religiosi che la mente umana si acquistò con laborioso sforzo. 
Proposizione condannata: 23. Può esistere in realtà una opposizione fra i fatti raccontati nella Sacra Scrittura e i dogmi della Chiesa fondati sopra di essi, sicché il critico può rigettare come falsi alcuni fatti che la Chiesa  crede certissimi. 
Proposizione condannata: 24. Non è da riprovarsi l'esegeta che costruisce delle premesse, dalle quali segue che i dogmi sono  storicamente falsi o dubbi, purché non neghi direttamente i dogmi stessi. 
Proposizione condannata: 25. L'assentimento della fede poggia in ultima analisi su una congerie di probabilità. 
Proposizione condannata: 26. I dogmi della fede sono da ritenersi soltanto secondo il senso pratico, cioè come norma   obbligatoria dell'agire, non però come norma del credere. 
Proposizione condannata: 27. La divinità di Gesú Cristo non si prova dai Vangeli, ma è un dogma che la coscienza cristiana  dedusse dalla nozione di Messia. 
Proposizione condannata: 28. Gesú, quando esercitò il suo ministero, non parlava allo scopo di insegnare che Egli era il  Messia; né i suoi miracoli erano volti a dimostrarlo. 
Proposizione condannata: 29. Si può concedere che il Cristo che ci presenta la storia è molto inferiore al Cristo che è oggetto della fede. 
Proposizione condannata: 35. Cristo non sempre ha avuta la coscienza della sua dignità messianica. 
Proposizione condannata: 36. La resurrezione del Salvatore non è propriamente un fatto di ordine storico, ma un fatto di ordine meramente soprannaturale né dimostrato né dimostrabile, che la coscienza cristiana ha dedotto sensibilmente da altri fatti. 
Proposizione condannata: 37. La fede nella Resurrezione di Cristo in principio non versava tanto sul fatto stesso della  resurrezione quanto sulla vita di Cristo, immortale presso Dio. 
Proposizione condannata: 38. La dottrina della morte espiatoria di Cristo non è evangelica, ma solamente paolina. 
Proposizione condannata: 52. Era alieno dalla mente di Cristo di costituire la Chiesa sulla terra, come società duratura per  lunga serie di secoli; anzi, nella mente di Cristo, il regno del Cielo, unitamente alla fine del mondo, doveva essere prossimo. 
Proposizione condannata: 53. La costituzione organica della Chiesa non è immutabile; ma la società cristiana, non meno della  società umana, va soggetta a continua evoluzione. 
Proposizione condannata: 54. I dogmi, i Sacramenti, la gerarchia, non sono che interpretazioni ed evoluzioni dell'intelligenza  cristiana, le quali ingrandirono e perfezionarono il piccolo germe latente nel Vangelo con  incrementi esterni. 
Proposizione condannata: 55. Simon Pietro non ha sospettato mai che da Cristo gli fosse affidato il primato nella Chiesa. 
Proposizione condannata: 56. La Chiesa Romana diventò capo di tutte le Chiese, non per ordinazione della Divina  Provvidenza, ma per circostanze puramente politiche. 
Proposizione condannata: 57. La Chiesa si mostra ostile ai progressi delle scienze naturali e teologiche. 
Proposizione condannata: 58. La verità non è piú immutabile dell'uomo stesso, giacché essa si evolve in lui, con lui, e per lui. 
Proposizione condannata: 59. Cristo non insegnò un determinato corso di dottrina applicabile a tutti i tempi né a tutti gli  uomini; invece iniziò piuttosto un certo movimento religioso adattato e da adattarsi ai diversi luoghi e tempi. 
Proposizione condannata: 63. La Chiesa si dimostra incapace a tutelare efficacemente l'etica evangelica, perché ostinatamente  si attacca a dottrine immutabili, inconciliabili con gli odierni progressi. 
Proposizione condannata: 64. Il progresso delle scienze richiede che si riformino i concetti della dottrina cristiana intorno a Dio, alla creazione, alla rivelazione, alla persona del Verbo incarnato, alla redenzione. 
Proposizione condannata: 65. Il cattolicesimo odierno non potrà accordarsi con la vera scienza se non si trasforma in un cristianesimo adogmatico, cioè in un protestantesimo latitudinario e liberale. 

venerdì 18 gennaio 2013

nessun fedele potrebbe pretendere di ricevere la comunione in mano, in quanto nessuno può reclamare un diritto che di fatto non esiste

Comunione sulla mano:
 
un diritto del fedele?

  
 
No. Diritto è riceverla in bocca. Santo e riverente anche in ginocchio. Un articolo di p. Francesco M. Budani, FI introduce una questione scottante, lasciata spesso in balia dell'equivoco. Con l'auspicio che si faccia chiarezza.


 

 

Il 25 marzo 2004 la Congregazione del Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha promulgato l’istruzione Redemptionis Sacramentum, riguardo alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la Santissima Eucaristia. Il suo alto valore normativo risulta con una certa evidenza dal tono globale ed è esplicitato dalle parole conclusive:
 

Questa Istruzione, redatta, per disposizione del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti d’intesa con la Congregazione per la Dottrina della Fede, è stata approvata dallo stesso Pontefice il 19 marzo 2004, nella solennità di san Giuseppe, il quale ne ha disposto la pubblicazione e l’immediata osservanza da parte di tutti coloro a cui spetta.
 

Premura del beato Giovanni Paolo II che ne dispose la redazione, era evidentemente di correggere prassi non pienamente accettabili e di porre argine a veri e propri abusi circa la Santissima Eucaristia, e ciò spiegando i modi corretti da adottare in relazione ad Essa. È un’istruzione ricca che merita di essere letta e studiata interamente, ma al momento un tale studio esula dalle finalità e dalle capacità di chi scrive. Pertanto ci soffermeremo brevemente su due punti in particolare, la prassi della Comunione sulla mano e la purificazione dei vasi sacri.

 
A riguardo della prassi della Comunione sulla mano afferma che:

 
[92.] Benché ogni fedele abbia sempre il diritto di ricevere, a sua scelta, la santa Comunione in bocca, se un comunicando, nelle regioni in cui la Conferenza dei Vescovi, con la conferma da parte della Sede Apostolica, lo abbia permesso, vuole ricevere il Sacramento sulla mano, gli sia distribuita la sacra ostia. Si badi, tuttavia, con particolare attenzione che il comunicando assuma subito l’ostia davanti al ministro, di modo che nessuno si allontani portando in mano le specie eucaristiche. Se c’è pericolo di profanazione, non sia distribuita la santa Comunione sulla mano dei fedeli.
 

E immediatamente dopo, aggiunge che:
 

[93.] È necessario che si mantenga l’uso del piattino per la Comunione dei fedeli, per evitare che la sacra ostia o qualche suo frammento cada.
 

Da quanto affermato nei due punti consecutivi (92 e 93) sembra che si possa affermare con una certa sicurezza che:
 

Vi è un diritto del fedele a ricevere la comunione in bocca.
 

Vi è un permesso di riceverla in mano. Si tratta quindi di una facoltà concessa, una grazia, che per natura sua è ancora lontana dal costituire un diritto e che, in quanto tale, può essere limitata o addirittura revocata dall’autorità competente senza detrimento alcuno per la giustizia. Infatti, a comprova di ciò, il documento subito impone delle limitazioni, come ad esempio quella di badare con particolare attenzione che il comunicando assuma subito l’ostia davanti al ministro.
 

Inoltre, questa licenza data ai fedeli è soggetta al giudizio ultimo del Sacerdote che si trova a distribuire il Sacramento. Infatti, il documento aggiunge che “se c’è pericolo di profanazione, non sia distribuita la santa Comunione sulla mano dei fedeli”.
 

A questo punto ci si potrebbe domandare cosa voglia dire il documento con l’espressione “pericolo di profanazione”. Andando al senso proprio delle parole, il vocabolario Treccani dona di profanazione due definizioni affini entrambe attinenti al caso:
 

1. Azione con cui si compromette, si offende o si annulla il carattere sacro di una cosa, un luogo, una persona: la p. del tempio, degli altari, di una sacra immagine; la p. di una Vestale. 2. In senso estens. e fig., mancanza di rispetto verso chi o verso ciò che merita riguardo, venerazione.
 

Torniamo ora a quanto affermato dall’istruzione: subito dopo aver ammonito di non distribuire la santa Comunione in mano in caso di pericolo di profanazione, essa aggiunge che è necessario l’uso del piattino per evitare che la sacra Ostia o qualche suo frammento cada. Ora, forti del senso proprio del termine profanazione sopra esposto, notiamo che la perentorietà dell’avviso di cui al n.93, e il luogo dove è posto, lascia intendere che se non si evita la possibile caduta di una sacra Ostia o di qualche suo frammento possa in certe circostanze essere una profanazione. Infatti, un’incuria o anche un semplice disinteresse della sorte dei suoi piccoli frammenti non sarebbe come offendere il carattere sacro di essi? Di fatto un vecchio detto popolare recita che l’indifferenza è il maggior disprezzo. Ciò non sarebbe una mancanza di rispetto verso Gesù realmente presente anche nel più piccolo frammento?

 
Per fare un esempio pratico, adatto al nostro caso, può succedere che il sacerdote si trovi a dover distribuire particole friabili, ossia ricche di frammenti: in tali casi, secondo la diretta esperienza dello scrivente, è davvero molto elevato il pericolo che un frammento rimanga sulla mano del comunicando senza che questi se ne accorga, oppure che voli via nel breve tragitto che l’Ostia santa percorre dalla pisside alla mano o dalla mano del comunicante alla bocca. Questo non solo perché l’uso del piattino, pur essendo necessario, realisticamente non sempre è possibile ma anche perché, quando c’è, resta comunque particolarmente difficoltoso usarlo in modo appropriato con coloro che ricevono la santa Comunione in mano, essendo le mani poste più in basso del mento e ben più ingombranti e rimanendo comunque congiunte a due lunghe braccia protese. Non di rado il piattino viene infatti urtato o il ministrante rinuncia semplicemente di sottoporlo.
 

Da quanto esposto, dunque, sembrerebbe che per quanto riguarda il caso suddetto delle ostie poco compatte e ricche di frammenti, ci si possa trovare nel reale pericolo di una profanazione di ciò che di più santo e adorabile abbiamo: la santa Eucaristia, che anche nella più piccola parte contiene Cristo tutto e integro, in corpo, sangue, anima e divinità.
 

Tuttavia, al di là dei casi specifici che si possono verificare, si deve notare che il giudizio ultimo pratico sulla possibilità di distribuire la comunione sulla mano, secondo quanto si evince dalla istruzione, compete alla coscienza del singolo sacerdote, il quale è tenuto a valutare di volta in volta i singoli casi concreti. Qualsiasi ingerenza o imposizione in merito, potrebbe dunque sembrare ed essere recepita come un’illegittima violazione del foro interno. D’altronde, nessun fedele potrebbe pretendere di ricevere la comunione in mano, in quanto nessuno può reclamare un diritto che di fatto non esiste, e nessun superiore può imporre questa prassi in modo indistinto, chiedendo quasi una sospensione del giudizio, poiché nessuno può violare il sacrario della coscienza di un uomo che appartiene solo al Signore.
 

 

p. Francesco M. Budani, FI

 

mercoledì 16 gennaio 2013

il grande Padre Agostino risponde a chi gioca con le parole

dice il "custode" della Fede:
"... i protestanti non si oppongono completamente al cattolicesimo, ...."

dice S. Agostino:
“In molti punti, gli eretici sono con me, in qualche altro no; ma a causa di questi pochi punti in cui si separano da me, non serve loro a nulla di essere con me in tutto il resto” (S. AUG., In Psal. 54, n. 19; PL 36, 641)."

lunedì 14 gennaio 2013

pensieri fini, finalmente!

 
 

 
Massimo Fini

Il Passaparola di Massimo Fini , giornalista e scrittore

C’è un fenomeno che potremmo chiamare trasformista, se il trasformismo non avesse in realtà delle origini… nasce nel 1882, quando la sinistra di De Pretis si allena con la destra di Marco Minghetti, per avere un governo stabile e governare il Paese.

Quello che succede oggi, con questi che passano da un partito all’altro, creano nuovi partiti fittizi, non è trasformismo in senso classico del termine, è semplicemente opportunismo, essendosi creato un vuoto politico con il governo tecnico, tutti cercano di inserirsi e di riprendere e di riposizionarsi per poter poi arrivare in Parlamento e continuare a fare le solite cose, si tratta poi della solita gente, cambiano partito, ne creano, etc., ma è come se tu mescolassi dei bussolotti, ma poi quello che viene fuori è la solita poltiglia che conosciamo da trent'anni. Si ripresentano con casacche cambiate, ma sono gli stessi che sono responsabili della situazione in cui è arrivata l’Italia oggi, e ripeto non solo negli ultimi vent'anni di Berlusconi, ma anche negli ultimi trent'anni, per cui la responsabilità pro quota è di tutti quelli che hanno avuto posizioni di potere in questi trent'anni.

Il trasformismo

"I programmi, diceva Max Weber, hanno un valore semplicemente folkloristico, sono parole, promesse, poi la Storia dimostra che nessuno rispetta mai i propri programmi, sono come dei piazzisti che vengono a elemosinare il tuo voto, facendoti una serie di promesse e poi una volta che hanno ottenuto quello che volevano fanno quello che vogliono.

Sono oligarchie, minoranze organizzate che formano una oligarchia dominante che si auto perpetua! Ed è per quello che non cambia mai niente in questo Paese, l’unica vera classe rimasta su piazza è oggi la classe politica.
Io ho scritto un libro in questo senso, si chiama “Sudditi, Manifesto contro la Democrazia” in cui credo di avere dimostrato abbastanza bene che l’uno vale l’altro e tutti insieme sono una classe che si autotutela i propri interessi!
Il trasformismo ha una origine che potrebbe essere anche nobile, questo è puramente opportunismo, cioè io so che non verrò più eletto nel PDL e vado nel partito di Monti, io so che non ho posto nel Partito di Bersani e vado in un altro partito, ma per mantenere la mia posizione di privilegio.
Io vorrei dire qualche cosa su questa trasmissione di Santoro con Berlusconi, dove purtroppo Berlusconi è uscito come un gigante perché Santoro è un confusionario che non c’entra mai il punto e Travaglio invece di fare il giornalista ha fatto a sua volta l’uomo di spettacolo ed è venuto fuori una sorta di show in cui Berlusconi va a nozze dicendo delle palle sesquipedali ma non è stato contrastato efficacemente, è stato proprio un boomerang, un autogol, del resto è noto che Berlusconi è sempre stato favorito dai suoi avversari.
No, questo non c’entra con il trasformismo, ma con la nostra cretineria e con la cretineria della cosiddetta opposizione e forse con quella degli italiani che dopo anni e anni di televisione sono ridotti a un livello sotto culturale impressionante.
Qualche cosa in questo senso cambia, per esempio l’esempio siciliano, dove il 54% non è andato a votare e il 18% ha votato 5 Stelle, se questa cosa si ripetesse a livello nazionale, vuole dire che due cittadini su tre non credono più a questo sistema, al sistema della democrazia dei partiti. I partiti in realtà sono delle lobby, sono delle associazioni molto simili alla mafia, gli manca l’omicidio e non sempre, ed è la partitocrazia, contro cui i Radicali combattevano in anni lontani e anche io nel mio piccolo, per lo meno dagli anni '80.
Adesso che c’è una crisi economica, la gente si rende conto che il voto è semplicemente un andare a legittimare il ceto politico di sempre, dargli l' autorizzazione non a governarci, ma a comandarci per altri 5 anni. Per cui io spero per le prossime elezioni ci sia un'astensione altrettanto forte o forse più forte, e un successo di 5 Stelle, perché è vero che Grillo ha un suo programma, etc., ma è innanzitutto un movimento antipartiti.
La democrazia così come si è venuta sviluppando in Italia e non solo, la democrazia rappresentativa, non è la democrazia, è una sua parodia, è una truffa, tradisce profondamente il pensiero liberare, perché che cosa voleva il pensiero liberale? I padri fondatori John Locke, Mill e Tocqueville, che cosa volevano? Il pensiero liberale voleva che ognuno potesse esprimere le proprie capacità, potenzialità, meriti, e quindi è antitetico alle lobby, perché le lobby chi premiano? Premiano i propri adepti, e del resto la cosiddetta scuola elitista italiana dei primi del '900, cioè Vilfredo Pareto, Mosca e Michael, l’ha detto in modo inequivocabile e definitivo: cioè 100 che agiscono sempre, dice Mosca, d’accordo tra di loro, prevarranno su mille che invece questo accordo non hanno, cioè sul cittadino libero, che non vuole infeudarsi a queste lobby e mafie, e questo è la democrazia rappresentativa.
Non solo in Italia, per la verità, in Italia in modo particolarmente eclatante, perché non vengono rispettate neanche i minimi fondamentali della democrazia rappresentativa, che ha però questo vizio, ripeto, di origine di creare mafie alias partiti, legati poi a mafie economiche.


Oggi siamo tutti repressi


La Costituzione purtroppo è una dichiarazione, nobile, di intenti ma in realtà c’è tutto e il contrario di tutto, per cui tu puoi manipolare come vuoi la Costituzione.
Facciamo un esempio: l’articolo 11 dice che l’Italia ripudia la guerra come risoluzione dei conflitti internazionali e basta chiamarla invece che guerra, missione di pace. L’articolo 11 è bello mi pare abbastanza fondamentale, perché ammette la difesa, ma non l’attacco agli altri. Noi siamo da 11 anni in Afghanistan a fare i servi degli americani, facendo guerra all’Afghanistan, in realtà, nessuno dice niente su questo, anzi mi piacerebbe che 5 Stelle su questa cosa si soffermasse. Noi spendiamo oltre un miliardo l’anno per tenere i soldati in Afghanistan a uccidere gente o ogni tanto a farsi uccidere. Ora, non è che con un miliardo tu risolvi una economia, però per esempio alcune cose potresti tamponarle, per esempio il problema degli esodati. Siamo lì, con arroganza, inutili, perché non combattiamo i Talebani e anzi li paghiamo perché non ci attacchino, perché questa è la situazione, non solo noi, anche altri contingenti, e spendiamo questi soldi del tutto inutilmente, solo per fare un piacere all’amico americano, solo per fare i servi dell’amico americano, sono 60 anni che ci comportiamo in questo modo, invece di guardare agli interessi nazionali, siamo sempre lì in ginocchio davanti agli americani.
Ora è vero che ci hanno salvato dal nazifascismo, però come dice la Littizzetto, ogni tanto i comici hanno battute fulminanti: "Quando è che scade il mutuo?". Sono passati 65 anni mi pare! Noi, in Italia abbiamo una serie di Basi Nato, ovunque, ma anche una serie di basi americane che sono totalmente extraterritoriali. Quando è successa la cosa del Cermis i piloti che hanno fatto 14 morti non abbiamo potuto giudicarli, sono stati “non giudicati” negli Stati Uniti, insomma, hanno potuto e possono fare quello che vogliono.
E’ una situazione di sudditanza politica, militare, economica, alla fine anche culturale, che riguarda tutta l’Europa e l’Italia in particolare.
Adesso dei paesi stanno prendendo le distanze, Germania e Francia per esempio, che non sono andati a fare la guerra in Iraq, qui non si alza orecchio, non si alza una minima voce!
L’unico settore che non è stato toccato è quello delle armi, della difesa. Noi abbiamo anche l’OTO Melara,che per esempio, è il massimo produttore di mine anti-uomo, in Afghanistan quando saltano su una mina anti-uomo, saltano su una mina italiana, però qui allora che cosa fai? Metti a rischio dei posti di lavoro? E allora no, uccidiamo come è stato di recente, 9 ragazze, bambine, che raccoglievano nel bosco legna sono saltate su una mina anti-uomo e sono morte e questo non ci fa nessuna impressione.
Poi se allo stadio uno dice negher al calciatore allora sì, guai al mondo, ma non è lì il problema!
L’invasione del modello dei paesi occidentali nell’Africa Nera ha distrutto l’economia, la socialità, l’equilibrio e ridotto alla fame quelle popolazioni, questa è la vera responsabilità.
Oggi siamo tutti repressi, perché tutto deve essere Politically_correct e alla fine la repressione è come una pentola tenuta troppo a lungo sotto pressione e alla fine esplode.

Recuperare valore pre-politici
Secondo me è legato a una società che comprime in modo troppo totalizzante, istinti naturali e questi istinti devono trovare, ripeto, un qualche sfogo, in forme il meno possibile cruente, ma non puoi.. lo Stato oggi entra in tutte le questioni della vita dell’individuo.
Quindi non è in realtà la difficoltà economica che crea queste forme di impazzimento, pensate a quello che succede in America, ma è proprio la repressione totale della naturale aggressività, è importante che ci sia una parte, una quota, perché fa parte della vitalità. Noi perché siamo così tremebondi con gli immigrati balcanici o magrebini, perché abbiamo perso vitalità, loro l’hanno mantenuta, ora questo non vuole dire che si debba andare a sbudellare la gente, ma che la aggressività fa parte della vitalità e una quota di aggressività deve essere mantenuta, sennò ci trasformiamo in una società totalmente svirilizzata, uno, due la violenza esplode poi in forme ancora peggiori naturalmente.
Una buona scazzottata, come un tempo si faceva, è una forma di sfogo, l'educazione sentimentale di noi ragazzini è stata che sulla strada ogni tanto si faceva a cazzotti e non è mai morto nessuno, c’erano delle regole, chi cadeva per terra non si toccava, etc.. E’ l’errore dell’illuminismo, che non considera l’uomo per quello che è, ma per quello che dovrebbe astrattamente essere, le società precedenti erano più realiste e concrete. Poniamo una cosa che ci riguarda in realtà da vicino, in Tunisia in due giorni di rivolta violenta, ma non armata, hanno cacciato il dittatore e la sua cricca. Qui non siamo in grado di reagire in questo modo anche perché siamo un popolo vecchio. L’età media dei tunisini è 32 anni, la nostra è 44,5 , ma sopportare, come sopportiamo noi è una presa in giro costante e continua, un insulto al cittadino, signifiac aver perso vitalità.
Una società come questa è riuscita a fare stare male anche chi sta bene. Il massimo uso di droghe, psicofarmaci è nei centri benestanti. Negli Stati Uniti 599 americani su 1000 fanno uso di psicofarmaci, eppure è il paese più ricco e potente, vuole dire che un americano su due non si trova bene nella pelle in cui vive, vuol dire che c’è qualche cosa di sbagliato in questo modello di sviluppo. Questo è quello che sostengo da tanti anni, cioè che è il modello di sviluppo che è sbagliato.
E’ una questione di recuperare, questo secondo me è fondamentale, valori che sono pre-politici come l’onestà, lealtà, dignità soprattutto. Pensate ai recenti scandali, quelli dei consiglieri regionali, sono già dei miracolati, gente che non sa fare assolutamente nulla, prendono un mucchio di soldi e poi si vendono per una cena in un bel ristorante o per fare una vacanza gratis, ma questo neanche l’ultimo clochard… si vergognerebbe come un cane! Questi lo fanno invece perché hanno perso un fattore decisivo che si chiama dignità.
Che è la prima cosa che si dovrebbe recuperare, ma non è una cosa che si recupera per diktat! Il popolo italiano, con tutti i suoi difetti negli anni ‘50, alla borghesia dava credito, per il buon contadino non parliamone, se tu violavi la stretta di mano eri espulso dalla comunità.
E così per il mondo proletario.
Adesso manca addirittura la sanzione sociale nei confronti del disonesto, che è considerato uno dritto, un furbo e chi invece è onesto è un pirla, è proprio un ribaltamento no? Una persona normale si vergognerebbe di farsi pagare una cena dal denaro .
Il passaparola… per me sarebbe prendere delle mazze da baseball e cacciare questi con la forza, sennò non ne usciremo mai, in mancanza di questo dico: o astensione o 5 Stelle.