Pubblichiamo l'Editoriale di Settembre 2019
di "Radicati nella fede"
NEL TEMPO DELLA CHIESA OCCUPATA
NEL TEMPO DELLA CHIESA OCCUPATA
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno XII n° 9 - Settembre 2019
I nove anni della novena si compiono,
di quella novena che ci ha portato ai piedi della Beata Vergine
Maria, Regina del Monte di Oropa. L'anno prossimo sarà l'anno della
quinta incoronazione, tempo certo di numerose grazie.
Cosa ci ha spinti ad un simile gesto,
cosa ci ha provocati ad una fedeltà di nove anni?
Certamente la consapevolezza che non
ci può essere vero Cristianesimo se non ai piedi di Maria
Santissima.
Il Verbo di Dio, il Verbo eterno, si è
fatto uomo, è venuto nel mondo per compiere la nostra redenzione,
per mezzo di Maria Santissima; allo stesso modo la presenza di Cristo
in noi non accadrà in altro modo, se non per mezzo della Beata
Vergine Maria.
Certo, i santuari mariani sono tanti,
perché allora la scelta di Oropa?
Perché è il santuario dei tempi
difficili.
Quando Sant'Eusebio vi portò la
statua della Vergine Bruna, la Chiesa conosceva una delle sue crisi
più terribili: l'Arianesimo, l'antica eresia, aveva invaso tutto...
sembrava aver vinto. Negava la divinità di Cristo, la
consustanzialità di Cristo con il Padre, ma lo faceva in modo così
subdolo e devoto da ingannare la maggior parte dei cristiani.
Tutto sembrava perduto... se la Chiesa
non avesse reagito il Cristianesimo sarebbe finito in una religione
naturale, pensata dall'uomo, che del Cristianesimo avrebbe solo
conservato la facciata esterna.
Tutto sembrava perduto... i difensori
della vera fede accusati di eresia e cacciati in esilio: Atanasio,
Eusebio e tanti altri.
A Milano, ad esempio, le chiese erano
tutte in mano agli ariani e così in gran parte del mondo cattolico.
Sant'Atanasio, e come è commovente
riudirlo, arrivò a dire ai cristiani fedeli: “Loro (gli ariani)
hanno le chiese, noi abbiamo la fede”.
Proprio nel tempo della “Chiesa
occupata”, Eusebio portò sui monti di Oropa la statua della
Madonna per nasconderla dall'iconoclastia degli ariani, perché chi
non riconosce fino in fondo la divinità di Cristo ha in odio il
culto vero a Maria Madre di Dio.
Oropa è davvero il luogo dei tempi
difficili... dei tempi in cui bisogna nascondere la Madonna sotto un
masso, per attendere tempi migliori, quando Dio li darà.
Così a noi, non sembri irriverente il
paragone, è stato chiesto in questi anni di stare in disparte per
custodire la vita cattolica, semplicemente cattolica, senza
aggiungerle e detrarle nulla: voglia il Cielo che lo abbiamo fatto!
In disparte per non perdere la fede e
la vita che da essa scaturisce, perché chi si espone troppo rischia
di essere avvelenato dal clima pestifero della Chiesa occupata.
Ma Oropa è anche il luogo della
stabilitas – della stabilità.
Quando la grazia di Dio concesse la
vittoria alla fede cattolica, riproclamata con chiarezza a Nicea, e
la sconfitta alla menzogna ariana, gli uomini tentarono di portare a
luogo secondo loro più degno la santa immagine della Regina del
Cielo. La storia di Oropa ci tramanda che la Madonna, portata
solennemente verso Biella, diventò pesantissima e il carro su cui
era collocata inamovibile: gli uomini compresero che la Vergine
voleva restare lassù, stabile, tra le montagne dove era stata per
secoli custodita e difesa.
Non vi è forse qui, per noi, un
grande richiamo alla stabilità?
Non vi può essere difesa della fede,
della vita cattolica, se non nella stabilità. Là dove il Signore ci
conduce, là dove si manifesta la possibilità di vivere un
Cristianesimo autentico, là devi restare.
C'è il tempo del migrare, del
nascondersi, del cercare il luogo di messa cattolica salvata; ma dopo
deve venire il tempo della stabilitas: occorre, se si vuol fare vita
veramente cristiana, se si vuole la propria ed altrui santificazione,
occorre stare fermi al luogo dato.
E il luogo dato non è solo
geografico, è di più, è luogo morale.
Dove c'è la Messa di sempre salvata,
c'è un prete che l'ha salvata – senza di lui non ci sarebbe questa
grazia. A quel prete occorre fare riferimento, sì, obbedienza; e
iniziare a costruire attorno a quell'altare un mondo cattolico, con
le sue opere di educazione e carità.
Ma per far questo occorre la
stabilitas loci.
Lo sanno bene i nemici della
Tradizione, che concedono le conventicole occasionali ai nostalgici,
ma mai una stabilità di lavoro.
Ma i nemici della Tradizione sono
tanto aiutati dai tradizionalisti borghesi, quelli che non vogliono
legami duraturi per restare liberi. Perennemente annoiati, cercano
sempre altrove un luogo più Tradizionale, e così non costruiscono
niente... ma loro si accontentano di essere contro.
Grande inganno, terribile inganno.
Quando persone così giungono nelle nostre chiese, dividono e
distruggono, che Dio ce ne scampi!
Oropa: luogo della difesa della fede
nei tempi della Chiesa occupata; luogo della stabilitas perché la
Chiesa sia edificata.
Per queste due ragioni, che sono in
fondo una, saliamo ancora ad Oropa, perché ai piedi della Madre di
Dio si compia la novena; e Dio porti a compimento il nostro voto.