sabato 13 maggio 2017

Fatima: 100 anni di speranza! "Alla fine il mio Cuore immacolato trionferà"!


Il 13 maggio 1917, domenica precedente l’Ascensione, dopo aver assistito alla Santa Messa, Lucia, Francesco e Giacinta portano il gregge a pascolare in un luogo detto “Cova da Iria”, [con ogni probabilità il luogo fu chiamato così in onore di Santa Irene, piccola martire della purezza, massacrata a Tomar, a una ventina di chilometri di distanza, su ordine di un pretendente respinto], a cui arrivano verso il mezzogiorno  [qui e in seguito ci riferiremo sempre all’ora solare; in quel periodo, per avere la stessa ora dei belligeranti,  in Portogallo vigeva una ora legale che anticipava di 90 minuti l’ora solare]. 
Preso il pasto e recitato il Rosario cominciano a giocare quando vedono come un lampo; pensando che sia in arrivo un temporale cominciano ad avviarsi col gregge verso casa. [Suor Lucia ha spiegato che si trattava non di un lampo vero e proprio ma piuttosto del riflesso di una luce che si avvicinava ]. Poco dopo vedono un altro lampo e, dopo pochi passi, vedono sopra un piccolo leccio, [alto circa un metro, ben fatto e vigoroso], una Signora tutta vestita di bianco, più brillante del sole, che irradiava una luce più bianca e più intensa di quella di un vaso di cristallo pieno di acqua cristallina attraversato dai raggi del sole più ardente.
Suor Lucia, nel suo quarto memoriale del 1941, così racconta:

“Eravamo così vicini a lei che ci trovavamo nella luce che la circondava o che, piuttosto, emanava da lei, forse solo a un metro e mezzo di distanza, più o meno.
Allora la Madonna ci disse:
- “Non abbiate timore! Non vi farò del male” 
Di dove siete? le chiesi.
- “Sono del Cielo”
E che cosa volete da noi?
- “Sono venuta per chiedervi di venire qui per sei mesi di seguito, il 13 [di ogni mese] a questa stessa ora. Più tardi vi dirò chi io sono e quello che voglio. Poi riverrò ancora qui una settima volta”
Ed io andrò in Cielo?
- “Sì, ci andrai”
E Giacinta?
- “Anche lei”
- E Francesco? 
- “Anche lui. Ma dovrà recitare molti rosari”
Mi ricordai allora di formulare una domanda riguardo a due ragazze che erano morte da poco. Erano mie amiche e venivano a casa nostra per imparare a tessere con mia sorella maggiore.
- Maria das Neves, è già in Cielo?
- Sì, vi è”  (mi sembra che avesse pressappoco 15 anni)
- Ed Amalia?
- “Essa deve restare in Purgatorio fino alla fine del mondo” (mi sembra che potesse avere 18 o 20 anni)
- “Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà inviarvi, in atto di riparazione per i peccati per i quali è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?”
- Sì, lo vogliamo, certo!
- “Avrete quindi molto da soffrire, ma la grazia di Dio sarà il vostro conforto”
Fu pronunciando queste ultime parole che la Madonna aprì per la prima volta le mani [fino a quel momento aveva tenute le mani giunte] e ci comunicò, a mezzo di una specie di riflesso che emanava da lei, una luce così intima che, penetrando nel nostro cuore, e fino al più profondo della nostra anima, faceva sì che vedevamo noi stessi in Dio, che era questa luce, più chiaramente di come ci si vede in uno specchio. 
Allora, a causa di un impulso interno che ci era anche comunicato, siamo caduti in ginocchio ed abbiamo ripetuto dal profondo del nostro cuore:
O Santissima Trinità, vi adoro! Mio Dio, mio Dio, Vi amo nel Santissimo Sacramento!
Dopo qualche momento la Madonna aggiunse:
“Si reciti il Rosario tutti i giorni per ottenere la pace, per la fine della guerra!”
Poi ella cominciò ad innalzarsi dolcemente, nella direzione del levante, fino a sparire nella immensità del cielo.”

giovedì 11 maggio 2017

Fatima ci insegna a scrutare il Cielo


di Roberto de Mattei, in Radici Cristiane, n. 121 – febbraio 2017. Le apparizioni di Fatima del 1917 ci trasmettono, cento anni dopo, ancora molti insegnamenti. Uno di questi è l’invito a saper leggere i segni del Cielo. A Fatima ogni apparizione della Madonna ai tre pastorelli fu accompagnata da fenomeni atmosferici.
Il più straordinario fu quello del 13 ottobre 1917. La Madonna stessa annunziò alla piccola Lucia, l’unica dei tre veggenti con cui parlava, che le sue apparizioni si sarebbero concluse con un miracolo, affinché tutti fossero convinti dell’autenticità del messaggio: «L’ultimo mese farò il miracolo perché tutti credano». Decine di migliaia di persone tra pellegrini e scettici, che volevano dimostrare la falsità delle apparizioni, accorsero il 13 ottobre alla Cova da Iria. I quotidiani del tempo parlarono di 40-50 mila presenti, ma il numero fu probabilmente molto maggiore. Alla fine dell’ultimo colloquio di Lucia con la Madonna, nel momento in cui la santissima Vergine si elevava verso il Cielo, si udì il grido della pastorella: «Guardate il sole!».
Le nuvole si aprirono, lasciando vedere il sole che brillava di un’intensità mai vista, ma senza accecare gli occhi. «La cosa più stupefacente era il poter contemplare il disco solare per lungo tempo, brillante di luce e calore, senza ferirsi agli occhi o danneggiare la retina», testimoniò José Maria de Almeida Garrett, professore di scienze naturali presso l’Università di Coimbra.
Il giornalista Avelino de Almedia, redattore-capo di O Sèculo, quotidiano socialista di Lisbona, che aveva fino ad allora ridicolizzato gli eventi, scrisse il 15 ottobre sul suo giornale: «L’immensa moltitudine si volta verso il sole, che si mostra libero dalle nuvole, nello zenit. L’astro sembra un disco di argento scuro ed è possibile fissarlo senza il minimo sforzo. Non brucia, non acceca. Si direbbe realizzarsi un’eclissi. Ma ecco che un grido colossale si alza e dagli spettatori che si trovano più vicini si ode gridare: “Miracolo, Miracolo! Meraviglia, meraviglia”».
Antonio Borelli Machado descrive il fenomeno in questi termini: «Il globo solare cominciò a roteare vertiginosamente, i suoi bordi divennero scarlatti e si allontanò nel cielo, come un turbine, spargendo rosse fiamme di fuoco. Questa luce si rifletteva sul suolo, sulle piante, sugli arbusti, sui volti stessi delle persone e sulle vesti assumendo tonalità scintillanti e colori diversi. Animato per tre volte da un movimento folle, il globo di fuoco parve tremare, scuotersi e precipitarsi zigzagando sulla folla terrorizzata. Il tutto durò circa dieci minuti».
L’avvocato Dominhos Pinto Coelho scrisse sul quotidiano cattolico O Ordem: «Il sole a momenti era circondato da fiamme cremisi, in altri aveva un’aureola di giallo e rosso, in altri ancora sembrò roteare rapidissimo e poi ancora sembrò che si distaccasse dal Cielo per avvicinarsi alla terra». Manuel Nunes Formigao, sacerdote del seminario di Santarem, racconta da parte sua: «Il sole iniziò a girare vertiginosamente sul suo asse, come il più magnifico fuoco d’artificio che si possa immaginare, assumendo tutti i colori dell’arcobaleno e lanciando bagliori di luce multicolore. Questo sublime e incomparabile spettacolo, che si è ripetuto tre volte, è durato per circa dieci minuti. L’immensa moltitudine, sopraffatta all’evidenza di tale tremendo prodigio, si gettò in ginocchio». Finalmente il sole tornò zigzagando al punto da cui era precipitato, restando di nuovo tranquillo e splendente, con lo stesso fulgore di tutti i giorni.
La “danza del sole” del 13 ottobre è un fatto storico, attestato da migliaia di persone, che lo hanno descritto nei minimi dettagli. Nel 1967 il canonico Martins dos Reis ha dedicato un’intera opera allo studio di questo prodigio (O Milagre do Sol e o Segredo de Fátima, Ed. Salesianas, Porto, 1966). Ma la Madonna annunziò ai tre pastorelli anche un altro fenomeno celeste. Il 13 luglio disse loro: «Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre».
Il 25 gennaio 1938 il cielo di tutta Europa fu illuminato da una grandiosa aurora boreale. I giornali parlarono di evento «eccezionale», «rarissimo» e «visibile in tutta Europa». Suor Lucia era convinta che si trattasse del segno premonitore indicato dalla Madonna. Gli storici oggi concordano nel ritenere che la guerra in Europa iniziò di fatto nel 1938, l’anno dell’annessione dell’Austria (marzo) e dell’occupazione dei Sudeti (ottobre) da parte della Germania hitleriana.
Una seconda aurora boreale illuminò il cielo il 23 settembre 1939 (in realtà 23 agosto, in settembre si era già in guerra N.d.R.): «Quella notte – racconta nelle sue Memorie il gerarca nazista Albert Speer – ci intrattenemmo con Hitler sulla terrazza del Berghof ad ammirare un raro fenomeno celeste: per un’ora circa, un’intensa aurora boreale illuminò di luce rossa il leggendario Untersberg che ci stava di fronte, mentre la volta del cielo era una tavolozza di tutti i colori dell’arcobaleno. L’ultimo atto del ‘Crepuscolo degli dei’ non avrebbe potuto essere messo in scena in modo più efficace. Anche i nostri volti e le nostre mani erano tinti di un rosso innaturale. Lo spettacolo produsse nelle nostre menti una profonda inquietudine. Di colpo, rivolto a uno dei suoi consiglieri militari, Hitler disse: “Fa pensare a molto sangue. Questa volta non potremmo fare a meno di usare la forza”».
Proprio quella notte avvenne il patto von Ribbentrop-Molotov, che sancì la sciagurata alleanza tra Hitler e Stalin, punto culminante della guerra che deflagrava. Le terribili sofferenze della seconda guerra mondiale non furono però sufficienti a far ravvedere l’umanità che, negli ultimi settant’anni, è andata precipitando sempre di più in un abisso di peccati pubblici di ogni genere. Lo scenario che il Signore rivelò a suor Lucia il 3 gennaio 1944 appartiene purtroppo al nostro futuro: «Ho sentito lo spirito inondato da un mistero di luce che è Dio e in Lui ho visto e udito:la punta della lancia come fiamma che si stacca, tocca l’asse della terra ed essa trema: montagne, città, paesi e villaggi con i loro abitanti sono sepolti. Il mare, i fiumi e le nubi escono dai limiti, traboccano, inondano e trascinano con sé in un turbine, case e persone in un numero che non si può contare, è la purificazione del mondo dal peccato nel quale sta immerso».
Le guerre e le persecuzioni predette dalla Madonna a Fatima si accompagneranno a terribili sconvolgimenti atmosferici, ma tutto questo sarà verosimilmente preceduto da un grande segno del Cielo, di cui le aurore boreali del 1938-1939 furono solo una prefigurazione. Il 3 gennaio 1944, nel palpitare accelerato del cuore e nel suo spirito, suor Lucia udì una voce leggera che diceva: «Nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesa, Santa, Cattolica, Apostolica. Nell’eternità il Cielo! Questa parola ‘Cielo’ riempì il mio cuore di pace e felicità, in tal modo che, quasi senza rendermi conto, continuai a ripetermi per molto tempo: il Cielo, il Cielo!».
Il nostro sguardo deve essere rivolto sempre verso il Cielo, perché i Cieli narrano la gloria di Dio (Salmo 18, 2) e in Cielo, annunzia l’Apocalisse (12, 1), apparirà un grandioso segno: una Donna rivestita di sole. Scrutando il Cielo, che è un luogo spirituale prima che fisico, riusciremo a prevedere l’ora tragica del castigo e quella splendente del trionfo del Cuore Immacolato di Maria.