sabato 23 aprile 2011

"Forse un giorno sarà necessario ripeterlo...." (Benedetto XVI a proposito dell'affidamento a Maria)


Dall'intervista al Santo Padre
in occasione del Venerdì Santo 2011

D. Santo Padre, l’ultima domanda è su Maria. Sotto la croce, assistiamo ad un dialogo toccante tra Gesù, sua madre e Giovanni, nel quale Gesù dice a Maria: “Ecco tuo Figlio”, e a Giovanni: “Ecco tua madre”. Nel suo ultimo libro, “Gesù di Nazaret”, Lei lo definisce “un’ultima disposizione di Gesù”. Come dobbiamo intendere queste parole? Che significato avevano in quel momento e che significato hanno oggi? E in tema di affidamento, ha in cuore di rinnovare una consacrazione alla Vergine all’inizio di questo nuovo millennio?

R. "Queste parole di Gesù sono soprattutto un atto molto umano. Vediamo Gesù come vero uomo che fa un atto di uomo, un atto di amore per la madre e affida la madre al giovane Giovanni perché sia sicura. Una donna sola, in Oriente, in quel tempo, era in una situazione impossibile. Affida la mamma a questo giovane e al giovane dà la mamma, quindi Gesù realmente agisce da uomo con un sentimento profondamente umano. Questo mi sembra molto bello, molto importante, che prima di ogni teologia vediamo in questo la vera umanità, il vero umanesimo di Gesù. Ma naturalmente questo attua diverse dimensioni, non riguarda solo questo momento, ma concerne tutta la storia. In Giovanni Gesù affida tutti noi, tutta la Chiesa, tutti i discepoli futuri, alla madre e la madre a noi. E questo si è realizzato nel corso della storia: sempre più l’umanità e i cristiani hanno capito che la madre di Gesù è la loro madre. E sempre più si sono affidati alla Madre: pensiamo ai grandi santuari, pensiamo a questa devozione per Maria dove sempre più la gente sente “Questa è la Madre”. E anche alcuni che quasi hanno difficoltà di accesso a Gesù nella sua grandezza di Figlio di Dio, si affidano senza difficoltà alla Madre. Qualcuno dice: “Ma questo non ha fondamento biblico!”. Qui risponderei con San Gregorio Magno: “Con il leggere - egli dice - crescono le parole della Scrittura”. Cioè, si sviluppano nella realtà, crescono, e sempre più nella storia si sviluppa questa Parola. Vediamo come tutti possiamo essere grati perché la Madre c’è realmente, a noi tutti è data una madre. E possiamo con grande fiducia andare da questa Madre, che anche per ognuno dei cristiani è sua Madre. E d’altra parte vale anche che la Madre esprime pure la Chiesa. Non possiamo essere cristiani da soli, con un cristianesimo costruito secondo la mia idea. La Madre è immagine della Chiesa, della Madre Chiesa, e affidandoci a Maria dobbiamo anche affidarci alla Chiesa, vivere la Chiesa, essere la Chiesa con Maria. E così arrivo al punto dell’affidamento: i Papi – sia Pio XII, sia Paolo VI, sia Giovanni Paolo II – hanno fatto un grande atto di affidamento alla Madonna e mi sembra, come gesto davanti all’umanità, davanti a Maria stessa, era un gesto molto importante. Io penso che adesso sia importante di interiorizzare questo atto, di lasciarci penetrare, di realizzarlo in noi stessi. In questo senso, sono andato in alcuni grandi santuari mariani nel mondo: Lourdes, Fatima, Czestochowa, Altötting…, sempre con questo senso di concretizzare, di interiorizzare questo atto di affidamento, perché diventi realmente il nostro atto. Penso che l’atto grande, pubblico, sia stato fatto.

Forse un giorno sarà necessario ripeterlo, ma al momento mi sembra più importante viverlo, realizzarlo, entrare in questo affidamento, perché sia realmente nostro.

Per esempio, a Fatima ho visto come le migliaia di persone presenti sono realmente entrate in questo affidamento, si sono affidate, hanno concretizzato in se stesse, per se stesse, questo affidamento. Così esso diventa realtà nella Chiesa vivente e così cresce anche la Chiesa. L’affidamento comune a Maria, il lasciarsi tutti penetrare da questa presenza e formare, entrare in comunione con Maria, ci rende Chiesa, ci rende, insieme con Maria, realmente questa sposa di Cristo. Quindi, al momento non avrei l’intenzione di un nuovo pubblico affidamento, ma tanto più vorrei invitare ad entrare in questo affidamento già fatto, perché sia realtà vissuta da noi ogni giorno e cresca così una Chiesa realmente mariana, che è Madre e Sposa e Figlia di Gesù".
 
Forse un giorno sarà necessario ripeterlo....
 
A Rianjo in Spagna, nell'agosto del 1931, Nostro Signore rese nota a Suor Lucia la sua insoddisfazione verso il Papa ed i vescovi Cattolici, perché essi non avevano obbedito al Suo ordine di consacrare la Russia. Egli disse:

Fate sapere ai Miei ministri, dato che essi seguono l'esempio del Re di Francia nel ritardare l'esecuzione delle Mie richieste, che essi lo seguiranno nella sciagura. Non sarà mai troppo tardi per ricorrere a Gesù e Maria.

In un altro testo, Lucia scrisse che Nostro Signore si era lamentato con lei:

Non hanno voluto ascoltare la Mia domanda! Come il Re di Francia se ne pentiranno e lo faranno, ma sarà tardi. La Russia avrà già diffusi nel mondo i suoi errori, provocando guerre e persecuzioni contro la Chiesa: il Santo Padre dovrà soffrire molto.

Il riferimento fatto da Gesù alla disobbedienza ed al castigo del Re di Francia è la seguente:

Il 17 giugno 1689, il Sacro Cuore di Gesù si era manifestato a Santa Margherita Maria Alacoque, e le aveva comunicato il Suo ordine verso il Re di Francia, ovvero che il Re consacrasse la Francia al Sacro Cuore. Per esattamente 100 anni i Re di Francia non obbedirono, ritardando la consacrazione.

Quindi il 17 giugno 1789 il Re di Francia fu spogliato della sua autorità legislativa dall'emergente Terzo Stato, e quattro anni dopo i soldati della Rivoluzione Francese uccisero il Re di Francia come fosse un criminale.

Nel 1793 la Francia inviò il suo Re, Luigi XVI, alla ghigliottina. Egli, come i suoi predecessori, non aveva obbedito alla richiesta di Nostro Signore affinché la Francia fosse consacrata al Sacro Cuore di Gesù, e per questo la sciagura era caduta sul Re ed il suo paese.

venerdì 22 aprile 2011

PROMESSE DI GESU' AI DEVOTI DELLA VIA CRUCIS

Promesse fatte a fratello Stanìslao (1903-1927). All'età di 18 anni entrò a far parte dei novizi dei padri Scolopi a Bugedo. Pronunziò regolarmente, i voti e si distinse per perfezione e amore. Nell'ottobre del 1926 si offrì vittima a Gesù attraverso Maria. Subito dopo questa eroica donazione, cadde e rimase immobilizzato. Morì santamente nel marzo del 1927. Egli fu anche un'anima privilegiata che ricevette messaggi dal cielo. Il suo direttore gli chiese di scrivere le promesse fatte da Gesù a quelli che praticano assiduamente la VIA CRUCIS. Esse sono:

1. Darò ogni cosa che Mi viene richiesta con fede, durante la Via Crucis

2. Prometto la vita eterna a tutti coloro che pregano, di tanto in tanto, la Via Crucis con pietà.

3. Li seguirò ovunque in vita e li aiuterò specialmente nell'ora della loro morte.

4. Anche se essi hanno più peccati dei granelli di sabbia del mare, tutti saranno salvati dalla pratica della Via Crucis. (ciò non toglie l'obbligo di evitare il peccato e confessarsi regolarmente)

5. Quelli che pregano la Via Crucis frequentemente, avranno speciale gloria in cielo.

6. Li libererò dal purgatorio (sempre se essi ci vadano) al primo martedì o sabato dopo la loro morte.

7. Lì benedirò ad ogni Via Crucis e la Mia benedizione li seguirà ovunque sulla terra, e dopo la loro morte, anche in cielo per l'eternità.

8. 8 Nell'ora della morte non permetterò al demonio di tentarli, lascerò ad essi ogni facoltà, affinchè essi possano riposare tranquillamente nelle Mie braccia.

9. Se essi pregano la Via Crucis con vero amore, trasformerò ognuno di essi in ciborio vivente nel quale Io Mi compiacerò di far sgorgare la Mia grazia.

10. Fisserò il Mio sguardo su quelli che pregheranno spesso la Via Crucis, le Mie mani saranno sempre aperte per proteggerli.

11. Dato che io sono crocifisso alla croce sarò sempre con coloro che Mi onoreranno, pregando la Via Crucis frequentemente.

12. Essi non potranno mai più separarsi (involontariamente) da Me, poichè Io darò loro la grazia di non commettere mai più peccati mortali.

13. Nell'ora della morte Io li consolerò con la mia Presenza e Noi andremo assieme al Cielo. LA MORTE SARA' DOLCE PER TUTTI COLORO CHE MI HANNO ONORATO, DURANTE LA LORO VITA, PREGANDO LA VIA CRUCIS.

14. Il mio spirito sarà un drappo protettivo per essi ed Io li soccorrerò sempre ogni qualvolta ricorreranno ad esso.

"Desidero che tu conosca più a fondo l'amore di cui arde il Mio Cuore verso le anime e lo comprenderai quando mediterai la Mia Passione. Non negherò nulla all'anima che Mi prega In nome della Mia Passione. Un 'ora di meditazione sulla Mia dolorosa Passione ha un merito maggiore di un anno intero di flagellazioni a sangue." Gesù a S. Faustina Kovalska.

giovedì 21 aprile 2011

crociata del Rosario


Il Superiore generale della Fraternità San Pio X invita ad una nuova "crociata del Rosario", "crociata di preghiera e di penitenza"
Un bouquet spirituale
di 12 milioni di corone del Rosario


Nella Lettera agli amici e benefattori n°78 Mons. Fellay ci invita a pregare di nuovo dalla Pasqua 2011 alla Pentecoste 2012.

"Contiamo sulla vostra generosità per riunire nuovamente un mazzo di almeno dodici milioni di rosari:
- perché la Chiesa sia liberata dai mali che la opprimono o che la minacciano in un prossimo futuro;
- perché la Russia venga consacrata e giunga presto il Trionfo dell'Immacolata".
Precisa le sue intenzioni con queste parole:
"- affinché questa prova terribile sia abbreviata;
 - la cappa modernista che circonda la Chiesa – almeno dal Vaticano II – venga strappata;
 - le Autorità svolgano il loro ruolo salvifico presso le anime;
 - la Chiesa ritrovi il suo splendore e la sua bellezza spirituale;
 - le anime del mondo intero possano udire la Buona Novella che converte, ricevere i Sacramenti che salvano ritrovando l'unico ovile".

Scaricate il foglio per segnare le vostre corone recitate: da Pasqua al 31 agosto 2011

Da agosto sarà diffuso un nuovo foglio utilizzabile fino al 31 dicembre 2011

Mandate i vostri risultati direttamente per mail: info@sanpiox.it

martedì 19 aprile 2011

"la situazione della Chiesa e del mondo ci suggerisce di chiedervi insistentemente di non fermare questo movimento di preghiera per il bene della Chiesa e del mondo, per il trionfo del Cuore Immacolato di Maria" (mons. Fellay)

Lettera agli amici e benefattori n°78

Cari amici e benefattori,

Il nuovo anno ci ha riservato molte sorprese piuttosto spiacevoli, per non dire drammatiche. Naturalmente parliamo degli avvenimenti che riguardano la Chiesa, e non delle catastrofi a catena che colpiscono il Giappone e neanche dei disordini nei paesi arabi o in Africa che pure dovrebbero servire a tutti da avvertimento! Ma chi li interpreta ancora così?

Sì, assai più dannose di tutte queste catastrofi naturali con i loro morti e le loro tragedie e sofferenze dolorosissime, sono le catastrofi che feriscono o uccidono le anime. Se gli uomini si preoccupassero altrettanto delle loro anime che del loro corpo, la faccia della terra cambierebbe. Ma ciò che a buon diritto fa ricercare la guarigione a livello corporeo a causa del dolore immediato provato, ahimè non esiste quasi più a livello spirituale. Il peccato che causa tanto male a tutta l'umanità e ad ogni essere umano, è avvertito assai poco, ed è per questo che non si cercano i rimedi adeguati. Parliamo di catastrofe spirituale: in effetti, quale altro nome potremmo dare ad un avvenimento che fuorvia una moltitudine di anime? Che mette in pericolo la salvezza di milioni, di miliardi di anime? Ora, sono almeno due i fatti suscettibili di provocare la non–conversione, e dunque la perdita eterna delle anime, annunciati a Roma all'inizio di quest'anno: la beatificazione di Papa Giovanni Paolo II e la reiterazione della giornata di preghiera di Assisi, in occasione del 25° anniversario del primo incontro di tutte le religioni organizzato ad Assisi dallo stesso Giovanni Paolo II.

Per chi avesse difficoltà a capire il significato di questi due eventi, citiamo semplicemente ciò che scrisse don Franz Schmidberger, primo successore di Mons. Marcel Lefebvre a capo della Fraternità San Pio X, venticinque anni fa in questa stessa Lettera agli amici e benefattori. Egli faceva una lista non esaustiva degli atti compiuti dal papa Giovanni Paolo II, che sarà beatificato:

“Il 25 gennaio 1986, il Papa, in un discorso pronunciato nella basilica di san Paolo fuori le Mura, invita tutte le religioni ad Assisi per pregare insieme per la pace.

Basta dare uno sguardo agli eventi degli ultimi tre anni per vedere a che punto adesso ci avviciniamo alla istituzione di una grande religione universale sotto l'egida del Papa, con l'unico dogma della libertà, uguaglianza e fratellanza della rivoluzione francese e delle logge massoniche.

1. Il nuovo Diritto Canonico, promulgato dallo stesso Papa il 25 gennaio 1983, abolisce lo stato clericale. D'ora in poi, la Chiesa è il “popolo di Dio” in senso protestante ed egualitario, senza subordinati e senza capi. La gerarchia non è che un “servizio”: secondo l'esposto di Giovanni Paolo II nella sua Costituzione, la Chiesa si definisce come una “comunione” e in rapporto alla sua “preoccupazione per l'ecumenismo”. Il canone 844 permette espressamente la comunione reciproca, il canone 204 confonde il sacerdozio del prete col sacerdozio spirituale dei laici, ecc.

2. Domenica 11 dicembre 1983, il Papa predica in una chiesa protestante di Roma, e questo dopo esservisi più o meno invitato da solo.

3. Il Vescovo di Sherbrooke in Quebec (Canada) ha invitato a più riprese i protestanti nella sua cattedrale per la cerimonia della loro falsa ordinazione. Ha partecipato egli stesso a una delle cerimonie ed ha ricevuto la “comunione” dalle mani di una pastora ordinata da poco.

4. Il 18 febbraio 1984, viene concluso un nuovo concordato tra la Santa Sede e l'Italia: ormai in applicazione della dichiarazione conciliare sulla libertà religiosa, l'Italia non è più uno Stato cattolico, ma uno Stato laico, cioè ateo; secondo il medesimo documento, Roma non è più la Città santa!

5. Il 10 maggio 1984, il Papa visita un tempio buddista in Thailandia, si toglie le scarpe e si siede ai piedi del bonzo buddista, seduto egli stesso davanti all'altare in cui si trova una grande statua di Budda.

6. Nella loro lettera pastorale del 16 settembre 1984, i Vescovi svizzeri giungono a questa importante conclusione, che “Il desiderio di ricevere insieme lo stesso pane alla stessa tavola, cioè il desiderio che la messa e la cena non siano celebrate separatamente, proviene da Dio”. “Occorre tuttavia considerare con prudenza il momento in cui realizzeremo questo desiderio”, aggiungono i Vescovi. Inoltre hanno sostenuto un progetto di legge mirante a cambiare il diritto matrimoniale e che distrugge, né più né meno, il matrimonio e la famiglia. Ebbene, grazie al loro sostegno, questo nuovo diritto matrimoniale è stato accolto in Svizzera il 22 settembre 1985. Ancora una volta, i Vescovi risultano essere non soltanto gli affossatori dell'ordine soprannaturale, ma anche dell'ordine naturale stabilito da Dio.

7. L'episcopato francese continua ad imporre il catechismo eretico Pierres vivantes per l'istruzione religiosa, con gran danno dei bambini. “Ma colui che scandalizzerà uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli venisse legata al collo la mola girata dall'asino, e fosse gettato in fondo al mare” ( Mt. 18, 6).

8. Una dichiarazione comune del Cardinale Höffner e di M. Lohse, presidente del consiglio della Chiesa Evangelica Tedesca firmata il 1° gennaio 1985, concede, per i matrimoni misti, la libertà di sposarsi, di far battezzare i propri figli e di educarli nell'una o nell'altra Chiesa. Ora, il Diritto Canonico del 1917, canone 2319, punisce ciascuno di questi tre crimini con una scomunica speciale.

9. Nel suo libro Rapporto sulla Fede (1985), il Cardinale Ratzinger pretende che le altre religioni siano, al limite, dei mezzi “straordinari” di salvezza. No, Eminenza, Gesù Cristo solo, solo Lui, è la Via, la Verità e la Vita; nessuno va al Padre senza di Lui!

10. In una nota sulla presentazione del giudaismo nella catechesi, pubblicata il 24 giugno 1985, il Cardinale Willebrands sostiene che noi aspettiamo il Messia con gli Ebrei! E fa riferimento al Papa stesso, che ha dichiarato davanti agli Ebrei, il 17 novembre 1980 a Mayence, che la Vecchia Alleanza non è stata ancora abolita.

11. Nell'estate 1985, il Vaticano invia un delegato ufficiale alla posa della prima pietra di una nuova gigantesca moschea a Roma.

12. Nell'agosto 1985, a Casablanca il Papa proclama ai giovani musulmani che noi cristiani, adoriamo il loro stesso Dio – come se nell'Islam ci fosse una Santissima Trinità ed una Incarnazione di Dio! – Pochi giorni dopo, egli si reca, con dei preti animisti e la loro scorta, alla periferia di Lohomay, a un culto nella “foresta santa” in cui si evoca “la forza dell'acqua” e le anime divinizzate degli antenati. E almeno due volte, a Kara e a Togoville – a Kara prima della santa Messa! – versa dell'acqua e getta della farina di mais in fondo ad una buccia secca di zucca, gesto con cui si professa una falsa credenza religiosa.

13. Una commissione cattolico-evangelica, costituita per chiudere la visita del Papa in Germania nel 1980, dichiara nel suo rapporto finale, pubblicato il 24 gennaio 1986, che non vi è più divergenza fra le due confessioni in ciò che concerne la giustificazione, l’eucaristia, il sacerdozio ed il papato. Ad un attento osservatore non sfugge che si proclama qui apertamente la religione ecumenica unificata.

14. Ed ora, il 25 gennaio 1986, il Pontefice chiama tutte le religioni a riunirsi ad Assisi per una preghiera di pace in autunno. (…) – “Quale Dio pregheranno quelli che negano espressamente la divinità di Nostro Signore Gesù Cristo? Questa è una vera e propria insinuazione del diavolo”, commenta Monsignor Lefebvre.

15. Infine, durante il viaggio in India, il Papa non parla che di dialogo, di comprensione reciproca delle religioni, per promuovere in comunione la fratellanza umana ed il benessere sociale.

Cari amici e benefattori, pensate che questa esposizione sia per noi una buona notizia? L'abbiamo scritta pieni di dolore, con l'unica preoccupazione del bene della santa Chiesa. Allo stesso modo, lungi da noi voler giudicare il Papa. – Lasciamo volentieri questo delicato compito ad un ulteriore giudizio della Chiesa. Non facciamo parte di quelli che dichiarano affrettatamente vacante la sede papale, ma ci lasciamo guidare dalla Storia della Chiesa. Papa Onorio fu anatematizzato dal VI Concilio ecumenico a causa dei suoi falsi insegnamenti, ma non si è mai preteso che Onorio non fosse Papa. Tuttavia, ci è impossibile chiudere gli occhi di fronte ai fatti. E le istruzioni segrete dei Carbonari così come la loro corrispondenza, verso il 1820, sono anch'esse dei fatti! Vi leggiamo: “Il lavoro che stiamo per intraprendere (…) può durare parecchi anni, forse un secolo (…). Quello che dobbiamo cercare e aspettare, come gli Ebrei aspettano il Messia, è un Papa secondo i nostri bisogni (…). Così, per spezzare la roccia su cui Dio ha costruito la sua Chiesa, (…) abbiamo il successore di Pietro inserito nell'ingranaggio del complotto (…). Per garantirci un Papa secondo il nostro cuore, si tratta innanzitutto di formare (…) una generazione degna del regno che vogliamo noi (…). Fatevi una reputazione di buon cattolico (…). Questa reputazione aprirà alle nostre dottrine il cuore del giovane clero (…). Tra qualche anno, questo giovane clero avrà, per forza di cose, invaso tutte le funzioni (…); sarà chiamato a scegliere il Pontefice (…) e quel Pontefice, come la maggior parte dei contemporanei, sarà necessariamente (…) imbevuto dei principi (...) umanitari che stiamo per mettere in circolazione”.

“Noi dobbiamo (…) arrivare, con modi molto graduali (…) al trionfo dell'idea rivoluzionaria tramite un Papa (…). Questo progetto mi è sempre parso di un calcolo sovrumano”.

Inoltre, leggiamo nel piccolo esorcismo di Leone XIII, nella sua versione originale: “Ecco che dei nemici molto astuti hanno riempito di amarezza la Chiesa, sposa dell'Agnello immacolato, l'hanno abbeverata d'assenzio, hanno allungato le loro mani empie su tutto ciò che di desiderabile vi è in essa. Laddove il Trono del beato Pietro e la Cattedra della verità venne stabilita come una luce per le nazioni, là hanno posto il trono dell'abominazione della loro empietà; affinché, una volta colpito il pastore, possano disperdere il gregge”.

Che fare, di fronte a questa situazione, umanamente parlando, disperata? Pregare, lavorare e soffrire con la Chiesa.”

Venticinque anni dopo, queste parole hanno forse perso la loro forzà? Si è potuto sperare, con l'avvento di Benedetto XVI, in un risanamento della situazione, dato che egli stesso riconosceva che la Chiesa si trovava in una situazione drammatica. E di fatto ha posto parecchie basi che possono servire ad una restaurazione, in mezzo a molta ostilità. Gli atti benevoli che ha compiuto in favore della nostra Fraternità sono molto presenti alla nostra memoria riconoscente. Ma la reiterazione di Assisi, anche edulcorata, anche modificata, come pare essere nelle sue intenzioni, ricorderà inevitabilmente la prima Assisi che fu scandalosa sotto tanti aspetti, di cui uno dei più notevoli fu lo spettacolo pietoso e penoso del vedere fianco a fianco il Vicario di Cristo ed una moltitudine variopinta di pagani che invocavano i loro falsi dei e idoli, – di cui la posa della statua di Budda sul tabernacolo della chiesa di san Pietro d'Assisi resta la più agghiacciante e spaventosa illustrazione. Ora, quando si intende festeggiare l'anniversario di tale riunione, per ciò stesso ci si vieta di biasimarne il promotore. Benedetto XVI ha scritto ad un pastore evangelico che protestava contro questa nuova Assisi, che avrebbe fatto di tutto per evitare il sincretismo. Ma si dirà ai partecipanti provenienti da altre religioni che ce n'è solo una vera capace di salvare? Si dirà loro che non c'è nessun altro nome sotto il cielo da cui si può essere salvati se non il nome di Gesù, come ha insegnato san Pietro, il primo Papa? (cf. Atti, 4, 12). Eppure sono dogmi di fede.

Se si tacciono loro delle verità così essenziali, li si inganna! Se si nasconde loro l'unico necessario, unum necessarium, facendo credere loro che va bene così, perché lo Spirito Santo si serve anche delle altre religioni come mezzi di salvezza, anche se si parla di mezzi straordinari, secondo il nuovo magistero del Concilio Vaticano II, li si induce in errore, privandoli del mezzo per salvarsi.

Quanto alla beatificazione di Giovanni Paolo II, avrà come effetto immediato di consacrare l'insieme del suo pontificato, tutte le sue iniziative, anche le più scandalose, quelle descritte sopra e le altre, come il bacio del Corano e le molteplici cerimonie di mea culpa che lasciano pensare che la Chiesa sia colpevole di scismi che hanno visto perdersi tante anime cristiane per la separazione dalla nostra Santa Madre Chiesa, e per l'adesione all'errore e all'eresia. In pratica, tutto questo porta all'indifferentismo nella vita quotidiana, e i pochi sforzi di Roma per far cambiare un poco una rotta così nociva alla Chiesa non offrono che magri risultati: la Chiesa stessa è esangue.

Ci diranno che esageriamo, che drammatizziamo o che usiamo della retorica di circostanza, tuttavia questa drammatica constatazione la troviamo sulla bocca stessa dei papi Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Ma appare come una stella cadente nel firmamento, dimenticata in fretta e che lascia totalmente indifferente la moltitudine che non si cura di guardare in alto, verso il Cielo. Che fare? Che possiamo fare da parte nostra, carissimi amici? “Preghiera e penitenza” era la parola d'ordine della nostra buona Madre del Cielo, la santissima Vergine Maria sia a Lourdes che a Fatima; queste direttive celesti valgono sempre e perfino ancora di più del momento in cui furono pronunciate. Molti di voi si chiedono che effetto ha avuto la nostra Crociata del Rosario finita l'anno scorso. Ne abbiamo comunicato il risultato accompagnato dalla nostra richiesta al Sommo Pontefice che non si è degnato di rispondere, non fosse altro che con un avviso di ricevimento. Tuttavia ciò non deve scoraggiarci. La nostra preghiera si è involata verso il Cielo, verso la Madonna, la nostra Madre tanto buona e misericordiosa, e verso il Dio delle Misericordie; non abbiamo quindi il diritto di dubitare di essere esauditi, secondo le disposizioni infallibili della divina Provvidenza. Fidiamoci del buon Dio. Tuttavia, la situazione della Chiesa e del mondo ci suggerisce di chiedervi insistentemente di non fermare questo movimento di preghiera per il bene della Chiesa e del mondo, per il trionfo del Cuore Immacolato di Maria. L'intensità della crisi, il moltiplicarsi di ogni tipo di disgrazie che colpiscono o minacciano l'umanità, richiede da parte nostra un atteggiamento corrispondente: “Bisogna sempre pregare e non smettere mai, oportet semper orare et numquam deficere” (Lc 18, 1).

Per questo ci sembra urgente e più che opportuno, visto il raddoppiare d'intensità dei mali che sommergono la santa Chiesa, di lanciare ancora una volta una crociata del Rosario, una crociata di preghiera e di penitenza. Vi invitiamo ad unire tutti i vostri sforzi, tutte le vostre forze per formare a partire da Pasqua di quest'anno e fino alla Pentecoste 2012 un nuovo mazzo di fiori spirituale, una nuova catena di quelle rose così gradite dalla Madonna, per supplicarla d'intercedere in favore dei suoi figli presso il suo Figlio Divino e il Padre Onnipotente. La confusione non fa che aumentare tra le anime, abbandonate ai lupi rapaci fin dentro all'ovile. La prova è così forte che si perderebbero perfino gli eletti, se essa non fosse abbreviata. I pochi elementi riconfortanti di questi ultimi anni non sono sufficienti per osare dire che le cose sono davvero cambiate in profondità. Lasciano grandi speranze per il futuro, ma come il chiarore che si scorge quando ci si trova ancora in fondo al tunnel. Così domandiamo con tutto il cuore l’intervento della nostra Madre celeste affinché questa prova terribile sia abbreviata; la cappa modernista che circonda la Chiesa – almeno dal Vaticano II – venga strappata; le Autorità svolgano il loro ruolo salvifico presso le anime; la Chiesa ritrovi il suo splendore e la sua bellezza spirituale; le anime del mondo intero possano udire la Buona Novella che converte, ricevere i Sacramenti che salvano ritrovando l'unico ovile. Ah! Quanto vorremmo poter usare un linguaggio meno drammatico, ma sarebbe una menzogna ed una colpevole negligenza da parte nostra tranquillizzarvi lasciandovi nella speranza che le cose miglioreranno da sole.

Contiamo sulla vostra generosità per riunire nuovamente un mazzo di almeno dodici milioni di rosari perché la Chiesa sia liberata dai mali che la opprimono o che la minacciano in un prossimo futuro; perché la Russia venga consacrata e giunga presto il Trionfo dell'Immacolata.

Affinché le nostre preghiere siano ancora più efficaci e ciascuno possa trarne un beneficio maggiore, vorremmo terminare ricordando che quando si recita il Rosario, la cosa più importante non è il numero delle Ave Maria, ma il modo in cui le recitiamo. Il rischio della monotonia o della distrazione può essere combattuto efficacemente recitando il Rosario secondo le indicazioni della Madonna stessa: sgranando la corona, si tratta di meditare sulle scene della vita e sui misteri di Nostro Signore e della sua santa Madre. La cosa più importante è quel contatto con la vita del Salvatore che si stabilisce quando si pensa amorevolmente agli avvenimenti enunciati ad ogni decina, i “misteri” del Rosario. Le decine di Ave diventano come una melodia di fondo che accompagna e sostiene questo potente e dolce contatto con Dio, con Nostro Signore e con la Madonna. Suor Lucia di Fatima ha potuto dire, dopo i Papi, che Dio ha voluto conferire a questa preghiera una potenza tutta speciale, in modo tale che non esiste nessun problema che non possa essere risolto da questa magnifica orazione. Ci permettiamo d'insistere sulla preghiera in famiglia, che dà prova ogni giorno della sua efficacia proteggendo i bambini ed i giovani dalle tentazioni e dai pericoli spaventosi del mondo moderno e protegge l'unità familiare in mezzo ai tanti pericoli che la minacciano. Non lasciamoci scoraggiare dal silenzio apparente della divina Provvidenza dopo la nostra ultima crociata. Non è forse così che Dio vuole che gli proviamo, nelle cose importanti, che sappiamo stimare nel suo giusto valore quello che domandiamo e che siamo pronti a pagarne il prezzo?

Nel momento in cui ci avviciniamo alla Passione di Nostro Signore, alla Settimana Santa ed alla gloriosa Resurrezione del Salvatore, domandiamo alla Madonna che degni benedire la vostra generosità, prendervi sotto la sua benevola protezione ed esaudire le vostre insistenti preghiere.

Menzingen, 1ª Domenica di Passione

+ Bernard Fellay, Superiore generale