martedì 15 giugno 2010

i giovani e la vocazione


Oggi molti giovani si interrogano ancora sulla propria vocazione, soprattutto in questo periodo di fine scuola. Li vogliamo aiutare con queste riflessioni che traiamo dal blog cordialiter.blogspot.com che ringraziamo per il bel lavoro:

Per venire incontro a coloro che sono in ricerca vocazionale, ho pensato di elaborare questo modesto scritto. Di farina del mio sacco c'è ben poco. In pratica mi sono limitato a compendiare gli ottimi consigli che Sant'Alfonso de' Liguori ed altri dotti maestri hanno scritto in proposito. Per esporre questa materia in maniera più coinvolgente, ho composto un dialogo tra Padre Bartolomeo e lo studente universitario Daniele De Angelis. Entrambi i personaggi sono inventati...

- Salve Padre Bartolomeo!
- Salve figliolo.

- Sono venuto per chiedere alcuni consigli sulla vocazione.
- Va bene, cercherò di aiutarti.

- Sono indeciso su quale stato di vita devo scegliere. Quanto è importante fare la scelta giusta?
- La scelta dello stato di vita è di fondamentale importanza. Come un orologio nel quale si è guastata la ruota maestra non può più funzionare correttamente, così una persona che ha sbagliato la scelta del proprio stato va allo sbando.

- Perchè va allo sbando?
- Devi sapere che per prendere qualsiasi stato di vita è necessaria la divina vocazione, soprattutto per assumere lo stato religioso. Ma se noi ci ribelliamo alla chiamata di Dio e facciamo di testa nostra, ci verranno a mancare quegli aiuti spirituali che avremmo avuto nello stato in cui Dio ci aveva chiamati.

- Anche coloro che si sposano possono diventare santi?
- Certo, tutti sono chiamati alla santità. Però sappi che è più facile farsi santi vivendo nella verginità che nella vita matrimoniale.

- Cioè bisogna disprezzare il matrimonio?
- No! Il matrimonio è una cosa buona, ma la verginità è molto più pregevole. San Paolo Apostolo, Sant'Alfonso, San Giovanni Crisostomo e tanti altri consigliavano il matrimonio solo a coloro che soffrono di abituale incontinenza.

- Come si fa a capire qual'è la propria vocazione?
- Bisogna pregare molto e frequentare i sacramenti. E' molto importante avere anche il parere di un buon direttore spirituale. Diceva San Francesco di Sales che sono in pochi ad avere le qualità necessarie a svolgere un compito così delicato. Se il direttore spirituale non è caritatevole, dotto e prudente, è pericoloso affidargli la direzione della propria anima.

- Quanti sono coloro che hanno la vocazione alla vita religiosa o alla vita sacerdotale?
- Secondo Don Bosco, un terzo dei giovani ha nel cuore il germe della vocazione.

- E come mai i consacrati sono così pochi?
- Molti giovani sono talmente presi dai divertimenti sfrenati, dal frastuono delle discoteche, dai piaceri immondi, che non sentono la chiamata di Dio nel loro cuore... che tristezza!

- Chissà forse Gesù chiama anche me a seguirlo...
- Daniele, se il Signore ti chiama in uno stato di vita più perfetto non rimandare. Satana farà di tutto pur di farti cambiare idea, ma tu prega con fervore e vedrai che Iddio ti aiuterà.

- Mio padre è un anticlericale sfegatato. Quando vede in TV un ecclesiastico, comincia a gridare: "Abbasso i preti! Morte alle vesti nere!". Non penso gli farà piacere sapere che suo figlio vorrebbe entrare in un ordine religioso...
- L'elezione dello stato di vita è una scelta personale per la quale ordinariamente parlando non si è tenuti ad obbedire al volere dei genitori. Ad esempio Santa Chiara d'Assisi e molti altri santi sono letteralmente fuggiti di casa pur di adempiere alla propria vocazione nonostante l'opposizione dei parenti. Diceva Sant'Alfonso che spesso i genitori, anche se cristiani praticanti, sono i peggiori nemici della vocazione dei loro figli. Pertanto dovrebbero essere gli ultimi ai quali confidare la propria vocazione alla vita religiosa.

- E se poi mi accorgo che la mia non è una vera vocazione?
- Prima di pronunciare i voti perpetui passano molti anni, in questo lungo periodo di prova se uno si accorge di essersi sbagliato può tornarsene a casa.

- Ma come fa un novizio a sapere se la sua vocazione è vera?
- Bisogna che si realizzino tre condizioni. La prima è il buon fine, come il fuggire le tante tentazioni che infestano il mondo, l'avere più mezzi per salvare l'anima, il vivere più unito a Gesù Cristo, ecc. La seconda è l'assenza impedimenti. Per esempio la salute malconcia, problemi mentali, la mancanza di talento, i genitori in stato di bisogno, ecc. Su tali questioni bisogna rimettersi al giudizio dei superiori, dopo aver riferito loro in modo chiaro e sincero la situazione. La terza infine è che i superiori accolgano la richiesta di entrare nell'ordine religioso. Se si verificano queste tre condizioni, il novizio può star sicuro della sua vocazione.

- Se un giovane è veramente chiamato da Dio alla vita religiosa, ma preferisce restarsene nel mondo può ancora salvarsi l'anima?
- Diceva Sant'Alfonso che "Chi sceglie lo stato a cui Iddio lo chiama, facilmente si salverà; e chi non ubbidisce alla divina vocazione, difficilmente, anzi sarà moralmente impossibile che si salvi. La massima parte di coloro che si son dannati, si son dannati per non aver corrisposto alle chiamate di Dio." Oh Daniele, se i giovani comprendessero la bellezza della vita religiosa pregherebbero incessantemente il Signore di essere "chiamati".

- Però chi si fa monaco perde i divertimenti del mondo.
- Oh quanti in punto di morte si son pentiti di aver vissuti nel mondo! Filippo II re di Spagna poco prima di morire disse: "Oh fossi stato frate e non monarca". Anche il figlio, quando giunse in fin di vita disse: "Sudditi miei, nel sermone dei miei funerali, non predicate altro se non questo spettacolo che vedete. Dite che non serve in morte l'esser re, se non per sentire maggior tormento d'esserlo stato". E poi esclamò: "Oh non fossi stato re, e fossi vissuto in un deserto a servire Dio, perché ora andrei con maggior confidenza a presentarmi al suo tribunale, e non mi troverei in gran pericolo di dannarmi!" Daniele ricorda che tutti i piaceri, i divertimenti e le ricchezze della terra non possono dare la vera pace, anzi chi più è ricco di tali beni in questa vita, vive più tribolato ed afflitto. Solo Dio può darti la vera pace.

- Mia cugina è una ragazza molto pia e devota. Vorrebbe diventare suora di clausura, ma c'è un tale che vorrebbe fidanzarsi con lei. Adesso è molto confusa. Cosa si potrebbe consigliarle?
-Le direi: "...sia un uomo umile creatura, sia Gesù Cristo il creatore dell'Universo ti vogliono per sposa. Rifletti attentamente su chi dei due può riempire di gioia il tuo cuore e poi sposalo. Ricordati però che nel mondo non è raro trovare delle donne pentitesi di essersi sposate a causa dei maltrattamenti che ricevono dai loro mariti simili a dei tiranni, ai dispiaceri che danno i figli, alle gelosie del consorte, ai litigi con suocere e cognate, ai dolori del parto, agli strapazzi per la cura della casa, ecc. Anche nella vita matrimoniale potresti vivere santamente, ma è molto difficile. Al contrario in un monastero di stretta osservanza sarà molto semplice per te divenire santa. Libera dalle preoccupazioni del mondo potrai dedicare tutta la vita nell'amare Dio. Se proprio non te la senti di entrare in un monastero, cerca di farti santa a casa tua vivendo da nubile, tranne nel caso in cui tu fossi abitualmente incontinente, nel qual caso è meglio prendere marito".

- Che differenza c'è tra i sacerdoti secolari e i sacerdoti regolari?
- I primi vivono nel mondo, possono avere una casa propria poichè non hanno il voto di povertà. Spesso vivono coi genitori o con altri familiari. Sono secolari la maggior parte dei parroci. I secondi invece sono dei religiosi che hanno ricevuto l'odinazione sacerdotale. Vivono secondo una regola approvata dall'autorità ecclesiastica. In genere abitano nei conventi o nei monasteri.

- Qual'è preferibile essere?
- Certamente dei religiosi.

- Perché?
- Se sfogli un calendario ti accorgerai che la stragrande maggiorranza dei santi canonizzati sono dei religiosi. I sacerdoti secolari invece sono una piccola minoranza e il motivo è semplice. Costoro vivendo nel mondo sono soggetti a tutte le tentazioni e alle distrazioni che distrurbano la gente comune. E' molto difficile vivere nel mondo e pensare esclusivamente alle cose spirituali.

- Quindi è meglio entrare in un ordine religioso?
- Sì, conviene entrare in un ordine religioso di stretta osservanza. Lontano dai rumori del mondo è più facile disporsi alla preghiera e al raccoglimento. Comprendi?

- Sì. Vorrei sapere però che succede se uno entra in un ordine che non è di stretta osservanza?
- Oh no! E' meglio restare a casa propria anzichè entrare in un ordine religioso rilassato, cioè dove non si vive in maniera autentica la vita religiosa. Infatti anche se uno entrasse in uno di questi ordini con l'intenzione di farsi santo, nel giro di breve tempo riceverà talmente tante persecuzioni, derisioni e cattivi esempi da parte dei confratelli che alla fine diventerà anche lui come loro. Oh quante belle vocazioni si sono sciupate nei monasteri e nei seminari rilassati!

- E' vero Padre Bartolomeo! Anche io ho notato che molti religiosi vivono in maniera rilassata. Non sembra proprio che sono dei religiosi.
- Oh quante lacrime versano coloro che amano davvero la Chiesa nell'osservare soprattutto negli ultimi decenni un generale rilassamento di spirito. Ci sono anche coloro che vivono da veri religiosi, che si impegnano per salvare le anime e procurare maggior gloria a Dio, ma costoro quanti sono? Non molti! C'è bisogno di un rinnovamento generale.

- E cosa dire di quei consacrati che hanno seppellito l'abito religioso per vestirsi con abiti civili?
- Padre Pio voleva che fossero cacciati tutti fuori dall'ordine!

- Sono soddisfatto delle risposte che ho ricevuto. Ho chiarito alcuni dubbi. Grazie per la disponibilità e la pazienza!
- Consigliare i dubbiosi è un dovere. Mi raccomando prega San Giuseppe e la Beata Vergine Maria affinchè ti aiutino a capire a quale stato di vita Iddio ti chiama a servirlo.

- Va bene e ...grazie ancora!

[A chi volesse approfondire l'argomento, consiglio di leggere il libro “Vieni e seguimi” scritto da Padre Stefano Manelli. Il libro non si trova nelle librerie, ma viene inviato gratuitamente (offerta libera) richiedendolo alle Suore Francescane dell'Immacolata : cm.editrice@immacolata.ws oppure scrivendo una lettera al seguente indirizzo: Suore Francescane dell'Immacolata - Via dell'Immacolata - 83040 Frigento (Av)].