venerdì 9 luglio 2010

qualcosa di buono dall'Austria



Klaus Küng, vescovo di Sankt Pölten

Mons. Klaus Küng, vescovo di Sankt Pölten (Austria) «C’è, inoltre, una forte mancanza di preti. Per cui molti si chiedono: perché non abbassare il ‘livello di accesso’ al sacerdozio? Ma occorre subito domandarsi: in questo modo i problemi finiscono? Credo di no. Ho appena terminato di rileggere il capitolo sulla storia della mia diocesi che tratta della ‘Controriforma’: circa nel 1560, il 60 per cento delle parrocchie era senza sacerdote, la maggioranza dei preti viveva in concubinato più o meno accettato dall’autorità ecclesiale, i monasteri chiudevano le proprie porte uno dopo l’altro, i 4/5 della popolazione e il 100 per cento dell’aristocrazia era diventato protestante… sembrava la fine della chiesa cattolica nella regione. [E come ha reagito la chiesa?] Con l’abolizione delle strutture e con l’accettazione del ‘non-celibato’? No. Semplicemente formando dei nuovi preti ardenti nel celibato in un piccolo seminario di Vienna. Riconquistando il terreno parrocchia per parrocchia. Questi preti attiravano i fedeli per la loro disponibilità al Signore, e la cosa la percepivano anche i fedeli. La chiesa reagì anche creando centri attraenti di spiritualità: i grandi monasteri della regione si ripopolavano. A poco a poco l’Austria è ritornata a essere il paese cattolico che ancora è»

Sull'ultima affermazione nutriamo forti dubbi ma su tutto il resto concordiamo. Grazie, Eccellenza!