mercoledì 11 aprile 2012

filii et filiae, sed ubi patres?




PREGHIERA



Non voglio assolutamente intristirmi per i preti e i vescovi disubbidienti: il loro nome è legione, ci penserà Padre Amorth. Voglio invece rallegrarmi per l’esistenza di un Papa a Roma e di un biblista a Rimini. Quest’ultimo si chiama don Carlo Rusconi e ha fatto un discorso bellissimo: “Sentendo persone autorevoli dire che pagare le tasse è un dovere morale, mi sono chiesto come mai. C’è l’intenzione della Chiesa italiana di presentare i cristiani come buoni cittadini, con il rischio di invitarli a commettere atti profondamente immorali, pagando le tasse”. Leggendo il suo intervento ho cominciato a capire perché a ogni versamento Irpef mi sento la coscienza così sporca. Il sacerdote romagnolo ha inoltre precisato le condizioni alle quali sarebbe cristianamente lecito accettare l’imposizione tributaria: “Primo: dovrei arrivare a dimostrare che il sistema fiscale italiano è equo, perché se non dimostro questo il mio pagare le tasse è un’ingiustizia. Secondo: dovrebbe essere possibile pretendere che dalle mie tasse non sia prelevato niente per finanziare l’aborto di Stato o le guerre”. Così parla un vero religioso, non prete di Cesare ma uomo di Dio e della mia consolazione.