L'uso della lingua latina è un efficace antidoto ad ogni corruttela della pura dottrina
«È severamente da riprovarsi il temerario
ardimento di coloro che di proposito introducono nuove consuetudini liturgiche o
fanno rivivere riti già caduti in disuso e che non concordano con le leggi e le
rubriche vigenti. Cosi, non senza grande dolore, sappiamo che accade non
soltanto in cose di poca, ma anche di gravissima importanza: non manca, difatti,
chi usa la lingua volgare nella celebrazione del Sacrificio Eucaristico... L'uso
della lingua latina... è un chiaro e nobile segno di unità e un efficace
antidoto ad ogni corruttela della pura dottrina...» (Pio XII, "Mediator Dei",
1947).
"Non ci si meravigli poi che l’Eucarestia divenga per taluni una semplice festa dell’unità umana, in cui Dio è semplicemente spettatore. Qui, siamo non alla eresia, ma alla apostasia". (card. Giuseppe Siri)
Nessuna legge può essere invocata per condannare coloro che vogliono conservare la fede
"Se il Papa è davvero un successore di Pietro, non può non continuare la
Tradizione, non può non portare con sé questo deposito, altrimenti dove lo
troveremmo? È lui che ha ricevuto l’onere di questo deposito della fede per
trasmetterlo e noi teniamo a esso come alle nostre pupille. Siamo attaccato a
quel che il Papa ha di più caro: difendere il deposito della fede, trasmettere
il deposito della fede, la rivelazioni degli apostoli, date agli apostoli da
Nostro Signore. Dunque noi non siamo affatto contro il Papa.
Tutta la legge della Chiesa è fatta per difendere
la fede. Nessuna legge può essere invocata per condannare coloro che vogliono
conservare la fede". (Mons. Marcel Lefebvre)
"Non corrisponderebbe maggiormente all'intima realtà e verità del pane consacrato, se anche oggi il fedele per riceverlo si prostrasse a terra aprendo la bocca come il profeta che riceveva la parola di Dio (cfr Ezechiele, 2) e lasciandosi nutrire come un bambino - poiché la Comunione è un allattamento spirituale? Un tale gesto sarebbe anche un impressionante segno della professione di fede nella presenza reale di Dio in mezzo ai fedeli. Se sopraggiungesse qualche non credente e osservasse un tale atto di adorazione, forse anche lui « si prostrerebbe a terra e adorerebbe Dio, proclamando che veramente Dio è tra voi » (1 Corinzi, 14, 24-25)". (Mons. Athanasius Schneider)