giovedì 16 agosto 2012

Per la contraddizion che nol consente… vescovi della Chiesa cattolica, mettetevi d'accordo!

“Il numero dei preti e dei religiosi che si separeranno dalla vera religione sarà grande; fra queste persone vi saranno anche dei vescovi. La Chiesa subirà una crisi spaventosa. Si vedrà l'abominio nei luoghi santi; nei conventi i fiori della Chiesa saranno putrefatti e il demonio diventerà come il re dei cuori. Il demonio userà tutta la sua malizia per introdurre negli ordini religiosi delle persone dedite al peccato. Alcuni sacerdoti con la loro cattiva vita diventeranno delle cloache d'impurità, e le loro colpe cadranno come dei colpi di mannaia sull’intera Chiesa. Il Santo Padre soffrirà molto. I cattivi attenteranno a lui diverse volte, tentando di colpirlo in ogni modo.” (Messaggio di La Salette)

 

tratto da http://www.unavox.it/FruttiPostconcilio/NuoviPreti/Mons-Machado.html


LO STATO PIETOSO
DI CERTA GERARCHIA CATTOLICA MODERNA


Il caso di un vescovo brasiliano

Mons. Paulo Sérgio Machado



Riportiamo il breve testo dell’editoriale del Bollettino della Comunidade Servos do Cristo Redendo, di Araraquara, nella diocesi di São Carlos, nello Stato di San Paolo, in Brasile, firmato dal vescovo del luogo, Dom Paulo Sérgio Machada (anno XIX, n. 940, del 31marzo 2012) .
Lo riportiamo, non tanto perché parla e sparla della liturgia tradizionale, quanto per come lo fa, dimostrando una povertà intellettuale e una formazione cattolica che, forse, farebbero bella figura in un cortile da allegre comari, ma che sono squalificanti per un supposto Successore degli Apostoli. Che i vescovi moderni disprezzino la Tradizione, è un fatto che non meraviglia più nessuno, ma che molti di essi non siano neanche capaci di farlo decentemente, è cosa che avvilisce, non tanto per loro stessi, visto che il disprezzo della Tradizione e la limitazione mentale e spirituale sono sinonimi, quanto per il pericolo che corrono le anime che sono state affidate alla loro cura dalla moderna Chiesa conciliare, che dimostra di essere più preoccupata di svuotare l’Inferno che di riempire il Paradiso.
Qualcuno, un po’ snob, potrebbe chiedersi come mai ci preoccupiamo di un povero vescovo di periferia e noi risponderemmo ponendo sempre la stessa domanda che ci facciamo da 40 anni: ma chi l’ha fatto vescovo questo poveretto?
Noi no! Il Vaticano sì!
Ma vediamo cosa blatera questo pover’uomo.
Ritorno al Medio Evo

Non riesco a comprendere come, in pieno XXI secolo, esistano persone che vogliono il ritorno della Messa in latino, con il prete celebrante che “volge le spalle al popolo” e che utilizza i pesanti paramenti “romani”. Quest’anno celebriamo i cinquant’anni dell’apertura del Concilio Vaticano II e mentre sentiamo il bisogno di realizzare un Vaticano III, ecco che troviamo gente che vuole tornare al passato.
E quello che è più preoccupante è che queste persone hanno frequentato l’Università, sono entrate all’Università, ma l’Università non è entrata in loro. Penso che sia giunto il momento per i nostri scienziati di inventare un apparecchio per “aprire le teste”. Il “decongestionante” è ormai più che superato, soprattutto perché queste persone non realizzano che si trovano “fuori gioco”, “fuori tempo”. Esse vogliono ritornare ad ogni costo al passato. Vivono di miracoli e di apparizioni, di devozioni e di storie strappalacrime.
Immaginiamo un prete che celebra in latino in una piccola cappella rurale. “Dominus vobiscum”. “Et cum spiritu tuo”. La nostra gente semplice penserà che il prete è matto o quantomeno che sta imprecando. Mi ricordo di quand’ero bambino, quando la messa era in latino. Le pie donne, non comprendendo nulla pregavano il rosario. Non ho niente contro il rosario – per inciso io recito il rosario tutti i giorni – ma il rosario è una preghiera, non una celebrazione.
Manca solo che si torni a difendere i famosi “veli” che coprivano le teste delle donne. E io mi chiedo: perché non gli uomini? Sarebbe bello vedere gli uomini con i “veli merlettati”. Difficile sarebbe trovarne di disposti a usarli. Tranne qualche “sbandato” che va in giro con la pretesa di insegnare il padre nostro al vicario.
Ma la domanda rimane: cosa c’è dietro? Nostalgia? Penso di no. C’è di più: un desiderio morboso, una paura del nuovo. Un’avversione al cambiamento. Quello che potremmo chiamare, per usare un’espressione francese, “laissez faire, laissez passer”, un “lascia fare per vedere come finisce”. È il tentativo di mantenere lo “status quo”, anche se di questo “status quo” beneficia solo a una mezza dozzina. E gli altri, che vadano al diavolo.
Per questi puritani l’inferno è pieno di gente, quando in verità quello che è pieno è il cielo, perché Dio vuole la salvezza di tutti. E non solo di una minoranza moralista che vede il peccato dappertutto e per la quale il diavolo è più potente di Dio.
“Aprite i vostri cuori e non le vostre vesti”, dice il profeta. Gente che si preoccupa di nettare le coppe e calici e non le menti e i cuori. È la vecchia posizione dei farisei – che anche oggi sono in tanti – che criticavano Gesù che guariva di sabato. Mi viene in mente la storia di una persona che, avendo inteso la notizia che Giovanni aveva assassinato Pietro il venerdì santo, disse: “perché non ha aspettato a farlo sabato?”. Per questa persona la cosa più importante era il giorno.
Termino citando due pensieri che fanno riflettere. “Il passato è una lezione da meditare, non da riprodurre” (Mario de Andrade – autore di Macunaíma); “Dall’altare del passato, cogli il fuoco, non le ceneri (Jean Jures – capo socialista francese).

Dom Paulo Sérgio Machada – Vescovo di São Carlos
Intanto si dichiara a favore di un Vaticano III, convinto com’è che il Vaticano II non sia riuscito a fare tutti i disastri che questa gente si aspettava. E non si tratta dell’idea di un piccolo innocuo prelato di provincia, perché anche il vescovo della più grande diocesi del mondo, un certo Carlo Maria Martini, in quel di Milano, la pensa allo stesso modo, senza contare tanti monsignori di Curia.
Da buon progressista, poi, auspica un intervento della scienza moderna per mettere a posto la testa di quei testoni di cattolici fedeli alla Tradizione. A conferma che il metodo staliniano di rinchiudere in manicomio i “nemici della rivoluzione” è sempre in cima ai pensieri di questi nuovi preti della nuova Chiesa conciliare.
Sorvoliamo, ovviamente, sugli altri luoghi comuni da quattro soldi, perché parlano da soli della brillantezza della mente di questo tizio, che probabilmente avrà esagerato con la brillantina fino a farsela penetrare nella cute della “cabeça” e a inondare il cervello; e andiamo alle due citazioni finali.

La prima è di un autore brasiliano dei primi del secolo scorso, noto per il suo avanguardismo progressista, a riprova che questi supposti cattolici non è alla Sacra Scrittura che si abbeverano, ma alla mala letteratura moderna, la cui origine e il cui scopo sono semplicemente la distruzione della vera religione di Cristo.
La seconda è di un “capo socialista francese”, cioè di uno di quei personaggi che, come tutti i cattolici sanno, hanno sostituito i Padri della Chiesa nella formazione culturale dei nuovi preti della nuova Chiesa.


E non ci si venga a dire che esageriamo, poiché è noto a tutti che uno di questi nuovi preti che citano più i pensatori moderni che i Padri della Chiesa, il Papa lo ha espressamente voluto in Vaticano con incarichi importanti… niente nomi, per carità cristiana!

Che dire?
Innanzi tutto pregare, pregare sempre, perché il Signore salvi la Chiesa dalle conseguenze delle colpe degli uomini della Chiesa.Poi, non desistere mai dalla battaglia per la difesa della Tradizione e della Vera Religione di Cristo, contro il modernismo e la falsa religione dell’uomo instaurate nella Chiesa dal Vaticano II.

Sedes Sapietiae, ora pro nobis.

mentre tratto da: http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2012/08/vescovo-americano-chiede-ai-suoi.html


Vescovo americano chiede ai suoi seminaristi di imparare l'usus antiquior

Leggo da Tradinews:

Lo apprendiamo dal blog del celebre Father Zuhlsdorf. Mentre i vescovi tutt'al più talvolta celebrano la messa di rito romano nella sua forma extraordinaria soltanto nel quadro di cerimonie eccezionali (ad esempio Confermazioni), il vescovo di Madison, negli Stati Uniti, Mons. Robert C. Morlino, ha celebrato questa forma davanti ai 32 séminaristes della sua diocesi.

Se egli ha celebrato questa messa, antica e venerabile, non è soltanto per offrire un corso dal vivo di storia liturgica, e neppure per dar loro modo di vivere almeno una volta nella loro vita l'esperienza della messa tradizionale. No, la fatica di Mons. Morlino va più lontano. Egli ha esplicitamente dichiarato ai suoi seminaristi che si augurerebbe che tutti imparassero a celebrare questa forma prima di ricevere il sacramento dell'Ordine. Non si tratta evidentemente di fare dei suoi seminaristi dei preti che celebrano esclusivamente l’usus antiquior, benché sia ragionevole pensare che alcuni possano diventare « exclusivisti » dopo aver gustato le ricchezze dottrinali, spirituali e liturgiche di questo venerabile rito.

In sostanza, con l'ordinario di Madison abbiamo un vescovo che esprime chiaramente il suo auspicio che la messa tradizionale sia appresa e compresa e che serva come modello di messa cattolica, anche per la celebrazione della forma ordinaria. Ma, unendo egli stesso il gesto alla parola ha dato l'esempio celebrando questo rito davanti ai preti di domani. Mons. Morlino non è soltanto il vescovo di Madison, è un modello per i vescovi del mondo intero. Che potrebbero ben intraprendere la stessa via…