sabato 26 aprile 2014

ci si domanda se sia possibile che la Chiesa divorzi dalla sua Dottrina


Divorzio, Comunione e conseguenze. . .

Il pronunciamento - o “alzamiento” – emesso dalla diocesi di Friburgo lo scorso ottobre sotto la spinta dell’ex amministratore apostolico, Mons. Robert Zollitsch già vescovo della stessa, e fatto proprio dalla Conferenza Episcopale Tedesca, invita a “rendere visibile [!?] l’ atteggiamento umano e rispettoso [?] di Gesù nel contatto con le persone divorziate e con chi ha deciso di risposarsi col rito civile”.
Si tratta, in pratica, della prima mossa in vista del Sinodo dell’ ottobre 2014 – per il quale papa Bergoglio ha fatto diffondere un questionario ad hoc – durante il quale sarà posto in discussione un argomento che non andrebbe nemmeno pensato come oggetto di esame. Ma tant’è!
La deliberazione dell’episcopato germanico verrà considerata quale contributo al futuro dibattito (formula politichese per dire che di fatto è già approvata).
Figuriamoci! Più che contributo questo sembra essere un tema all’ordine del giorno da considerare quale piattaforma da cui espandere il discorso. E ciò è tanto vero che Mons. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del futuro Sinodo, afferma che “quello dei sacramenti ai divorziati risposati è un tema da affrontare con un approccio nuovo”. E ti pareva che mancasse la parola totem “approccio” e, soprattutto, “nuovo” perché la cultura del mondo lo esige e la Chiesa, arretrata ma che s’è dichiarata aperta al mondo, deve obbedire per scoprire le novità!
Insomma, nell’attesa del Sinodo, la Conferenza Episcopale Tedesca, fattasi scudo di quell’improvvida e suicida liberalità papale con cui si concede alle Conferenze Episcopali “qualche autentica autorità dottrinale” (Evangelii gaudium – cap. I, n. 30), permetterà ai divorziati / risposati, in via sperimentale, l’accesso ai sacramenti. Per ora in via “sperimentale”, poi si vedrà. Con la sicurezza che conferisce quel detto antico, di dantiana memoria: “Capo ha cosa fatta” (Inf. XXVIII, 107), perché naturalmente si dirà e si predicherà quanto benefico e proficuo sia stato il provvedimento che ha permesso il ritorno di tante persone alla fede. Ipocrisia allo stato puro, che fa della causa un tutt’uno con l’effetto, diventato, questo, a sua volta conferma della sperimentazione.
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Dobbiamo tirar giù delle riflessioni ché siffatta deliberazione apre le porte a scenari inquietanti di disonesta esegesi, di apostasia e di tradimento. Riflessioni che non vogliono essere sicura previsione ma che, tuttavia, sono le logiche prevedibili conseguenze.
L’accesso all’ Eucaristia dei divorziati produrrà questi effetti:
1 – il divorzio, in quanto tale, diverrà una pratica permessa e lecita e renderà ovvii un secondo, un terzo, un quarto matrimonio;
2 – la Sacra Rota cesserà d’ esistere poiché, mancando materia del contendere, risulteranno inutili la sua funzione e il suo intervento, con buona pace del Diritto Canonico;
3 – con l’accesso alla Comunione sarà aperto anche quello alla Confessione dove, paradossalmente, non ci sarà più necessità di pentirsi dell’adulterio stante la cancellazione di questo;
4 – si darà adesione al disegno massonico della famiglia “allargata” con caduta del ruolo della genitorialità, con la dismissione dell’autorità e con la compresenza di più madri e padri in attesa che un ulteriore Sinodo prenda in esame, in “via sperimentale”, per poi approvarla, la coppia omosessuale;
5 – verrà clamorosamente ammonito col cartellino rosso Dio Padre e saranno riabilitate Sodoma e Gomorra, verrà smentito e zittito Cristo, che ha decisamente condannato lo scioglimento del vincolo da Dio benedetto e definito adultero/a l’uomo o la donna che sposa un divorziato/a (Mc. 10, 11–12), e unitamente a Lui, verrà sconfessato San Paolo che, divinamente ispirato, ha tuonato contro la sodomia, l’adulterio, il vizio (I Cor. 6, 7/11).
Ma che cosa al proposito si dice nei sacri Palazzi?
Non possiamo mica parlare sempre di divorzio e di aborto” afferma infastidito papa Bergoglio che, parimenti, si dichiara non autorizzato a giudicare un omosessuale che “cerca Dio” (un simile soggetto non Lo troverà mai in chi, continua a darsi al vizio, caro Santo Padre!). D’altra parte, sempre sua Santità deplora che la pratica spirituale debba o possa interferire nella vita quotidiana. Eh già, mai più rigore! perché, con l’aria teutonica che tira, e che presto investirà le zone mediterranee e Roma, con il peccatore già assolto a priori dalla dottrina giovanvigesimoterza, anche il peccato sarà derubricato a normale momento esperienziale.
L. P.