LA GRAZIA E NON LA RIVOLUZIONE
Pubblichiamo l'editoriale del numero di Dicembre 2015
di "Radicati nella fede"
LA GRAZIA E NON LA RIVOLUZIONE
Editoriale "Radicati nella fede" - Anno VIII n° 12 - Dicembre 2015
  Il Natale cristiano pone il principio della grazia. Dio viene sulla 
terra, si fa uomo, per caricarsi del peccato degli uomini e pagare sulla
 Croce il prezzo del nostro riscatto.
 La redenzione è opera di Gesù Cristo, Dio fatto uomo; è opera del suo 
sacrificio, della sua Croce, che continua nel tempo con il sacrificio 
propiziatorio che è la Messa cattolica.
 Non ci possiamo salvare con le nostre forze, nessuno può riscattare se 
stesso; nessuno può, con la propria azione, darsi la vita eterna. Tutto 
il nostro desiderio di bene, fosse anche in noi sincero e puro, non ci 
salverà senza la grazia di Cristo, senza la grazia di Dio.
 Il principio della grazia non solo deve essere all'inizio di ogni 
nostra considerazione, ma deve essere il criterio di giudizio e il 
principio operativo di ogni azione che voglia dirsi cristiana, cioè vera
 ed efficace.
 Si susseguono in questi giorni le notizie di scandali continui in 
Vaticano e nella Chiesa, scandali che coinvolgono i Pastori del gregge 
di Dio; scandali che fanno male, che creano sconcerto e inciampo, e che 
rendono ancora più deboli difronte alle drammatiche violenze del 
terrorismo.
 Fermo restando che molto di ciò che è propagandato va verificato, ci 
sentiamo in dovere di dire una parola su tutto questo, una parola che 
pensiamo cristiana, e lo facciamo applicando, appunto, il principio 
della grazia.
 Occorre innanzitutto non cadere in una falsa analisi che nasce dal 
mondo e non da Dio: non è innanzitutto la Curia Romana ammalata che 
infetta la Chiesa, ma è la Chiesa ammalata, e gravemente da troppi anni,
 che ammala anche la Curia.
 Una Chiesa sconquassata dalla mancanza di dottrina chiara, che ha 
cullato al suo interno tanti covi di eresia, formale o meno non importa,
 ha prodotto i suoi Pastori, confusi e deboli.
 Una Chiesa che ha giocato con la morale, parlando di una facile 
misericordia che omette le conseguenze devastanti del peccato, ha 
espresso i suoi “quadri dirigenti” a sua immagine e somiglianza. Certo, 
nella Chiesa il male c'è sempre stato, è frammisto come la zizzania al 
buon grano, da sempre; Gesù ce lo ricorda nelle sue parabole (Mt 13, 
24-30), ma come negare che ora la misura è veramente troppa?
 Una Chiesa, infettata dal desiderio di essere al passo con la modernità, ha prodotto una Curia mondana.
 Una Chiesa, preoccupata di un facile consenso, ha prodotto, troppe 
volte, Pastori dediti all'immagine e non alla sostanza della santità.
 Una Chiesa, americanizzata nell'attivismo (che si chiama appunto 
“Americanismo”, vedi Enciclica di Leone XIII), ha prodotto Pastori che 
hanno fatto delle “pubbliche relazioni” un sostitutivo alla preghiera e 
alla penitenza, che sole hanno valore di intercessione.
 Insomma, una Chiesa moderna, sì tanto moderna, produce una Curia mondana, troppo e solo umana.
 E l'umano, lasciato a se stesso, produce peccato, di ogni genere.
 Dobbiamo però stare attenti, molto attenti: non possiamo assumere, per 
reazione, un criterio protestante per riformare la Chiesa. I Protestanti
 hanno preteso di riformare la Chiesa facendo battaglie “purificatrici”,
 attaccando i vertici, la Curia Romana, i Pastori, pensando così di 
inaugurare  una “nuova Chiesa”. Così facendo i Protestanti hanno di 
fatto distrutta la Chiesa e non hanno più ritrovato Cristo.
 E' il principio del Naturalismo, che pensa di purificare la casa di Dio con il mezzo umano della lotta alla struttura.
 E' il metodo che, inaugurato dall'eresia protestante, è passato poi ad 
ogni Rivoluzione: far fuori gli “impuri” per migliorare la società.
 E' il principio che fonda tutte le dittature, quelle di ogni colore, 
tutte iniziate per migliorare il mondo, per reagire alla corruzione.
 Basta però scorrere le pagine di qualsiasi manuale di storia per 
sapere, con certezza, che il “mondo migliore”, inaugurato da ogni 
Rivoluzione purificatrice, è sempre stato peggiore di quello di prima. 
Manca alla Rivoluzione il principio, il metodo della grazia: l'uomo nel 
suo orgoglio ferito vuole migliorare il mondo con le sue forze, ma 
finisce col distruggere l'opera di Dio.
 Il principio della grazia, inaugurato dal Natale di Cristo, pone invece all'inizio la santificazione personale.
 La Chiesa va male perché tu hai peccato. E' il tuo peccato che 
contribuisce al male del mondo; e sarà la tua conversione, la tua 
santificazione, che farà respirare la Chiesa e la purificherà.
 Anche qui stiamo attenti a non ricadere, anche desiderando la santità, 
nel Naturalismo: non ci saranno conversione e santità possibili se ci 
appoggeremo al solo nostro sforzo; occorre partire dagli strumenti della
 grazia che sono i sacramenti, accompagnati dall'unica dottrina di 
verità comunicata dalla Rivelazione.
 Non ci sarà santità possibile, continuiamo a ripeterlo, se non ai piedi del Calvario dove Cristo ci santifica.
 Non ci sarà purificazione possibile per la Chiesa, per te e per tutti, 
se non ai piedi del Calvario di oggi, che è l'altare dove è celebrato il
 Divino Sacrificio.
 La battaglia per la Messa tradizionale, che continuiamo a compiere, si 
inserisce in questo principio della grazia che, unica, salverà le anime.
 Voler purificare la Chiesa senza la Messa cattolica è una tragica illusione.
 Purificare la Chiesa senza tornare alla Messa di sempre, la Messa che 
ha fatto i santi, la Messa che non rincorre affannosamente la modernità,
 equivale all’errore di un nuovo Pelagianesimo, che produrrà cadaveri 
dove dovevano sorgere anime salvate dalla conversione.
 Che il Natale di Cristo faccia sorgere un popolo di umili che, riconoscendosi peccatori, si abbeverano alla grazia di Cristo.
 Faccia sorgere questo popolo per la pace di tutti; Pastori e gregge 
rinascano alla grotta di Betlemme, che è già Calvario, che è già il 
luogo della grazia che salva.
 Pastori e gregge rinascano nella Messa della tradizione, che parla con 
purezza della grazia che salva; e che dà le condizioni perché questa 
grazia produca i suoi frutti di santità. 
 Allora sarà la Riforma, quella vera.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
