mercoledì 10 marzo 2010

Lo splendore della Messa cattolica: Era l'atto che aveva valore presso Dio, e non già le parole


Pubblichiamo un brano tratto dal romanzo "Con quale autorità?" di Mons. Robert H. Benson (1871-1914), figlio del Primate della Comunione Anglicana, convertitosi al cattolicesimo, fu ordinato sacertote il 12 Giugno del 1904 nella basilica di San Silvestro a Roma. Benson è anche l'autore de "Il padrone del mondo" (Milano, Jaca Book, 1987).  


"La cappella della Hall era nell’ala del chiostro, ma certo nessun estraneo avrebbe mai sospettato che fosse l’andito che univa il salottino di Lady Maxwell con la sua camera da letto. Quest'andito di circa quattro metri per ogni lato pareva avere la stessa larghezza delle due stanze, ma non era che un'illusione prodotta dal fatto che una delle sue pareti era un poco sporgente e l'altra più sottile, mentre le pareti delle stanze erano rivestite di legno e di pesanti arazzi. In quell'andito non c'era che un gran cassone con dentro un vecchio vestito e delle stoffe, ma, spingendo il suo fondo in due punti contemporaneamente, l'asse dal lato della parete cedeva, rivelando un nascondiglio, dove erano riposti gli arredi sacri; di lì poi si passava in una stanzina dove vi era posto per due persone e dalla quale, in caso di estremo pericolo, si poteva arrivare sul tetto.

La mattina seguente, prima ancora delle quattro, Mrs. Margaret andò a svegliare Isabel, raccomandandole di vestirsi al buio perché la casa poteva essere sorvegliata e dalla finestra trasparire un po' di luce. La fanciulla si vestì in fretta e poi, attraversati alcuni corridoi rischiarati soltanto da lumicini a olio posti negli angoli, entrò nel salottino di Lady Maxwell e quindi nell'andito, che aveva adesso un aspetto del tutto diverso dal solito. Il cassone, trasformato in altare, era ricoperto da una tovaglia; un piccolo rialzo indicava il posto della pietra sacra e nel mezzo era un gran crocifisso d'argento con ai lati delle candele accese; il davanti del cassone, sul quale era scolpito il sacrificio di Abramo e l'offerta di Melchisedech, faceva le veci di paliotto e alla parete era appeso un quadro raffigurante la Vergine col Bambino Gesù. Tre panche erano state poste davanti all'altare. Isabel andò a prender posto nella prima accanto a Mrs. Margaret; in quelle dietro erano già varie persone di servizio. Fuori spirava una leggera brezza e l'aria dell'andito, anch'essa un poco mossa, faceva vacillare le fiammelle delle candele. Dopo un po' si udì il passo di una persona che camminava a stento, e si vide comparire il prete in veste talare sostenuto da sua madre; giunti vicini al posto di Lady Maxwell, egli le fece un rispettoso inchino; poi lentamente si avvicinò all'altare e si fece il segno della croce. Uno dei servi, accortosi che non aveva la forza d'indossare da solo le vesti sacerdotali, gli pose intorno al collo l'amitto; poi gli mise il camice raccogliendolo intorno ai fianchi col cingolo, gli dette la stola da baciare, gli adattò manipolo al braccio sinistro e per ultimo lo coprì con la rossa pianeta e il prete fu di nuovo, come la domenica precedente, in rossi paramenti; ma ahimè, quanto cambiato! Quindi il servo gli si inginocchiò accanto e il sacerdote incominciò a recitare le preghiere che servono di preparazione all'atto più grande della religione; accostatosi poi all'altare, si chinò lentamente, lo baciò e la messa ebbe principio.

L'attenzione di Isabel era così concentrata nell'ascoltare quel mormorio di parole latine e nell'osservare i movimenti del prete, che non aprì neppure il libro di preghiere imprestatole da Mrs. Margaret.

Sino allora il culto pubblico era stato per lei qualche cosa di affatto diverso, ed era consistito nell'ascoltare il predicatore dal pulpito, credendo che la sua parola dovesse avere un effetto sacramentale sull'anima, o nel seguire le preghiere che egli recitava distintamente e con enfasi affinché l'intelletto dei suoi uditori vi assentisse con un sincero Amen. Il ministro protestante era un ministro della parola di Dio all'uomo, era un interprete del Vangelo; qui invece il sacerdote si rivolgeva a Dio e non all'uomo, e per questa ragione parlava a bassa voce e in una lingua che, come Campion aveva detto sul patibolo, «entrambi intendevano». Inoltre, e qui stava la seconda fondamentale differenza, non era affatto necessario seguire parola per parola ciò che il prete diceva, poiché l'essenza di quel culto non consisteva nell'afferrare il significato di parole, ma in un volontario e pieno assenso e partecipazione dei fedeli al supremo atto per il quale le parole erano sì necessarie, ma subordinate; era dunque l'atto che aveva valore presso Dio, e non già le parole. E Isabel, nel pensare che per quei cattolici lì riuniti era di nuovo offerto a Dio il Sacrificio della Croce, si sentì, per quanto non intravedesse ancora che in modo confuso il sublime mistero, profondamente commossa. Intanto Iddio, che dall'alto dei cieli aveva guardato con compiacenza fra le tenebre del Calvario allorquando vi si compiva l'atto supremo col quale il mondo veniva redento, guardava ora nell'oscura cappellina, dove si rinnovava il medesimo Sacrificio per opera di un uomo, il quale, in virtù della sua partecipazione al sacerdozio del Figlio di Dio, aveva il potere di pronunciare quelle impressionanti parole, per mezzo delle quali quel Corpo che era stato appeso in croce, e quel Sangue che da Esso era uscito, erano di nuovo esposti ai Suoi occhi sotto le specie del pane e del vino.

La voce del sacerdote si fece sempre più sommessa, sino a che si spense in un solenne silenzio; i fedeli si prostrarono in una più profonda adorazione ed egli, con un doloroso sforzo, alzò le deboli braccia tenendo l'Ostia fra le dita; in quel momento anche la giovane puritana chinò il capo, ed elevò il cuore a Dio supplicandolo di guardare il mistero che si stava compiendo in terra e, per amore del Suo Figlio diletto, di diffondere la Sua Grazia sulla Chiesa cattolica, di fortificare e salvare i vivi, di dare pace e riposo ai morti, e di ricordarsi in special modo di suo fratello Anthony e di Hubert, ch'essa amava tanto; di Mrs. Margaret, di Lady Maxwell e di suo figlio, il quale non solo come prete, ma anche come vittima aveva acquistato una somiglianza con l'Eterno Sacerdote, e che ora portava sul suo corpo i suggelli di Gesù Cristo.

Allorché il sacerdote si fu comunicato, Lady Maxwell e Mrs. Margaret si alzarono per ricevere da lui il Corpo del Signore; seguirono alcune brevi preghiere e con esse ebbe termine la messa. Isabel aiutò allora Mrs. Margaret a rimettere tutto a posto e poi uscì con lei dalla cappella, dove non rimasero che il sacerdote e sua madre.

Giunte nel salottino, la vecchia signora gettò le braccia al collo della fanciulla. «Che Dio ti benedica! avevo pregato tanto per te. Adesso torna a coricarti perché non sono che le cinque; ti chiamerò prima che James parta.»

La fanciulla obbedì ma stette a lungo senza poter prender sonno; le pareva ancora di udire la voce sommessa del prete, e di vederlo chinarsi per baciare l'altare, mentre accanto a lui, in ginocchio e a capo chino, stava il vecchio servitore. Poi cominciò a riflettere su ciò che aveva fatto: era stata presente a quello che il governo considerava un delitto; ed era per quell'innocente insieme di atti, di parole e di oggetti che creature di carne e ossa come lei erano pronte a morire, mentre altre avevano il coraggio di metterle a morte. Sì, era alla messa, a quell'atto sublime e terribile, così pieno di significato e di valore ch'essa aveva assistito. Pensò ad Anthony che sarebbe stato così indignato se lo avesse saputo; a Hubert che forse per lei aveva rinunciato a questa fede sublime; a suo padre che su questa terra non l'aveva mai conosciuta, e finalmente a Mrs. Margaret, la quale possedeva una così profonda vita spirituale da superare tutto ciò che lei aveva mai sperimentato, o soltanto immaginato, e l'anima di questa vita era la messa. Questo insieme di atti e di parole pure per migliaia di altre persone era più prezioso di qualsiasi preghiera e meditazione; ma era possibile che l'intero edificio di preghiera e di sacrifici posasse su una follia?

Passò quindi a considerare il lato spirituale della messa; era veramente avvenuto ciò a cui credeva così fermamente la buona Mrs. Margaret? Erano cioè il Corpo e il Sangue del Signore divenuti presenti sull'altare in virtù delle Sue stesse parole? Era realmente quell'azione di una sola mezz'ora l'atto più grande della religione? Era vero che l'Agnello di Dio, eternamente immolato, offriva se stesso e la sua morte al Padre per mezzo di un sacrificio incruento e così augusto che gli stessi angeli non potevano celebrarlo e lo veneravano di lontano? Oppure era tutto ciò, come le era stato insegnato nella sua infanzia, una fanciullesca, empia buffonata? La giovane puritana, che durante quella sua prima messa si era offerta con Gesù all'eterno Padre, fece ora tremante il primo passo verso il riconoscimento di una reale, visibile autorità: «Credo» diss’ella a se stessa «che la messa è nella sua essenza un medesimo sacrificio con quello della croce, non già perché la mia esperienza me lo insegna, e neanche perché la Bibbia me lo attesta, visto che le parole della Scrittura possono interpretarsi in modo diverso; ma credo perché me lo dice quella società che io mi propongo di considerare come divina, e che rappresenta in terra il Verbo Incarnato, la quale anzi è il Suo Mistico Corpo; e io mi rimetto a Lei, mi abbandono nelle sue braccia, che sono le stesse braccia dell'Eterno, e pendo dalle sue labbra per mezzo delle quali parla l'Infallibile Verbo».

E dopo questo primo atto di fede cattolica, la fanciulla provò finalmente un senso di quiete e di pace e, stanca per tante emozioni, finì coll'addormentarsi."

(Robert. H. Benson, Con quale autorità, Milano 1997, pp. 243-248)