mercoledì 26 maggio 2010

un sillabo dall'America

Quando Benedetto XVI indica la luna i clericali guardano il dito del celibato


Per Lorenzo Albacete lo scandalo pedofilia ha fatto emergere una crisi di identità all’interno della Chiesa. Ecco la “riforma” richiesta dal Papa

Lorenzo Albacete è un sacerdote cattolico americano, editorialista del New York Times Magazine e consigliere teologico degli arcivescovi di Boston e Washington. Collabora con Tempi ed è editorialista de ilsussidiario.net.

In un commento apparso sul quotidiano telematico, dopo aver collegato gli scandali sessuali alla relazione chiesa-mondo, menzionando la “Dichiarazione Hartford” (documento del 1975 elaborato negli Usa dai rappresentanti di diverse confessioni cristiane), Albacete spiega: «Il testo è nella forma di tredici “proposizioni” respinte in quanto incompatibili con la fede cristiana e relative al rapporto Chiesa-mondo. Vorrei sottolinearne alcune: 1. Il pensiero moderno è superiore a tutte le forme passate di comprensione della realtà ed è perciò cogente per la fede e la vita cristiana. 2. Le affermazioni religiose non hanno nulla a che fare con un discorso ragionevole. 3. Gesù può essere compreso solo in rapporto ai modelli contemporanei di umanità. 4. Dato che ciò che è umano è buono, il male può essere correttamente considerato una mancata realizzazione del potenziale umano. 5. Il mondo deve dettare l’agenda alla Chiesa. 6. La questione della speranza dopo la morte è irrilevante o al massimo marginale nella concezione cristiana del compimento dell’uomo».

Riflettiamo: quante di queste proposizioni anticristiane sono oggi predicate da ecclesiastici per i quali il vero peccato della Chiesa sarebbe quello di non consentire ai preti di sposarsi o di non benedire gli anticoncezionali e le unioni gay? Non è forse questo il maggior pericolo di perversione che attraversa la Chiesa e – come accennato da Benedetto XVI nel suo viaggio a Fatima e domenica scorsa in piazza san Pietro – urge il richiamo di Pietro al “guardarci dalle seduzioni del mondo”?

Tempi, 18 maggio 2010