Con la lettera circolare che pubblichiamo qui sotto si può vedere come le più importanti deviazioni erano state subito individuate e denunciate. Già nel 1966. Impressiona questa data: a tal punto che uno potrebbe chiedersi: “ma era già una questione di interpretazione come dice la lettera o di ermeneutica come si direbbe oggi?”, “a nemmeno un anno dalla fine del Concilio?”. Il card. Ottaviani dimostrò di aver chiaro fin da subito quali sarebbero stati i mali che avrebbero afflitto per anni la Chiesa… Avvenne un po’ come per l’Euro, qualcuno ne denunciò da subito la pericolosità, ma fu inascoltato ed oggi ci troviamo a  dover concordare con chi ha detto che “L’Europa si è incartata”; fin che si tratta dell’Europa …. possiamo anche, per così dire, lasciar correre. Ma quando si tratta della Chiesa… ci preoccupiamo e a leggere interventi come quello di Mons. Ocariz, che è stato commentato nel post precedente, ci viene davvero il sospetto che, se non la Chiesa, gli uomini di Chiesa si siano davvero incartati.
| SACRA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA  FEDE Giacché il Concilio Ecumenico Vaticano II, da poco felicemente concluso, ha  promulgato sapientissimi Documenti, sia in materia dottrinale sia in materia  disciplinare, allo scopo di promuovere efficacemente la vita della chiesa, a  tutto il popolo di Dio incombe il grave dovere di impegnarsi con ogni sforzò  alla attuazione di quanto, sotto l'influsso dello Spirito Santo, è stato  solennemente proposto o decretato da quella universale assemblea di vescovi  presieduta dal sommo pontefice. Spetta alla Gerarchia il diritto e il dovere di vigilare, guidare e  promuovere il movimento di rinnovamento iniziato dal Concilio, in maniera che i  Documenti e i Decreti conciliari siano rettamente interpretati e vengano attuati  con la più assoluta fedeltà al loro valore ed al loro spirito. Questa dottrina,  infatti, deve essere difesa dai Vescovi, giacché essi, con a Capo Pietro, hanno  il mandato di insegnare con autorità. Lodevolmente molti Pastori hanno già  cominciato a spiegare come si conviene la dottrina del Concilio. Tuttavia bisogna confessare con dolore che da varie parti son pervenute  notizie infauste circa abusi che vanno prendendo piede nell'interpretare la  dottrina conciliare, come pure di alcune opinioni peregrine ed audaci qua e là  insorgenti, con non piccolo turbamento di molti fedeli. Sono degni di lode gli  studi e gli sforzi per investigare più profondamente la verità, distinguendo  onestamente tra ciò che è materia di fede e ciò che è opinabile; ma dai  documenti esaminati da questa Sacra Congregazione risulta trattarsi di non poche  affermazioni, le quali oltrepassando facilmente i limiti dell’ipotesi o della  semplice opinione, sembrano toccare in certa misura lo stesso dogma ed i  fondamenti della fede. Conviene, a titolo di esempio, accennare ad alcune di tali opinioni ed  errori, così come risultano dai rapporti di persone competenti e da scritti  pubblicati. 1) In primo luogo circa la stessa Sacra Rivelazione: ci sono alcuni, infatti,  che ricorrono alla Sacra Scrittura lasciando deliberatamene da parte la  Tradizione, ma poi restringono l’ambito e la forza della ispirazione biblica e  dell’inerranza, né hanno una giusta nozione del valore dei testi storici. 2) Per quanto riguarda la dottrina della fede, viene affermato che le formule  dogmatiche sono soggette all’evoluzione storica al punto che anche lo stesso  loro significato oggettivo è suscettibile di mutazione. 3) Il Magistero ordinario della Chiesa, particolarmente quello del Romano  Pontefice, è talvolta così negletto e sminuito, fino a venir relegato quasi  nella sfera delle libere opinioni. 4) Alcuni quasi non riconoscono una verità oggettiva assoluta, stabile ed  immutabile, e tutto sottopongono ad un certo relativismo, col pretesto che ogni  verità segue necessariamente il ritmo evolutivo della coscienza e della  storia. 5) La stessa Persona adorabile di Nostro Signore Gesù Cristo è chiamata in  causa, quando, nell’elaborazione della dottrina cristologia, si adoperano, circa  la natura e la persona, concetti difficilmente conciliabili con le definizioni  dogmatiche. Serpeggia un certo umanesimo cristologico che riduce Cristo alla  condizione di un semplice uomo, il quale un po’ per volta acquistò la  consapevolezza della sua filiazione divina. Il suo concepimento verginale, i  miracoli, la stessa Risurrezione vengono ammessi solo a parale, ma vengono  ridotti al puro ordine naturale. 6) Similmente nella teologia sacramentaria alcuni elementi o vengono ignorati  o non sono tenuti nel debito conto, specialmente per quanto riguarda  l’Eucaristia. Circa la presenza reale di Cristo sotto le specie del pane e del  vino non mancano alcuni che ne parlano inclinando ad un esagerato simbolismo,  quasi che, in forza della transustanziazione, il pane e il vino non si mutassero  in Corpo e Sangue di N.S. Gesù Cristo, ma fossero semplicemente trasferiti ad  una determinata significazione. Ci sono alcuni che, a proposito della Messa,  insistono troppo sul concetto di agape a scapito del concetto di  Sacrificio. 7) Alcuni vorrebbero spiegare il Sacramento della Penitenza come un mezzo di  riconciliazione con la Chiesa, non esprimendo sufficientemente il concetto di  riconciliazione con Dio offeso. Affermano pure che nella celebrazione di questo  Sacramento non è necessaria l'accusa personale dei peccati, sforzandosi di  esprimere unicamente la funzione sociale della riconciliazione con la  Chiesa. 8) Né mancano alcuni che o non tengono in debito conto la dottrina del  Concilio Tridentino circa il peccato originale, o la spiegano in modo che la  colpa originale di Adamo e la trasmissione del suo peccato ne restano perlomeno  offuscate. 9) Né minori sono gli errori che si vanno propagando nel campo della teologia  morale. Non pochi, infatti, osano rigettare il criterio oggettivo di moralità;  altri non ammettono la legge naturale, affermando invece la legittimità della  cosiddetta etica della situazione. Opinioni deleterie vanno propagandosi  circa la moralità e la responsabilità in materia sessuale e matrimoniale. 10) A quanto s'è detto bisogna aggiungere alcune parole circa l'ecumenismo.  La Sede Apostolica loda, indubbiamente, coloro che nello spirito del Decreto  conciliare sull'ecumenismo promuovono iniziative destinate a favorire la carità  verso i fratelli separati e ad attirarli all'unità della Chiesa; ma si duole del  fatto che non mancano alcuni i quali, interpretando a modo proprio il Decreto  conciliare, propugnano un'azione ecumenica tale da offendere la verità circa  l'unità della fede e della Chiesa, favorendo un pernicioso irenismo e un  indifferentismo del tutto alieno dalla mente del Concilio. Questi pericolosi errori, diffusi quale in un luogo quale in un altro, sono  stati sommariamente raccolti in sintesi in questa Lettera agli Ordinari di  luogo, affinché ciascuno, secondo la sua funzione ed il suo ufficio, si sforzi  di sradicarli o di prevenirli. Questo Sacro Dicastero prega vivamente i medesimi Ordinari, riuniti in  Conferenze Episcopali, di farne oggetto di trattazione e di riferirne  opportunamente alla Santa Sede inviando i propri pareri prima del Natale  dell'anno in corso. Gli Ordinari e quanti altri ai quali per giusta causa essi riterranno  opportuno mostrare questa Lettera, la custodiscano sotto stretto segreto,  giacché una evidente ragione di prudenza ne sconsiglia la pubblicazione. Roma, 24 luglio 1966. A. Card. Ottaviani | 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
