giovedì 12 luglio 2012

tramonto di una novella ostpolitik




Mons. Ma Daqin: «Alla luce degli insegnamenti della nostra Madre Chiesa, che ora servo come vescovo, dovrò concentrami sul lavoro pastorale e di evangelizzazione. Quindi mi risulta scomodo prendere certe responsabilità. Per questa ragione, dal giorno della mia consacrazione, non ritengo conveniente essere un membro dell'Associazione patriottica». (scrosciante applauso di tutta l'assemblea, molti dei fedeli scoppiano il lacrime).


La vendetta dell'Associazione patriottica: Mons. Ma Daqin sotto indagine
di Jian Mei
Il sito ufficiale del Consiglio ha pubblicato oggi una nota, controfirmata dall’Associazione patriottica, accusando il vescovo di aver violato "in modo grave" il regolamento sulle ordinazioni episcopali. Ad Harbin, fonti di AsiaNews denunciano “difficoltà” per due sacerdoti della Chiesa ufficiale che si erano opposti all’ordinazione del 6 luglio scorso.

Shanghai (AsiaNews) - Mons. Thaddeus Ma Daqin, vescovo ausiliare di Shanghai, è indagato per aver violato "in modo grave" il regolamento sulle ordinazioni episcopali in Cina. Lo confermano oggi l'Associazione patriottica e il Consiglio dei vescovi cinesi con una nota. Tuttavia, il documento non spiega in quali termini mons. Ma Daqin avrebbe violato la norma. Inoltre, fonti cattoliche di AsiaNews ad Harbin (Heilongjiang) riferiscono che due sacerdoti della Chiesa ufficiale sotto il controllo del governo stanno avendo problemi con le autorità religiose locali, per essersi opposti all'ordinazione illecita del 6 luglio scorso (v. 06/07/2012, "L'ordinazione illecita ad Harbin rafforza il partito degli 'scomunicati'. Liberato l'amministratore apostolico fedele al papa").
Secondo quanto si legge nel sito ufficiale del Consiglio dei vescovi cinesi, la nota di oggi su mons. Ma dice: "Sui quesiti sollevati nei giorni scorsi circa le regole [da seguire] per l'ordinazione del vescovo coadiutore di Shanghai, il portavoce del Consiglio dichiara: il 7 luglio, le azioni del vescovo coadiutore della diocesi di Shanghai hanno violato in modo grave il regolamento sull'ordinazione episcopale del Consiglio dei vescovi in Cina". Per questo, prosegue, "il Consiglio sta indagando e valutando il caso".
Intanto, mentre i media internazionali continuano a concentrarsi sul "riposo" di mons. Ma (v. 09/07/2012, "Deve 'riposare' in seminario il coraggioso vescovo ausiliare di Shanghai"), la diocesi di Shanghai rompe il silenzio e annuncia sul proprio sito che il vescovo è in "ritiro personale", negando "tutte le accuse che lo indicano detenuto, agli arresti domiciliari o scomparso", che sono "soltanto pettegolezzi". Tuttavia, il messaggio non si riferisce a lui come "vescovo" ma solo come "Ma Daqin".
La nota di Shanghai, apparsa sotto il nome di "portavoce della diocesi di Shanghai", sottolinea che "Ma in persona ha richiesto e ottenuto il consenso del vescovo Aloysius Jin Luxian [per andare in ritiro]. Dall'8 luglio scorso, egli è in ritiro al santuario di Sheshan, dove spera di non essere disturbato".
Ad AsiaNews i webmaster di alcuni siti cattolici della Cina continentale hanno detto che da ieri funzionari religiosi li hanno avvertiti di cancellare ogni notizia legata all'ordinazione di mons. Ma.
Nei giorni scorsi, le discussioni e i commenti apparsi su vari forum online e di gruppi cattolici sono stati molto attivi, in particolare nell'esprimere sostegno alla coraggiosa azione di mons. Ma, e nell'esortare gli altri vescovi di seguire il suo esempio. Tuttavia, altri hanno espresso disaccordo circa la mossa del vescovo (chissà perchè n.d.r.).