sabato 6 agosto 2011

A suon d'Assisi I, I, III passa l'idea che “mestier non era parturir Maria”… e scusate se è poco...

A suon d'Assisi I, I, III  passa l'idea che “mestier non era parturir Maria”… e scusate se è poco... ecco perché continuiamo a pregare che "il Buon Dio in un modo o in un altro intervenga perché la cosa non avvenga" (Mons. Bernard  Fellay nell' Intervista concessa al Distretto degli Stati Uniti della FSSPX, il 2 febbraio 2011). Sempre nella stessa intervista Mons. Fellay affermava: "Suppongo che cercheranno di provare a minimizzarla". Ciò è puntualmente avvenuto come ci ricorda l'articolo a seguire. Che ripensamenti e cambiamenti preannuncino un annullamento dell'iniziativa lo auspichiasmo vivamente: ciò sia non solo nei nostri auspici ma anche nelle nostre preghiere: continuiamo dunque a pregare perché il Santo Padre receda dal suo proposito.


Assisi: cambiamenti in vista
Recentemente l'ottimo Rodari, su Il Foglio del 7 luglio, interpretava alcuni articoli comparsi sull'Osservatore Romano come una "botta a freddo" ai firmatari dell'appello contro una nuova Assisi 1986, pubblicato qualche mese fa sul Foglio (con anche la mia firma).
Un altro vaticanista, anch’egli molto preparato ed informato, come Andrea Tornielli, legge invece gli stessi articoli in modo opposto: "Dopo l’annuncio a sorpresa dello scorso gennaio, quando Benedetto XVI ha convocato il nuovo raduno delle religioni ad Assisi per invocare la pace, alcuni storici (tra questi Roberto de Mattei) e giornalisti cattolici vicini alla sensibilità più tradizionale hanno firmato un appello chiedendo al Papa di ripensarci. E si sono detti sicuri che qualunque cosa Ratzinger dirà o farà ad Assisi, il messaggio veicolato dai media sarà quello del sincretismo religioso, di un pericoloso abbraccio tra verità ed errore che mette tutto e tutti sullo stesso piano. È evidente che le perplessità esposte dai firmatari erano e sono condivise da più di qualcuno nella Chiesa, anche a livelli più alti, anche all’interno del Vaticano. Non si spiegherebbe altrimenti la sequenza pressante di autorevoli articoli che «L’Osservatore Romano» sta mettendo in pagina per spiegare il significato del gesto papale, prevenirne le interpretazioni scorrette, fissarne i contorni e i contenuti. In sostanza, gli interventi sul quotidiano vaticano servono a fronteggiare la preoccupazione (talvolta il dissenso, anche se non esplicitato) da parte dei cosiddetti ambienti «ratzingeriani». I quali ritengono che la convocazione di Assisi - voluta da Benedetto XVI senza subire pressioni né suggerimenti – non sia in linea con il suo stesso pontificato, con le sue linee programmatiche..." (Vatican Insider).
Per Tornielli dunque sono gli stessi "ambienti ratzingeriani" ad avere paura di una nuova Assisi. Personalmente, non posso che confermarlo. Sono più d’uno gli uomini che a papa Benedetto XVI si richiamano che hanno plaudito, con discrezione, il nostro manifesto, perché temono che un'altra Assisi generi ulteriori confusioni nel già smarrito mondo cattolico.
Ha scritto dunque il cardinal Kurt Koch sull’Osservatore Romano del 7 luglio: “…Una simile "giornata di preghiera" non deve naturalmente essere fraintesa come un atto sincretistico…”. E il cardinal Bertone: “…Quest'ultimo punto era di capitale importanza: il relativismo o il sincretismo, infatti, finiscono per distruggere, anziché valorizzare, la specificità dell'esperienza religiosa. Su questo aspetto si è tornati più volte in seguito, anche a motivo di interpretazioni superficiali, che non sono mancate, di quel primo incontro di Assisi”…
E ancora: “La Giornata di Assisi si svolgerà all'insegna di quegli elementi che già caratterizzarono il primo raduno, venticinque anni fa: la preghiera, il digiuno, il pellegrinaggio. La preghiera sarà vissuta soprattutto nella dimensione del silenzio e del raccoglimento interiore, che si sono voluti privilegiare rispetto alle forme pubbliche di preghiera di ciascuna tradizione, in continuità con quanto avvenuto già nell'incontro del 2002. La preoccupazione per evitare anche solo l'impressione di qualsiasi relativismo non è solo cattolica, ed è particolarmente comprensibile nell'odierno contesto culturale, per molti versi refrattario alla questione della verità e per questo incline a una presentazione indifferenziata, e ultimamente irrilevante, del fenomeno religioso”. (Osservatore Romano, 3 luglio 2011).
Sembra chiaro, alla luce di questi interventi, che uomini vicini al papa, consapevoli di quello che significò Assisi 1986 (allora non apprezzato dal cardinal Ratzinger), stanno cominciando in questi tempi a mettere i puntini sulle i, per invitare i cattolici a non cadere nel sincretismo e nel relativismo religioso: appare inevitabile pensare non che lo facciano in opposizione al papa, ma, al contrario, di concerto con Lui.
Si prepara cioè, gradualmente, una qualche correzione di rotta, rispetto al passato, come è dimostrato dal fatto che non vi sarà preghiera comune, ma, dopo il “pranzo condiviso”, “preghiera personale”, come ha dichiarato apertamente il cardinal Tauran, sempre sull’Osservatore Romano; che i luoghi sacri cattolici non saranno dati ai membri di altre religioni per i loro riti (significativa la frase di Bertone: “Ci troveremo a camminare insieme per le strade di Assisi”, non per le chiese…); che verranno invitati anche atei, non credenti, a dimostrazione del fatto che ogni dialogo può essere fatto non in nome di un presunto Dio comune, quanto della comune appartenenza, di tutti, al medesimo genere umano.
Dialogo inter-umano, inter-culturale, dunque, se ciò significa confronto alla luce della ragione, ma ciò dovrebbe avvenire nel rispetto del principio di non contraddizione (una religione o è vera o è falsa, tertium non datur), e, quanto ai cattolici, benché molto spesso non sia così, del I comandamento e dell’evangelico: "Io sono la Via, la Verità e la Vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di Me" (Gv. 14:6). Altrimenti “mestier non era parturir Maria”…

(da Il Foglio, 21/7/2011)

venerdì 5 agosto 2011

come era verde la mia valle

A George Weigel, biografo di Papa Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, senior fellow all’Ethics and Public Policy Center di Washington, il quale si domanda che “è singolare che l’Irlanda, la cui Costituzione è stata emanata ‘Nel nome della Santissima Trinità’, sia diventata la nazione rumorosamente più anti cattolica nel mondo occidentale”, viene spontaneo rispondere: "E' la libertà religiosa, bellezza!".






mercoledì 3 agosto 2011

Pellegrinaggio della Tradizione al Santuario di Oropa

Raccomandiamo vivamente la partecipazione ai fedeli legati alla Messa tradizionale: sarà l'occasione per implorare la celeste benedizione della Beata Vergine Maria sul Santo Padre e su tutta la Chiesa. In questo frangente della storia della Chiesa la Tradizione si propone come occasione privilegiata per un grande ed imprenscindibile rinnovamento spirituale; ci congratuliamo per l'iniziativa cui auguriamo una piena riuscita.

 

Le chiese di Vocogno e Domodossola
dove si celebra la Messa tradizionale invitano al

Pellegrinaggio della Tradizione alla Madonna di Oropa

sabato 24 settembre 2011

ore 10,30 Raduno in Basilica Antica e processione di salita alla Basilica Nuova.

ore 11.00 Santa Messa solenne in Basilica Nuova.

ore 15.00 S.Rosario di fronte all'immagine miracolosa in Basilica Antica.

lunedì 1 agosto 2011

L’indulgenza plenaria del perdono di Assisi


L'indulgenza Plenaria del Perdono di Assisi. Una notte dell'anno del Signore 1216 Francesco era immerso nella preghiera e nella contemplazione nella chiesetta della Porziuncola presso Assisi, quando improvvisamente dilagò nella chiesina una vivissima luce e Francesco vide sopra l'altare il Cristo e alla sua destra la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di Angeli. Francesco adorò in silenzio con la faccia a terra il suo Signore! Gli chiesero allora che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco fu immediata: "Santissimo Padre, benché io sia misero peccatore ti prego che a tutti quanti pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, gli conceda ampio e generoso perdono, con una completa remtssione di tutte le colpe". "Quello che tu chiedi, o Frate Francesco, è grande - gli disse il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio Vicario in terra, da parte mia, questa indalgenza". E Francesco si presentò subito dal Pontefice Oriorio III che in quei giorni si trovava a Perugia e con candore gli raccontò la visione avuta. il Papa lo ascoltò con attenzione e dopo qualche difficoltà dette la sua approvazione. Poi disse: "Per quanti anni vuoi questa indilgenza?". Francesco scattando rispose: "Padre Santo, non domando anni ma anime". E felice si avviò verso la porta, ma il Pontefice lo richiamò: "Come non vuoi nessun documento?". E Francesco: "Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se questa inlalgenza è opera di Dio, Egli penserà a manifestare l'opera sua: io non ho bisogno dl alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo d notaio e gli Angeli i testimoni". E qualche giorno più tardi insieme ai Vescovi dell'Umbria, al popolo convenuto alla Porziuncola, disse tra le lacrime: "Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!".


Le condizioni per I'acquisto dell'indulgenza plenaria

Il 2 Agosto di ogni anno (dalle ore 12.00 del 1° Agosto alle 24.00 del 2 Agosto) oppure la domenica stabilita dal Vescovo si acquista l'indulgenza plenaria (In virtù dei meriti di Cristo sono rimesse le pene temporali che dovremmo scontare in Purgatorio) facendo:

1. Visita, entro il tempo prescritto, a una basilica minore, la chiesa cattedrale, o una chiesa parrochiale e recita del: Padre nostro Credo

2. Confessione sacramentale;

3. Comunione eucaristica;

4. Preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice. (almeno un Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre o altre preghiere a scelta);

5. Disposizione d'animo che escluda ogni affetto al peccato anche veniale