State et tenete traditiones (2 Thess. 2, 14): State fermi e mantenete le sante tradizioni. Il quale ricordo è specialmente necessario pei nostri tempi, nei quali sono tante le novità, cioè gli errori che si divulgano in mezzo al popolo degl’increduli. E dico novità, cioè errori, perché in religione tutto ciò che è nuovo è anche falso. Lo che si conferma dalle altre parole del Santo Apostolo: O Timothee depositum custodi, devitans profanas vocum novitates[1] (I Tim. 6, 20) (…) Sì, novità ed errore in religione è la stessa cosa. (…) Le tradizioni apostoliche, tanto quelle che riguardano la fede come quelle che riguardano le pratiche religiose sono inalterabili (…) Tenetevi dunque sempre all’antico, che antica è la Chiesa fondata da N. S. Gesù Cristo sul fondamento dei SS. Apostoli e dei Profeti, essendo Egli la pietra angolare. Con questa ragione dell’antichità confondeva San Gerolamo i novatori dei suoi tempi. (…) Credete all’antica, operate all’antica: così devono fare i cristiani. “Retinenda est antiquitas, explodenda est novitas” gridava alto Vincenzo Lirinese[2] (A. Lap. In Ep. Ad Gal. c.1, v.8). L’antichità è da ritenersi, la novità si ha da rigettare (…). Teniamo il vecchio, cacciamo il nuovo, e siamo sicuri” (Sac. GIUSEPPE FRASSINETTI Catechismo al popolo sopra il Simbolo Apostolico. Tipografia della Gioventù. Genova 1870. Pp. 26-28).