sabato 18 maggio 2013

devotio moderna

dedicato a tutti i testardi che vorrebbero semplicemente tornare indietro alla pia giaculatoria insegnataci dai nostri Parroci "Mio Signore e Mio Dio" da dirsi all'elevazione

bolle nella forma ordinaria

 

 

campanelli nella forma straordinaria

 
 

mercoledì 15 maggio 2013

un altro passo verso la Consacrazione della Russia: si riparla di Consacrazione.... Grazie, Papa Francesco!

 13 maggio 2013:
Consacrazione
del Pontificato di Papa Francesco
alla S. Vergine di Fatima
 
Come richiestogli da Papa Francesco, S. Em.za Josè Policarpo, cardinale patriarca di Lisbona e Presidente della Conferenza Episcopale Portoghese, durante la celebrazione della Santa Messa per l’anniversario della prima apparizione ai tre pastorelli ha consacrato il ministero petrino alla Madonna di Fatima. Riportiamo il testo integrale della consacrazione pronunciata dal Cardinale Policarpo ai piedi della statua della S. Vergine.

Vergine Santissima,
1 – Siamo ai tuoi piedi, i Vescovi del Portogallo insieme a questa moltitudine di pellegrini, nel 96° anniversario della Tua Apparizione ai Pastorelli in questa Cova da Iria, per realizzare il desiderio di Papa Francesco, chiaramente manifestato, di consacrare a Te, Vergine di Fatima, il suo Ministero di Vescovo di Roma e Pastore universale. Perciò consacriamo a Te, o Signora, che sei Madre della Chiesa, il Ministero del nuovo Papa: ricolma il suo cuore della tenerezza di Dio, che Tu hai sperimentato come nessun altro, perché egli possa abbracciare tutti gli uomini e le donne di questo tempo con l’amore del Tuo Figlio Gesù Cristo. L’umanità contemporanea ha bisogno di sentirsi amata da Dio e dalla Chiesa. Solo sentendosi amata vincerà la tentazione della violenza, del materialismo, della dimenticanza di Dio, dello smarrimento della strada che la condurrà ad un mondo nuovo dove regnerà l’amore. Dona a lui la grazia del discernimento perché sappia individuare le vie del rinnovamento della Chiesa; donagli coraggio perché non esiti a intraprendere la strada suggerita dallo Spirito Santo; custodiscilo nei duri momenti della sofferenza perché superi, nella carità, le prove che il rinnovamento della Chiesa gli porterà. Rimani sempre con lui, pronunciando insieme a lui quelle parole che tu ben conosci: « Sono la Serva del Signore, si compia in Me la Tua Parola».
2 – Le vie del rinnovamento della Chiesa ci conducono a riscoprire l’attualità del messaggio che hai dato ai Pastorelli, l’esigenza della conversione a Dio che è stato tanto offeso perché è stato tanto dimenticato. La conversione è sempre un ritorno all’amore di Dio. Dio perdona perché ci ama. E per questo il suo amore si chiama misericordia. La Chiesa, protetta dalla tua materna sollecitudine e guidata da questo Pastore, si dovrà manifestare sempre di più come luogo della conversione e del perdono, perché in essa la verità si esprime sempre nella carità.
Tu hai indicato la preghiera come cammino decisivo per la conversione. Insegna alla Chiesa, della quale sei membro e modello, ad essere sempre di più un popolo che prega, in comunione con il Santo Padre, il primo orante di questo popolo ed anche nella comunione silenziosa con il Papa precedente, Sua Santità Benedetto XVI, che ha scelto la strada dell’orante silenzioso esortando così la Chiesa a intraprendere la via della preghiera.
3 – Nel Tuo Messaggio ai Pastorelli, qui nella Cova da Iria, hai posto in evidenza il Ministero del Papa, «l’uomo vestito di bianco». Tre degli ultimi Papi si sono fatti pellegrini al Tuo Santuario. Solo Tu, o Signora, per l’amore materno che hai per tutta la Chiesa, puoi collocare nel cuore di Papa Francesco il desiderio di essere pellegrino in questo Santuario. E’ qualcosa che non si può chiedere per altri motivi: sarà solo l’intesa silenziosa tra Te e Lui che lo condurrà a percepire l’attrazione per questo pellegrinaggio, nella certezza di essere accompagnato da milioni di fedeli desiderosi di ascoltare nuovamente il Tuo messaggio.
Da qui, da questo Altare del mondo, egli potrà benedire l’umanità, far sentire al mondo di oggi che Dio ama tutti gli uomini e tutte le donne del nostro tempo, che la Chiesa li ama e che Tu, Madre del Redentore, li guidi con tenero amore lungo le strade della salvezza.
JOSÉ Cardinale Patriarca
Presidente della Conferenza Episcopale Portoghese
Al termine della celebrazione eucaristica internazionale del 13 maggio, dopo il momento di consacrazione del pontificato di Papa Francesco alla Madonna di Fatima, Mons. Antonio Marto ha letto ai pellegrini il messaggio indirizzato dalla Nunziatura Apostolica in Portogallo al Cardinale Patriarca di Lisbona, in cui la Nunziatura comunica che “Il Santo Padre ha manifestato la sua contentezza per l’iniziativa e profonda riconoscenza per aver soddisfatto il suo desiderio in unione di preghiera con tutti i pellegrini di Fatima, ai quali, di cuore, concede la Benedizione Apostolica propiziatrice di ogni bene”.
 
Fatima, 13 maggio 2013
 
tratto da: http://www.santuario-fatima.pt/portal/index.php?id=62971

martedì 14 maggio 2013

Marcia per la Vita: il principale evento pro-life in Italia e in Europa

Straordinario successo anche quest'anno della Marcia Nazionale per la Vita, che ha portato in piazza, a Roma, oltre 40mila persone, secondo gli organizzatori, e che si afferma come la principale manifestazione pro-life italiana ed europea.
 

 
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IL DISCORSO ALLA MARCIA PER LA VITA
DELLA PORTAVOCE VIRGINIA CODA NUNZIANTE
 

vm
Domenica 12 maggio 2013
Cari amici, venuti a Roma da tutte le parti d’Italia con spesso lunghi viaggi sulle spalle e grossi sacrifici. Questa terza marcia è un grande evento e siamo così numerosi che fa capire l’importanza che ognuno di noi da al valore della vita.
Il luogo in cui ci troviamo è bello e significativo. Da una parte il Colosseo, bagnato dal sangue dei martiri, che ci ricorda i primi secoli della Chiesa nascente, l’età terribile, ma feconda delle persecuzioni; dall’altra parte l’arco trionfale di Costantino il Grande, di cui proprio quest’anno celebriamo la memoria. 1700 anni fa, infatti, venne promulgato l’Editto di Milano che chiuse l’era delle persecuzioni e aprì le porte ad una nuova era cristiana, una nuova epoca di libertà, di sviluppo e di progresso per la Chiesa e per la civiltà.
Questa memoria è significativa, perché le persecuzioni anticristiane, dopo 1700 anni, si rinnovano: e non solo nelle lontani regioni dell’Asia e dell’Africa, ma anche in Europa e in Occidente. La dittatura del relativismo è sotto i nostri occhi. Impone leggi anti-naturali e anti-cristiane e colpisce e discrimina chi resiste a questo processo di degradazione morale. Basti pensare che nell’impero romano l’aborto era praticato normalmente ma con l’avvento del cristianesimo venne condannato, così come venne condannata la schiavitù. Ma oggi noi lo abbiamo invece come legge dello Stato.
Noi oggi siamo qui per affermare il diritto a difendere pubblicamente quelli che Benedetto XVI ha chiamato valori non negoziabili, a cominciare dal diritto primario alla vita innocente. Senza il diritto alla vita non esiste nessun altro diritto.
La dittatura del relativismo non solo impone una legislazione che vuole ribaltare la legge naturale e cristiana su cui è stata costruita la nostra civiltà; ma pretenderebbe la complicità, il silenzio, la resa di coloro che non condividono questa anti-civiltà che ci minaccia.
La nostra Marcia dal Colosseo a Castel Sant’Angelo e poi, per chi lo vorrà, a San Pietro, per ascoltare l’Angelus del Santo Padre, è quella di un popolo della vita che, difendendo la vita, vuole infondere nuova vita in una società che si decompone e muore. In Francia si è manifestata negli ultimi mesi una straordinaria mobilitazione in difesa della famiglia naturale; in Italia, è il terzo anno che con un successo sempre crescente il popolo della vita manifesta la sua volontà di non arrendersi di fronte alla cultura di morte e ad una legge che in 35 anni ha causato quasi sei milioni di vittime innocenti. Ecco anche in Italia deve crescere e svilupparsi una generazione pro-life che dovrà dire, come affermò con determinazione un giovane americano: la legge 194 non sopravviverà alla nostra generazione.
Ma la nostra non è una battaglia solo italiana, come dimostra la presenza di esponenti delle maggiori organizzazioni pro-life internazionali. E’ una scelta di civiltà, e il modo migliore per dimostrarlo è proprio dare la parola a questi amici giunti da tutto il mondo.
Ringrazio il Sindaco per la sua presenza e per le sue parole. Non c’è migliore augurio da fargli che quello di averlo con noi per la prossima Marcia per la Vita che già vi annuncio sarà la Domenica 4 maggio 2013. Ringrazio ancora tutte le delegazioni presenti, in particolare la presidente della March for Life americana Jeanne Monahan. Tutte queste presenze ci dimostrano che il popolo della vita non è il popolo di una singola nazione ma un popolo internazionale. La vita che difendiamo non è solo quella biologica e materiale ma è anche quella spirituale e morale dei bambini che devono nascere, delle famiglie e della società intera.
Ed è per difendere questo bene che noi, oggi, scendiamo in piazza così numerosi. Perché anche in Italia si sta creando un movimento di opinione che vuole farsi sentire, che non si vergogna di scendere in strada, per difendere i diritti dei più deboli, di coloro che non possono farlo da soli, e per difendere i diritti di Dio sulla società. E’ per questo che contiamo sull’aiuto di Dio, fonte della vita degli uomini e dei popoli.

III MARCIA NAZIONALE PER LA VITA. ROMA, DOMENICA 12 MAGGIO 2013. GALLERIA FOTOGRAFICA
memoria di una grande giornata
Tutte le fotografie sono liberamente riproducibili
aev
Il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno. A destra, Virginia Coda Nunziante, portavoce della Marcia per la Vita e instancabile organizzatrice, alla quale vogliamo esprimere tutta la nostra gratitudine.
clb
S. Em. Rev.ma Card. Leo Burke, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica
ppv
Smettiamola con la sfiducia nei politici! (almeno con alcuni)
dm
il prof. Roberto de Mattei
gv
il prof. Giovanni Zenone, direttore della Casa Editrice Fede & Cultura
cec
i coniugi Carlo Manetti e Cristina Siccardi
ot
on. Olimpia Tarzia
mg
sen. Maurizio Gasparri
abli
pienamente d'accordo...
aom
ambulanza dell'Ordine di Malta
3pb
il trenino per i bimbi più piccoli
e ancora, tante altre bellissime immagini:
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e infine...
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un saluto e un ringraziamento ai Carabinieri e Agenti di Polizia che ci hanno scortato e hanno convidiso con noi questa splendida giornata

lunedì 13 maggio 2013

senza tentennamenti e per il bene della Chiesa?...vedremo

“Trovare gli infiltrati massoni in Vaticano”

di Fabio Marchese Ragona
 
 
 
“Oggi dobbiamo seriamente affrontare il problema e fare di tutto per trovare possibili infiltrati dentro al Vaticano”. Un discorso lungo, dettagliato e senza mezzi termini, tenuto da un cardinale presente alle congregazioni generali che hanno preceduto il conclave dal quale è uscito Papa il gesuita Jorge Mario Bergoglio. Tra lo stupore dei confratelli, il porporato, inizia a leggere il testo di svariate cartelle, fino a quando non pronuncia quella parola che nessuno avrebbe immaginato venisse detta proprio in quella sede: massoneria.

Il retroscena di quelle lunghe giornate di inizio marzo viene raccontato da un cardinale italiano che, come tutti gli altri, si trovava all’interno dell’Aula nuova del Sinodo dove i porporati lavoravano a ritmi serrati in vista della clausura in Sistina: “L’affaire dei massoni in Vaticano sta diventando troppo grande”, avrebbe detto all’assemblea il porporato durante una delle riunioni presiedute dal decano Angelo Sodano, “il collegio cardinalizio deve muoversi per impedire che questa gente possa stare nel cuore della Chiesa e dev’essere uno dei primi punti da affrontare con il nuovo Pontefice eletto”.
La massoneria torna quindi a scuotere le sacre stanze e a far discutere cardinali e laici. Questa volta però sembra esserci uno scossone finale: la parola d’ordine che filtra Oltretevere è “tolleranza zero” verso i possibili infiltrati, tanto che, come racconta l’eminenza anonima, “un gruppo di cardinali sarebbe intenzionato a parlare dell’argomento con Bergoglio alla prima occasione utile”. Ma a render ancor più attuale il tema è un nuovo libro, “Vaticano massone. Legge, denaro e poteri occulti: il lato segreto della Chiesa di Papa Francesco” pubblicato da Piemme e scritto a quattro mani dai giornalisti Giacomo Galeazzi e Ferruccio Pinotti. All’interno del testo, corredato anche da qualche documento, si parla anche di eminenze e laici, dipendenti del Vaticano, appartenenti a logge segrete che avrebbero avuto un ruolo determinante nel furto di documento dall’appartamento del Papa, nelle dimissioni di Benedetto XVI e nell’elezione di Francesco al soglio pontificio.
Nel volume di oltre 500 pagine viene pubblicata anche una lettera indirizzata a Papa Giovanni Paolo II: il mittente è l’allora Gran Maestro della loggia massonica Grand’Oriente d’Italia, Virgilio Gaito, che insieme al cardinale Silvio Oddi (già Prefetto della Congregazione per il Clero e scomparso nel 2001) chiede al pontefice di seppellire l’ascia di guerra perché “è giunto il momento di lanciare un doveroso appello alla riconciliazione che ponga fine a questa secolare incomprensione tra Chiesa Cattolica e Massoneria”.
Appello del gran maestro a Wojtyla che rimarrà inascoltato: insieme al prefetto per la Congregazione della Dottrina della Fede, Joseph Ratzinger, Giovanni Paolo II manterrà durante tutto il pontificato la linea dell’inflessibilità. Era stato sempre il Papa polacco nel 1983 a promulgare il nuovo codice di diritto canonico, inserendo anche un canone riguardante le logge massoniche. In un documento pubblicato lo stesso giorno dell’entrata in vigore del codice, infatti, l’allora prefetto Ratzinger chiarì che per un cattolico appartenere a una loggia massonica significava compiere un grave peccato, con il divieto di fare la comunione, senza alcuna deroga.
Un tema che ancora oggi continua a far parlare di sé e che resta comunque in primo piano, lasciando un alone di mistero alla Dan Brown sulla presenza o meno dei massoni in Vaticano. Domanda alla quale hanno cercato di rispondere anche i porporati durante le congregazioni pre-conclave, ricordando quel fumo di Satana entrato da qualche fessura all’interno della Chiesa, di cui aveva parlato nel giugno del 1972 Papa Paolo VI. “Serve un impegno da parte nostra”, avrebbe detto il cardinale all’assemblea di confratelli, “per chiudere la vicenda una volta per tutte. Senza tentennamenti e per il bene della Chiesa”.
(Articolo scritto per Il Giornale)
 
 http://stanzevaticane.tgcom24.it/2013/05/12/trovare-gli-infiltrati-massoni-in-vaticano/