sabato 10 maggio 2014

preghiera da farsi

L'Angelo della Pace ai tre bambini di Fatima:
«Santissima Trinità,
Padre, Figlio e Spirito santo,
Vi adoro profondamente e Vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi e indifferenze con cui Egli stesso è offeso.
E per i meriti infiniti del suo Santissimo Cuore  e del Cuore Immacolato di Maria, Vi domando la conversione dei poveri peccatori».

giovedì 8 maggio 2014

Mariatona?!


Santa Maria prega per noi!
P.  Fanzaga intento ad lanciare la Mariatona
ignora la Marcia per la Vita

di Marco Bongi

Ho voluto appositamente ascoltare ben tre commenti alla stampa di Radio Maria: lunedì, martedì e mercoledì. La speranza era quella di poter udire, da quell'emittente che si presenta come un campione di cattolicità, almeno un commento, un pensiero, una considerazione sul più importante evento che aveva coinvolto, domenica 4 maggio, migliaia di cattolici militanti. Un evento, tra l'altro, riferito e commentato da tutti gli organi di informazione, laici e cattolici, e sicuramente coronato da un notevole successo organizzativo.   Ma l'ineffabile p. Livio Fanzaga, al di là di un fugacissimo cenno al momento di elencare i gruppi salutati da Papa Francesco dopo la recita dell'Angelus, ha ritenuto evidentemente opportuno passare sotto silenzio la manifestazione. Mercoledì 7 maggio anzi, tanto per fare un piccolo esempio, ha dedicato una decina di minuti a dissertare sulla dieta dimagrante di Angela Merkel..., ma sulla marcia contro la legge 194, nulla assoluto. Complimenti davvero!
Non che la cosa ci sorprenda più di tanto, tutti sanno infatti che alcuni ex-collaboratori dell'emittente figuravano fra i principali organizzatori della marcia, non si può tuttavia fare a meno di notare come il direttore di Erba, da molti giudicato, a torto, bonario e caritatevole, in realtà non perda occasione per mostrarsi arrogante ed assolutista.
Già..., perché ammettere, magari anche solo di striscio, che il prof. De Mattei, o anche solo il defunto Mario Palmaro, hanno messo in piedi una iniziativa importante, coraggiosa ed autenticamente Cattolica,  lo avrebbe fatto apparire sicuramente, più ancora di quanto già appaia, piccolo, pavido e sempre più avulso dagli autentici gravissimi problemi che affliggono il nostro mondo contemporaneo.    Più papista del Papa..., più bergogliano dello stesso Bergoglio, che comunque ha rivolto un saluto ai marciatori per la vita, il Fanzaga mostra chiaramente di non conoscere più il significato della locuzione "valori non negoziabili", si affretta, nel tentativo di cavalcare la popolarità, a pubblicare un volume intitolato "Effetto Bergoglio" e si mostra quanto mai benevolo verso la nuova teologia morale pastorale propugnata dal card. Kasper.   Ma l'adulazione sfrenata ed il tradimento sistematico dell'orientamento dottrinale adottato in precedenza dalla radio, non sembra produrre, per adesso, frutti particolarmente significativi. A giudicare almeno dall'insistenza sempre maggiore con la quale si chiedono incessantemente offerte agli ascoltatori, fino a giungere alla "Mariatona", ovvero ad una maratona radiofonica di tre giorni dedicata unicamente all'autofinanziamento, sembra che la situazione economica non sia particolarmente florida. Certamente ci auguriamo che tali problemi vengano superati ma..., non possiamo non ricordare, con il Vangelo (Mc 10, 29-30), che, se si vuole ottenere il centuplo in questo mondo, bisogna però predicare e vivere la legge di Dio!

mercoledì 7 maggio 2014

povera Italia....."nave sanza nocchiere in gran tempesta" (Purgatorio, c. VI)


 
ORWELL

Praticano la tecnica orwelliana
incolpare l’avversario dei propri vizi
rovesciare il senso delle parole
chi mira a una dittatura incolpa gli avversari di essere fascisti
chi distrugge una democrazia dice che sono gli altri ad essere antidemocratici
chi è colluso col sistema finanziario finge di penalizzare le banche mentre regala loro 7 miliardi e mezzo e non pone mezza regola ai loro intrallazzi
i ladri incolpano gli altri di furto
chi tratta i propri elettori come dei burattini deficienti chiama ‘guru’ chi cerca di farli ragionare e decidere da sé
i mafiosi esecrano l’omertà
i piduisti condannano la democrazia parlando di sette
i violentatori di popoli attaccano le violenze verbali delle vittime
se piangi ti deridono
se accusi ti calpestano
se reclami i tuoi diritti ti chiamano terrorista
se sei dell’opposizione ti mettono fuori legge con l’alibi della democrazia.
 
 
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e LEVI
 
Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti.”(Primo Levi da “Un passato che credevamo non dovesse tornare più")

martedì 6 maggio 2014

contro Kasper

 

Il card. De Paolis si schiera pubblicamente contro le tesi lassiste del card. Kasper


 
Dopo Carlo Caffarra su “Il Foglio” e Walter Brandmüller su “Die Tagespost” e “Avvenire”, un terzo porporato è intervenuto pubblicamente in forma ampia e approfondita sulla questione della comunione ai divorziati risposati, anche lui contro le tesi possibiliste sostenute dal cardinale relatore Walter Kasper nel concistoro del 20-21 febbraio.
È il cardinale Velasio De Paolis, 79 anni, missionario scalabriniano, canonista illustre, presidente emerito della prefettura degli affari economici della Santa Sede nonché delegato pontificio con pieni poteri sulla congregazione dei Legionari di Cristo, uno di quei solidi “vecchi curiali” nei cui confronti papa Francesco ha manifestato più volte la sua stima.
De Paolis si è schierato contro Kasper nella prolusione con cui lo scorso 27 marzo ha inaugurato il nuovo anno giudiziario del tribunale ecclesiastico regionale dell’Umbria, intitolata: “I divorziati risposati e i sacramenti dell’eucaristia e della penitenza“.
Il discorso di De Paolis, di ben 40 cartelle, è riportato integralmente nel sito web di questo stesso tribunale, di cui è “moderatore” l’arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti, vicepresidente della conferenza episcopale italiana, fatto cardinale lo scorso febbraio da papa Jorge Mario Bergoglio.
È stato proprio Bassetti a invitare De Paolis e a dargli la parola, presentando fin da subito la sua esposizione come “preziosa e molto attuale, per tutti noi un vero arricchimento”.
Ed ecco il passaggio in cui il cardinale De Paolis riassume e respinge le posizioni del cardinale Kasper:
“Che dire della domanda posta dal cardinale Kasper nel concistoro del 21 febbraio 2014? Essa viene spiegata nel modo seguente. La via della Chiesa è una via media tra il rigorismo e il lassismo, attraverso un cammino penitenziale che sfocia nel sacramento della penitenza prima e poi dell’eucarestia. Kasper si domanda se tale cammino è percorribile anche per i divorziati risposati. Egli indica le condizioni: «La domanda è: Questa via al di là del rigorismo e del lassismo, la via della conversione, che sfocia nel sacramento della misericordia, il sacramento della penitenza è anche il cammino che possiamo percorrere nella presente questione? Se un divorziato risposato 1. si pente del suo fallimento nel primo matrimonio, 2. se ha chiarito gli obblighi del primo matrimonio, se è definitivamente escluso che torni indietro, 3. se non può abbandonare senza altre colpe gli impegni assunti con il matrimonio civile, 4. se però si sforza di vivere al meglio delle sue possibilità il secondo matrimonio a partire dalla fede e di educare i propri figli nella fede, 5. se ha desiderio dei sacramenti quale fonte di forza nella sua situazione, dobbiamo o possiamo negargli, dopo un tempo di nuovo orientamento (metanoia), il sacramento della penitenza e poi della comunione?».
“Lo stesso Kasper osserva: «Questa possibile via non sarebbe una soluzione generale. Non è la strada larga della grande massa, bensì lo stretto cammino della parte probabilmente più piccola dei divorziati risposati, sinceramente interessati ai sacramenti. Non occorre forse evitare il peggio proprio qui?» (ossia la perdita dei figli con la perdita di tutta una seconda generazione). Egli poi precisa: «Un matrimonio civile come descritto con criteri chiari va distinto da altre forme di convivenza irregolare, come i matrimoni clandestini, le coppie di fatto, soprattutto la fornicazione, dei così detti matrimoni selvaggi. La vita non è solo bianco e nero. Di fatto, ci sono molte sfumature».
“Al di là delle buone intenzioni, la domanda non sembra che possa avere risposta positiva. Al di là delle differenti situazioni in cui i divorziati risposati vengono a trovarsi, in tutte le situazioni si riscontra sempre lo stesso problema: la illiceità di una convivenza ‘more uxorio’ tra due persone che non sono legate da un vero vincolo matrimoniale. Il matrimonio civile, di fatto, non è un vincolo matrimoniale; secondo le leggi della Chiesa non ha neppure l’apparenza di matrimonio, tanto che la Chiesa parla di attentato matrimonio. Di fronte a questa situazione non si vede come il divorziato possa ricevere l’assoluzione sacramentale e accedere all’Eucaristia. Spesso per legittimare l’accesso all’Eucarestia dei divorziati risposati si danno motivazioni che possono avere una parvenza di bontà e di legittimazione”.
Tra queste motivazioni ingannevoli De Paolis cita la “pastoralità” e la “misericordia”, di cui denuncia gli “equivoci” in due ampi paragrafi che così si concludono, con una trasparente allusione al “chi sono io per giudicare?”:
“Spesso, e giustamente, si dice che noi non siamo chiamati a condannare le persone; il giudizio infatti appartiene a Dio. Ma una cosa è condannare, un’altra è valutare moralmente una situazione, per distinguere ciò che è bene e ciò che è male; esaminare se essa risponde al progetto di Dio sull’uomo. Questa valutazione è doverosa. Davanti alle diverse situazioni della vita, come quella dei divorziati risposati, si può e si deve dire che non dobbiamo condannare, ma aiutare; però non possiamo limitarci a non condannare. Siamo chiamati a valutare quella situazione alla luce della fede e del progetto di Dio e del bene della famiglia, delle persone coinvolte, e soprattutto della legge di Dio e del suo disegno di amore. Altrimenti corriamo il rischio di non essere più in grado di apprezzare la legge di Dio; anzi di considerarla quasi un male, dal momento che facciamo derivare tutto il male da una legge. In un certo modo di presentare le cose verrebbe quasi da dire che se non ci fosse quella legge della indissolubilità del matrimonio staremmo meglio. Aberrazione che mette in luce le storture del nostro modo di pensare e ragionare”.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/
 

lunedì 5 maggio 2014

marciare e parlare cattolico

Il Card. Raymond L. Burke in piazza San Pietro
in occasione della Marcia per la Vita 2014

Card. Burke: no alla Comunione per i pubblici peccatori


Chi è in situazione di peccato grave e manifesto non può accostarsi alla Santa Comunione. Lo ha ricordato oggi il card. Raymond Leo Burke, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. Intervenendo al Convegno internazionale dei leaders pro-life di tutto il mondo che si sta svolgendo oggi a Roma al margine della IV Marcia per la Vita. Il cardinale ha dichiarato di non poter fare a meno di “sottolineare il grave scandalo causato da legislatori, giudici e leaders politici che si professano cattolici e si presentano a ricevere la Santa Comunione e, allo stesso tempo, sostengono e persino promuovono leggi che violano la legge morale nei suoi aspetti più fondamentali”. Il cardinale ha poi aggiunto che “la disciplina della Chiesa, dai tempi di S. Paolo, ha ammonito coloro che perseverano ostinatamente in un peccato manifestamente grave a non presentarsi alla Santa Comunione. Questa disciplina non è una punizione, ma il riconoscimento dell’oggettiva condizione dell’anima della persona coinvolta in tale peccato. Essa previene dal commettere sacrilegio violando la incomparabile santità del Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Cristo e salvaguarda la comunità cristiana e la comunità più in generale dallo scandalo consistente nel credere che la violazione della legge morale, in ciò che per esempio attiene all’inviolabile dignità della vita umana, all’integrità del matrimonio e della famiglia, e alla libertà di coscienza porta a credere sia priva di peccato e non rompa gravemente la comunione con Nostro Signore”. (F. C.)
 
 
tratto da: http://www.corrispondenzaromana.it/notizie-brevi/card-burke-no-alla-comunione-per-i-pubblici-peccatori/