sabato 5 ottobre 2013
giovedì 3 ottobre 2013
“È la Messa che conta”
il vessillo delle Cinque Piaghe |
La resistenza dell’Ovest inglese
Durante
il regno di Enrico VIII, in seguito al suo atto scismatico, furono operate in
Inghilterra molte modifiche in campo religioso. Benché ciò non risultasse
affatto gradito ai cattolici inglesi, essi tuttavia erano rassicurati dal fatto
che la fede professata nelle loro parrocchie continuava ad essere la fede dei
loro Padri. Enrico VIII si era separato da Roma, ma la Chiesa di cui si era
proclamato capo non si era separata dalla dottrina romana.
Dopo la morte del Re, Cranmer (che era stato nominato arcivescovo di Canterbury nel 1532) mostrò il suo vero volto. Era uno dei più influenti consiglieri del re-bambino Edoardo VI e, grazie a tale influenza, portò a compimento il suo piano di cancellare le ultime tracce del Cattolicesimo inglese, iniziando dalla distruzione delle immagini, reliquie, cerimonie, processioni (anche quella del Corpus Domini), ma soprattutto della Santa Messa che egli sostituì con il cosiddetto Servizio di comunione protestante, che fu imposto in due fasi, nel 1549 e nel 1552.
Questo
compito distruttivo in Cornovaglia fu affidato a William Body, la cui azione venne percepita
come una profanazione dei luoghi sacri e ciò portò al suo assassinio il 5
aprile 1548. Si comprese sin dall’inizio che il popolo della Cornovaglia non
avrebbe accettato facilmente le nuove imposizioni in campo religioso.
Il Book of Common prayer (Libro delle preghiere comuni), che rifletteva la teologia protestante pur mantenendo qualche vestigio dell’antico rito cattolico, doveva sostituire in lingua inglese i 4 antichi testi liturgici latini, ossia (Messale, breviario, rituale e pontificale). Tale cambiamento fu guardato con sospetto e molto osteggiato, specie in quei luoghi felicemente noti per la loro fedeltà alla Chiesa cattolica romana, come la Cornovaglia e il Devon. Fu questo attacco alla Chiesa, e in particolare alla Messa, che condusse ad una resistenza armata nota in Inghilterra come l’“insurrezione occidentale” (the western rising). È interessante notare che per i contadini e lavoratori che animarono tale resistenza, molti dei quali erano semplici illetterati, il ripudio del Papa non era troppo preoccupante. Ciò per cui combattevano era, anzitutto, la loro Messa.
Il Book of Common prayer (Libro delle preghiere comuni), che rifletteva la teologia protestante pur mantenendo qualche vestigio dell’antico rito cattolico, doveva sostituire in lingua inglese i 4 antichi testi liturgici latini, ossia (Messale, breviario, rituale e pontificale). Tale cambiamento fu guardato con sospetto e molto osteggiato, specie in quei luoghi felicemente noti per la loro fedeltà alla Chiesa cattolica romana, come la Cornovaglia e il Devon. Fu questo attacco alla Chiesa, e in particolare alla Messa, che condusse ad una resistenza armata nota in Inghilterra come l’“insurrezione occidentale” (the western rising). È interessante notare che per i contadini e lavoratori che animarono tale resistenza, molti dei quali erano semplici illetterati, il ripudio del Papa non era troppo preoccupante. Ciò per cui combattevano era, anzitutto, la loro Messa.
Il
9 giugno 1549, domenica di Pentecoste, la nuova Messa o Servizio di comunione
protestante entrò in vigore con severe punizioni per coloro che si fossero
rifiutati di adeguarvisi. In un remoto luogo del Devon, chiamato Samford Courtney, un prete
settantenne, in obbedienza agli ordini del re, celebrò secondo il nuovo rito. I
parrocchiani che erano presenti, quando per la prima volta si videro privati
della Messa immortale, decisero di rifiutare la nuova liturgia. Il giorno
seguente andarono dal parroco e gli imposero di usare l’antico Messale e
celebrare la Messa a cui essi avevano partecipato per tutta la vita e che non
volevano fosse loro cambiata. Il buon prete cedette alle loro insistenze e
celebrò la Messa di sempre. I fedeli cattolici, infatti, sostenevano che la
nuova liturgia in inglese non era altro che “un passatempo natalizio” e non
avevano alcuna intenzione di accettarla. Alla cerimonia successiva arrivarono
alcuni giudici per imporre le modifiche liturgiche, ma durante la celebrazione
vi fu un alterco che portò all’uccisione di uno dei sostenitori delle
innovazioni (William Hellyons), il quale fu trafitto con un forcone sui gradini
della chiesa.
Un “gentleman” del luogo tentò di convincere il popolo ad accettare il nuovo rito prima che la loro protesta rendesse necessario l’intervento armato del governo. Ma la gente della Cornovaglia e del Devon non aveva alcuna intenzione di scendere a compromessi poiché la sua resistenza era motivata dalla profonda Fede nella Santa Messa, che – essi lo comprendevano bene – riguardava non solo la loro vita terrena ma anche, e soprattutto, la loro eterna salvezza.
Un “gentleman” del luogo tentò di convincere il popolo ad accettare il nuovo rito prima che la loro protesta rendesse necessario l’intervento armato del governo. Ma la gente della Cornovaglia e del Devon non aveva alcuna intenzione di scendere a compromessi poiché la sua resistenza era motivata dalla profonda Fede nella Santa Messa, che – essi lo comprendevano bene – riguardava non solo la loro vita terrena ma anche, e soprattutto, la loro eterna salvezza.
Vi
fu un lungo tentativo di negoziato tra questi Cattolici, “ribelli” al nuovo
rito ma fedeli alla tradizione dei loro Padri, e il governo ufficiale che li
esortava ad usare il nuovo rito protestante. Questi uomini semplici e
illetterati ma dalla fede chiara e profonda promisero di porre fine
all’insurrezione a condizione che il Re e i suoi consiglieri non avessero
modificato la loro religione. Era evidente che l’unica vera ragione della
resistenza era la difesa della Fede cattolica.
La proposta non fu accettata, ed ecco che diverse migliaia di contadini, minatori e pescatori (che rappresentavano molti altri con le stesse convinzioni) marciarono verso Exeter per protestare contro l’introduzione del nuovo rito. Essi avanzavano sotto il vessillo delle Cinque Piaghe di N.S.G.C., con crocifissi, candele ed incenso. Si trattava di uomini semplici che formavano una forza organizzata, armata e disciplinata che combatteva contro il potere statale.
Guidavano il corteo preti che, vestiti con i loro paramenti tradizionali, portavano il SS.mo Sacramento sotto un magnifico baldacchino. Man mano che il corteo attraversava il Devon, guadagnava adepti tra i ferventi cattolici della zona. Benché la maggioranza fosse costituita da contadini della Cornovaglia e del Devon, si unirono a loro anche membri dell’aristocrazia inglese come Humphrey Arundell che, appartenendo ad una nobile e stimata famiglia del Devon, era noto anche per il suo valore militare.
La proposta non fu accettata, ed ecco che diverse migliaia di contadini, minatori e pescatori (che rappresentavano molti altri con le stesse convinzioni) marciarono verso Exeter per protestare contro l’introduzione del nuovo rito. Essi avanzavano sotto il vessillo delle Cinque Piaghe di N.S.G.C., con crocifissi, candele ed incenso. Si trattava di uomini semplici che formavano una forza organizzata, armata e disciplinata che combatteva contro il potere statale.
Guidavano il corteo preti che, vestiti con i loro paramenti tradizionali, portavano il SS.mo Sacramento sotto un magnifico baldacchino. Man mano che il corteo attraversava il Devon, guadagnava adepti tra i ferventi cattolici della zona. Benché la maggioranza fosse costituita da contadini della Cornovaglia e del Devon, si unirono a loro anche membri dell’aristocrazia inglese come Humphrey Arundell che, appartenendo ad una nobile e stimata famiglia del Devon, era noto anche per il suo valore militare.
Il
governo non mancò di divulgare molte affermazioni infondate circa le “presunte”
atrocità commesse dai “ribelli”. Ma le 15 richieste che essi avanzarono presso il governo provano chiaramente
la natura squisitamente religiosa della loro resistenza. Ne riportiamo, a mo’
di esempio, soltanto tre:
* Non accettiamo il nuovo Rito (protestante) perché è come un “passatempo natalizio”, ma vogliamo il Mattutino, la Messa, i Vespri e le processioni in latino, com’era prima. E perciò noi, uomini della Cornovaglia (anche perché alcuni di noi non capiscono l’inglese) rifiutiamo con decisione il nuovo rito inglese.
* Noi vogliamo la Messa in latino com’era prima, celebrata da un solo sacerdote senza alcun dialogo con la gente.
* Non accettiamo il nuovo Rito (protestante) perché è come un “passatempo natalizio”, ma vogliamo il Mattutino, la Messa, i Vespri e le processioni in latino, com’era prima. E perciò noi, uomini della Cornovaglia (anche perché alcuni di noi non capiscono l’inglese) rifiutiamo con decisione il nuovo rito inglese.
* Noi vogliamo la Messa in latino com’era prima, celebrata da un solo sacerdote senza alcun dialogo con la gente.
* Ogni
predicatore nelle sue omelie e ogni sacerdote nelle sue Messe deve pregare in
modo speciale per le anime del Purgatorio, citandone i nomi, come facevano i
nostri Padri. (Cranmer, non credendo nel Purgatorio, ne aveva rimosso ogni
traccia dal Servizio protestante, ndr). Cranmer,
davanti a queste richieste, firmate da molti contadini ma anche da Humphrey
Arundell, non ebbe altra reazione che il disprezzo. Egli
considerava il desiderato ritorno alla liturgia latina semplicemente “ridicolo”
poiché egli aveva imposto la lingua volgare per il bene della gente più
incolta. È importante notare che questi uomini se, da un lato, in
coscienza disobbedivano al re quanto alla nuova Messa e ai nuovi riti,
dall’altro ne riconoscevano l’autorità e non pensavano in alcun modo di
deporlo. Essi gli avrebbero obbedito a condizione che non li avesse privati
della loro Fede. Erano uomini umili, insorti spontaneamente per difendere la
fede dei loro Padri.
Ma
il governo ebbe il tempo di organizzare un esercito per distruggerli. Contro ogni speranza i ribelli
continuavano a combattere le loro battaglie finché ne restarono solo pochi.
Combattevano valorosamente e non temevano di perdere la vita. La loro
ultima battaglia ebbe luogo il 29 agosto 1549 a Sampford Courtenay dove la
ribellione era iniziata. Le forze erano impari e i cattolici militanti sapevano
bene che erano destinati alla sconfitta. Ma, a loro onore, uno storico di quel
tempo ebbe a scrivere: “I Cornici non si sarebbero arresi fino a che la maggior
parte di essi non fosse stata uccisa o catturata”. In questa ultima strenua
battaglia, Humphrey Arundell, che fu tra i comandanti dell’insurrezione,
fu catturato. Portato a Londra dopo alcuni mesi, fu processato e accusato di
alto tradimento. Il 27 gennaio 1550 fu giustiziato con una delle peggiori pene
previste dal regime del tempo: appeso, sbudellato e squartato.
Nel
corso dell’intera resistenza persero la vita circa 5000 uomini, che morirono
per la Fede ma soprattutto per la Santa Messa di sempre. Il rito di Cranmer fu imposto a
prezzo del sangue di questi eroi della Fede.
In quei tempi difficili era uno spettacolo terrificante ma assai comune vedere preti appesi ai campanili, vestiti con i loro paramenti sacri e con aspersorio, campanello e rosario sospesi con essi. Tutti i libri liturgici tradizionali vennero bruciati. Le grandi e sonore campane delle chiese, che chiamavano i fedeli alla Messa tradizionale, furono rimosse per lasciare il posto alle più piccole che servivano per il Servizio protestante. E così anche la povera gente dell’Ovest inglese fu costretta ad accettare la nuova religione in lingua vernacolare.
Il futuro del mondo e la salvezza delle anime dipende dalla “sopravvivenza” della Messa tradizionale nella Chiesa Cattolica. Perché? Perché lex orandi lex credendi. La legge della preghiera è la legge della fede. In tutti i luoghi in cui si continua a celebrare la Messa di sempre, la Fede non può estinguersi.
I valorosi eroi della resistenza inglese, da quel lontano 1549 fino ad oggi, continuano a gridare con il loro memorabile esempio spinto fino allo spargimento del sangue che: “È la Messa che conta!”.
In quei tempi difficili era uno spettacolo terrificante ma assai comune vedere preti appesi ai campanili, vestiti con i loro paramenti sacri e con aspersorio, campanello e rosario sospesi con essi. Tutti i libri liturgici tradizionali vennero bruciati. Le grandi e sonore campane delle chiese, che chiamavano i fedeli alla Messa tradizionale, furono rimosse per lasciare il posto alle più piccole che servivano per il Servizio protestante. E così anche la povera gente dell’Ovest inglese fu costretta ad accettare la nuova religione in lingua vernacolare.
Il futuro del mondo e la salvezza delle anime dipende dalla “sopravvivenza” della Messa tradizionale nella Chiesa Cattolica. Perché? Perché lex orandi lex credendi. La legge della preghiera è la legge della fede. In tutti i luoghi in cui si continua a celebrare la Messa di sempre, la Fede non può estinguersi.
I valorosi eroi della resistenza inglese, da quel lontano 1549 fino ad oggi, continuano a gridare con il loro memorabile esempio spinto fino allo spargimento del sangue che: “È la Messa che conta!”.
(di Maria Pia
Ghislieri)
mercoledì 2 ottobre 2013
grex pusillus sed non pusillanimis
"Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all'interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non-cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all'interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia".
(Paolo VI)
(Paolo VI)
"Non abbiamo bisogno, come dicono i giornali, di una Chiesa che si muova col mondo. Abbiamo bisogno di una Chiesa che muova il mondo". (Gilbert Keith Chesterton)
lunedì 30 settembre 2013
"Veniamo da anni di retorica sul Battesimo, dimenticando il cuore del Battesimo" - Editoriale di "Radicati nella fede" del mese di ottobre
Prendiamo dal blog "Radicati nella fede" e pubblichiamo
l'editoriale del mese di ottobre 2013.
La retorica sul Battesimo
ne ha dimenticato il cuore.
Veniamo da anni di retorica sul Battesimo, dimenticando il cuore del Battesimo.
Mai come in questi anni di Post-Concilio si è parlato tanto del
Battesimo, del fatto che tutto nasce dal Battesimo, che il cristiano è
generato dal Battesimo, che dal Battesimo nasce la vocazione del
cristiano a vivere nella Chiesa e nel mondo il suo ruolo laicale... si
sono spesi fiumi di inchiostro e conferenze su conferenze, corsi di
catechesi e di aggiornamento del clero per ridare valore al Battesimo,
da cui i laici ricevono il pieno mandato ad essere protagonisti, in una
Chiesa sempre meno incentrata sul prete. Si sono inventate anche
esperienze ecclesiali per appropriarsi “esperienzialmente” della propria
vocazione battesimale, troppo spesso dimenticata in un angolo oscuro
dell'inizio della propria vita.
E
quanti sinodi diocesani sul ruolo dei battezzati, dei laici come si ama
dire oggi, e quante riforme in nome del riscoperto compito dei fedeli
nella Chiesa, Popolo di Dio. Quante revisioni dei vecchi catechismi e
della pastorale considerata troppo clericale.
Tutto potrebbe andare bene se non si dimenticasse l'essenziale, perché quando si dimentica l'essenziale si dimentica tutto!
E qual è l'essenziale?
L'essenziale è che il Battesimo è necessario alla salvezza.
Attenti, leggete bene: è necessario! Non basta dire “il Battesimo dà la salvezza”, occorre dire “è necessario alla salvezza”.
L'operazione che è stata fatta in questi ultimi decenni nella mente e
nella coscienza dei fedeli cattolici è proprio questa: non ribadire più
la necessità del Battesimo, portando a credere di fatto che tutti si
possano salvare anche senza il Battesimo; quasi che il Battesimo sia un
“optional” che migliora, anche di molto, la vita spirituale di chi lo
riceve, ma che in fondo non sia del tutto necessario.
Invece la Chiesa Cattolica ha sempre affermato la necessità del
Battesimo per salvarsi; lo ha fatto obbedendo al suo Signore: “Andate in
tutto il mondo, predicate il vangelo ad ogni creatura, chi crederà e
sarà battezzato sarà salvo, chi non crederà sarà condannato” (Mc
16,15-16).
E la Chiesa ha ribadito più volte questa obbedienza a Dio scomunicando
chi osava dire il contrario, come al Concilio di Trento: “Si quis dixerit Baptismum liberum esse, hoc est, non necessarium ad salutem, anathema sit” (Se qualcuno dirà che il Battesimo è libero, cioè non necessario alla salvezza, sia scomunicato).
Se più semplicemente andiamo a prendere il buon catechismo di San Pio X troveremo queste domande e risposte: - Quali sono i sacramenti più necessari per salvarsi? I
sacramenti più necessari per salvarsi sono i sacramenti dei morti, cioè
il Battesimo e la Confessione, perché danno la prima grazia o la vita
spirituale. - Il Battesimo e la Confessione sono ugualmente necessari? Il
Battesimo e la Confessione non sono ugualmente necessari, perché il
Battesimo è necessario a tutti, nascendo tutti col peccato originale; la
Confessione, invece, è necessaria a quelli che, dopo il Battesimo,
hanno perduto la grazia peccando mortalmente.
Più chiaro di così!
Ma è ancora così chiara tra noi la dottrina cattolica, dopo anni di “riformulazioni” per parlare al “cuore dell'uomo di oggi”?
Non è che, strada facendo, volendo spiegare con un linguaggio fresco e
moderno il Battesimo e il Cristianesimo al nostro tempo, abbiamo perso
tragicamente l'essenziale?
Il Battesimo dà la salvezza ed è necessario per tutti, questo è
l'essenziale! Cristo ci ha salvato sulla Croce ed il suo Sangue che
salva ci raggiunge attraverso i sacramenti, primo e necessario fra tutti
il Santo Battesimo. Questo è il cuore dell'opera della Chiesa nel
mondo: predicare Cristo crocifisso e battezzare, perché gli uomini, i
singoli uomini, si salvino.
C'è proprio da domandarsi se per i cristiani moderni sia ancora così.
Un tempo lo era e lo si vedeva dalla pratica del Battesimo dei bambini.
Il bambino veniva battezzato il giorno stesso della nascita, massimo il
giorno dopo, fino a tutto l'800. Fino agli anni '60 del novecento li si
battezzò nei primi otto giorni. Oggi il Battesimo viene, nel migliore
dei casi, dilazionato per mesi, magari perché la festa in parrocchia
venga meglio! È chiaro che non si pensa più che il Battesimo sia proprio
indispensabile, altrimenti non si lascerebbe così tanto tempo dei
fanciulli nel peccato e lontano da Dio.
Antonio Rosmini, che molti oggi “tirano di qua e di là” per farlo
diventare a tutti i costi anticipatore del Concilio e sopratutto del
Post-Concilio, così disastroso nei suoi esiti, ha accenti molto severi
contro chi dimentica la necessità del Battesimo. Rosmini, affermando che
la Chiesa “riconosce la necessità del Battesimo dei bambini, acciocché evitino la condannazione del peccato e la morte eterna”, citando S. Agostino aggiunge, contro quei teologi che questa necessità non riconoscono, “...perché
togliere la necessità del Battesimo? Perché adulare in tal modo l'umana
natura? Perché ingiuriare alla redenzione, ed alla grazia di Gesù
Cristo (…)?” ( A.Rosmini, Il razionalismo teologico, Città Nuova 1992, pag. 139).
La faciloneria con cui oggi fedeli e clero affermano che ci si può salvare senza Battesimo, é una vera “adulazione dell'umana natura” che insulta la redenzione di Cristo.
Da questo tragico pasticcio ha avuto origine una vera e propria
rivoluzione nella Chiesa che ha portato a perdere l'essenziale. Se il
Battesimo diventa un nobile “optional” per alcuni, se diventa solo un
segno di riconoscimento per i cristiani, ma non urgente per tutti,
allora la Chiesa e la sua pastorale si trasformerà in qualcosa di
semplicemente umano, senza la grazia che salva: una società umana,
troppo umana, senza Dio, inutile e triste. Così, la parabola del
rincorrere la modernità finisce per distruggere dall'interno la Chiesa.
Ripartiamo carissimi, anche noi, dal Battesimo sì, ma dal suo cuore.
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