Prendiamo dal blog "Radicati nella fede" e pubblichiamo
l'editoriale del mese di ottobre 2013.
La retorica sul Battesimo
ne ha dimenticato il cuore.
Veniamo da anni di retorica sul Battesimo, dimenticando il cuore del Battesimo.
Mai come in questi anni di Post-Concilio si è parlato tanto del
Battesimo, del fatto che tutto nasce dal Battesimo, che il cristiano è
generato dal Battesimo, che dal Battesimo nasce la vocazione del
cristiano a vivere nella Chiesa e nel mondo il suo ruolo laicale... si
sono spesi fiumi di inchiostro e conferenze su conferenze, corsi di
catechesi e di aggiornamento del clero per ridare valore al Battesimo,
da cui i laici ricevono il pieno mandato ad essere protagonisti, in una
Chiesa sempre meno incentrata sul prete. Si sono inventate anche
esperienze ecclesiali per appropriarsi “esperienzialmente” della propria
vocazione battesimale, troppo spesso dimenticata in un angolo oscuro
dell'inizio della propria vita.
E
quanti sinodi diocesani sul ruolo dei battezzati, dei laici come si ama
dire oggi, e quante riforme in nome del riscoperto compito dei fedeli
nella Chiesa, Popolo di Dio. Quante revisioni dei vecchi catechismi e
della pastorale considerata troppo clericale.
Tutto potrebbe andare bene se non si dimenticasse l'essenziale, perché quando si dimentica l'essenziale si dimentica tutto!
E qual è l'essenziale?
L'essenziale è che il Battesimo è necessario alla salvezza.
Attenti, leggete bene: è necessario! Non basta dire “il Battesimo dà la salvezza”, occorre dire “è necessario alla salvezza”.
L'operazione che è stata fatta in questi ultimi decenni nella mente e
nella coscienza dei fedeli cattolici è proprio questa: non ribadire più
la necessità del Battesimo, portando a credere di fatto che tutti si
possano salvare anche senza il Battesimo; quasi che il Battesimo sia un
“optional” che migliora, anche di molto, la vita spirituale di chi lo
riceve, ma che in fondo non sia del tutto necessario.
Invece la Chiesa Cattolica ha sempre affermato la necessità del
Battesimo per salvarsi; lo ha fatto obbedendo al suo Signore: “Andate in
tutto il mondo, predicate il vangelo ad ogni creatura, chi crederà e
sarà battezzato sarà salvo, chi non crederà sarà condannato” (Mc
16,15-16).
E la Chiesa ha ribadito più volte questa obbedienza a Dio scomunicando
chi osava dire il contrario, come al Concilio di Trento: “Si quis dixerit Baptismum liberum esse, hoc est, non necessarium ad salutem, anathema sit” (Se qualcuno dirà che il Battesimo è libero, cioè non necessario alla salvezza, sia scomunicato).
Se più semplicemente andiamo a prendere il buon catechismo di San Pio X troveremo queste domande e risposte: - Quali sono i sacramenti più necessari per salvarsi? I
sacramenti più necessari per salvarsi sono i sacramenti dei morti, cioè
il Battesimo e la Confessione, perché danno la prima grazia o la vita
spirituale. - Il Battesimo e la Confessione sono ugualmente necessari? Il
Battesimo e la Confessione non sono ugualmente necessari, perché il
Battesimo è necessario a tutti, nascendo tutti col peccato originale; la
Confessione, invece, è necessaria a quelli che, dopo il Battesimo,
hanno perduto la grazia peccando mortalmente.
Più chiaro di così!
Ma è ancora così chiara tra noi la dottrina cattolica, dopo anni di “riformulazioni” per parlare al “cuore dell'uomo di oggi”?
Non è che, strada facendo, volendo spiegare con un linguaggio fresco e
moderno il Battesimo e il Cristianesimo al nostro tempo, abbiamo perso
tragicamente l'essenziale?
Il Battesimo dà la salvezza ed è necessario per tutti, questo è
l'essenziale! Cristo ci ha salvato sulla Croce ed il suo Sangue che
salva ci raggiunge attraverso i sacramenti, primo e necessario fra tutti
il Santo Battesimo. Questo è il cuore dell'opera della Chiesa nel
mondo: predicare Cristo crocifisso e battezzare, perché gli uomini, i
singoli uomini, si salvino.
C'è proprio da domandarsi se per i cristiani moderni sia ancora così.
Un tempo lo era e lo si vedeva dalla pratica del Battesimo dei bambini.
Il bambino veniva battezzato il giorno stesso della nascita, massimo il
giorno dopo, fino a tutto l'800. Fino agli anni '60 del novecento li si
battezzò nei primi otto giorni. Oggi il Battesimo viene, nel migliore
dei casi, dilazionato per mesi, magari perché la festa in parrocchia
venga meglio! È chiaro che non si pensa più che il Battesimo sia proprio
indispensabile, altrimenti non si lascerebbe così tanto tempo dei
fanciulli nel peccato e lontano da Dio.
Antonio Rosmini, che molti oggi “tirano di qua e di là” per farlo
diventare a tutti i costi anticipatore del Concilio e sopratutto del
Post-Concilio, così disastroso nei suoi esiti, ha accenti molto severi
contro chi dimentica la necessità del Battesimo. Rosmini, affermando che
la Chiesa “riconosce la necessità del Battesimo dei bambini, acciocché evitino la condannazione del peccato e la morte eterna”, citando S. Agostino aggiunge, contro quei teologi che questa necessità non riconoscono, “...perché
togliere la necessità del Battesimo? Perché adulare in tal modo l'umana
natura? Perché ingiuriare alla redenzione, ed alla grazia di Gesù
Cristo (…)?” ( A.Rosmini, Il razionalismo teologico, Città Nuova 1992, pag. 139).
La faciloneria con cui oggi fedeli e clero affermano che ci si può salvare senza Battesimo, é una vera “adulazione dell'umana natura” che insulta la redenzione di Cristo.
Da questo tragico pasticcio ha avuto origine una vera e propria
rivoluzione nella Chiesa che ha portato a perdere l'essenziale. Se il
Battesimo diventa un nobile “optional” per alcuni, se diventa solo un
segno di riconoscimento per i cristiani, ma non urgente per tutti,
allora la Chiesa e la sua pastorale si trasformerà in qualcosa di
semplicemente umano, senza la grazia che salva: una società umana,
troppo umana, senza Dio, inutile e triste. Così, la parabola del
rincorrere la modernità finisce per distruggere dall'interno la Chiesa.
Ripartiamo carissimi, anche noi, dal Battesimo sì, ma dal suo cuore.