EDITORIALE DI “RADICATI NELLA FEDE” n° 12 dicembre 2012
Il
Modernismo è ideologico, la Tradizione, questa no, è realista.
E' il
Modernismo che partendo da concetti astratti, assunti dalla cultura imperante,
ha preteso di trasformare il pensiero e la vita cattolica. Partendo dalla
filosofia moderna, dall'Idealismo, dal Personalismo e dalla psicologia
ideologica della modernità, ha voluto disgraziatamente adattare le verità di
fede e la vita concreta dei cristiani: così facendo ha distrutto tutto, ha reso
prima falsa e poi impossibile e inutile la vita cristiana.
Nasce tutto,
nel Modernismo, dall'ideologia: si prendono acriticamente per buone le
elucubrazioni dei pensatori atei e agnostici contemporanei e si vuole obbligare
il pensiero cattolico ad adattarvisi, per non restare “fuori dalla storia”. E'
un continuo volersi mettere al passo con i tempi, perché il cristianesimo non
resti vecchio. E' l'ideologia: non è la realtà che comanda, ma le idee degli
intellettuali.
La Tradizione parte invece dalla realtà.
La realtà di Dio che si rivela, che si fa conoscere, e la realtà dell'uomo, povero peccatore, che ha bisogno di una salvezza che non può darsi da sé. Sono il realismo e la semplicità cristiana. Quando uno accosta il mondo della Tradizione cattolica sente la bellezza di questa semplicità, di questo realismo. L'uomo semplice di cuore, non rovinato dall'orgoglio degli intellettuali da salotto, gusta questo realismo semplice che gli rende possibile affrontare l'esistenza e agire con efficacia. Sente che tutto torna chiaro nella vita.
L'orgoglio
fa sragionare l'uomo; gli fa complicare la semplicità di Dio e gli fa perdere
la via della salvezza. L'orgoglio, la superbia dell'intelligenza e del cuore,
gli impedisce di ragionare, e gli fa complicare tutto... e “il Signore ha
disperso i superbi nei pensieri del loro cuore”.
Occorre però vigilare sempre.
Anche nella Tradizione può “rientrare” questa superbia che rovina tutto. La Tradizione va vissuta con semplicità e non con orgoglio. Tutto in essa va vissuto con un deciso realismo: la Messa di sempre va celebrata e assistita perché salva il mondo dall'abisso, non va vissuta invece come pura dimostrazione “politica” di una propria posizione contro la modernità. Un pellegrinaggio, vissuto tradizionalmente con la Messa di sempre, va fatto non come dimostrazione di forza, per far vedere che i conservatori sono più bravi dei modernisti nel fare queste cose, ma come urgente domanda di perdono e di grazia fatta al Signore per l'intercessione della Beata Vergine Maria e dei Santi. Così, ad esempio, abbiamo voluto vivere il secondo pellegrinaggio ad Oropa, che fa parte della grande novena di nove anni in attesa del centenario dell'Incoronazione della Madonna.
E' questione
di vita o di morte: se si cade nell'inganno dell'ideologia, si porta la
Tradizione su un binario morto. Si faranno, qua e là, delle manifestazioni
tradizionali, forse anche solenni, ma queste non toccheranno i cuori, non
comunicheranno veramente la grazia, non cambieranno la vita. Noi vogliamo
restare dentro quel popolo semplice e grande che da secoli sta in ginocchio di
fronte al Signore, sentendosi bisognoso di tutto. Un popolo umile, perché fatto
di anime che domandano veramente perdono per i loro peccati. Un popolo
coraggiosamente deciso, perché sulle verità di fede, sulla forma della Messa
tradizionale, sulla dottrina cattolica non cede nemmeno di una virgola, perché
queste sono date dal Signore per la nostra salvezza e non sono nostra proprietà.
L'intellettuale
invece, che per conservatorismo, ama la Messa tradizionale, da un lato vuole
momenti pubblici per affermare il suo gusto dell'antico, e nello stesso tempo
diventa debole nella battaglia contro l'eresia per paura di restare escluso dal
consesso pubblico di oggi o, peggio ancora, dalla vita pubblica della Chiesa:
viene a patti con l'errore o le ambiguità della Chiesa ammodernata per il
bisogno umano di vincere nel tempo – non si fida del Signore e vuole
assicurarsi una vittoria che è tutta umana. Dobbiamo pregare molto, dobbiamo
assistere molto alla Messa della Tradizione, se possibile quotidianamente,
dobbiamo frequentare i Sacramenti, dobbiamo amare la dottrina cattolica, per
restare realisticamente e umilmente attaccati al Signore. E il Signore darà la
grazia, anche dopo la notte più oscura, anche dopo la più tremenda crisi della
Chiesa.
Che la Beata
Vergine ci conservi un cuore puro, e ci liberi dall'orgoglio intellettuale.
Così sarà veramente Natale.
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