"Questo
è l'occulto e orrendo veleno della vostra eresia: voi volete che la grazia del
Cristo stia nel suo esempio e non nel suo dono, dicendo che gli uomini
diventano giusti per l'imitazione di lui e non per la somministrazione da parte
di lui dello Spirito Santo che li induca ad imitarlo e che egli ha diffuso nel
modo più ricco sopra i suoi" (Sant'Agostino ai pelagiani)
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Gregorio XVI |
La buona volontà non salva
nessuno,
solo la Verità salva.
In un'intervista del 9 marzo scorso, Mons. Bernard Tissier de Mallerais,
vescovo ausiliario della Fraternità San Pio X, ritorna con fermezza sul video
del Papa del 6 gennaio e manifesta la sua indignazione.
Monsignore,
papa Francesco ha pubblicato un video per esprimere i suoi auguri e le sue
intenzioni di preghiera. In questo video si vedono un musulmano, una buddista,
un ebreo ed un sacerdote cattolico. Ognuno tiene tra le mani dei simboli della
propria religione. Cosa deve dire un vescovo cattolico riguardo a tale video?
Un vescovo cattolico deve
essere profondamente indignato del video di papa Francesco del 6 gennaio 2016.
E’ inammissibile. Non sono tanto le parole di Francesco ad essere scandalose ma
la forza delle immagini che ha egli stesso realizzato, scandalose nel senso
vero e proprio, che inducono all’errore, all’eresia. Innanzitutto la falsa
comunione nella fede in Dio, di quel prete cattolico, di quel rabbino, di quel
mufti e di quella donna buddista, è espressa in immagini come se fosse il
pensiero del papa.
Ora che comunione può esistere tra il vero ed unico
Dio, Santissima Trinità, Dio fatto uomo, Dio Salvatore, ed i negatori della
trinità delle Persone divine, dell’incarnazione di Dio Figlio, della Redenzione
tramite la Sua Croce, dell’esistenza stessa di Dio? D’altronde il mufti afferma
la sua fede nel “Dio, Allah”, contrassegnando bene la differenza, l’opposizione
tra il suo Dio ed il vero Dio, quello dei cristiani. E la buddista dice
soltanto “Confido in Budda”, perché Budda non è Dio e per lei non esiste un
Dio. Questa falsa comunione quindi svanisce da sola. Ma essa lascia allo
spettatore il convincimento nella possibilità di una riconciliazione di queste
religioni. I simboli che ciascuno porta alla fine della scena: il prete
cattolico un Bambino Gesù, il rabbino israelita la sua Menorah (il candeliere a
sette bracci simboleggiante l’Antica Alleanza, che noi cristiani sappiamo
revocata); il mufti musulmano: il suo rosario dei nomi di Allah; e la buddista:
il suo Budda, per il loro accostamento sono una professione per immagini, da
parte del papa, dell’indifferentismo religioso. E’ questa l’eresia già
condannata nel 1832 da papa Gregorio XVI, secondo la quale “si potrebbe
ottenere la salvezza eterna grazie ad una qualsivoglia professione religiosa”. Dunque
abbiamo un papa che propaga un’eresia; io non giudico il suo peccato, io
constato che propaga un’eresia.
Papa
Francesco vi afferma: “Non dobbiamo smettere di pregare per questo e
collaborare con chi la pensa diversamente”. Non è forse il senso che dobbiamo attribuire
alla frase “pace agli uomini di buona volontà”, poiché molte presone possono
essere di buona volontà senza essere cristiane?
Francesco ha detto
esattamente: “Molti pensano in modo diverso, sentono in modo diverso, cercano
Dio o trovano Dio in diverse modi”. Quindi, poco importa la realtà oggettiva di
Dio, l’importante è il “feeling”, il sentimento di ciascuno riguardo a Dio o
alla religione. Ogni uomo si crea un Dio di suo gusto. E papa Francesco non dà
alcun giudizio su un tale relativismo, un tale modernismo. Noi abbiamo un papa
che lascia che si propaghi la religione su misura di ciascuno. La definisce la
“ricerca” della verità. Ma la Verità è una, è Nostro Signore Gesù Cristo, che
solo dice: “Io sono la Via, la Verità e la Vita” (Giov 14, 6). Solo il Verbo
incarnato, l’unico Salvatore degli uomini, è la Verità. La buona volontà di
quelli che ignorano ed errano non li salva. La buona volontà non salva nessuno,
solo la Verità salva.
Cosa
pensare di questa frase del papa: “In questa moltitudine, in questa ampia gamma
di religioni, c’è una sola certezza per noi: siamo tutti figli di Dio”?
Per natura, a causa del
peccato originale che contraggono tutti gli uomini fin dal loro concepimento
nel seno della propria madre (eccetto la Vergine Maria), noi siamo tutti “figli
d’ira” (Ef 2, 3); ed “è per l’eccessivo amore con cui Dio ci ha amati [noi
cristiani], che ci ha dato la vita in Cristo” grazie al battesimo, e la dignità
di figli di Dio. Soltanto i battezzati, in senso stretto, sono “figli di Dio” e
“partecipi della natura divina” (2 Pt 1,4), ornati dalla grazia santificante,
capaci di dire a Dio, grazie allo Spirito d’adozione di figli, “Abba, Padre”
(Rm 8, 15). Affermando precisamente degli adepti di tutte le religioni che “noi
siamo tutti figli di Dio”, Francesco afferma più di un equivoco, afferma un
errore, e propaga in ogni caso un’eresia.
Quindi abbiamo un papa che propaga un’eresia, di nuovo. Io non dico “eretico”,
ma fautore di eresia.
Il papa
conclude dicendo “Confido in voi per diffondere la mia intenzione di questo
mese: ‘Che il dialogo sincero tra gli uomini e le donne di diverse religioni
produca frutti di pace e di giustizia’. Confido nella vostra preghiera”. Non è
un augurio del tutto lodevole? La pace non è un preambolo per un’evangelizzazione
serena?
I frutti di pace e di
giustizia sono i frutti soltanto di Nostro Signore Gesù Cristo, della sua
croce, del suo regno. Al di fuori di lui, Principe della pace, non possono
esserci che guerre ed ingiustizie. Solo l’ordine sociale cristiano è fonte di
pace, della pace interiore delle nazioni e della pace internazionale. Perciò
bisogna innanzitutto evangelizzare, per poter civilizzare e pacificare. Papa
Pio XI aveva questo bel motto: “La pace di Cristo nel Regno di Cristo”. E’
quello che papa Francesco dovrebbe affermare e far vivere. Al di fuori di
questo, i suoi auguri non sono che parole al vento.
Il suo
discorso esprime un disaccordo profondo – se non una vera e propria opposizione
– con il papa. Non è lei ad essere troppo severo?
Non sono io, né alcuno
dei miei confratelli membri della Fraternità San Pio X, né alcun membro della
famiglia cattolica, è Nostro Signore Gesù Cristo, che rimprovera le sue
infedeltà ed i suoi scandali a colui che oggi è il suo Vicario, il successore
di Pietro. Ciò che Gesù diceva a Pietro pregando affinché la sua fede non
vacillasse, Gesù lo dice ancor oggi a Francesco: “Ma tu, una volta che sarai
convertito, conferma i tuoi fratelli!” (Lc 22, 32). Confermali nella fede! Che
papa Francesco voglia mettersi d’accordo con il suo divin Maestro, e noi lo
seguiremo.
(medias-presse.info)