Divorzio, Comunione e
conseguenze. . .
Il
pronunciamento - o “alzamiento” – emesso dalla diocesi di Friburgo lo
scorso ottobre sotto la spinta dell’ex amministratore apostolico, Mons. Robert
Zollitsch già vescovo della stessa, e fatto proprio dalla Conferenza Episcopale
Tedesca, invita a “rendere visibile [!?] l’ atteggiamento
umano e rispettoso [?] di Gesù nel contatto con le persone
divorziate e con chi ha deciso di risposarsi col rito civile”.
Si tratta,
in pratica, della prima mossa in vista del Sinodo dell’ ottobre 2014 – per il
quale papa Bergoglio ha fatto diffondere un questionario ad hoc –
durante il quale sarà posto in discussione un argomento che non andrebbe
nemmeno pensato come oggetto di esame. Ma tant’è!
La
deliberazione dell’episcopato germanico verrà considerata quale contributo al
futuro dibattito (formula politichese per dire che di fatto è già approvata).
Figuriamoci!
Più che contributo questo sembra essere un tema all’ordine del giorno da
considerare quale piattaforma da cui espandere il discorso. E ciò è tanto vero
che Mons. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del futuro Sinodo, afferma
che “quello dei sacramenti ai divorziati risposati è un tema da affrontare
con un approccio nuovo”. E ti pareva che mancasse la parola totem “approccio”
e, soprattutto, “nuovo” perché la cultura del mondo lo esige e la
Chiesa, arretrata ma che s’è dichiarata aperta al mondo, deve obbedire per
scoprire le novità!
Insomma,
nell’attesa del Sinodo, la Conferenza Episcopale Tedesca, fattasi scudo di
quell’improvvida e suicida liberalità papale con cui si concede alle Conferenze
Episcopali “qualche autentica autorità dottrinale” (Evangelii gaudium –
cap. I, n. 30), permetterà ai divorziati / risposati, in via sperimentale,
l’accesso ai sacramenti. Per ora in via “sperimentale”, poi si vedrà.
Con la sicurezza che conferisce quel detto antico, di dantiana memoria: “Capo
ha cosa fatta” (Inf. XXVIII, 107), perché naturalmente si dirà e si
predicherà quanto benefico e proficuo sia stato il provvedimento che ha
permesso il ritorno di tante persone alla fede. Ipocrisia allo stato puro, che
fa della causa un tutt’uno con l’effetto, diventato, questo, a sua volta
conferma della sperimentazione.
* * *
Dobbiamo
tirar giù delle riflessioni ché siffatta deliberazione apre le porte a scenari
inquietanti di disonesta esegesi, di apostasia e di tradimento. Riflessioni che
non vogliono essere sicura previsione ma che, tuttavia, sono le logiche
prevedibili conseguenze.
L’accesso
all’ Eucaristia dei divorziati produrrà questi effetti:
1 – il
divorzio, in quanto tale, diverrà una pratica permessa e lecita e renderà ovvii
un secondo, un terzo, un quarto matrimonio;
2 – la Sacra
Rota cesserà d’ esistere poiché, mancando materia del contendere, risulteranno
inutili la sua funzione e il suo intervento, con buona pace del Diritto
Canonico;
3 – con
l’accesso alla Comunione sarà aperto anche quello alla Confessione dove,
paradossalmente, non ci sarà più necessità di pentirsi dell’adulterio stante la
cancellazione di questo;
4 – si darà
adesione al disegno massonico della famiglia “allargata” con caduta del ruolo
della genitorialità, con la dismissione dell’autorità e con la compresenza di
più madri e padri in attesa che un ulteriore Sinodo prenda in esame, in “via
sperimentale”, per poi approvarla, la coppia omosessuale;
5 – verrà
clamorosamente ammonito col cartellino rosso Dio Padre e saranno riabilitate
Sodoma e Gomorra, verrà smentito e zittito Cristo, che ha decisamente
condannato lo scioglimento del vincolo da Dio benedetto e definito adultero/a
l’uomo o la donna che sposa un divorziato/a (Mc. 10, 11–12), e
unitamente a Lui, verrà sconfessato San Paolo che, divinamente ispirato, ha
tuonato contro la sodomia, l’adulterio, il vizio (I Cor. 6, 7/11).
Ma che cosa
al proposito si dice nei sacri Palazzi?
“Non
possiamo mica parlare sempre di divorzio e di aborto” afferma infastidito
papa Bergoglio che, parimenti, si dichiara non autorizzato a giudicare un
omosessuale che “cerca Dio” (un simile soggetto non Lo troverà mai in
chi, continua a darsi al vizio, caro Santo Padre!). D’altra parte, sempre sua
Santità deplora che la pratica spirituale debba o possa interferire nella vita
quotidiana. Eh già, mai più rigore! perché, con l’aria teutonica che tira, e
che presto investirà le zone mediterranee e Roma, con il peccatore già assolto
a priori dalla dottrina giovanvigesimoterza, anche il peccato sarà derubricato
a normale momento esperienziale.
L. P.