Cfr. Ludovico Trimeloni, Compendio di Liturgia Pratica, Marietti 1820, Milano, 2007 (ed. or. 1958), pp.605-607 (con rif. ad altre pagine ivi contenute):
Ecco brevemente il rito dell'esposizione solenne della reliquia della Santa Croce (con annessa benedizione). - i paramenti sono di colore rosso;
- può compierla un sacerdote o un diacono in cotta e stola;
- è necessario un turiferario;
- per dare maggiore solennità, si può indossare il piviale e farsi assistere da ceriferi e due chierici assistenti (se questi ultimi fossero diacono e suddiacono, entrambi - e pure il celebrante - usano il camice);
- si porta privatamente all'altare la reliquia coperta da un velo;
- poi celebrante (a capo coperto) ed eventuali chierici con lui si recano all'altare e fanno la dovuta riverenza all'altare;
- il celebrante sale all'altare, toglie il velo, fa riverenza alla Reliquia, scende ai piedi dell'altare, impone l'incenso e turifica (senza risalire) la reliquia;
- in seguito due possibilità: o il celebrante si ferma per qualche canto/preghiera (nel qual lo fa inginocchiato verso l'altare) oppure, fatta riverenza ad altare e reliquia, torna in sacrestia;
- precisazione: la riverenza dovuta alla reliquia della Santa Croce pubblicamente esposta è la genuflessione semplice (da farsi, durante la liturgia: a) tutte le volte che si passa davanti alla reliquia; b) ogni volta che si entra ed esce dal presbiterio; c) ogni volta che il celebrante, dal centro dell'altare, si sposta verso il lato dell'epistola o quello del Vangelo [si genuflette comunque in medio]; d) prima e dopo l'incensazione);
- prima di riporre la Reliquia, si deve fare la benedizione;
- la benedizione può essere data dal solo celebrante, che però può anche farsi assistere da diacono e suddiacono (parati) - nel qual caso il diacono può passare al celebrante la Reliquia e poi riceverla (stando entrambi in piedi);
- se c'è la consuetudine, si può usare il velo omerale (rosso, viola invece il Venerdì e Sabato Santo);
- prima della benedizione si incensa la reliquia;
- la benedizione viene impartita senza dire nulla;
- alla benedizione tutti devono stare in ginocchio (anche i canonici);
- in seguito si può dare la Reliquia da baciare, nel qual caso il celebrante la tiene in una mano, i fedeli baciano la reliquia e, dopo ogni bacio, con l'altra mano il celebrante (tramite un pannolino) asterge la Reliquia;
- nel porgere la reliquia da baciare il celebrante non è obbligato a dire alcunché, ma può usare qualche formula (Trimeloni consiglia ad es. Per Crucem et Passionem suam liberet te Deus ab omni malo. Amen);
- al termine, la Reliquia viene ricoperta col velo; la si può lasciare sull'altare o riportarla in sacrestia;
- durante queste operazioni (esposizione, bacio, riposizione) è meglio cantare inni o lodi opportune;
- questa liturgia può essere eseguita subito prima o subito dopo la Santa Messa; nel qual caso, il celebrante usa i paramenti della Messa, senza il manipolo.
- può compierla un sacerdote o un diacono in cotta e stola;
- è necessario un turiferario;
- per dare maggiore solennità, si può indossare il piviale e farsi assistere da ceriferi e due chierici assistenti (se questi ultimi fossero diacono e suddiacono, entrambi - e pure il celebrante - usano il camice);
- si porta privatamente all'altare la reliquia coperta da un velo;
- poi celebrante (a capo coperto) ed eventuali chierici con lui si recano all'altare e fanno la dovuta riverenza all'altare;
- il celebrante sale all'altare, toglie il velo, fa riverenza alla Reliquia, scende ai piedi dell'altare, impone l'incenso e turifica (senza risalire) la reliquia;
- in seguito due possibilità: o il celebrante si ferma per qualche canto/preghiera (nel qual lo fa inginocchiato verso l'altare) oppure, fatta riverenza ad altare e reliquia, torna in sacrestia;
- precisazione: la riverenza dovuta alla reliquia della Santa Croce pubblicamente esposta è la genuflessione semplice (da farsi, durante la liturgia: a) tutte le volte che si passa davanti alla reliquia; b) ogni volta che si entra ed esce dal presbiterio; c) ogni volta che il celebrante, dal centro dell'altare, si sposta verso il lato dell'epistola o quello del Vangelo [si genuflette comunque in medio]; d) prima e dopo l'incensazione);
- prima di riporre la Reliquia, si deve fare la benedizione;
- la benedizione può essere data dal solo celebrante, che però può anche farsi assistere da diacono e suddiacono (parati) - nel qual caso il diacono può passare al celebrante la Reliquia e poi riceverla (stando entrambi in piedi);
- se c'è la consuetudine, si può usare il velo omerale (rosso, viola invece il Venerdì e Sabato Santo);
- prima della benedizione si incensa la reliquia;
- la benedizione viene impartita senza dire nulla;
- alla benedizione tutti devono stare in ginocchio (anche i canonici);
- in seguito si può dare la Reliquia da baciare, nel qual caso il celebrante la tiene in una mano, i fedeli baciano la reliquia e, dopo ogni bacio, con l'altra mano il celebrante (tramite un pannolino) asterge la Reliquia;
- nel porgere la reliquia da baciare il celebrante non è obbligato a dire alcunché, ma può usare qualche formula (Trimeloni consiglia ad es. Per Crucem et Passionem suam liberet te Deus ab omni malo. Amen);
- al termine, la Reliquia viene ricoperta col velo; la si può lasciare sull'altare o riportarla in sacrestia;
- durante queste operazioni (esposizione, bacio, riposizione) è meglio cantare inni o lodi opportune;
- questa liturgia può essere eseguita subito prima o subito dopo la Santa Messa; nel qual caso, il celebrante usa i paramenti della Messa, senza il manipolo.