venerdì 20 maggio 2016

Athanasius Schneider: “L’Unione Europea è divenuta una Unione Sovietica occidentale”


L’Amoris Laetitia di Papa Francesco ha bisogno di una urgente nota interpretativa, la famiglia naturale è sotto attacco, non dissociare mai misericordia dalla giustizia. Sono gli affondo di Monsignor Athanasius Schneider in questa intervista. Monsignor Schenieder, puntuale teologo, è Vescovo ausiliare nella Diocesi di Maria Santissima in Astana (Kazakhstan), dove lo abbiamo contattato.

Eccellenza, possiamo dire che la famiglia in senso naturale e cristiano oggi è sotto attacco?
“L’attacco alla famiglia in senso naturale e secondo la Sacra Scrittura, è palese e non ha bisogno di ulteriori elementi di prova. L’attacco ha raggiunto dimensioni globalizzanti, secondo i piani strategici di una ideologia promossa dai più potenti organismi politici del mondo occidentale, come ONU e Unione Europea, divenuta una sorta di nuova Unione sovietica occidentale ”
La dottrina cattolica è soggetta a cambiamenti?
“La dottrina cattolica è quella rivelata nella Parola Divina scritta e oralmente trasmessa, un tesoro Divino consegnato al Magistero della Chiesa per essere fedelmente custodito, trasmesso, spiegato e difeso, secondo lo stesso pensiero e lo stesso significato vigenti nelle generazioni precedenti. Il Magistero (cioè il Papa e tutto il corpo del episcopato) non ne è l’autore, né il proprietario, tanto meno il padrone. Al contrario, il Magistero è soltanto il servitore, perché non è al di sopra della verità della Parola scritta e trasmessa (cf. Concilio Vaticano II, Dei Verbum, 9), è soltanto l’ amministratore di un bene Divino, sul quale deve rendere rigorosamente conto davanti al Padrone, che è Cristo, Verità Eterna. Il Magistero sarà fino alla fine del tempo sempre esposto all’attacco contro questo tesoro da lui amministrato. Questo attacco proveniva, proviene e proverrà prevalentemente dall’interno della Chiesa, da parte di coloro che con il pretesto di una più profonda conoscenza e di una libertà di giudizio , di discernimento della coscienza, e di un adattamento alla mentalità del mondo contemporaneo, falsificano questo tesoro della fede cattolica, comportandosi nei suoi confronti come padroni. La più grave e allo stesso tempo la più pericolosa tentazione dei detentori del Magistero della Chiesa, consiste appunto nel volere disporre del tesoro Divino della verità cattolica come essi fossero il padrone: o secondo le proprie preferenze ideologiche o per gradire al mondo e ricevere applausi da parte degli uomini e dei potenti del mondo “.
Amoris Laetitia : che valutazione si può dare al documento e in particolare al cosiddetto caso per caso? Esiste la possibilità di una lettura e prassi relativista?
Amoris Laetitia contiene molte indicazioni utili e spiritualmente profonde, soprattutto per la vita pratica e quotidiana nel matrimonio e nella famiglia. D’altra parte, Amoris Laetitia contiene, purtroppo, delle espressioni oggettivamente ambigue che si prestano ad interpretazioni erronee e persino contrarie alle verità immutabili della fede cattolica. Tali interpretazioni erronee, con conseguenti applicazioni pratiche, già si realizzano da parte di laici, preti e vescovi. Ci sono delle formulazioni nell’Amoris Laetitia, soprattutto nel VIII capitolo, che lette con buon senso e onestà intellettuale, difficilmente sono interpretabili secondo l’immutabile dottrina cattolica. Si può prendere soltanto un esempio, quando si parla di “fedeltà” in un’unione “irregolare”, cioè in un’unione adulterina, “fedeltà” in uno stile di vita che contraddice gravemente il Comandamento di Dio, l’indissolubilità del matrimonio e la sacralità del sacramento. Non possiamo negare l’evidenza di alcune espressioni ambigue nell’Amoris Laetitia nascondendo la testa sotta la sabbia. Tale comportamento sarebbe insincero ed indegno. Dio non ha ci dato il permesso di poter trasgredire Suo Comandamento e quindi offenderLo, nemmeno in un solo caso. Dio non ha detto: “Non commettere adulterio, ad eccezione in un caso particolare” Non si può scherzare con i Comandamenti di Dio, né con la sacralità del vincolo indissolubile del matrimonio, né con la santità incommensurabile dell’Eucaristia, nemmeno in un solo caso”.
E’ indispensabile un chiarimento interpretativo?
“Un chiarimento interpretativo autentico dalla parte della Sede Apostolica è senza alcun dubbio indispensabile, c’è persino il periculum in mora, il pericolo nel ritardo.”
Immigrazione: la carità secondo lei da dove inizia?
“La carità e l’obbligo di cura cominciano per primi verso quelli chi ci sono i più prossimi. Il padre della famiglia non può accogliere figli altrui con la conseguenza di danneggiare i propri. Un tale comportamento sarebbe contro la legge naturale e creerebbe una situazione di ingiustizia, di confusione e di conflitto”.
Esiste un rischio di islamizzazione dell’Europa?
“Non esiste soltanto un rischio di islamizzazione dell’Europa. L’islamizzazione dell’Europa è in pieno sviluppo, orchestrata in modo più o meno aperto da parte dai vari organismi politici.”
La misericordia di Dio è incondizionata o ha bisogno del riconoscimento del peccato e della giustizia?
“Non ci può essere un contrasto tra giustizia e misericordia Divina, tra la verità del perdono e la soddisfazione e riparazione del male commesso. La Sacra Scrittura ci dice “la misericordia e la verità s’incontreranno” (Sl 85, 11). Secondo san Tommaso d’Aquino l’opera della giustizia Divina presuppone sempre l’opera della misericordia, la quale a sua volta si basa sulla giustizia (cf. Summa theol., I, 21, 4). Il dottore Angelico dice che persino le punizioni Divine sono allo stesso tempo un’opera della misericordia e della giustizia, poiché Dio ricompensa il penitente oltre suoi meriti e punisce l’impenitente in misura minore di ciò che lui merita. Papa Giovanni Paulo II ci ha lasciato luminosi insegnamenti su questo tema, dicendo che una “generosa esigenza di perdonare non annulla le oggettive esigenze della giustizia. In nessun passo del messaggio evangelico il perdono, e neanche la misericordia come sua fonte, significano indulgenza verso il male, verso lo scandalo, verso il torto o l’oltraggio arrecato. In ogni caso, la riparazione del male e dello scandalo, il risarcimento del torto, la soddisfazione dell’oltraggio sono condizione del perdono” (Enciclica, Dives in misericordia, 14). L’autenticità della misericordia e del perdono presuppongono un vero pentimento e una volontà seria di riparare il male commesso, ciò significa una fedele collaborazione con la grazia, sia nel pentirsi sia nel riparare il male. San Giovanni Paolo II ha detto: “La Chiesa ritiene giustamente come proprio dovere, come scopo della propria missione, quello di custodire l’autenticità del perdono” (Enciclica, Dives in misericordia, 14).
[Fonte]

giovedì 19 maggio 2016

In questi giorni tremendi in cui la parola di Nostro Signor Gesù Cristo viene portata davanti al sinedrio per essere vagliata e accantonata....


In questi giorni tremendi in cui la parola di Nostro Signor Gesù Cristo viene portata davanti al sinedrio per essere vagliata e accantonata, può essere utile riflettere ancora una volta sulla causa remota di tale inaudita sovversione, ossia il Modernismo [1].
Le tre radici del Modernismo – 1. le filosofie moderne
In una serie di articoli abbiamo dato conto dei debiti del Modernismo nei confronti delle filosofie moderne. Cosa ovvia, dato che l’assunto base del movimento è l’imperativo di avvicinare la Chiesa al mondo moderno.
Alcune di queste filosofie – ad esempio: razionalismo, spiritualismo, liberalismo religioso – sono uno sviluppo naturale del soggettivismo connaturato al protestantesimo, che, avendo posto la Scrittura al vaglio della persona singola, ha dato origine ad una varietà di concezioni disparate.
Anche nel pensiero acristiano si riscontra una eterogeneità di concezioni, sia antropocentriche – come deismo e illuminismo – che immanentiste – come panteismo e idealismo.
Eppure è proprio da tutta questa varietà di sistemi estranei al cristianesimo petrino che i modernisti di varia specie hanno tratto le loro dottrine. Ne risulta che le loro istanze, oltre ad essere incompatibili col Cattolicesimo, quando non ad esso in antitesi, sono tra loro diverse per natura e per origine (ad esempio vengono invocati, a seconda della convenienza, sia il razionalismo, che rifiuta di prender in esame le manifestazioni del soprannaturale, sia la conoscenza per illuminazione, un approccio al divino di stampo irrazionalista).
Le tre radici del Modernismo – 2. le eresie e le sette
In un secondo gruppo di articoli abbiamo verificato quanto le tesi moderniste abbiano raccolto l’eredità di vecchie e stantie eresie ripresentando istanze concettuali e teologiche più volte utilizzate nei sistemi eretici dei primi secoli e del medioevo, nonché nelle confessioni protestanti classiche e di frangia.
Questo piccolo colpo di mano consente ad eretici e Modernisti una lettura rivoluzionaria della storia ecclesiale: buona la Chiesa delle origini, buona la nuova Chiesa Modernista, pessima la Chiesa dei secoli intermedi. Dunque apostata la gerarchia cattolica per tredici secoli, veri cristiani essendo stati propriamente solo gli eretici perseguitati. Questa inversione di giudizio sulle eresie è la lettura di Lutero e di tutti i Riformatori, i quali, dopo secoli di latitanza divina, proponevano il ripristino del cristianesimo autentico, reinventandone dottrina, istituzioni e gerarchia [2]. È anche una lettura condivisa dal Cammino Neocatecumenale, movimento sedicente cattolico.
Così implicitamente si nega l’assistenza promessa da Nostro Signor Gesù Cristo alla Sua Chiesa nel corso della vicenda umana.
Sull’onda di questo ribaltamento eretici e Modernisti lanciano alla Chiesa accuse gratuite, come quella di non essere abbastanza aperta al mondo: sono infatti i Nicolaiti del primo secolo ad innalzare quello che è il vessillo stesso del Modernismo. Un’altra peculiarità dei Nicolaiti, sempre motivata dal desiderio di non dispiacere al mondo, era la professione privatistica ed interiore della fede, equivalente alla scelta religiosa che l’Azione Cattolica fece a fine anni ’70. Una terza deviazione, quanto mai attuale, era non solo la pratica di comportamenti immorali ma la pretesa che ciò costituisse un diritto.
Chiusure
I Modernisti operano – come gli eretici – una selezione delle verità di fede, innalzandone alcune e mettendole in contrapposizione con altre (la lotta inscenata vanamente dall’attuale vescovo di Roma tra Misericordia di Dio e Legge divina è l’esempio più eclatante). I demolitori odierni della Legge bollano come giuridicismo qualsiasi riferimento alla stessa: non è una novità, anche Montano parlava così.
Su alcuni elementi della fede i Modernisti operano delle chiusure intransigenti, per esempio verso i sacramenti.
Oggi i Modernisti, in sintonia con tutte le sette antitrinitarie, negano ormai apertamente il dogma del peccato originale, considerano peccati quasi solo i reati contro il codice civile, non reputano necessaria la Confessione auricolare, bastando al più un’assoluzione collettiva come facevano i Catari e come era pratica negli anni ’80 in una chiesa del novarese. Oggi, come noto, si considerano emendati da colpe anche i sodomiti conclamati.
La demolizione di un sacramento prelude ad un abbassamento od annullamento degli altri, come siamo costretti a vedere. Alla fine del percorso li attendono Sociniani e Frankisti i quali negano in blocco tutti i mezzi di salvezza.
Il disastro architetturale delle Chiese moderne, che contempla fredde costruzioni geometriche accanto a fantasmagorici impianti esoterico-massonici, deve molto alla lotta iconoclasta dei bizantini, seguiti prima dai Valdesi e poi da Calvinisti, Presbiteriani e Puritani. Catari, Anabattisti, Quaccheri e Frankisti arrivano alla fine del percorso mostrandosi del tutto contrari agli edifici di culto.
Quanto ai Novissimi, depennato il Limbo, tocca a Purgatorio ed Inferno essere oggi messi a problema. Anche qui i Modernisti vengono dopo i Catari (riguardo al Purgatorio) e dopo Socino (quanto all’Inferno).
L’interpretazione personale della Sacra Scrittura esaltata da Lutero, ha reciso d’un sol colpo Magistero e Tradizione. Il Vaticano II, controllato dai nuovi teologi, ha dal canto suo eliminato la Tradizione e sciolto il Magistero dal vincolo di fedeltà al depositum fidei, rendendolo autoreferenziale ed arbitrario.
Come effetto collaterale, nasce in ambiente luterano il biblicismo razionalista di Tubinga ripreso in Italia da Ravasi. Questo ramo del Modernismo rifiuta i miracoli operati dal Salvatore, ritenendoli costruzioni della comunità apostolica (cioè delle favole), e pone in dubbio tutti i misteri della Redenzione, dall’Incarnazione all’Ascensione.
La pressoché totalità de Modernisti ritiene, in linea con lo storicismo, che la verità evolva nel tempo, facendo di Gesù Cristo non il Verbo di Dio ma un uomo legato alle concezioni del suo tempo e del “Risorto” una pia invenzione della comunità cristiana delle origini.
La rivoluzione luterana rende la fede una cosa intima, personale, dunque rifugge da definizioni e più ancora da sistematizzazioni. L’odio di Lutero nei confronti della filosofia produce in ambiente protestante la sfiducia nella via razionale al divino, una sfiducia che si concretizza principalmente nel rifiuto ed anzi nella demonizzazione della Scolastica. Questa violenta animosità rivive nei Modernisti di tutte le declinazioni.
Stravolgimenti
Accanto alle chiusure, un secondo modo di cambiare la fede è quello di stravolgerne gli elementi.
Un primo esempio di stravolgimento è la funambolica teoria rahneriana dei cristiani anonimi. La salvezza per sola fide, per i soli meriti di Gesù Cristo, per esigenza della natura o grazie ad una capacità umana di autoredenzione (Socino) è una credenza necessaria per chi rifiuta il sacramento della Confessione.
Un secondo esempio è l’appello a scrutare i segni di Dio nella storia, un tema del Pietismo riproposto dal domenicano Chenu allo scopo neppure troppo celato di dare un avallo di origine divina alla volontà di imporre cambiamenti ereticali. Con questo artifizio le “esigenze dei tempi” vengono anteposte alla dottrina e si ergono a giudici della stessa.
Un terzo esempio è la teoria del primato dell’azione, una tesi di origine anch’essa pietista, innalzata a dogma dal marxismo e quindi trasbordata nelle varie teologie della liberazione fino a diventare in modo palese la linea guida dell’attuale vescovo di Roma. La pastorale svincolata dalla dottrina sta diventando il grimaldello per forzare i sacri portoni e modificare a piacimento la dottrina di sempre.
Un quarto esempio è la reinterpretazione delle verità di fede, che mentre pretende di attualizzarle spesso le volatilizza.
Un quinto esempio è la via illuminatica alla deitas, tema prediletto degli Alumbrados dei Frankisti e dei Modernisti, fu proposta prima ancora da Amalrico (Amaury de Bène) ed è una ripresa delle credenze della Gnosi. Qui è allestita la scena della immaginaria contrapposizione tra la fede concettuale basata sulle formule dogmatiche e l’esperienza ineffabile del divino tramite illuminazione, fruibile da ogni sincero ricercatore di Dio. In tale quadro il dogma non sarebbe altro che un’espressione contingente dell’esperienza religiosa vissuta dal subconscio.
Comportamenti e tattiche
Anche nei comportamenti eretici e Modernisti si assomigliano: la contestazione dei tre poteri (legislativo, governativo e giuridico) accompagnata da un pacifismo totalizzante è comune a Catari, Valdesi, Anabattisti e Quaccheri nonché ad una moltitudine di frati attuali.
Fogazzaro e Bonaiuti hanno imposto ai loro seguaci di rimanere all’interno della Chiesa Cattolica, riproponendo il nicodemismo dei marranos, degli Alumbrados e dei Frankisti.
“Fino ad oggi – spiegava Bonaiuti – si è voluto riformare Roma senza Roma, o magari contro Roma. Bisogna riformare Roma con Roma; fare che la riforma passi attraverso le mani di coloro i quali devono essere riformati. Ecco il vero ed infallibile metodo; ma é difficile. “Hic opus, hic labor”.
L’inversione antinomica praticata dalle sette gnostiche e dai Frankisti è esplosa come un bubbone all’interno del Corpo Mistico, il vizio viene incredibilmente rivendicato come virtù, non si chiede l’assoluzione dei peccati ma la santificazione dei propri desideri ed azioni. Si giunge tranquillamente ad esigere dalla Chiesa il riconoscimento del proprio diritto alla perversione, in pratica si chiede a chi giudica per delega di Dio la abolizione della legge di Dio. Come è stato notato, tutto avviene con la copertura della “teologia dell’amore che tutto scusa” [3]. Ma, come osserva Daniele Di Geronimo: “Aborto, divorzio ed eugenetica prima, eutanasia e matrimoni omosessuali oggi, sono stati presentati come moderne forme di amore” [4]. Ci si avvia ad una sospetta sintonia con la leege di Crowley: il mago nero amato dai Beatles , agli albori del secolo XX, evocò, assieme a Kenneth Grant, il demone Aiwaz per avere una legge valida per il secolo a venire. La risposta del demone: “Fai ciò che vuoi, fallo sotto l’amore: questa è la legge” [5].
Punti di appoggio
Eretici e Modernisti non potevano operare tali sovversioni senza un punto di appoggio.
In effetti due sono state le leve su cui i rivoluzionari si sono basati per avallare le loro innovazioni spurie: il ritorno alla purezza delle origini e il rifiuto del principio di non contraddizione.
Come numerosi eretici (fra Dolcino, Catari, Hus, Anabattisti, Familisti) i Modernisti rivendicano un presunto ritorno alle origini per liberare la Chiesa dalle incrostazioni e dagli orpelli aggiunti dalla gerarchia nel corso della storia, per tornare alla purezza delle origini.
Seconda leva della sovversione è la negazione del principio di non contraddizione, da sempre uno dei punti chiave della gnosi ermetica, rispolverato nel ‘600 dal mistico protestante Böhme.
Il principio di non contraddizione (non può essere che una stessa cosa sia e non sia allo stesso tempo) è il basilare fondamento del nostro comprendere il reale: senza di esso non è possibile sostenere alcuna proposizione come vera, neppure quella che asserisce che la verità non esiste [6]. Tale baluardo non cessa di turbare gli animi dei sofisti dai tempi di Socrate fino ad oggi, impedendo loro di cavalcare le praterie del nulla o di credere reali le chimere prodotte dal soggettivismo.
Solo obliterando il principio di non contraddizione è possibile poter spudoratamente mescolare proposizioni e atti incompatibili come “fedeltà alla dottrina” e sua sconfessione pratica” (“il matrimonio resta indissolubile”… ma è anche annullabile a piacere).
I maestri della Nouvelle Théologie, come i sofisti, si sono da subito scagliati contro il il principio di non contraddizione. Solo così potevano avere le mani libere.
Le tre radici del Modernismo – 3. le conventicole esoteriche
È curioso come le richieste dei Modernisti nei confronti della Chiesa ripetano in modo pedissequo le pretese della Massoneria.
Come dice P. Giovanni Cavalcoli: la Chiesa [secondo i Massoni] deve innanzitutto abbandonare “la pretesa di possedere verità divine ed assolute (i "dogmi") o di essere, in nome di Dio, guida dell'intera umanità verso la felicità. Infatti, questo ruolo la Massoneria lo attribuisce a se stessa” [7].
Ora, minare l’autorità dogmatica della Chiesa equivale ad aprire le porte dell’ovile e spingere il gregge nei pascoli del libero esame.
Una seconda pretesa della Massoneria raccolta dai Modernisti è che la Chiesa Cattolica si disfi della sua struttura gerarchica per darsi un’organizzazione più democratica, collegiale e decentrata. L’ostilità verso la gerarchia ha precedenti illustri in Montano, Lutero e Frank .
Una terza pressione modernista di stampo massonico è quella volta ad umanizzare i riti, accantonando devozioni superstiziose (suffragi per i defunti, culto dei Santi, manifestazioni di pietà popolare) e liturgie magico-sacrali [8]. Molto in questo campo è già stato realizzato con la svolta conciliare e con l’introduzione del Novus Ordo Missae che hanno molto avvicinato la Chiesa di Roma alle confessioni protestanti.
Quarta pretesa è che la Chiesa Cattolica si purifichi rinunciando ai suoi tesori materiali e dunque si privi delle ricchezze essendo ad essa disdicevole ogni “esterno apparato di magnificenza” [9].
Quinta pressione è lo stimolo a concentrarsi sui poveri (sulle periferie esistenziali) e a dedicarsi alla promozione umana. Una volta appiattita sui valori civili (un tempo compatibili) l’Ecclesia si riduce a società filantropica al servizio del mondo, privandola di qualsiasi valenza in campo sociopolitico e nell’educazione della gioventù. È la riduzione della religione ad etica, separata da metafisica e teologia.Con una conseguenza: il potere, una volta promosse a prassi normale alcune devianze, non tollera più che i crimini sdoganati continuino ad essere visti per quello che sono. Esige, anzi impone, che siano accolti ed accettati come comportamenti innocui, derubricati a comportamenti normali. Ed ecco che il potere impone la derubricazione dei peccati, mentre pone in essere la persecuzione di coloro che vogliono restare fedeli al Vangelo. Il tutto avviene nel silenzio imbarazzato degli ex-cattolici ormai divenuti i cappellani del potere.
Per velare il palese tradimento, i Modernisti hanno inventato la moraledelle situazione: non è la Legge a determinare il giusto e l’iniquo, bensì la situazione particolare ed il modo soggettivo di viverla.
Sesta pretesa è l’elevazione della donna al ministero della predicazione, al sacerdozio e alla profezia (come fece in Montano, seguito da Valdesi e Catari e come infine fanno Luterani ed Anglicani nominando donne-vescovo).
Settima azione modernista di stampo massonico è la forte spinta ecumenica, favorita da un’esegesi spericolata, che scopre frammenti di verità dispersi nelle differenti rivelazioni e credi[10].
Il dialogo tra le confessioni è un primo passo in vista di una loro unificazione nella Nuova Religione dell’Umanità, il sogno di Eckhart, Comenius e Frank [11].
Come ha ben riassunto P. Giovanni Cavalcoli: in altre parole, mantenendo il significato e cambiando di segno i termini, la Chiesa Cattolica deve essere privata di ogni autorità, spogliata dei suoi beni, resa acefala, abbassata a club filantropico e soprattutto deve prostrarsi davanti al mondo e tenersi lontana da Dio.
Le due questioni
Dopo questo inventario appare chiaro come il Modernismo si basi su una congerie di idee diverse per natura e origine che si giova di una terminologia cattolica in cui le parole vengono però cambiate di senso e perfino di segno, rendendo positivo il negativo e viceversa.
A questo punto è lecito chiedersi due cose:
- la mancanza di sistematicità è reale oppure esiste una teologia iniziatica che regge tutta l’impalcatura?
- come mai sia gli adepti del primo Modernismo sia i loro attuali epigoni ormai egemoni sembrano presi dalla smania di introdurre nel Cattolicesimo una congerie eterogenea di idee elaborate in ambienti protestanti, settari, deisti e giudaici?
La teologia iniziatica
Nonostante i Modernisti si guardino bene da proporre esplicitamente le colonne portanti della propria teologia, sembra evidente dai loro detti la scissione tra il Gesù, uomo esemplare, ed il Cristo, meta ideale dell’uomo illuminato [12].
Un secondo punto discendente dal precedente è una concezione molto particolare della divinità, in cui si intravedono tracce del Diteismo [13] avverso al Dio creatore e legislatore dei giudei.
Un terzo elemento eretico è l’oscillazione tra un Monismo che accomuna le “Tre Religioni del Libro”, il Modalismo [14] e gli accenni alla esistenza di un principio femminile nella divinità [15], adombrando una divinità sessuata, in cui si compiono le nozze sacre (ἱερὸς γάμος), proprio come sostengono alchimisti e pagani antichi e moderni.
L’elemento femminile si trova anche ad un livello inferiore, ove si situa l’androgino primitivo – Adam Kadmon, maschio e femmina –, una costruzione della Cabala.
La dinamica all’interno della Trinità viene sempre più spesso interpretata non come comunione d’Amore ma come dramma di svuotamento progressivo delle Tre Persone [16].
Tutte queste concezioni di stampo non cristiano passano nelle menti ignare grazie all’entusiasmo millenaristico con cui i neoteologi millantano l’essere in atto una nuova Pentecoste. Il “soffio dello Spirito” è il pretesto adottato per garantirsi una legittimazione ad andar “oltre” (in realtà: contro) le parole inequivocabili di Nostro Signor Gesù Cristo.
Lo stesso spirito millenaristico fa dir loro che ora abbiamo una Chiesa rinnovata (“senza rughe” sic!), questa volta fedele alle sue origini, collegiale e profetica [17]. Naturalmente la pastorale misericordiosa liberata dalla dottrina è l’ombrello per trasbordare nella nuova chiesa comportamenti e leggi alieni.
La volontà di ibridazione
Con le loro eterogenee e pressanti richieste i Modernisti palesano una volontà di ibridazione della fede cattolica e della sua Chiesa. Il loro intento non è quello di sostituire il Cattolicesimo con un sistema diverso e visibile; essi si limitano a pretendere che il cristianesimo petrino si spogli di tutte le sue specificità per diventare finalmente compatibile con gli altri sistemi che si riconoscono nella Massoneria.
Il suo “traguardo è la mondanizzazione della dottrina antimondana per antonomasia” [18], e dunque, per sua logica intrinseca, il processo di inquinamento non avrà fine sino a che non sarà sciolto ogni elemento del credo e non sia vanificato ogni iota della legge; il Modernismo è infatti un sistema instabile, la sua via senza ritorno inesorabilmente conduce all’abisso. Come dice san Pio X è in grado di distruggere “non pure il Cattolicesimo ma ogni qualsiasi religione” [19].
L’assalto viene condotto dai media asserviti rovesciando sulla Chiesa i dettami del politically correct di moda nel momento presente. Mano a mano che li fa propri, la Chiesa Cattolica prosegue la sua marcia di conversione al “mondo moderno”.
Essenza del fenomeno
Qual è dunque l’essenza di un siffatto movimento?
Volontà di annientamento
È impossibile non vedere come il presunto e necessario riformismo, proposto con tanta sospetta mitezza dai sovvertitori iniziali ed attuali, porti ineluttabilmente al depotenziamento del Cattolicesimo (obiettivo ormai raggiunto) ed in seguito– se mai fosse possibile – alla sua metamorfosi in conventicola a-giuridica, misericordiosa e profetica.
Eliminare il sacrificio espiatorio che salva le anime e gettare nell’oblio le parole del Verbo divino che risvegliano le anime ed intralciano le trame dei potenti, ecco lo scopo ultimo della sovversione ecclesiale.
Complotto
Un tale apocalittico obiettivo unito al sommovimento sincronico e diacronico di tante irriducibili volontà, ci conduce a vedere nel Modernismo, più che un movimento teologico, una “setta segreta” (clandestinum foedus)[20], con una missione – che essa si è data o che da altri ha ricevuto - di rifondare la Chiesa per uniformare i cattolici agli altri sudditi della illuminata Istituzione.
Motivazione
La Rivoluzione extra moenia tentata dall’esterno non aveva avuto un esito soddisfacente. Né le stragi in Vandea, né l’anticlericalismo ottocentesco, né le feroci persecuzioni in Messico e Spagna erano riuscite a a debellare il Cattolicesimo e ridurre Roma al silenzio.
Già Feuerbach l’aveva capito: “non sarà attraverso una persecuzione che lo si ucciderà [il cristianesimo], perché la persecuzione alimenta e rafforza. Sarà attraverso l’irreversibile trasformazione interna del cristianesimo in ateismo umanista, con l’aiuto degli stessi cristiani, guidati da un concetto di carità[21] che nulla avrà a che fare con il Vangelo”.
Di qui il progetto di Bonaiuti di “riformare Roma con Roma” tramite una Rivoluzione intra moenia.
Obiettivo: trasmutare il Cattolicesimo dall’interno, mantenendone il nome e gran parte delle forme ma svuotandolo dei contenuti.
Di qui l’organizzazione in setta.
Fogazzaro in persona aveva scritto nel suo romanzo Il Santo: «Vogliamo tutti ordinare la nostra azione. Massoneria cattolica? Sì, Massoneria delle catacombe» (Milano, Baldini & Castoldi, 1905, p. 44).
Metodo
Come gli gnostici i Modernisti si annidarono in comunità già esistenti (Gesuiti di Lione, Domenicani di Le Saulchoir (Il Saliceto, in Belgio).
Come i marranos, Erasmo e i giansenisti ai moniti e alle condanne opponevano un “silenzio ossequioso” ed un’apparente sottomissione.
Fu Jacob Frank († 1791) il più audace di questa ondata di anticristi; fu infatti Frank ad inserire una moltitudine di infiltrati all’interno delle strutture religiose allo scopo di indebolirle, depotenziarle e poi distruggerle.
Ecco le sue parole: “noi dobbiamo accettare esteriormente la religione cristiana per sembrare, in pubblico, cristiani […] tuttavia non dobbiamo mischiarci con i veri cristiani”[22].
Inizialmente sono stati i teologi ad agire da spartiacque.
Dopo le condanne di San Pio X al primo Modernismo e di Pio XII alla Nouvelle Théologie, furono riportati agli onori da Giovanni XXIII, diventando i veri autori del Concilio Vaticano II.
Creati cardinali dai papi seguenti, con la loro azione ed i loro organi di stampa, affiancati dai movimenti ecclesiali sorti dopo il Concilio , hanno contribuito a cambiare quanto insegnato nei seminari e nelle università [23].
Si è così formata una pseudo-religione accolta senza problemi dalla moltitudine, anche se mai formalizzata dall’autorità. In essa sono presenti, mescolati, sia elementi cattolici che alieni. Questa religione non detta ha via via impregnato di sé i libri ed i media ex-cattolici.
Il ribaltamento prosegue tra gli osanna dei media e le puntualizzazioni e rimostranze troppo deboli di una minoranza.
Le responsabilità dei papi conciliari in questo processo sono evidenti: con Giovanni XXIII è stato dato avvio alla rivoluzione, Paolo VI ha curato la sua intronizzazione, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI l’hanno in molti aspetti puntellata e proseguita, Bergoglio ha "l'umiltà e l'ambizione " di portare a compimento l’opera.
La situazione
La Chiesa è in gran parte occupata dai Modernisti, sedicenti cattolici ma veri eretici e quinta colonna della Rivoluzione all’interno della Chiesa, seguaci di teosofie quando non affiliati alla setta massonica e dunque al servizio dei potentati gnostici ispirati da Lucifero.
L’animus settario è provato dall’autoritarismo con cui una gerarchia corrotta perseguita il clero rimasto cattolico e dal disprezzo con cui addita i fedeli alla Tradizione.
Sono infatti ora operativi i guardiani della rivoluzione: demonizzano tutto ciò che precede la nuova Pentecoste (con le reiterate richieste di perdono per le presunte colpe della Chiesa pre-conciliare), depotenziano prima ed accantonano poi i documenti dei papi pre-conciliari, sospingono nell’oblio il Catechismo, la Messa, i dogmi valevoli un tempo.
I credenti vengono vituperati come ideologici, legalisti. I Francescani dell'Immacolata sono stati perseguitati ed annichiliti.
Solo piccoli gruppi sparsi nel mondo e singole persone, come ai tempi di Atanasio e di Ilario, sembrano resistere allo tsunami.
È nostra speranza che gruppi e persone singole si mantengano forti e non cedano né agli insulti né alle lusinghe.

Oreste Sartore
NOTE
[1] Con questo termine intendiamo comprendere tutte e tre le manifestazioni storiche, il movimento iniziale con protagonisti gli intellettuali (Fogazzaro), la seconda ondata (Nouvelle Théologie) guidata dai teologi (i Gesuiti di Lione, influenzati dal giudaismo cabalista e dal panspiritualismo hegeliano e i Domenicani di Le Saulchoir, succubi dello storicismo hegeliano) infine la terza forma, la religione conciliare, confezionata da cardinali e assecondata dai papi, che in nome dello Spirito del Concilio sta gradualmente soppiantando il cattolicesimo autentico ed integro. Quest’ultima espressione del sommovimento ereticale è stata preceduta ed accompagnata dal fenomeno del clero progressista, che ha avuto ed ha ancora la funzione di avanguardia della rivoluzione.
[2] Molte sette rivendicavano una ininterrotta ed occulta trasmissione della fede da parte di coloro che non si erano sottomessi a Papa Silvestro e non avevano accettato la donazione di Costantino.

[3] Patrizia Fermani, La dissoluzione della famiglia nella “nuova chiesa cattolica”, 10 ottobre 2015 sito riscossacristiana
[4] Daniele Di Geronimo, Sì, abbiamo perso in partenza, 24 giugno 2014, sito infinito-quotidiano
[5] Aleister Crowley, Liber legis, 1904
[6] cfr. Franca D'Agostini, Verità avvelenata. Buoni e cattivi argomenti nel dibattito pubblico, Torino 2010
[7] Giovanni Cavalcoli OP, La Massoneria contro la Chiesa, Rivista VivereIn, n.1 2008. Che lo scopo dei settari sia questo lo si comprende dal fatto che, dal Concilio in poi, ogni documento papale è preceduto nei media da sospiri (“chissà se finalmente...”), salvo poi essere puntualmente accolto con l’amarezza del deluso (“speravamo che..)
[8] Erano pretese tipiche di Catari, Valdesi e Puritani.

[9] Uno dei capolavori degli Illuminati è il film L'uomo venuto dal Kremlino. C’è una scena impressionante in cui Anthony Quinn (1915 – 2001) comunica la devoluzione dei beni ai poveri con lacrime di commozione e capo ciondolante
[10] L’ecumenismo latitudinario non rifiuta nessun contributo di qualsivoglia origine: i cardinali si fanno segnare in fronte da indù e buddisti e fanno il girotondo attorno all’idolo della Madre Terra
[11] L’ambizione gnostica di ricomporre in un principio unico tutte le verità, anche quelle che ad uno sguardo profano appaiono contrastanti, impone anche agli esoterici di schierarsi contro il principio di non contraddizione e di ingaggiare una lotta senza quartiere contro i suoi sostenitori
[12] Una versione moderna del Docetismo, eresia sostenuta da una moltitudine di eretici gnostici e settari (Simon Mago, Cerdone, Saturnino, Elcasaiti, Basilide, Bardesane, Valentiniani, Tolomeo, Seleuciani, Marcione, Manichei, Priscilliano, Pauliciani, Bogomili, Catari). Che Cristo sia solo fondamentalmente solo un esempio per l’umanità fu Socino a sostenerlo.
[13] Dottrina professata dai Nicolaiti e soprattutto da Marcione e dal Manicheismo
[14] Un’eresia dei Monarchiani presente nel sistema ranheriano
[15] La Sophia di Simon Mago, dei Quqiti, di Guglielma la Boema e di Frank
[16] È la dottrina kenotica riscontrabile nel Quietismo, in Tauler, in Frank e nella Nouvelle Théologie. Venne condannata da Pio XII con l’enciclica Sempiternus Rex Christus (1951)
[17] Nient’altro di ciò che proclamava Montano
[18] Piero Vassallo, Domenico Giuliotti, la fede prima della modernizzazione, sito dell’autore, 20 dicembre 2014
[19] San Pio X, enciclica Pascendi (1907)
[20] San Pio X, Sacrorum Antistitum, 1 settembre 1910
[21] La “teologia dell’amore che tutto scusa”, quella del demone Aiwaz (v. sopra)
[22] Arthur Mandel, Il Messia militante, Milano 1984
[23] Si noti come il progetto di annientamento della Chiesa abbia avuto inizio dal suo vertice, in ottemperanza all’efficacissimo metodo gesuita tanto inviso ai settari (allorquando era impiegato per rafforzare la Santa Madre Chiesa)

tratto da: https://gloria.tv/Istruzione%20Cattolica
 

mercoledì 18 maggio 2016

FATIMA: la clamorosa conversazione di Benedetto XVI con padre Ingo Döllinger

 


di Cristina Siccardi
«Non ascoltare la Vergine Santissima, inviata da Dio», affermò Suor Lucia dos Santos in un’intervista del 26 dicembre 1957 rilasciata a Padre Augustin Fuentes su autorizzazione di Pio XII nel convento delle Carmelitane scalze di Coimbra di fronte al Vescovo ausiliare di Leiria, a due Vescovi di Coimbra, al nunzio apostolico in Portogallo, «è un peccato contro lo Spirito Santo».
E proprio nel giorno della festa di Pentecoste di quest’anno il teologo tedesco padre Ingo Döllinger, ordinato sacerdote il 25 luglio 1954, già segretario del Vescovo di Augusta, Josef Stimpfle, nonché amico personale di Benedetto XVI, ha dato il permesso di pubblicare a Maike Hickson, sul sito OnePeterFive questo clamoroso annuncio: «Non molto dopo la pubblicazione nel giugno 2000 del Terzo Segreto di Fatima da parte della Congregazione per la Dottrina delle Fede, il Cardinale Joseph Ratzinger disse a padre Döllinger durante una conversazione di persona che c’è una parte del Terzo segreto che non hanno ancora pubblicato! “C’è di più di quello che abbiamo pubblicato” disse Ratzinger. Inoltre disse a Döllinger che la parte pubblicata del segreto è autentica e che la parte inedita del Segreto parla di “un cattivo Concilio e di una cattiva Messa” che sarebbero arrivati in un futuro prossimo». «Padre Döllinger –  conclude Hickson – mi ha dato il permesso di pubblicare questi fatti nella festa dello Spirito Santo e mi ha dato la sua benedizione».
Il Dossier Fatima, apertosi 99 anni fa, prosegue nel cammino di arricchimento di documentazione per una storia soprannaturale e naturale che proseguirà sia fino a quando il Terzo segreto non sarà svelato al mondo nella sua interezza; sia fino a quando non si compirà l’ultima profezia della Madonna, ovvero il trionfo del suo Cuore immacolato.
Suor Lucia dos Santos scrisse il terzo Segreto a Tuy il 3 gennaio 1944 e lo consegnò a Monsignor José Alves Correia da Silva, Vescovo di Leiria-Fatima nel giugno dello stesso anno. Fu inviato a Roma fra marzo-aprile del 1957. Il testo avrebbe dovuto essere reso pubblico sotto il Pontificato di Giovanni XXIII nel 1960, secondo le precise indicazioni della Madonna. Ma ciò non avvenne per volontà di Papa Roncalli e dei suoi successori.
I veggenti di Fatima hanno sempre parlato di Segreto, diviso in tre parti. «Il segreto consta di tre cose distinte», scrisse Suor Lucia nella sua Terza Memoria (A.M. Martins SJ, Documentos, Fátima, L.E. Rua Nossa Senhora de Fátima, Porto 1976, p. 219). Nelle quattro Memorie ella dichiarò di scrivere sotto l’assistenza dello Spirito Santo (cfr. Quarta Memoria di Lucia dos Santos in ivi, p. 315). Soltanto la terza parte del Segreto venne stilata a parte, per essere destinata esclusivamente al Vicario di Cristo: a lui solo la responsabilità di sapere, a lui solo la responsabilità di agire di conseguenza.
Nella Quarta Memoria Suor Lucia scrisse che la Madonna dichiarò: «In Portogallo, si conserverà sempre il dogma della Fede, ecc… Questo non ditelo a nessuno». È proprio in quell’«ecc.» che è racchiusa la terza parte del Segreto e questa frase tronca non è stata riportata nel Messaggio di Fatima reso pubblico il 26 giugno del 2000. Infatti, la Congregazione della Dottrina della Fede, allora guidata dal Prefetto Cardinale Ratzinger, estrapolò le due parti del Segreto non dalla Quarta, ma dalla Terza Memoria, dove non è presente la rivelazione che nel Portogallo si conserverà il dogma della Fede, dando per scontato che in altri luoghi non sarà così… l’apostasia è, di fatto, dilagata ovunque e la si ritrova sia fuori che dentro la Chiesa.
Ogni Papa, da Pio XII in poi, è stato messo a conoscenza del terzo Segreto, ma due soltanto, fino ad ora, hanno preso l’iniziativa di diffondere qualcosa e di fare qualcosa. Ma Fatima resta, ancora, l’incompiuta: scetticismo? prudenza? paura? I confini che dividono questi atteggiamenti avuti dai Papi sono labili. Il fatto reale è che le apparizioni di Fatima sono legate strettamente alla realtà ecclesiastica, oggi così martoriata, così refrattaria al soprannaturale, così confusa, così corrotta moralmente e spiritualmente, così carica di errori teologici e dottrinali, così priva di insegnamenti catechetici.
Fatima è annodata alla Passione attuale della Chiesa, causata, principalmente da due rivoluzioni, una pastorale e l’altra liturgica: il Concilio Vaticano II e la Santa Messa. Non dimentichiamo che l’Angelo del Portogallo apparve ai veggenti (1915-1916) quale preludio all’arrivo della Madonna e diede la Santa Ostia a Lucia, mentre il Sangue di Cristo, contenuto in un Calice, lo divise fra Giacinta e Francesco, affermando: «Prendete e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati! Fate riparazione per i loro crimini e consolate il vostro Dio (…) Rinnovando il sacrificio della Passione e Morte di Gesù, la Santa Messa è cosa tanto grande da bastare a trattenere la Divina Giustizia» (Fatima e la Passione della Chiesa, Sugarco, Milano 2012, p. 80). La Santa Messa è stata cambiata, è stata oltraggiata al fine di porre al centro dell’attenzione non più Nostro Signore e il Suo Sacrificio, ma l’assemblea, così facendo la Fede, sia nel clero che nei fedeli, ha perso consistenza e significato e le grazie si sono diradate, mentre le chiese si sono svuotate, così come i seminari.
In virtù della rivelazione di Padre Döllinger (che ebbe come confessore san Pio da Pietrelcina al quale fu molto legato, che insegnò teologia morale al Seminario di Order of Canons Regular of the Holy Cross del Brasile, frequentato dal futuro Vescovo Athanasius Schneider, che nel 1970 prese parte alle discussioni della Conferenza episcopale tedesca sulla massoneria, al termine delle quali si affermò l’incompatibilità fra essa e la Chiesa cattolica) possiamo riflettere su alcuni aspetti.
Il Papa mariano, Giovanni Paolo II, che venne salvato il 13 maggio del 1981 dall’attentato del killer professionista Mehmet Ali Ağca, disse di aver avuto salva la vita grazie alla Madonna di Fatima e volle rendere nota al mondo la visione che ebbero i tre pastorelli portoghesi. È il 13 luglio 1917, siamo alla Cova d’Iria: la Madonna appare per la terza volta e rivela il Segreto: la visione dell’Inferno (prima parte); la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato (seconda parte), e la terza parte, ancora oggi monca.
Lascia registrato su carta Suor Lucia: «un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra,  con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo (…) un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarci, attraversò una grande città mezza in rovina e tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio».
Ma qual è la spiegazione a questa visione e qual è il segreto che sottende? La Madonna illustrò ogni cosa delle prime due parti, nulla esiste della terza, se non il commento teologico del Cardinale Joseph Ratzinger e testo e commento furono presentati in una conferenza stampa in mondovisione. Tuttavia, una volta divenuto Papa, il 13 maggio 2010, dichiarò a Fatima: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa». È un caso che Benedetto XVI, proprio all’inizio del suo Pontificato, aprì il celebre dibattito sull’ermeneutica del Concilio Vaticano II, avviando così una felice stagione di ripensamenti su quell’assise? È un caso che diede vita al Summorum Pontificum del 2007 liberalizzando la Santa Messa in rito antico, sepolta e perseguitata dal 1969? È un caso che abolì il decreto di scomunica ai quattro vescovi della FSSPX, da sempre poggiati con perseveranza su due pilastri: la Santa Messa tridentina e la critica costruttiva al Concilio Vaticano II? È un caso che sia Benedetto XVI prima, sia Papa Francesco adesso desiderino riappacificarsi con la Fraternità sacerdotale fondata dal Vescovo Monsignor Marcel Lefebvre? Un caso o tutto rientra nelle loro conoscenze su ciò che la Madonna disse a Fatima?
Le risposte a tali quesiti e, nel contempo, al panorama disastroso di questa dolorosa vigilia del centenario delle apparizioni, sono nel terzo segreto di Fatima: la chiave per aprire la porta della reviviscenza della Chiesa. (Cristina Siccardi)
 
 
 

il Redentore Gesù ha rimesso, come tesoro morale della umanità, nelle mani della sua Chiesa, affinché essa le predichi a tutte le creature, le illustri e le trasmetta, intatte e difese da ogni contaminazione ed errore, dall’una all’altra generazione (Pio XII)


PRESUPPOSTI E FONTI DELLA EDUCAZIONE DELLA COSCIENZA

 

Ma dove troveranno l’educatore e l’educando, in concreto e con facilità e certezza, la legge morale cristiana? Nella legge del Creatore impressa nel cuore di ciascuno [2], e nella rivelazione, nel complesso, cioè, delle verità e dei precetti, insegnati dal divino Maestro. Ambedue, sia la legge scritta nel cuore, ossia la legge naturale, sia le verità e i precetti della rivelazione soprannaturale, il Redentore Gesù ha rimesso, come tesoro morale della umanità, nelle mani della sua Chiesa, affinché essa le predichi a tutte le creature, le illustri e le trasmetta, intatte e difese da ogni contaminazione ed errore, dall’una all’altra generazione.

 

Contro questa dottrina, incontrastata per lunghi secoli, emergono ora difficoltà ed obiezioni che occorre chiarire.

 

Come della dottrina dommatica, così anche dell’ordinamento morale cattolico si vorrebbe istituire quasi una radicale revisione per dedurne una nuova valutazione.

 

Il passo primario, o per dir meglio il primo colpo all’edificio delle norme morali cristiane, dovrebbe essere quello di svincolarle — come si pretende — dalla sorveglianza angusta ed opprimente dell’autorità della Chiesa, cosicché, liberata dalle sottigliezze sofistiche del metodo casistico, la morale sia ricondotta alla sua forma originaria e rimessa semplicemente alla intelligenza e alla determinazione della coscienza individuale.

 

Ognuno vede a quali funeste conseguenze condurrebbe un tale sconvolgimento dei fondamenti stessi della educazione.

 

Omettendo di rilevare la manifesta imperizia e immaturità di giudizio di chi sostiene simili opinioni, gioverà mettere in evidenza il vizio centrale di questa «nuova morale». Essa, nel rimettere ogni criterio etico alla coscienza individuale, chiusa gelosamente in sé e resa arbitra assoluta delle sue determinazioni, ben lungi dall’agevolarle il cammino, la distoglierebbe dalla via maestra che è Cristo.

 

 Il divin Redentore ha consegnato la sua Rivelazione, di cui fanno parte essenziale gli obblighi morali, non già ai singoli uomini, ma alla sua Chiesa, cui ha dato la missione di condurli ad abbracciare fedelmente quel sacro deposito.

 

Parimente la divina assistenza, ordinata a preservare la Rivelazione da errori e da deformazioni, è stata promessa alla Chiesa, e non agli individui. Sapiente provvidenza anche questa, poiché la Chiesa, organismo vivente, può così, con sicurezza ed agilità, sia illuminare ed approfondire le verità anche morali, sia applicarle, mantenendone intatta la sostanza, alle condizioni variabili dei luoghi e dei tempi. Si pensi, per esempio, alla dottrina sociale della Chiesa, che, sorta per rispondere a nuovi bisogni, non è in fondo che l’applicazione della perenne morale cristiana alle presenti circostanze economiche e sociali.

 

Come è dunque possibile conciliare la provvida disposizione del Salvatore, che commise alla Chiesa la tutela del patrimonio morale cristiano, con una sorta di autonomia individualistica della coscienza?

 

Questa, sottratta al suo clima naturale, non può produrre che venefici frutti, i quali si riconosceranno al solo paragonarli con alcune caratteristiche della tradizionale condotta e perfezione cristiana, la cui eccellenza è provata dalle incomparabili opere dei Santi.

 

La «morale nuova » afferma che la Chiesa, anzi che fomentare la legge della umana libertà e dell’amore, e d’insistervi quale degna dinamica della vita morale, fa invece leva, quasi esclusivamente e con eccessiva rigidità, sulla fermezza e la intransigenza delle leggi morali cristiane, ricorrendo spesso a quei « siete obbligati », «non è lecito », che hanno troppo sapore di un’avvilente pedanteria.

 

Ora invece la Chiesa vuole — e lo mette in luce espressamente quando si tratta di formare le coscienze — che il cristiano venga introdotto nelle infinite ricchezze della fede e della grazia, in modo persuasivo, così da sentirsi inclinato a penetrarle profondamente.

 

La Chiesa però non può ritrarsi dall’ammonire i fedeli che queste ricchezze non possono essere acquistate e conservate se non a prezzo di precisi obblighi morali. Una diversa condotta finirebbe col far dimenticare un principio dominante, sul quale ha sempre insistito Gesù, suo Signore e Maestro. Egli infatti ha insegnato che per entrare nel regno dei cieli non basta dire « Signore, Signore », ma deve farsi la volontà del Padre celeste [3]. Egli ha parlato della « porta stretta » e della « angusta via » che conduce alla vita [4], ed ha aggiunto: « Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrare e non vi riusciranno » [5]. Egli ha posto come pietra di paragone e segno distintivo dell’amore verso Se stesso, Cristo, l’osservanza dei comandamenti [6]. Similmente al giovane ricco, che lo interroga, Egli dice: « Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti » e alla nuova domanda « Quali? » risponde: « Non uccidere! non commettere adulterio! non rubare! non fare testimonianza falsa! onora il padre e la madre! e ama il prossimo tuo come te stesso! ». Egli ha messo come condizione a chi vuole imitarlo, di rinunziare a se stesso e di prendere ogni giorno la sua croce [7]. Egli esige che l’uomo sia pronto a lasciare per Lui e per la sua causa quanto ha di più caro, come il padre, la madre, i propri figli, e fin l’ultimo bene, la propria vita [8]. Poiché Egli soggiunge: « A voi dico, amici miei: non temete quei che uccidono il corpo, e dopo tanto non possono fare di più. Vi mostrerò io chi dovete temere: temete Colui, che, dopo tolta la vita, ha il potere di mandare all’inferno » [9].

 

Così parlava Gesù Cristo, il divino Pedagogo, che sa certamente, meglio degli uomini, penetrare nelle anime e attrarle al suo amore con le infinite perfezioni del suo Cuore, « bonitate et amore plenum » [10].


tratto:  http://www.riscossacristiana.it/la-norma-della-decisione-ultima-e-personale-per-unazione-morale-va-presa-dalla-parola-e-dalla-volonta-di-cristo-magistero-del-venerabile-papa-pio-xii/

martedì 17 maggio 2016

"cattivo concilio e cattiva messa": ecco perchè viene celato il messaggio di Fatima?


 
FATIMA NON E' TRAMONTATA.
 QUELLE "REALTA' DELLA CHIESA CHE MAN MANO SI SVILUPPANO E SI MOSTRANO". IN MODO "TERRIFICANTE".
 

Ricapitoliamo:

 

Nel 1916 l'angelo del Portogallo preparò i tre pastorelli con tre apparizioni, tra l'inizio della primavera e l'autunno. L'angelo insegnò una preghiera Dio mio, io credo, adoro, spero e Vi amo. Io Vi domando perdono per coloro che non credono, non adorano, non sperano, non Vi amano." "Pregate così. I cuori di Gesù e di Maria ascoltano la voce delle vostre suppliche."

 

In seguitò raccomandò loro: Pregate, pregate molto! I Santi Cuori di Gesù e di Maria hanno su di voi dei progetti di misericordia. Offrite senza cessa preghiere e sacrifici all’Altissimo. In tutto ciò in cui vi è possibile offrite a Dio un sacrificio in atto di riparazione per i peccati da cui è offeso, e in atto di supplica per la conversione dei peccatori. In questo modo voi attirerete la pace sulla vostra patria. Soprattutto accettate e sopportate con sottomissione le sofferenze che il Signore vi invierà".

 La terza volta l'angelo apparve tenendo nella mano sinistra il calice sopra al quale era sospesa un'Ostia da cui cadevano gocce di sangue nel calice. L'angelo lasciò Ostia e calice sospesi nell'aria, si prostrò adorante e disse ai pastorelli di ripetere: "Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, io Vi adoro profondamente e Vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli del mondo, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi, delle indifferenze da cui Egli medesimo è offeso. Per i meriti infiniti del suo Sacro Cuore e del Cuore Immacolato di Maria io Vi domando la conversione dei poveri peccatori". Poi l'angelo diede l'Ostia a Lucia e il sangue nel calice a Giacinta e Francesco, dicendo; "Prendete e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. Riparate i loro crimini e consolate il vostro Dio".

 

Nel 1917 ci sono le apparizioni di Fatima. In quella di luglio vengono dati i segreti. Del terzo si sa qualcosa, ma anche i primi due non scherzano. In particolare viene mostrato che l'inferno c'è e non è vuoto! Le anime dei poveri peccatori, malgrado la misericordia di Dio, vi finiscono numerose e pochi pregano per evitare loro quel terribile esito.

 

Si sarebbe dovuta consacrare la Russia, incubatrice di ideologie mortifere per lo spirito e deleterie per la Verità.

 

Nel 1960 si sarebbe dovuto dare lettura del terzo segreto. Così non fu. L'ottimismo vola e i profeti di sventura vengono tacitati.

 Nel 1981 l'attentato a Giovanni Paolo II, con un provvidenziale intervento a deviare la pallottola sparata da un killer professionale.

 

Nel 1984 una consacrazione -in parte come si sarebbe dovuta fare- viene fatta da Giovanni Paolo II.

 

Nel 2000 viene data lettura del terzo segreto, collegandolo all'attentato del 1981.

 

Nel 2005 muore Suor Lucia.

 

Ma nel 2010 sull'aereo in volo da Roma a Lisbona, la mattina di martedì 11 maggio, Benedetto XVI dice che "solo nel corso della storia possiamo vedere tutta la profondità che era per così dire 'vestita' in questa visione". In essa "sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano". In essa "si vede la necessità di una passione della Chiesa", predetta da Gesù fino alla fine dei tempi, che “naturalmente si riflette nella persona del papa”.

 

E così ha proseguito: “Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio è che non solo da fuori vengono attacchi al papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Questo lo vediamo sempre, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione alla Chiesa non viene dai nemici di fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa, e che la Chiesa quindi ha profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare il perdono ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia”.

 

Nel 2013 Benedetto XVI "lascia"...

 

Sinodo dopo sinodo eccoci all'Amoris laetitia...

 Pochi giorni fa è uscita questa notizia:

 

http://www.onepeterfive.com/alice-von-hildebrand-sheds-new…/

 

Ma adesso esce pure quest'altra ancor più interessante:

 

Cardinal Ratzinger: We Have Not Published the Whole Third Secret of Fatima - OnePeterFive http://www.onepeterfive.com/cardinal-ratzinger-not-published-whole-third-secret-fatima/

 

Dunque si illuderebbe chi pensasse che Fatima abbia esaurito la sua portata profetica. Ottimisti o meno che siano.

 

La Chiesa quindi ha profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare il perdono ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia”

Siamo nel centenario di Fatima. Chissà che cosa succederà ancora...

 (da una mail di Ruggero)

 


 

Fatima, BXVI: non tutto svelato il Segreto...

L’allora cardinale Joseph Ratzinger nel 2000 avrebbe confidato a uno suo amico personale, il professore di teologia tedesco Ingo Dollinger, che esiste realmente una parte non pubblicata del Terzo Segreto di Fatima.




L’allora cardinale Joseph Ratzinger nel 2000 avrebbe confidato a uno suo amico personale, il professore di teologia tedesco Ingo Dollinger, che esiste realmente una parte non pubblicata del Terzo Segreto di Fatima.  

 

Lo scrive Maike Hickson, sul sito “OnePeterFive” dopo aver parlato ieri, domenica di Pentecoste, con il sacerdote tedesco.   

“Oggi festa di pentecoste, ho chiamato padre Ingo Dollinger, un sacerdote tedesco e già professore di teologia in Brasile, dove ora vive, anziano e fisicamente debole. È stato un amico personale del papa emerito Benedetto XVI per molti anni. Padre Dollinger, inaspettatamente, mi ha confermato al telefono i fatti seguenti”.  

 

Ed ecco la confessione che il cardinale Ratzinger avrebbe fatto:  

 

“Non molto tempo dopo la pubblicazione, nel giugno 2000 del Terzo Segreto di Fatima da parte della Congregazione della Fede, il cardinal Ratzinger ha detto a padre Dollinger durante una conversazione di persona che c’è ancora una parte del Terzo Segreto che non è stata pubblicata!. ‘C’è di più di quello che abbiamo pubblicato’ disse Ratzinger. Disse anche a Dollinger che la parte pubblicata del Terzo Segreto è autentica e che la parte non pubblicata parla di ‘un cattivo concilio e una cattiva messa’ che sarebbero dovuti venire nel futuro prossimo”.   

Maike Hickson conclude: 

“Padre Dollinger mi ha dato il permesso di pubblicare questi fatti nella festa dello Spirito Santo e mi ha dato la sua benedizione”.  

La pubblicazione del testo del Terzo Segreto nel 2000 aprì immediatamente una discussione sulla completezza di quanto era stato reso noto. I dubbi erano alimentati sia da incongruenze del testo, sia da contraddizioni fra quanti avevano visto il documento originale, e le buste in cui era stato racchiuso, compresa quella firmata da Giovanni XXIII. Una discussione che ancora non ha trovato una conclusione soddisfacente, e che le dichiarazioni di padre Dollinger contribuiranno a riaprire e ad alimentare.   

Chi volesse leggere l’intero articolo, in inglese, può cliccare qui.  

 

MARCO TOSATTI 

 

 MESSAGGIO DI FATIMA
 

  E' necessario recitare il Rosario per ottenere le grazie durante l’anno.
 

Sacrificatevi per i peccatori e dite molte volte, specialmente quando fate qualche sacrificio: “O Gesù, è per vostro amore, per la conversione dei peccatori e in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria”.

Mentre diceva queste ultime parole, la Vergine aprì le mani e i tre pastorelli videro come un mare di fuoco, in cui erano immersi i demoni e le anime come se fossero braci con forma umana. Esse fluttuavano nell’incendio, sollevate dalle fiamme che da loro stesse uscivano insieme a nuvole di fumo, e ricadevano da tutte le parti, tra grida e gemiti di dolore e di disperazione, che terrorizzavano e facevano tremare di paura. «Avete visto l’Inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se faranno quello che io vi dirò, molte anime si salveranno e ci sarà Pace. La guerra sta per finire, ma, se non smetteranno di offendere Dio, sotto il regno di Pio XI ne comincerà un’altra peggiore».

E continuò dicendo:
«Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che la prossima punizione del mondo è alle porte. 

Quello è il grande segno di Dio per indicare la fine del mondo a causa dei delitti dell’umanità, mediante la guerra, la fame e le persecuzioni contro la Chiesa ed il Santo Padre. 

Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati».
 

«Se si ascolteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e si avrà la Pace; se no, essa diffonderà i suoi errori nel mondo promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. 

Molti buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. 

Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà. 

Il Santo Padre mi consacrerà la Russia che si convertirà e sarà concesso al mondo un periodo di pace. 

In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede. [..]» 

                                          Nota conclusiva

Dunque, malgrado Dio sia incontestabilmente misericordioso, l'inferno c'è e non è vuoto. 

*
Lì finiscono le anime dei poveri peccatori. Che sono sì poveri, ma pure peccatori.

*
Per riparare ai peccati bisogna avere una devozione "riparatrice".

*
Ecco fratelli in Cristo: se è tutto a brandelli, se vi sono macerie, noi ripariamo. 

*
Altro non ci è chiesto, ma questo ci spetta. 

*
Alla fine comunque si sa chi trionferà. 

*
Purtroppo non c'è stato molto ascolto alle richieste di Fatima e lo vediamo. 

*
La Russia non è solo una nazione, ma un "sistema" cangiante e influente. 

*
Nel 1917 identificava il focolaio di un sistema di pensiero. 

*
E' fallito economicamente, ma i suoi "nipotini" ideologici imperversano ovunque, anche nella Chiesa.

*
Il mito della libertè, egalitè, fraternitè non è cristiano. 

*
Per i cristiani vale fede, speranza e carità.

*
Per i cristiani vale anche l'esistenza dell'inferno, anche se c'è la misericordia di Dio. 

*
E il peccato è davvero una cosa terribile. 

*

Pubblicato da Andrea Carradori a