Il
Papa in modo chiarissimo spiega perché "pro multis" deve essere tradotto con
"per molti" e non "per tutti"?
E In Italia? In Italia i vescovi in sessione plenaria hanno votato, nonostante le richieste vaticane, a maggioranza bulgara, il mantenimento del "per tutti", esempio magistrale di tre cose: 1. di come con la riforma liturgica la S. Sede abbia perso il controllo della liturgia: ogni gruppo linguistico ha la sua traduzione e si comporta come crede: se, come auspicava il Concilio, la maggior parte fosse rimasta in latino, non avremmo di questi problemi; 2. i vescovi non hanno il senso del loro compito e credono che la conferenza episcopale abbia l`autorità di opporsi alle decisioni del Papa; 3. che durante il precedente pontificato non sono stati nominati buoni vescovi , in Italia come altrove. Ricordiamo che in quella sessione di voto si decise di cambiare il testo del Gloria e del Padre nostro per ubbidire ai biblisti e a liturgisti, ma di cambiare il “per tutti” in “per molti” per ubbidire al Papa no. Esempio di un gallicanesimo italico e di un filetismo montante che il latino ci risparmiava. Noi eravamo già intervenuti sul tema.
Ora il Papa sembra intenzionato a farsi ubbidire. Vediamo se la Congregazione del Culto rispedisce al mittente le proposte della Conferenza Episcopale Italia. Ultima considerazione: in quarant’anni quanti cambiamenti, continui e ripetuti, pensiamo al nuovo Rito del Matrimonio e al nuovo Rito delle Esequie pronto ad entrare in vigore! Il Concilio ha davvero voluto sottoporre la Chiesa ad uno stress liturgico del genere? Possiamo almeno domandarcelo o no?
E In Italia? In Italia i vescovi in sessione plenaria hanno votato, nonostante le richieste vaticane, a maggioranza bulgara, il mantenimento del "per tutti", esempio magistrale di tre cose: 1. di come con la riforma liturgica la S. Sede abbia perso il controllo della liturgia: ogni gruppo linguistico ha la sua traduzione e si comporta come crede: se, come auspicava il Concilio, la maggior parte fosse rimasta in latino, non avremmo di questi problemi; 2. i vescovi non hanno il senso del loro compito e credono che la conferenza episcopale abbia l`autorità di opporsi alle decisioni del Papa; 3. che durante il precedente pontificato non sono stati nominati buoni vescovi , in Italia come altrove. Ricordiamo che in quella sessione di voto si decise di cambiare il testo del Gloria e del Padre nostro per ubbidire ai biblisti e a liturgisti, ma di cambiare il “per tutti” in “per molti” per ubbidire al Papa no. Esempio di un gallicanesimo italico e di un filetismo montante che il latino ci risparmiava. Noi eravamo già intervenuti sul tema.
Ora il Papa sembra intenzionato a farsi ubbidire. Vediamo se la Congregazione del Culto rispedisce al mittente le proposte della Conferenza Episcopale Italia. Ultima considerazione: in quarant’anni quanti cambiamenti, continui e ripetuti, pensiamo al nuovo Rito del Matrimonio e al nuovo Rito delle Esequie pronto ad entrare in vigore! Il Concilio ha davvero voluto sottoporre la Chiesa ad uno stress liturgico del genere? Possiamo almeno domandarcelo o no?
"Per molti e per tutti": il Papa chiarisce
le parole della Messa. Il commento di padre Lombardi
Che cosa ha fatto il Papa a Castelgandolfo nella settimana dopo la Pasqua? Ha preso carta e penna e ha scritto nella sua lingua una lettera un po’ speciale, diretta ai vescovi tedeschi, che pochi giorni dopo l’hanno pubblicata. Riguarda la traduzione delle parole della consacrazione del calice del sangue del Signore nel corso della messa. La traduzione “per molti”, più fedele al testo biblico, va preferita a “per tutti”, che intendeva rendere più esplicita l’universalità della salvezza portata da Cristo. Qualcuno penserà che il tema sia solo per raffinati specialisti. In realtà permette di capire che cosa è importante per il Papa e con quale atteggiamento spirituale egli lo affronti. Per il Papa le parole dell’istituzione dell’Eucarestia sono assolutamente fondamentali, siamo al cuore della vita della Chiesa (...).
Che cosa ha fatto il Papa a Castelgandolfo nella settimana dopo la Pasqua? Ha preso carta e penna e ha scritto nella sua lingua una lettera un po’ speciale, diretta ai vescovi tedeschi, che pochi giorni dopo l’hanno pubblicata. Riguarda la traduzione delle parole della consacrazione del calice del sangue del Signore nel corso della messa. La traduzione “per molti”, più fedele al testo biblico, va preferita a “per tutti”, che intendeva rendere più esplicita l’universalità della salvezza portata da Cristo. Qualcuno penserà che il tema sia solo per raffinati specialisti. In realtà permette di capire che cosa è importante per il Papa e con quale atteggiamento spirituale egli lo affronti. Per il Papa le parole dell’istituzione dell’Eucarestia sono assolutamente fondamentali, siamo al cuore della vita della Chiesa (...).