giovedì 5 settembre 2013

uno stallo ecclesiale esige una soluzione sopranaturale

tratto dall'ottimo Blog: http://traditioliturgica.blogspot.it/
 
Un lettore mi scrive:

Secondo lei cosa si dovrebbe fare? 
Mettiamo che in futuro (volesse il Cielo!) venga eletto papa un sacerdote tradizionale. Cosa dovrebbe fare: sconfessare i documenti conciliari (che hanno dato l'input a tutta la rivoluzione che vediamo?) dovrebbe imporre dall'altro la liturgia antica? Ma come potrebbe "abrogare" i documenti del Concilio? Il Papa in teoria può farlo? Concretamente se al posto di Francesco ci fosse un sacerdote tradizionale, in questa miserevole e difficile situazione cosa potrebbe fare, con tutta l'opposizione clericale che potrebbe fare un immenso scisma? Sarebbe difficile abrogare ad esempio il Novus Ordo, non sarebbe diciamo opportuno, perché verrebbe visto come un'imposizione etc. So che tutte queste nostre ipotesi e ragionamenti ipotetici non servono a nulla concretamente, dato che noi laici non possiamo farci nulla, ma perlomeno queste ipotesi potrebbero magari edificarci o aiutarci a farci comprendere di più la realtà.

Il giovane lettore che mi scrive, vedendo nel cattolicesimo attuale tutta una serie di mal funzionamenti e contraddizioni, pone questa raffica di domande, sollecitato dalle mie riflessioni che cercano, al contrario, di porre delle basi coerenti e in continuità sostanziale con la tradizione antica.
Le sue domande possono essere quelle di un qualsiasi lettore cattolico con sensibilità tradizionale.
Spiace dirlo ma, purtroppo, sono domande ingenue.
Forse si poteva iniziare a farle all'indomani della morte di Giovanni XXIII o all'inizio del pontificato di Paolo VI. Oggi la situazione è cambiata e, mano a mano che il tempo passa, è in continuo cambiamento. Francamente temo sia una situazione sostanzialmente alla deriva.
Oggi nel mondo cattolico si può pressapoco dire che:

- 1/10 ha una sensibilità prossima a quella del mio lettore, 
- 6/10 sono piuttosto indifferenti a tutto e abbastanza avversi a qualsiasi imposizione, 
- 3/10 sono fiermente avversi alla sensibilità tradizionale e paladini del nuovo in quanto nuovo o comunque di un nuovo in rottura col passato.

Con una composizione così anomala com'è possibile fare leva sul principio di autorità per "imporre" qualsiasi cosa? Se il papa attuale ha la fama che ha, ciò è principalmente dovuto non tanto alla sua decantata simpatia quanto al fatto che risulta simile a quei 9/10 che compongono la maggioranza del cattolicesimo attuale.
E se il papa precedente risultava antipatico questo derivava proprio dallo stesso fatto ma rovesciato: i 9/10 del cattolicesimo di fatto non lo amavano sentendolo estraneo a sé. Gli stessi suoi timidi tentativi d'instaurare qualcosa di tradizionale, parallelamente a quanto esiste e senza minimamente toccare quanto c'è, ha generato un'onda di mal celato fastidio, in qualcuno pure di terrore.
Un prete mi diceva chiaramente: "Se questo papa tedesco m'impone di celebrare la messa antica io lascio il sacerdozio". Penso non fosse affatto l'unico a pensarlo.
Le dimissioni del papa tedesco (secondo diversi imposte) hanno finalmente allontanato questo spettro e con esso pure la "riforma della riforma" del rito moderno cattolico...

Il problema di fondo, a mio modesto avviso, non è, come dissi, una questione di latino o di lingua vernacolare. Il problema è che qui si sta instaurando un cattolicesimo completamente nuovo dimentico non solo delle sue radici antiche (che lo assimilerebbero meglio al mondo ortodosso) ma anche di quelle moderne; un cattolicesimo indifferente all'oggettività della verità e al senso della tradizione (1). Se dall'alto giunge ancora qualche insegnamento è come un seme che cade in un deserto: i 9/10 non sono in grado di farlo fruttificare e non gl' interessa proprio.
E poi che senso ha decantare che Cristo è il redentore del mondo quando lo stesso clero che lo afferma pone di fatto azioni che rivelano un agnosticismo pratico? Quest'affermazione, in un contesto che non la supporta, non è che un fantasma retorico!

I 9/10, quest'ampia base, stanno di fatto trascinando tutto il cattolicesimo in una nuova realtà, impensata fino ad alcuni decenni fà.
Quello che mi ha stupito è che, la mia opinione è condivisa pure da qualche semplice cattolico praticante, nonostante parta da altri punti di vista e abbia  molte meno informazioni di me.

Non sono d'accordo con il mio lettore quando dice che "noi laici non possiamo farci nulla". Ognuno dal canto suo fà qualcosa se coltiva quant'è positivo. Non si tratta di andare a contestare in piazza. Si tratta di espandere una corretta mentalità, nei limiti e nelle possibilità consentite ad ognuno, o almeno di viverla. In questo modo almeno in certi ambienti, forse, la tendenza si rovescerà. E se altri correranno in una direzione opposta e dispersiva la responsabilità, alla fine, sarà unicamente loro.

Credo che, alla fine, non è personalmente importante se sta nascendo un nuovo cattolicesimo (cosa che di fatto accade) ma se si è nella linea della tradizione che ci pone in comunione con i testimoni antichi della fede. Solo da qui si può vedere cosa fare e come comportarsi.

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1) Lo stesso papa Ratzinger, passato per molto conservatore, nel dialogo con i "lefebvriani" sottolineava che nella tradizione l'elemento importante non è tanto il contenuto oggettivo del messaggio, come si diceva fino a poco tempo fà, ma la continua presenza del soggetto che lo trasmette. Non è importante dire, ad esempio, che Dio è uno e trino ma è importante che esista una realtà ecclesiale che afferma una confessione di fede.

Tuttavia, questo cambio di prospettiva può armonizzare anche i contrari: se è più importante il soggetto che trasmette, oggi si può tranquillamente dire il contrario di ieri in nome della tradizione e non sentire alcuna contraddizione. Ma se, viceversa, è importante l'oggettività del contenuto, la situazione si rovescia! Questo cambio di prospettiva - che sta alla base dell'identità di una Chiesa intera - sinceramente mi sgomenta e continua a darmi la prova che il Cattolicesimo si sta preparando per essere qualcosa di totalmente nuovo, fatte salve le solite apparenze esterne.


 
 
Nel frattempo da Anguera (Bahia - Brasile) giunge una voce che alcuni dicono essere di Maria SS. Noi non vogliamo di certo sostituirci al giudizio della Chiesa su questi fatti di cui ignoriamo moltissimo. Diciamo solo che l'unica soluzione allo stallo ecclesiale di cui sopra potrà essere un intervento del Cielo come qui sotto descritto
MESSAGGIO n.3.866 - 27 agosto 2013
Cari figli, non temete. Il mio Signore è al vostro fianco. Vivete nel tempo peggiore di quello del diluvio e i miei poveri figli camminano come ciechi alla guida di altri ciechi. Datemi le vostre mani, perché desidero condurvi a Colui che è la vostra unica Via, Verità e Vita. Camminate sempre nella verità del mio Gesù. Siete importanti per la realizzazione dei miei piani. Date il meglio di voi nella missione che il Signore vi ha affidato. Voi che state ad ascoltarmi, non perdetevi d’animo. Il Signore vi ricompenserà generosamente per tutto quello che fate a favore dei miei piani. Il Signore ha riservato per i Suoi eletti quello che gli occhi umani non hanno mai visto. Ecco i tempi delle grandi e dolorose tribolazioni. È necessario che tutto questo accada, ma la vittoria finale sarà del Signore. Il trionfo definitivo del mio Cuore Immacolato porterà pace alla Terra. Gli uomini vedranno la mano potente di Dio agire. Egli asciugherà le vostre lacrime e conoscerete un grande tempo di pace. Inginocchiatevi in preghiera. Restate con il Signore. Cercatelo nell’Eucarestia. Egli è la vostra forza. Ascoltatelo nel Vangelo. Le Sue parole orientano e conducono alla santità. Coraggio. Non perdetevi d’animo. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

martedì 3 settembre 2013

l'ombra di Pietro per Peter

Miracolo di Benedetto?
 
Un ragazzo statunitense di 19 anni attribuisce la sua guarigione repentina da un tumore al torace all’imposizione della mano di Benedetto XVI.
di Marco Tosatti
 
Un ragazzo statunitense di 19 anni attribuisce la sua guarigione repentina da un tumore al torace all’imposizione della mano di Benedetto XVI. Peter Srisch aveva 17 anni quando gli è stata diagnosticata una forma di tumore aggressivo al torace. “Ha subito un esame ai raggi X e questo ha rivelato un tumore della grandezza di una palla da softball nel torace” racconta sua madre, Laura Srisch a KUSA. “E’ stato diagnosticato come un quarto stadio del linfoma non-Hodgkins”.  
Mentre si cercava di curarlo, una fondazione la “Esprimi un desiderio” gli ha permesso di realizzare il suo sogno: “La prima cosa che Peter ha detto – racconta la madre – è stata: mi piacerebbe incontrare il Papa a Roma”.  
Peter è venuto a Roma, e ha incontrato Benedetto. “Quando gli ho parlato sono rimasto colpito dalla sua umanità. E’ stata per me un’esperienza di umiltà vedere quanto era umile”. Benedetto ha ascoltato Peter che gli raccontava del suo cancro; e ha ricevuto dal ragazzo una fascia da polso con sopra scritto: “Pregando per Peter”. Poi il Papa ha appoggiato la sua mano destra sul torace, proprio dove avrebbe dovuto essere il tumore. “Non sapeva dove era collocato il tumore, ma ha messo la sua mano proprio lì”. 
A un anno di distanza, Peter è guarito completamente, è al secondo anno di università e spera di diventare sacerdote.