San Bonaventura è una
delle figure più alte della Chiesa nell’epoca medioevale.
Nato nel 1217 a
Bagnoregio (VT), entrò nel 1243 nell’ordine francescano, per conto del quale
insegnò come maestro di teologia all’Università di Parigi. Nel 1257 il capitolo
generale dei frati minori, riunito a Roma, lo elesse ministro generale, e come
tale nel 1260 fu uno degli artefici delle prime costituzioni generali
dell’ordine. Nel 1273 venne nominato cardinale e vescovo di Albano da Papa
Gregorio X, che lo fece partecipare al Concilio ecumenico di Lione; ma proprio
alla fine del Concilio, nel 1274, Bonaventura morì.
Canonizzato nel 1492,
nel 1588 fu proclamato Dottore della Chiesa, e ricevette il titolo di Doctor
Seraphicus per la luminosità della sua dottrina e per l’ardore del suo
insegnamento. Oltre a scrivere numerose opere, il santo predicò celebri
sermoni, fra i quali il Sermone XXI De nativitate Domini, pronunciato
nella chiesa di Santa Maria della Porziuncola, che illustrava alcuni fatti
miracolosi accaduti nel momento del Santo Natale.
Ne presentiamo qui
sotto una traduzione dal testo originale latino.
«Questi, secondo
diverse testimonianze, sono i miracoli manifestatisi al popolo peccatore il
giorno della Natività di Cristo.
Primo – Una stella
splendente apparve nel cielo verso Oriente, e dentro di essa si vedeva la
figura di un bellissimo bambino sul cui capo rifulgeva una croce, per
manifestare la nascita di Colui che veniva a illuminare il mondo con la sua
dottrina, la sua vita e la sua morte.
Secondo – In Roma, a mezzo
giorno, apparve sopra il Campidoglio un cerchio dorato attorno al sole – che fu
visto dall’Imperatore e dalla Sibilla raffigurante al centro una Vergine
bellissima che portava un Bambino, volendo così rivelare che Colui che stava
nascendo era il Re del mondo che si manifestava come lo «splendore della
gloria del Padre e la figura della sua stessa sostanza» (Ebrei 1,3).
Vedendo questo
segnale, il prudente Imperatore (Augusto) offrì incenso al Bambino, e da allora
rifiutò di essere chiamato dio.
Terzo – In Roma venne
distrutto il “tempio della Pace”, sul quale, quando era stato costruito, i
demoni si domandavano per quanto tempo sarebbe durato. Il vaticinio fu: «fino
al momento in cui una vergine concepirà». Questo segnale rivelò che stava
nascendo Colui che avrebbe distrutto gli edifici e le opere della vanità.
Quarto – Una fonte di olio
di oliva sgorgò improvvisamente a Roma e fluì abbondantemente, per molto tempo,
fino al Tevere, per dimostrare che stava nascendo la Fonte della pietà e della
misericordia.
Quinto – Nella notte della
Natività, le vigne di Engadda, che producevano balsamo e aromi, si coprirono di
foglie e produssero nettare, per significare che stava nascendo Colui che
avrebbe fatto fiorire, rinnovare, fruttificare spiritualmente e attirare con il
suo profumo il mondo intero.
Sesto – Circa trentamila
ribelli furono uccisi per ordine dell’Imperatore, per manifestare la nascita di
Colui che avrebbe conquistato alla sua Fede il mondo intero e avrebbe precipitato
i ribelli nell’inferno.
Settimo – Tutti i sodomiti,
uomini e donne, morirono su tutta la terra, secondo quanto ricordò San Gerolamo
commentando il salmo:«È nata una luce per il giusto», per evidenziare
che Colui che stava nascendo veniva a riformare la natura e a promuovere la
castità.
Ottavo – Nella Giudea un
animale parlò, e lo stesso fecero anche due buoi, affinché si comprendesse che
stava nascendo Colui che avrebbe trasformato gli uomini bestiali in esseri
razionali.
Nono – Nel momento in cui
la Vergine partorì, tutti gli idoli dell’Egitto caddero in frantumi,
realizzando il segno che il profeta Geremia aveva dato agli egiziani quando
viveva tra loro, affinché si intendesse che stava nascendo Colui che era il
vero Dio, l’unico che doveva essere adorato assieme al Padre e allo Spirito
Santo.
Decimo – Nel momento in cui
nacque il Bambino Gesù, e venne deposto nella mangiatoia, un bue e un asino si
inginocchiarono e, come se fossero dotati di ragione, Lo adorarono, affinché si
capisse che era nato Colui che chiamava al suo culto i giudei e i pagani.
Undicesimo -–Tutto il mondo
godette della pace e si trovò nell’ordine, affinché fosse palese che stava
nascendo Colui che avrebbe amato e promosso la pace universale e impresso il
sigillo sui propri eletti per sempre.
Dodicesimo – In Oriente
apparvero tre stelle che in breve si trasformarono in un unico astro, affinché
fosse a tutti manifesto che stava per essere rivelata l’unità e trinità di Dio,
e anche che la Divinità, l’Anima e il Corpo si sarebbero congiunti in una sola
Persona.
Per tutti questi
motivi la nostra anima deve benedire Dio e venerarlo, per averci liberato e per
avere manifestato la sua maestà, con così grandi miracoli, a noi poveri
peccatori».
tratto da: http://www.corrispondenzaromana.it/san-bonaventura-i-prodigi-della-notte-di-natale/