LA RELIGIONE SOTTO ATTACCO
Profondamente
credente Blondet ha accettato di condividere con i lettori alcune sue opinioni
sul tema della religione: non vedo alcun futuro per questa società finirà in
qualche orribile guerra mondiale o deflagrazione globale
di Ceoldo e
Blondet
In
un mio precedente articolo ho cercato di affrontare assieme al filosofo
italiano Diego Fusaro il tema della Religione sotto attacco, prendendo spunto
dal risultato di una recente ricerca pubblicata dalla rivista Current
Biology secondo la quale i bambini atei sarebbero più altruisti di quelli
credenti. Mi è sembrata una conclusione assurda ma in linea con altre
affermazioni contro la Chiesa ed ogni Religione in particolare. Ritorno qui
sull’argomento perché se le risposte di Fusaro riflettevano il punto di vista
di un filosofo allievo indipendente di Marx e Gramsci (come lo stesso Fusaro si
definisce) è altresì interessante cercare risposte anche in altre direzioni.
Maurizio Blondet, noto giornalista italiano, è
stato fra i primi in Italia a non credere alla versione ufficiale
sull’attentato alle Torri Gemelle, individuando la causa in un colpo di stato
interno alla società americana. Cattolico, profondamente credente, Blondet ha
accettato di condividere con i lettori alcune sue opinioni sul tema della
religione.
Maurizio Blondet, secondo lei perché qualcuno ha
sentito il bisogno di analizzare una caratteristica dell’animo umano come
l’altruismo in un’ottica di “credenti Vs. atei”?
Non
so se capisco bene la domanda. Fra l’altro, non sono così sicuro che
l’altruismo sia “una caratteristica dell’animo umano”, ossia un dato naturale.
L’uomo non nasce buono, come predicava Rousseau. L’ “altruismo” e le
altre virtù, sociali e spirituali, devono essere sviluppate, educate, con
l’educazione. In questo senso vale l’ottica “credenti contro atei”: chi
non crede in Dio, perché dovrebbe essere “altruista”? Conviene molto di
più l’egoismo. Dostojevski diceva: “Se Dio non c’è, tutto è possibile
fare all’uomo”. Infatti le società secolarizzate sono anche quelle dove
l’egoismo domina nelle anime e l’altruismo (anche sotto forma di socialità)
scompare: il capitalismo globale terminale è il regno delle massime
ingiustizie: guerre, furti, sfruttamento dei poveri.
Ma che senso ha dividere i bambini in atei e credenti?
La
fede non è “per adulti”. I fanciulli anzi capiscono meglio che cosa è e cosa
implica. Non è a caso che Cristo dica: “queste cose, nascoste ai sapienti, sono
note ai bambini”. Fino all’eroismo: si vedano i santi-bambini che “si sono
offerti” per la salvezza delle anime dei miscredenti da Fatima in poi.
La Chiesa Cattolica, ma anche quella Ortodossa di
Grecia, ha subito attacchi eccezionalmente virulenti di solito diretti contro
una, vera o presunta, egoistica opulenza ecclesiale. Le faccio quindi una
domanda vecchia come il nostro mondo: Chiesa ricca o povera?
La
Chiesa ricca c’è stata soprattutto in passato: sa quanto è costato
il colonnato del Bernini, quanto i papi han pagato Michelangelo e Raffaello?
Ciò avveniva in tempi in cui la Chiesa era una potenza mondiale, divideva il
mondo fra Spagna e Portogallo, arrivavano ambasciatori, offerte dal mondo
fedele. Questa Chiesa ha attratto ai suoi vertici gerarchici personalità
affamate di potere e godimento – è logico, dove ci sono i
soldi: papa Borgia, coi suoi scandalosi vizi, ha dato il pretesto alla rivolta
di Lutero ed allo scisma fatale d’Occidente. La Cappella Sistina ispira tutto,
tranne religiosità: lo capì Dostojevski quando la visitò e scrisse
che al Cristo di Michelangelo mancava solo la sciabola per essere “un
soldato tedesco”. Ebbene: nonostante ciò, ci furono allora i più grandi
santi, miracolosi. Un papa può essere privatamente indegno, ricco,
assetato di potere ma quel che conta è la sua “presenza” assiale, di successore
di Pietro, tramite e canale di grazia. Certo è meglio se è una
degna o santa persona. Ma allora la fede del popolo tollerava di più ciò
che oggi (forse giustamente) non tollera: vescovi carrieristi per un posto in
Vaticano, per quattro soldi, per un amante gay, vescovi opportunisti verso il
mondo per una comparsata in televisione. Precisamente questi dicono di
essere “per i poveri”, oggi vanno alle “periferie del mondo” per farsi
vedere dal papa. Il male è più profondo del dilemma semplicista e
demagogico “chiesa povera – chiesa ricca”.
I cristiani, i cattolici in particolare, sembra stiano
chiedendo il permesso del mondo per praticare la loro fede, timorosi di non
sembrare abbastanza al passo di tempi sempre più liberali e disinibiti. E’
un errore?
Ovviamente
molti hanno un complesso d’inferiorità verso la “Modernità”: sono
evoluzionisti, scientisti, modernisti. Ma questo atteggiamento è
stato provocato, precisamente, dal Concilio e dai suoi vescovi ed
esperti. Prima, col Sillabo di Pio IX, la Chiesa aveva dichiarato
guerra alla modernità. Era orgogliosamente anti-progressista, antimoderna e
perciò conservava intatti i dogmi e i riti. La liturgia in latino diceva
questo, anche a non credente: noi siamo qui, immutati da duemila anni. Avvolti
nella bellezza del romanico, delle vetrate gotiche e
del gregoriano, perché conserviamo ciò che è eterno: il giorno in
cui avrai voglia di immutabile certezza, tu ci troverai, la Chiesa-madre che ti
porterà in alto. Non sa quanti inglesi e americani colti si avvicinarono a
quella Chiesa proprio per a sua “antichità”, per la sua liturgia. Tutto questo
è stato buttato via da vescovi e cardinali con la scusa d “andare
incontro all’uomo moderno”.
Si potrebbe dire che è nata una Chiesa “troppo moderna”,
cagione dei suoi stessi mali attuali perché stranamente inerme di fronte al dio
pagano del mercato?
Il
Concilio fu concepito – lo ha ammesso recentemente Ratzinger – per seppellire
il Sillabo, “dichiarazione di guerra alla modernità”. La Chiesa non era tanto
inerme di fronte al mercato, ma – allora – di fronte al comunismo, all’uomo
sulla Luna, all’evoluzionismo da rotocalco. Verso il comunismo, perché
credevano che sarebbe durato millenni e che, in fondo, era un
cristianesimo che si realizzava nel sociale (l’uguaglianza, tutti poveri)
senza bisogno della trascendenza. C’erano prelati per la “teologia della
liberazione”: marxismo pur tinto di cattolicesimo. Una moda travolgente, oggi è
quasi impossibile capirlo – il sovietismo è crollato dopo 70 anni, da sé . In
poche parole, il Concilio fu una crisi di fede: della gerarchia, più che
del popolo. Appena il Concilio fu proclamato, se ne andarono 50 mila
preti e suore, la partecipazione alla Messa domenicale si
dimezzò di colpo. Don Giussani ha detto: “E’ l’umanità che ha abbandonato
la Chiesa, o è la Chiesa che ha abbandonato l’umanità?”.
Che cosa rimane della fede, cristiana ma non solo, in
un mondo che ha chiuso i propri confini grazie alla tecnologia, ai trasporti,
ad una industria capace di inventare sempre nuovi bisogni oltre che di
soddisfare quelli che già esistono?
La
Fede cristiana è la Presenza Reale di Cristo, corpo, sangue anima e divinità,
nel Pane consacrato. Questo rimane. Anche se tutta l’umanità le
voltasse le spalle (è stato predetto da Gesù) è lei che si danna. Il mondo
allarga i propri confini? Guardi meglio: il “progresso” tecnico e scientifico,
l’economia, la socialità senza Dio, sta rivelando sempre più il grugno feroce e
oppressivo, è a un capolinea, non ha più da offrire che eutanasia ed aborto
facilitato. La gente si fa sedurre perché il Sistema toglie i diritti ad
un salario giusto, però gli “concede” le nozze fra sodomiti e il
telefonino da 600 euro. Gli sottrae l’Amore e gli dà la
pornografia. Ma tutte le speranze nell’aldiquà sono, ad un occhio
esercitato al Bello, dozzinali, mortuarie, volgari, vuote. Per
questo il Sistema ha diseducato le masse alla Bellezza, perché non possa fare
il confronto.
Vi
è forse una regia, occulta ma diffusa, dietro tutti gli attacchi che subisce
attualmente la Religione, cristiana o musulmana?
Gli
attori del male, i protagonisti sulla scena del mondo, sono ovviamente dei
burattini. Il Regista sta fuori dal mondo, anche se è chiamato Princeps
huius Mundi.
Come vede il futuro tra venti o trenta anni? Quali
soluzioni si sente di proporre per arginare la deriva materialista nella quale
stiamo affogando?
Non
vedo alcun futuro di questa società. Non è immaginabile che possa ancora
esistere fra 20 o 30 anni. E’ la generazione che s’è scritta la propria
condanna, per aver inseguito un falso bene e finirà in qualche
orribile guerra mondiale, deflagrazione globale. Siccome l’uomo è stato creato
per Dio, l’umanità che volge le spalle a Dio viene semplicemente
cancellata – perché occupare la Terra? E’ già accaduto molte volte e di
queste umanità la cancellazione è stata così totale, che non hanno potuto
tramandarci la loro storia, ma solo qualche traccia nel mito: Atlantide, il
Diluvio, le razze imperfette del mito pre-colombiano. “Solo un Dio ormai
può salvarci”.
di Maurizio Blondet - Costantino
Ceoldo
Sponda Sud
Fonte: http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=53115 del
25/01/16 in redazione il 28 Gennaio 2016