sabato 15 maggio 2010

Card. Carlo Caffarra: La fede ha già vinto il mondo, poiché essa ci radica nella divina Verità

Omelia di S. Eminenza il Card. Carlo Caffarra
per il V° anniversario della elezione al Soglio Pontificio di Papa Benedetto XVI 
Chiesa Cattedrale di Bologna - 19 aprile 2010

È intrinseco alla testimonianza cristiana lo scontro coi poteri di questo mondo. Quale è il “potere del mondo” con cui oggi si scontra la testimonianza che quotidianamente Benedetto XVI rende a Cristo? Prima ho parlato della “dittatura del relativismo”. Con questa espressione il S. Padre intende quel modo di pensare oggi così diffuso secondo il quale non esiste alcuna verità universalmente valida circa ciò che è bene o male; che «non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie».

Una tale posizione, sul piano etico, ha una potenza devastante smisurata. Vengono censurate non solo le norme morali del cristianesimo; ma ogni tentativo di mostrare che esistono norme morali che difendono “beni umani non negoziabili”, è rigettato in partenza. Mai l’uomo è stato esposto ad un pericolo più grave, dal momento che è stato privato del potere di riconoscere le prevaricazioni contro se stesso. Il “sistema spirituale immunitario” che lo difende da ogni attacco alla sua dignità – la convinzione che esistano beni umani non negoziabili – è stato annullato.

È su questo livello che lo scontro fra il S. Padre e il potere culturale del mondo è totale.

1. « In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati». È a persone che lo cercano [«voi mi cercate»], che Gesù si rivolge. Ma esse o limitano la misura del loro desiderio o non ne hanno la giusta comprensione: per loro il pane mangiato è solo pane, e non segno che rimanda ad un cibo «che dura per la vita eterna».

In questa pagina evangelica è posta chiaramente sia la domanda circa Gesù: chi è veramente Gesù di Nazareth?, sia la domanda circa la misura del desiderio dell’uomo: che cosa l’uomo ha il diritto di sperare, una vita eterna o solo «un cibo che perisce»?

Cari fratelli e sorelle, il dialogo evangelico fra Gesù e le folle ci fa capire profondamente il servizio petrino di Benedetto XVI. Esso è interamente teso a proporre la verità salvifica di Gesù al cuore dell’uomo del nostro tempo, e pertanto la questione della verità della fede cristiana è al centro del suo insegnamento. Non a caso nel suo stemma episcopale aveva scritto cooperatores veritatis.

Che cosa significa più esplicitamente tutto questo? Ritorniamo al testo evangelico. Gesù, come avete sentito, parla di un cibo «che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre ha messo il suo sigillo».

Cari fratelli, queste parole ci parlano di Dio, ce ne svelano il mistero. Nel suo servizio alla verità, il S. Padre ha costantemente insegnato il primo luogo la verità su Dio. L’affermazione con cui inizia il quarto Vangelo «in principio era il Verbo», costituisce «la parola conclusiva del concetto biblico di Dio, la parola in cui tutte le vie spesso faticose e tortuose della fede biblica raggiungono la loro meta, trovano la loro sintesi» [Benedetto XVI, Discorso di Regensburg]. E pertanto la proposta cristiana interloquisce in primo luogo con la ragione dell’uomo, esibendosi come la religione vera.

Ma questo non è tutto. Il testo evangelico ci ha detto che Dio in Gesù dona all’uomo un pane «che dura per la vita eterna». Il Dio vero in cui crediamo, non è una realtà inaccessibile. È un Dio che ama l’uomo, fino a condividerne il destino mortale per poterlo nutrire con un pane «che dura per la vita eterna». La prima enciclica di Benedetto XVI, quella programmatica del suo pontificato, inizia così «Deus charitas est» [Dio è carità].

La verità circa Dio è di un Dio che è il Verbo - Logos e identicamente l’Amore - Agape. Egli è identicamente il Dio «che abita una luce inaccessibile» e il Dio che entra nella nostra storia tribolata e contraddittoria. L’impegno di rendere presente questo Dio nella vita degli uomini – lo ha detto il Santo Padre stesso – è l’impegno fondamentale di questo pontificato.

Ma un “tale Dio” può essere incontrato solo mediante un atto della persona che faccia uso e di una ragione che decida di andare oltre se stessa, e di una libertà che non si faccia imprigionare dalla ipnosi dei beni umbratili. In una parola: può essere incontrato dalla fede. «Gesù rispose: questa è l’opera di Dio: credere in colui che ha mandato». E qui troviamo l’altro grande centro del servizio petrino di Benedetto XVI: salvare la ragione e quindi la libertà dell’uomo. È un servizio che può esprimersi positivamente nella formula: allargare gli spazi della ragione; e negativamente: rifiutare la dittatura del relativismo. È su questo piano che lo scontro mite e coraggioso del S. Padre colla cultura egemone in Occidente è totale, ed ha assunto ormai un profilo drammatico.

Quando il S. Padre parla di “allargare gli spazi della ragione” intende dire che la nostra ragione non è capace di conoscere solo ciò che è scientificamente sperimentabile, e solo ciò che noi possiamo tecnicamente realizzare. È ciò che dice Gesù alle folle: non fermatevi al pane che ha soddisfatto la vostra fame; in questo pane vedete un “segno” di un cibo che è risposta ad un desiderio illimitato di vita. Trascendere il sensibile per salire fino a Dio è una capacità ed un atto ragionevole.

Può sembrare strano che un Papa si erga a difensore della ragione con tanta forza. Non è, il successore di Pietro, prima di tutto il testimone del Vangelo? Cari fratelli e sorelle: la separazione tra la fede e la ragione distrugge la fede cristiana perché finisce col ridurla ad un fatto emotivo e puramente soggettivo. Una “ragione debole” è incapace di una fede ragionevole.

2. Cari amici, la seconda lettura ci ha narrato lo scontro tra Stefano ed il potere religioso del suo tempo. È intrinseco alla testimonianza cristiana lo scontro coi poteri di questo mondo. Quale è il “potere del mondo” con cui oggi si scontra la testimonianza che quotidianamente Benedetto XVI rende a Cristo? Prima ho parlato della “dittatura del relativismo”. Con questa espressione il S. Padre intende quel modo di pensare oggi così diffuso secondo il quale non esiste alcuna verità universalmente valida circa ciò che è bene o male; che «non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie».

Una tale posizione, sul piano etico, ha una potenza devastante smisurata. Vengono censurate non solo le norme morali del cristianesimo; ma ogni tentativo di mostrare che esistono norme morali che difendono “beni umani non negoziabili”, è rigettato in partenza. Mai l’uomo è stato esposto ad un pericolo più grave, dal momento che è stato privato del potere di riconoscere le prevaricazioni contro se stesso. Il “sistema spirituale immunitario” che lo difende da ogni attacco alla sua dignità – la convinzione che esistano beni umani non negoziabili – è stato annullato.

È su questo livello che lo scontro fra il S. Padre e il potere culturale del mondo è totale.
«Siedono i potenti, mi calunniano, ma il tuo servo medita i tuoi decreti», abbiamo or ora pregato col Salmo. Ecco: questo sembra essere l’atteggiamento fondamentale del S. Padre.
Questo deve essere l’atteggiamento della Chiesa, anche della Chiesa di Dio in Bologna. La fede ha già vinto il mondo, poiché essa ci radica nella divina Verità e trova corrispondenza profonda nel cuore di ogni uomo, fatto per incontrarsi con Dio nel Cristo

sotto la cenere ...

L'Italia vuole la messa antica, esulta la Chiesa tradizionalista
(Sondaggio di Paix Liturgique sugli interessi dei cattolici)
di Andrea Bevilacqua



La Madonna, apparendo a Fatima, aveva detto che soltanto in Portogallo il dogma delle fede sarebbe stato conservato. E in concomitanza col viaggio del Papa nella penisola iberica, è anche per valutare se la profezia della Madonna si sia davvero verificata che Paix Liturgique ha compito un sondaggio volto a saggiare l'effettivo interesse della gente per la liturgia tradizionale della chiesa, interesse che sopravvive sotto la cenere delle fumanti macerie postconciliari.

I risultati non sembrano confortanti per la chiesa tradizionalista: meno del venti per cento di cattolici va a messa, e molti di quelli che praticano ci vanno soltanto una volta al mese. Addirittura, il 68 per cento degli interessati ci va soltanto per matrimoni o occasioni particolari. Per quanto concerne la liturgia tradizionale, la particolarità portoghese è l'altissimo livello di ignoranza in merito al Motu proprio Summorum Pontificum che ha liberalizzato il rito antico: il 74 per cento non lo conosce. Nonostante ciò, un cattolico su tre vorrebbe la messa antica tutte le settimane. Percentuale che sale a oltre il cinquanta per cento se consideriamo quelli che praticano almeno una volta al mese. In Italia, quella percentuale è ancora più alta e pari a due terzi; inoltre nel nostro paese è trascurabile (circa il venti per cento) la percentuale di coloro che troverebbero anormale la coesistenza dei due riti.

Proprio dal raffronto tra il sondaggio svolto dai Paix Liturgique in Portogallo e quello svolto in Italia, ci si accorge come il popolo italiano sia estremamente affamato della messa di sempre. E forse è questo anelito che mantiene la fede ancora relativamente vitale. Quanto al Portogallo una cosa va detta: non esistono nel paese centri che promuovono la messa tradizionale. Eppure una percentuale di fedeli che vuole quella liturgia c'è. Ma nessuno va incontro a questo legittimo desiderio. In particolare sono i vescovi che non sembrano interessati alla cosa.

Il Portogallo vive del suo posizionamento «di confine»: da una parte, resta ancora forte la religiosità popolare tradizionale, simboleggiata da Fatima, un luogo dove il vento della secolarizzazione sembra soffiare con minore violenza che nel resto d'Europa; dall'altra parte, anche se l'impero coloniale portoghese è scomparso ormai da decenni, rimane vivo il legame con i 210 milioni di lusofoni del mondo, in larga maggioranza cristiani. La chiesa, infatti, nonostante una certa crisi sia presente anche qui, non ha mai perso quella vocazione missionaria iniziata all'epoca delle grandi scoperte. «In Portogallo, le cose peggiori arrivano più tardi, ma anche le buone notizie», ha detto recentemente Antonio Marujo, esperto di religione del principale quotidiano portoghese, Publico, e per ben due volte (nel 1995 e nel 2005) vincitore del John Templeton Award per il miglior giornalista religioso d'Europa. È stato così anche per la secolarizzazione: «C'è un vantaggio nell'essere alla periferia, che i fenomeni non sono così gravi come altrove. La crisi delle vocazioni non è stata così devastante, almeno fino ad ora».

da Italia Oggi, 15 maggio 2010

venerdì 14 maggio 2010

fare presto e non troppo tardi la consacrazione della Russia

"Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità" Benedetto XVI

                                                                 
Il Santo Padre a Fatima ha auspicato che i prossimi anni possano affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria ma non basta il trascorrere del tempo occorre consacrare la Russia.
La semplice richiesta della Beata Vergine di consacrare al Suo Cuore Immacolato la Russia - non il mondo, non l'Europa, non le Nazioni di cui la Madonna si aspetta la Consacrazione - deve ancora essere onorata. Questa mancanza è misteriosa quanto la mancanza dei re di Francia di onorare le richieste fatte nel 1689 da Nostro Signore per consacrare la Francia al Suo Sacro Cuore. La mancata consacrazione della Russia, tuttavia, è destinata ad avere conseguenze infinitamente più rovinose di quelle che precipitarono la Francia nella Rivoluzione.

All'apparizione di Tuy, nel 1929, Dio aveva chiesto la Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, compiuta dal Papa in unione a tutti i vescovi del mondo. La Madonna di Fatima disse che se la Consacrazione della Russia fosse stata compiuta, la Russia sarebbe stata convertita e vi sarebbe stata la pace. Questa pace potrebbe essere la naturale estensione, a livello mondiale, di quella pace sperimentata dal Portogallo dopo la sua consacrazione del 1931. Tuttavia, se il Papa ed i vescovi non obbediranno alla richiesta, la Madonna ha detto che la Russia diffonderà i suoi errori in tutto il mondo, causando guerre e persecuzioni alla Chiesa ed al Santo Padre, il martirio dei buoni e l'annientamento delle nazioni. E' per questo che il destino del mondo posa su questo decisivo atto di obbedienza.
A Rianjo in Spagna, nell'agosto del 1931, Nostro Signore rese nota a Suor Lucia la sua insoddisfazione verso il Papa ed i vescovi Cattolici, perché essi non avevano obbedito al Suo ordine di consacrare la Russia. Egli disse:

Fate sapere ai Miei ministri, dato che essi seguono l'esempio del Re di Francia nel ritardare l'esecuzione delle Mie richieste, che essi lo seguiranno nella sciagura. Non sarà mai troppo tardi per ricorrere a Gesù e Maria.

In un altro testo, Lucia scrisse che Nostro Signore si era lamentato con lei:

Non hanno voluto ascoltare la Mia domanda! Come il Re di Francia se ne pentiranno e lo faranno, ma sarà tardi. La Russia avrà già diffusi nel mondo i suoi errori, provocando guerre e persecuzioni contro la Chiesa: il Santo Padre dovrà soffrire molto.

Il riferimento fatto da Gesù alla disobbedienza ed al castigo del Re di Francia è la seguente:
Il 17 giugno 1689, il Sacro Cuore di Gesù si era manifestato a Santa Margherita Maria Alacoque, e le aveva comunicato il Suo ordine verso il Re di Francia, ovvero che il Re consacrasse la Francia al Sacro Cuore. Per esattamente 100 anni i Re di Francia non obbedirono, ritardando la consacrazione.
Quindi il 17 giugno 1789 il Re di Francia fu spogliato della sua autorità legislativa dall'emergente Terzo Stato, e quattro anni dopo i soldati della Rivoluzione Francese uccisero il Re di Francia come fosse un criminale.
Nel 1793 la Francia inviò il suo Re, Luigi XVI, alla ghigliottina. Egli, come i suoi predecessori, non aveva obbedito alla richiesta di Nostro Signore affinché la Francia fosse consacrata al Sacro Cuore di Gesù, e per questo la sciagura era caduta sul Re ed il suo paese.

Ora, dopo più di  90 anni, un'altra consacrazione richiesta da Nostro Signore, la solenne e pubblica Consacrazione della Russia, non è stata ancora compiuta. Nel frattempo, vediamo esaudirsi tutte le profezie predette dalla Madonna di Fatima, ed il Papa ed i vescovi saranno puniti se continueranno a ritardare l'esecuzione degli ordini di Dio.

Nella visione del Terzo Segreto di Fatima, pubblicata dal Vaticano il 26 giugno 2000, il Papa ed i vescovi vengono mostrati nelle condizioni causate dal loro rifiuto di obbedire alle richieste di Nostro Signore. La visione mostra un vescovo vestito di bianco, che viene fucilato ed ucciso da un gruppo di soldati mentre si sta inginocchiando ai piedi di una grande croce di legno in cima ad una collina, dopo aver attraversato una città in rovina, colma di cadaveri. All'esecuzione del vescovo vestito di bianco fa seguito quella di numerosi vescovi, sacerdoti e laici. Questa visione profetica di morte e distruzione dovrebbe servire come monito a coloro che insistono nel ritardare il volere di Dio, perché Nostro Signore ha avvertito Suor Lucia che, se i vescovi continueranno su questa strada, "Essi lo seguiranno (Re Luigi XVI) nella disgrazia."
Del resto qualcuno che ha amato e servito la Chiesa così si espresse «Io sono preoccupato per i messaggi della Beata Vergine a Lucia di Fatima. Questo insistere di Maria riguardo ai pericoli che minacciano la Chiesa è un avvertimento divino contro l'atto suicida di alterare la Fede, nella Sua liturgia… Un giorno verrà quando il mondo civilizzato negherà il suo Dio, quando la Chiesa dubiterà come dubitò Pietro. Sarà tentata di credere che l'uomo è divenuto Dio… Nelle nostre chiese, i Cristiani cercheranno invano il lume rosso dove Dio li sta aspettando, e come Maria Maddalena in lacrime di fronte alla tomba vuota, essi chiederanno: “Dove lo hanno portato?’… Io odo tutto intorno a me gli innovatori che desiderano smantellare la Sacra Cappella, distruggere la fiamma universale della Chiesa, gettare i Suoi ornamenti e farle provare rimorso per il Suo passato storico.»

Queste parole, che per alcuni potrebbero suonare quasi stravaganti, furono pronunciate dall'allora Segretario di Stato del Vaticano Mons. Eugenio Pacelli, futuro Papa Pio XII, cosi come le riporta il suo biografo Mons. Roche. Proprio da Pacelli parte dunque un grave avvertimento, contro il diffondersi del naturalismo, la perdita della fede originale della Chiesa, e anche della “Sua liturgia”. Tutto questo discorso di Pacelli era riferito in qualche modo ai “messaggi della Beata Vergine a Lucia di Fatima.

"Guarda, figlia Mia, il Mio cuore circondato da spine che gli uomini ingrati feriscono in ogni momento con le loro bestemmie e la loro ingratitudine. Di' a tutti che, se per cinque mesi, il primo Sabato si confessano, ricevono la Santa Comunione, recitano il Rosario e saranno in Mia compagnia per 15 minuti meditando sui quindici misteri del Rosario, in spirito di riparazione, Io prometto che li assisterò nell'ora della morte con tutte le grazie necessarie per la salvezza della loro anima" (La Madonna a Suor Lucia dos Santos)

Santissima Trinità, Padre, Figlio, e Spirito Santo, Vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue e Divinità di Gesù Cristo, presenti in tutti i Tabernacoli del mondo, in riparazione ai sacrilegi, oltraggi e indifferenza che offendono Lui Stesso. E per mezzo degli infiniti meriti del Suo Sacro Cuore e dell'Immacolato Cuore di Maria, Ti chiedo la conversione dei poveri peccatori.

giovedì 13 maggio 2010

Benedetto XVI: si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa.

Perché il Papa smentisce Bertone (e Messori)
di Antonio Socci su "Libero" del 13 maggio 2010

E’ incredibile che i giornali abbiano “bucato” le due clamorose notizie che arrivano dal Portogallo. Una (drammatica) è implicita nelle parole del Papa: la profezia sul papa ucciso e il macello di cardinali e vescovi riguarda non il passato, ma il nostro futuro prossimo (ne parlerò dopo).
Invece un’altra sta nero su bianco ed è questa: il “quarto segreto” (cioè una parte finora non pubblicata del Terzo Segreto) esiste e le parole del Papa sullo scandalo della pedofilia ne sono la prova.
Il Papa è impegnato a fare una grande operazione-verità anche su Fatima, a costo di smentire la versione dei segretari di stato vaticani. Ecco il confronto fra le loro parole e quelle del pontefice.
L’allora Segretario di stato cardinal Sodano, il 13 maggio 2000, nell’annunciare solennemente al mondo la pubblicazione del terzo segreto, spiegando che coincideva con l’attentato al papa del 1981 e le persecuzioni del Novecento, disse: “Le vicende a cui fa riferimento la terza parte del ‘segreto’ di Fatima sembrano ormai appartenere al passato”.
Il successore, Bertone, ha eliminato anche il prudenziale “sembrano” e, per ribadire che il segreto riguardava l’attentato al papa del 1981 e si era già tutto realizzato, ha scritto testualmente (a pagina 79 di un suo volume): “L’accanimento mediatico è quello di non volersi capacitare che la profezia non è aperta sul futuro, si è realizzata nel passato, nell’evento indicato (l’attentato al papa, nda). Non ci si vuole arrendere all’evidenza”.
Ora invece papa Benedetto XVI ci spiega l’esatto opposto, che cioè il terzo segreto riguarda eventi successivi all’attentato del 1981, come l’attuale scandalo della pedofilia e anche eventi che stanno tuttora nel nostro futuro.
Ratzinger ha infatti dichiarato:
Oltre questa grande visione della sofferenza del Papa, che possiamo in prima istanza riferire a Papa Giovanni Paolo II, sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano … e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano… Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio, vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa”.
L’attentato del 1981 non c’è nelle parole di Benedetto XVI e quindi non è indicato come “la” realizzazione del terzo segreto.
Si parla solo della “sofferenza di Giovanni Paolo II” che viene unita a quelle degli altri papi (di cui parla la seconda parte del Segreto). Benedetto XVI colloca il compimento del Terzo segreto negli anni successivi all’attentato del 1981 e nel nostro stesso futuro: “sono realtà del futuro che man mano si sviluppano e si mostrano” ha dichiarato “sofferenze della Chiesa che si annunciano”.
Come chiunque può vedere è il contrario di quanto proclamato da Sodano e, più dogmaticamente, da Bertone (“la profezia non è aperta sul futuro, si è realizzata nel passato, nell’evento indicato”).
Del resto era stata la stessa suor Lucia a smentire che la profezia fosse consegnata al passato e si fosse realizzata con l’attentato del 1981. Lo ha scritto in una lettera fondamentale del 12 maggio 1982.
Dopo aver mostrato che si era già realizzata la prima parte della profezia, relativa alla rivoluzione comunista, alla seconda guerra mondiale e alle persecuzioni alla Chiesa, suor Lucia, parlando della terza parte del segreto, scriveva testualmente:
“se non constatiamo ancora la consumazione completa del finale di questa profezia, vediamo che vi siamo incamminati a poco a poco a larghi passi”.
Quindi, in questa fondamentale lettera che fu resa nota dallo stesso Vaticano, suor Lucia, un anno dopo l’attentato di Alì Agca del 1981, non solo non dice che tale attentato è la realizzazione del terzo segreto (non lo ha mai detto né qui, né altrove), ma neanche lo cita, neanche vi accenna vagamente. Anzi spiega “apertis verbis” che il terzo segreto deve ancora realizzarsi. E lo scriveva nel 1982 !
Ci sarebbe da aggiungere che proprio su questa lettera della veggente, Bertone – a quel tempo monsignore – ha inspiegabilmente “cancellato” una frase esplosiva, che contraddiceva la sua versione, senza mai dare alcuna spiegazione.
Ma è sola una delle tante anomalie di questa storia cinquantennale che purtroppo è piena di bugie, di reticenze, di forzature e di omissioni (come ho mostrato nel mio libro).
Ma torniamo ad oggi. Il Papa dunque ha riaperto il dossier in modo così preciso e plateale che tutti coloro che in questi anni erano corsi a omaggiare la versione della Curia si sono trovati nel panico di fronte alle sue dichiarazioni che collocano lo scandalo della pedofilia nel terzo segreto.
Ecco padre Stefano De Fiores che, interpellato dal tg2 delle 20.30 dell’11 maggio, in evidente imbarazzo, balbetta: “a dire la verità in maniera esplicita non lo troviamo…”.
E bravo De Fiores! In effetti nel “terzo segreto” degli ecclesiastici no. Ma in quello completo della Madonna, a cui si riferisce il Papa, sì. Bisogna capirlo padre De Fiores. Aveva scritto un saggetto apologetico del cardinal Bertone giurando che non era mai esistita una parte non pubblicata del “terzo segreto” e ora si trova il Papa in persona che lo smentisce.
Vittorio Messori, un altro intellettuale cattolico che era corso a omaggiare la curiale segreteria di stato, ieri sul Corriere della sera esprimeva l’imbarazzo di trovarsi smentito dal Papa: “Adesso nella schiera vasta dei ‘fatimisti’ ci sarà fermento per mostrare che papa Benedetto XVI si è tradito…”.
In realtà papa Benedetto non ha mai identificato il Terzo Segreto con l’attentato del 1981. Inoltre – da cardinale – sottolineò che non ci sono “definizioni ufficiali, né interpretazioni obbligatorie” del Terzo segreto.
A differenza degli ecclesiastici di Curia, che hanno trasformato in dogma le proprie idee (e fandonie) Ratzinger spiegò che quelle del 2000 erano ipotesi di interpretazione. Mere ipotesi (oggi da superare).
In terzo luogo – con l’umiltà che lo caratterizza – già nel 2000, poco dopo lo svelamento del Segreto, rispondendo a una lettera rispettosa, ma critica del vescovo Pavel Hnilica sul suo commento teologico, Ratzinger non aveva esitato ad affermare che non voleva affatto “attribuire esclusivamente al passato i contenuti del segreto, in maniera semplicistica”.
In realtà Benedetto XVI, come per lo scandalo pedofilia, vuol farci capire che non bisogna mai aver paura della verità, anche quando è dolorosa o imbarazzante.
Perché non si serve Dio con la menzogna. Quando si pretende di mentire per Dio in realtà lo si fa per se stessi: Dio non ha bisogno delle nostre menzogne per difendere e costruire la sua Chiesa. Meglio fare mea culpa, perché Dio è più grande e più potente di tutti i nostri peccati.
Certo, questo atteggiamento non è compreso in Curia. Né dai “ratzingeriani” e giustamente, con affetto, Giuliano Ferrara ha scritto che sulla questione pedofilia, “detto con molta autoironia, per noi foglianti il Papa è un poco fuori linea”.
E’ vero. Perché il Papa sa più di noi e ritiene questo scandalo solo la punta dell’iceberg “terrificante” del peccato nella Chiesa (pensiamo ai verminai da lui denunciati nella Via crucis del 2005) e pensa al grande peccato dell’apostasia nella Chiesa.
E se tutto questo è “la città mezza in rovina” piena di cadaveri, descritta nella visione del Terzo segreto e se il papa ucciso non può essere il papa ferito del 1981, significa che la grande persecuzione del mondo e il grande martirio del Papa e della Chiesa è cosa del prossimo futuro.
Il Papa forse non può dirlo esplicitamente, ma cerca di preparare la sua Chiesa a questa immane prova (“le sofferenze della Chiesa che si annunciano”) affidando tutto nelle mani della Madonna di Fatima. Sono ore straordinarie. Ma i giornali non se ne sono accorti.


Mons. Fellay: ciò che stiamo chiedendo è così grande e così importante

Intervista a mons. Fellay

(Fonte: The Remnant)
 

Il Papa soffrirà molto"


- Brian Mershon: Vostra eccellenza, qual è la vostra reazione al fatto che la richiesta della Fraternità di 12 milioni di rosari ha prodotto un risultato di più di 19 milioni?

Mons. Fellay: Prima di tutto, sono molto, molto felice di vedere tanto entusiasmo e tale risposta alla nostra richiesta. Sono certo che questo numero non è solo grazie a fedeli della Fraternità; sono sicuro che molti molti altri si sono uniti per i quali non abbiamo le cifre totali. Questa è la prima cosa.
In secondo luogo, mi rallegro con l'entusiasmo nella comprensione dell'importanza della questione. Questo tema è molto, molto importante.

- Brian Mershon: Le altre due Crociate del Rosario hanno provocato risposte piuttosto rapide e storiche-la liberazione della Messa Latina tradizionale a tutti i sacerdoti ovunque nel mondo e la revoca delle scomuniche dei Vescovi della Fraternità, che a sua volta ha portato all'inizio dei colloqui dottrinali con la Santa Sede. Prevede una risposta similmente spettacolare a questa terza crociata del Rosario?

Mons. Fellay: Lascio la cosa totalmente nelle mani di Dio e della Vergine Maria. Ma, probabilmente, no. Non si sa mai, ma sarei molto sorpreso se il Papa consacrasse la Russia. Sarebbe una grande, grande sorpresa. D'altro canto, siamo già stati sorpresi prima, così non sarei sorpreso se la cosa dovesse accadere così rapidamente. Questa volta ciò che stiamo chiedendo è così grande e così importante, ed è così direttamente coinvolto in tutti gli eventi della storia dei nostri tempi.

- Brian Mershon: Sin da quando è stato eletto Papa Benedetto XVI ed è stato scelto il nuovo Patriarca ortodosso russo, c'è stato un disgelo evidente nelle relazioni e per il meglio, credo. Il Patriarca ortodosso russo ha anche pubblicato un libro di scritti del Papa da diffondere ai suoi fedeli laici! Come avete letto questo? Anche questo è connesso al terzo segreto di Fatima?

Mons. Fellay: Personalmente credo che ci sia qualcosa in movimento in Russia. Sembra davvero esserci qualcosa in movimento in Russia. C'è qualcosa nell'aria. Quanto profondo e quanto avanzato? Non lo so. Ma ci sono molte cose che mostrano che vi è una ripresa della religione in Russia.

- Brian Mershon: La Fraternità ha già inviato il bouquet di rosari?

Mons. Fellay: Avverrà [presto].

- Brian Mershon: Qual è l'atteggiamento della Fraternità circa l'attacco dei media di tutto il mondo contro la Chiesa e il Papa?

Mons. Fellay: Penso che abbiamo una buona dimostrazione che la Chiesa davvero ha ancora nemici. E questi nemici hanno nomi e cognomi. Lo si può vedere attraverso questa campagna in corso. È sintomatico. Da un lato, abbiamo i nemici della vecchia guardia U.S.A. e, dall'altro, abbiamo i progressisti in Europa, entrambi lavorano insieme.

- Brian Mershon: Pensate che questi attacchi sono collegati ai castighi preannunciati da Suor Lucia nel terzo segreto?

Mons. Fellay: è troppo difficile da dire. Ma se c'è una pertinente citazione da Fatima che vorrei citare è la seguente: "il Papa soffrirà molto. Il Papa soffrirà molto." E ci siamo.

- Brian Mershon: I colloqui dottrinali in corso con la Santa Sede sono avvenuti fuori dei riflettori dei mezzi di comunicazione, per ovvie ragioni. Che cosa vi aspettate come conseguenza di questi colloqui? Che cosa deve accadere nei colloqui dottrinali affinché la Fraternità accetti una struttura canonica? I colloqui sono correlati a una possibile soluzione canonica?

Mons. Fellay: E' impossibile dirlo. Assolutamente impossibile. Essa dipende da troppi fattori al momento. Non ho la risposta.

- Brian Mershon: Alcuni critici dicono che il rifiuto della Fraternità di una soluzione pratica o canonica è un segno di ostinazione o cattiva volontà. Come rispondete?

Mons. Fellay: E' molto semplice. La Santa Sede ha convenuto che i colloqui dottrinali avvenissero, e questo dovrebbe risponde alla domanda senza metterne il peso su di me. Oltre a ciò, è chiaro che qualsiasi soluzione pratica che avvenisse senza un solido fondamento dottrinale porterebbe direttamente al disastro. Non vogliamo quello. Per andare avanti vogliamo e abbiamo bisogno della sicurezza di una soluzione solida a livello della dottrina. Così pretendere che ci sia qualcosa di definitivo prima di impegnarsi nei colloqui dottrinali...
Abbiamo tutti questi esempi precedenti davanti a noi, la Fraternità S. Pietro, l'Istituto di Cristo Re e tutti gli altri sono completamente bloccati sul piano della dottrina perché hanno accettato in primo luogo l'accordo pratico.

- Brian Mershon: Pensa che il Papa personalmente desideri sinceramente una soluzione canonica con la società di San Pio X?

Mons. Fellay: Sì, io credo di sì. Esatto. Credo che il Papa lo desideri. Egli vuole che la Chiesa sia migliore e vuole completare la missione della consacrazione di Vescovi nella Fraternità.

- Brian Mershon: Lei ha menzionato in precedenti interviste che la Fraternità ha conoscenti o amici favorevoli tra i vescovi, i Cardinali — e anche nella curia romana. Quali consigli danno mentre questi colloqui dottrinali sono in corso?

Mons. Fellay: Nessuno. Al momento sono molto discreti. Credo che le discussioni che stiamo avendo siano molto buone e si stanno svolgendo con estrema discrezione. I prossimi colloqui si svolgeranno in maggio.

- Brian Mershon: E' a conoscenza di qualsiasi gruppo di sacerdoti, fedeli laici o diocesi nella storia recente della Chiesa, che hanno offerto tali grandi bouquet di rosari al Santo Padre, come la Fraternità ha ora fatto tre volte?

Mons. Fellay: Non a mia conoscenza. Potrebbe essere accaduto, ma non ho alcun riferimento. Ma è ovvio che una tale una crociata è qualcosa di unico. Credo che Padre Gruner ora stia per fare la stessa cosa.

- Brian Mershon: Qual è il Suo consiglio ai cattolici che hanno desiderio di aprire una cappella nella loro zona? La Fraternità si è imposta una pausa nell'espansione di cappellanie, dovuta ai colloqui dottrinali?

Mons. Fellay: In primo luogo, i fedeli laici dovrebbero contattarci e poi noi cerchiamo di fare qualcosa per loro. Al momento, abbiamo così tante richieste che difficilmente le possiamo soddisfare. Quest'anno, abbiamo un anno buono per le ordinazioni, ma anche così, ci mancano i sacerdoti [per soddisfare tutte le richieste]. Possiamo a stento rispondere a tutte le richieste. Ma continuiamo la nostra vita normale come prima. Sarebbe del tutto controproducente pensare che avremmo dovuto interrompere qualsiasi sviluppo nella nostra vita a causa dei colloqui con Roma. Dovrebbe essere piuttosto il contrario.

- Brian Mershon: Vostra eccellenza, un pensiero finale?

Mons. Fellay: Le preghiere alla Vergine devono continuare. Alcuni potrebbero pensare che poiché abbiamo realizzato la nostra crociata del Rosario, ora tutto va bene. No. No. No. Ora è molto chiaro che siamo impegnati in una battaglia con i veri nemici della Chiesa. Così, cattolici, siate pronti! Ottenete la vittoria con il Rosario!



mercoledì 12 maggio 2010

Pio VIII: nulla contribuisce di più alla rovina delle anime quanto essere guidati da coloro che cercano il proprio bene e non quello di Gesù Cristo

«Siamo perciò indotti a deplorare, gemendo, che la licenza dei giovani sia giunta al punto di rimuovere il timore della Religione, di rifiutar la disciplina dei costumi, di opporsi alla santità della più pura dottrina, di calpestare i diritti del potere religioso e civile, di non vergognarsi più di alcun delitto, di alcun errore, di alcuna audacia, per cui possiamo dire di essi, con Leone Magno: "La loro legge è la menzogna, il demonio la loro religione, la turpitudine il loro culto" . Allontanate tutti questi mali dalle vostre Diocesi, o Fratelli, e, per quanto vale la vostra autorità e il vostro ascendente, fate in modo che siano incaricati della educazione dei giovani uomini eminenti non solo per la loro cultura letteraria, ma soprattutto per purezza di vita e di pietà.
In tal senso vigilate con la più assidua sollecitudine nei seminari sui quali a voi in modo particolare è stata affidata la sorveglianza dai Padri del Concilio Tridentino . Dai seminari infatti devono provenire coloro che, compiutamente educati alla disciplina cristiana ed ecclesiastica, e ai princìpi della più sana dottrina, dimostreranno tale devozione nell’adempimento del loro divino ministero, tale dottrina nella educazione del popolo, tale severità di costumi che il ministero a loro affidato sarà apprezzato anche dai profani, ed essi potranno, con virtuose parole, rimproverare coloro che si allontanano dal sentiero della giustizia. Noi chiediamo alla vostra sollecitudine, per il bene della Chiesa, di dedicare tutto il vostro zelo nella scelta di coloro ai quali dovrà essere affidata la cura delle anime, in quanto dalla oculata scelta dei parroci deriva soprattutto la salute del popolo, e nulla contribuisce di più alla rovina delle anime quanto essere guidati da coloro che cercano il proprio bene e non quello di Gesù Cristo, o da coloro che, scarsamente imbevuti di vero sapere, si fanno volgere in giro da ogni vento e non sanno condurre il loro gregge ai salutari pascoli che non conoscono o che disprezzano» (Enc. Traditi humilitati nostrae)

lunedì 10 maggio 2010

Gregorio XVI: aperto il "pozzo d’abisso"

«Veniamo ora ad un’altra sorgente trabocchevole dei mali, da cui piangiamo afflitta presentemente la Chiesa: vogliamo dire l’indifferentismo, ossia quella perversa opinione che per fraudolenta opera degl’increduli si dilatò in ogni parte, e secondo la quale si possa in qualunque professione di Fede conseguire l’eterna salvezza dell’anima se i costumi si conformano alla norma del retto e dell’onesto. Ma a voi non sarà malagevole cosa allontanare dai popoli affidati alla vostra cura un errore così pestilenziale intorno ad una cosa chiara ed evidentissima, senza contrasto. Poiché è affermato dall’Apostolo che esiste "un solo Iddio, una sola Fede, un solo Battesimo" (Ef 4,5), temano coloro i quali sognano che veleggiando sotto bandiera di qualunque Religione possa egualmente approdarsi al porto dell’eterna felicità, e considerino che per testimonianza dello stesso Salvatore "essi sono contro Cristo, perché non sono con Cristo" (Lc 11,23), e che sventuratamente disperdono solo perché con lui non raccolgono; quindi "senza dubbio periranno in eterno se non tengono la Fede cattolica, e questa non conservino intera ed inviolata" (Symbol. S. Athanasii). Ascoltino San Girolamo il quale – trovandosi la Chiesa divisa in tre parti a causa dello scisma – racconta che, tenace come egli era del santo proposito, quando qualcuno cercava di attirarlo al suo partito, egli rispondeva costantemente ad alta voce: "Chi sta unito alla Cattedra di Pietro, quegli è mio" (S. GIROLAMO, Ep. 58). A torto poi qualcuno, fra coloro che alla Chiesa non sono congiunti, oserebbe trarre ragione di tranquillizzante lusinga per essere anche lui rigenerato nell’acqua di salute; poiché gli risponderebbe opportunamente Sant’Agostino: "Anche il ramoscello reciso dalla vite ha la stessa forma, ma che gli giova la forma se non vive della radice?"(S. AGOSTINO, Salmo contro part. Donat.).

Da questa corrottissima sorgente dell’indifferentismo scaturisce quell’assurda ed erronea sentenza, o piuttosto delirio, che si debba ammettere e garantire a ciascuno la libertà di coscienza: errore velenosissimo, a cui apre il sentiero quella piena e smodata libertà di opinione che va sempre aumentando a danno della Chiesa e dello Stato, non mancando chi osa vantare con impudenza sfrontata provenire da siffatta licenza qualche vantaggio alla Religione. "Ma qual morte peggiore può darsi all’anima della libertà dell’errore?" esclamava Sant’Agostino (Ep. 166). Tolto infatti ogni freno che tenga nelle vie della verità gli uomini già diretti al precipizio per la natura inclinata al male, potremmo dire con verità essersi aperto il "pozzo d’abisso" (Ap 9,3), dal quale San Giovanni vide salire tal fumo che il sole ne rimase oscurato, uscendone locuste innumerabili a devastare la terra. Conseguentemente si determina il cambiamento degli spiriti, la depravazione della gioventù, il disprezzo nel popolo delle cose sacre e delle leggi più sante: in una parola, la peste della società più di ogni altra esiziale, mentre l’esperienza di tutti i secoli, fin dalla più remota antichità, dimostra luminosamente che città fiorentissime per opulenza, potere e gloria per questo solo disordine, cioè per una eccessiva libertà di opinioni, per la licenza delle conventicole, per la smania di novità andarono infelicemente in rovina» (Enc. Mirari vos)



domenica 9 maggio 2010

chi sarà il Papa che consacrerà la Russia?

IL TESTO DEL SEGRETO DI FATIMA

Il "segreto" fa riferimento, per quanto riguarda le prime due parti, allo scritto di Suor Lucia nella terza memoria del 31 agosto 1941 destinata al vescovo di Leira-Fatima; la terza parte fu invece scritta «per ordine di Sua Eccellenza il Vescovo di Leiria e della Santissima Madre...» il 3 gennaio 1944.

PRIMA PARTE: La visione dell'Inferno

Il segreto consta di tre cose distinte, due delle quali sto per rivelare. La prima dunque, fu la visione dell'inferno. La Madonna ci mostrò un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell'incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri. Questa visione durò un momento. E grazie alla nostra buona Madre del Cielo, che prima ci aveva prevenuti con la promessa di portarci in Cielo (nella prima apparizione), altrimenti credo che saremmo morti di spavento e di terrore.


SECONDA PARTE: Si profetizza la fine della Prima Guerra Mondiale, lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e la parabola del comunismo in Russia

In seguito alzammo gli occhi alla Madonna che ci disse con bontà e tristezza: — Avete visto l'inferno dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato. Se faranno quel che vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire; ma se non smetteranno di offendere Dio, durante il Pontificato di Pio XI ne comincerà un'altra ancora peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo qualche tempo di pace. In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede, ecc.

TERZA PARTE: La persecuzione della Chiesa

Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l'Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: "qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti" un Vescovo vestito di Bianco "abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre". Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c'era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c'erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio.


Noi, Santità, speriamo e preghiamo Iddio in ginocchio, affinché “il santo Padre” di cui profetizzò nel 1917 la Madonna, dicendo che avrebbe infine consacrato al Suo Cuore Immacolato la Russia, SIA PROPRIO LEI! Vogliamo credere e sperare, con tutti noi stessi, che la nostra Santissima Madre stesse pensando a Lei, come a quel docile strumento della Grazia divina che, leggendo i segni dei tempi, sarebbe finalmente giunto alla determinazione di ottenere, a questa nostra Chiesa martoriata e all’umanità tutta, con la Conversione della Russia, la salvezza di molte anime e la Pace nei cuori.

Mons. Fellay: il Papa a Fatima consacri la Russia alla Vergine

Nel suo viaggio a Fatima, Benedetto XVI compia finalmente in modo inequivocabile  la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria seguendo l'indicazione della Madonna ai pastorelli riferita da Suor Lucia nel secondo segreto.
Lo chiede mons. Bernard Fellay, Superiore generale della Fraternita' San Pio X, forte del successo della Crociata dei 19.266.033 rosari recitati con questa specifica finalità.
"Occorre ricordare l'attualita' di quanto la Madonna diceva a Fatima", sottolinea il successore di Mons. Marcel Lefebvre sostenendo che "atti tanto semplici quanto la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria" possono avere "dei risultati sorprendenti per la Chiesa e per il mondo, dei risultati che sorpassano tutto quanto possiamo immaginare".

A noi viene in mente tra l'altro la semplice e di per sè incomprensibile richiesta della Beata Vergine Maria a Santa Bernadette Soubirous durante la nona apparizione di giovedì 25 febbraio 1858: Bernadette riferì che la Signora le chiedeva di bere alla sorgente: «Andate a bere alla fonte e a lavarvi. Voi mangerete di quell'erba che è là». Bernadette racconterà più tardi: «Io non trovai che un po' di acqua infangata. Al quarto tentativo potei bere». La folla l'accusò di essere folle ed ella rispose: «È per i peccatori». La ragazza fece dunque come le era stato detto e scavò e il giorno dopo, l'acqua cominciò a fluire. Da allora non ha mai smesso e noi tutti sappiamo con quali effetti sulle anime e sui corpi. Più fede, Signore, dacci più fede; Santa Bernadette, Beati Francesco e Giacinta Marto, pregate per noi!  

Maria SS. lo ha promesso: “… Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà. Il santo Padre mi consacrerà la Russia che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace. In Portogallo, si conserverà sempre il dogma della fede; ecc...”. Sì, ma quando? Speriamo presto: preghiamo per questo e sacrifichiamoci, come facevano i pastorinhos.