sabato 3 marzo 2012

Tradition the beautiful, from sea to shining sea

Stati Uniti - La Tradizione va avanti

 

Mons. David O'Connell
Mons. David O'Connell

Dopo anni di abusi e scandali da parte degli uomini di Chiesa, sembra che stiamo assistendo a un risveglio cattolico nel paese dalla bandiera stellata.
Tra tutti i distretti della Fraternità San Pio X, il Distretto americano è quello che si sviluppa di più. Mons. Fellay dice che avrebbe bisogno di 50 sacerdoti in più per soddisfare i bisogni dell’apostolato nel paese, a causa del crescente numero di fedeli interessati dalla Tradizione.
Di quest’interesse, approfittano tutte le comunità Ecclesia Dei, ma anche le diocesi. Consapevoli di quel movimento verso le devozioni tradizionali della Chiesa, i vescovi si mostrano sempre più favorevoli alla Messa tradizionale e il numero delle celebrazioni nella forma straordinaria aumenta regolarmente negli Stati Uniti.
Ad esempio, il 19 febbraio 2012 (Domenica di Quinquagesima), la diocesi di Trenton (New Jersey), ha organizzato per la prima volta dalla promulgazione del Motu Proprio Summorum Pontificum, una Messa solenne nella forma straordinaria.
Circa 650 fedeli hanno assistito alla cerimonia nella bella chiesa Saint Anthony a Hamilton. Gli studenti di Westminster College (Princeton, NJ) hanno cantato la Messa in sol maggiore di Schubert e sono stati commossi di aver potuto cantare durante una vera Messa al posto di un concerto.
Il sacerdote che ha celebrato la Messa, Padre Brian Patrick Woodrow (Ordinato nel 2006), è stato nominato da Mons. O’Connell, Vescovo di Trenton, responsabile della promozione e della coordinazione della celebrazione della liturgia tradizionale nella diocesi, una prova della benevolenza dell’autorità locale verso l’antica Messa.
Quest’esempio è seguito dalla provincia domenicana dello Stato di New York poiché il 7 marzo 2012 sarà celebrata una Messa cantata nel rito domenicano tradizionale in onore di san Tommaso d’Aquino nella chiesa Saint Vincent Ferrer a New York City, la prima volta da 40 anni.
Nella serata, un padre benedettino, Guy Mansini, dell’abbazia St Meinrad (Indiana) darà una conferenza sul tema: Aldilà del dogma: San Tommaso e il Modernismo post-conciliare. Un’iniziativa benvenuta, 50 anni dopo l’apertura del Concilio Vaticano II.

Fonte: New Liturgical Movement, Diocesi di Trenton

venerdì 2 marzo 2012

Benedizione con la reliquia della Santa Croce

Benedizione con la reliquia della Santa Croce
Cfr. Ludovico Trimeloni, Compendio di Liturgia Pratica, Marietti 1820, Milano, 2007 (ed. or. 1958), pp.605-607 (con rif. ad altre pagine ivi contenute):

Ecco brevemente il rito dell'esposizione solenne della reliquia della Santa Croce (con annessa benedizione). - i paramenti sono di colore rosso;
- può compierla un sacerdote o un diacono in cotta e stola;
- è necessario un turiferario;
- per dare maggiore solennità, si può indossare il piviale e farsi assistere da ceriferi e due chierici assistenti (se questi ultimi fossero diacono e suddiacono, entrambi - e pure il celebrante - usano il camice);
- si porta privatamente all'altare la reliquia coperta da un velo;
- poi celebrante (a capo coperto) ed eventuali chierici con lui si recano all'altare e fanno la dovuta riverenza all'altare;
- il celebrante sale all'altare, toglie il velo, fa riverenza alla Reliquia, scende ai piedi dell'altare, impone l'incenso e turifica (senza risalire) la reliquia;
- in seguito due possibilità: o il celebrante si ferma per qualche canto/preghiera (nel qual lo fa inginocchiato verso l'altare) oppure, fatta riverenza ad altare e reliquia, torna in sacrestia;
- precisazione: la riverenza dovuta alla reliquia della Santa Croce pubblicamente esposta è la genuflessione semplice (da farsi, durante la liturgia: a) tutte le volte che si passa davanti alla reliquia; b) ogni volta che si entra ed esce dal presbiterio; c) ogni volta che il celebrante, dal centro dell'altare, si sposta verso il lato dell'epistola o quello del Vangelo [si genuflette comunque in medio]; d) prima e dopo l'incensazione);
- prima di riporre la Reliquia, si deve fare la benedizione;
- la benedizione può essere data dal solo celebrante, che però può anche farsi assistere da diacono e suddiacono (parati) - nel qual caso il diacono può passare al celebrante la Reliquia e poi riceverla (stando entrambi in piedi);
- se c'è la consuetudine, si può usare il velo omerale (rosso, viola invece il Venerdì e Sabato Santo);
- prima della benedizione si incensa la reliquia;
- la benedizione viene impartita senza dire nulla;
- alla benedizione tutti devono stare in ginocchio (anche i canonici);
- in seguito si può dare la Reliquia da baciare, nel qual caso il celebrante la tiene in una mano, i fedeli baciano la reliquia e, dopo ogni bacio, con l'altra mano il celebrante (tramite un pannolino) asterge la Reliquia;
- nel porgere la reliquia da baciare il celebrante non è obbligato a dire alcunché, ma può usare qualche formula (Trimeloni consiglia ad es. Per Crucem et Passionem suam liberet te Deus ab omni malo. Amen);
- al termine, la Reliquia viene ricoperta col velo; la si può lasciare sull'altare o riportarla in sacrestia;
- durante queste operazioni (esposizione, bacio, riposizione) è meglio cantare inni o lodi opportune;
- questa liturgia può essere eseguita subito prima o subito dopo la Santa Messa; nel qual caso, il celebrante usa i paramenti della Messa, senza il manipolo.

mercoledì 29 febbraio 2012

"Il vero fondamento dell’unità europea si deve rinvenire non in accordi politici o economici, ma nella restaurazione della tradizione spirituale" Christopher H. Dawson

Dawson, il conservatore che sognava la riscossa dell’Europa cristiana
Un’Europa forte e solidale, ben ancorata alle sue radici culturali e religiose, e quindi capace di affrontare le sfide dei tempi nuovi. È ’auspicio del pensatore conservatore britannico Christopher H. Dawson che nel 1932 mandò alle stampe Il dilemma moderno: Senza il cristianesimo l’Europa ha un futuro? (ora pubblicato, per la prima volta in Italia, da Lindau, pp. 96, euro 13). Una serie di conferenze, trasmesse originariamente dalla Bbc, in cui si delinea la speranza che il Vecchio Continente possa rigenerarsi e rinascere dalle ceneri della grande depressione, riscoprendo la sua anima cristiana. L’esatto opposto di quello che hanno voluto fare gli euroburocrati di Bruxelles che, bocciando il preambolo sulle radici religiose dell’Europa, hanno decretato che l’UE debba essere un organismo freddo, senz’anima, che obbedisce solo ai diktat di cinici banchieri e tecnocrati.
Dawson è un autore poco conosciuto in Italia. Ma fu un pensatore importante, soprattutto fra le due guerre mondiali, perché in grado di sviluppare un conservatorismo moderato, non ideologico, che influenzò profondamente, a esempio, T. S. Eliot. Nei suoi saggi politici, il poeta della Terra desolata riprenderà infatti molte tematiche proprie di Dawson, come l’impossibilità, vagheggiata dai tradizionalisti, di ritornare a un improbabile Medioevo. La grande scommessa era infatti quella di ripensare un cristianesimo che si possa coniugare con gli elementi positivi della modernità, non in pregiudiziale contrasto con la fede.
Ciò che pervade il saggio di Dawson, e che lo rende anche oggi attuale, è tuttavia il senso della crisi. Le due grandi illusioni della modernità, quella finanziaria della ricchezza facile e quella comunista del paradiso in terra per il proletariato, si erano già rivelate dei clamorosi e tragici fallimenti. Del comunismo Dawson coglie la natura religiosa, per quanto deviata in una forma politica totalitaria: «L’atteggiamento comunista verso la vita è religioso piuttosto che economico ed è con lo spirito di fanatici religiosi e non di organizzatori d’impresa che i comunisti hanno rotto con il passato e istituito un nuovo ordine sociale».
In contrasto con un Oriente agguerrito, Dawson descrive un Occidente debole e incolore, ormai «alla deriva». La «fede ottimista nell’ineluttabilità del progresso» ha lasciato il posto a un «fatalismo pessimista». Sulle orme di Spengler, Dawson descrive il declino dell’occidente. Ma al contrario dei pensatori tedeschi della rivoluzione conservatrice, lo storico inglese (che era cattolico) vede un’uscita dal tunnel delle ideologie nella riscoperta del cristianesimo, della fede che ha reso grande l’Europa e ne ha fondato la cultura.
Era il 1932, eppure già comprende che solo un’Europa unita, dalla Scandinavia al Mediterraneo, può fronteggiare le potenze asiatiche emergenti (oltre alla Russia comunista, la Cina e l’india, citate non a caso dall’autore). Una visione profetica che nonostante i proclami di facciata appare ancora oggi, nel 2012, una chimera. Ma tale unità non si può dare, secondo Dawson, secondo criteri puramente utilitaristici. «Il vero fondamento dell’unità europea», scrive, «si deve rinvenire non in accordi politici o economici, ma nella restaurazione della tradizione spirituale su cui quell’unità si basava originariamente».
Dawson conclude il suo saggio con una nota d’ottimismo: a suo avviso l’Europa ritroverà la sua anima cristiana e così si salverà. Inutile far notare che oggi il suo auspicio, la sua speranza, rimane ancora lettera morta.
da "Libero" del 25 febbraio 2012 p. 25

Descrizione del libro: Negli anni ’30 del secolo scorso, lo storico inglese Christopher Dawson (1889-1970) alternò alla stesura delle sue opere più ponderose un’intensa attività giornalistica ed editoriale. Fra le iniziative da lui curate spicca una collana di piccoli saggi in edizione economica. Alla serie, che comprendeva opere di autori come Jacques Maritain, Nikolaj Berdjaev, Carl Schmitt, Rudolf Allers, contribuì personalmente con Il dilemma moderno, uscito nel 1932, quando già era riconosciuto come uno dei maggiori studiosi della civiltà occidentale.

 
Descrizione del libro: Negli anni ’30 del secolo scorso, lo storico inglese Christopher Dawson (1889-1970) alternò alla stesura delle sue opere più ponderose un’intensa attività giornalistica ed editoriale. Fra le iniziative da lui curate spicca una collana di piccoli saggi in edizione economica. Alla serie, che comprendeva opere di autori come Jacques Maritain, Nikolaj Berdjaev, Carl Schmitt, Rudolf Allers, contribuì personalmente con Il dilemma moderno, uscito nel 1932, quando già era riconosciuto come uno dei maggiori studiosi della civiltà occidentale.
In questo volume, Dawson analizza e discute la crisi culturale, prima che politica, che ha portato l’Europa a una condizione di guerra civile – acuita dagli esiti della prima guerra mondiale –, all’instabilità sociale e alla perdita della leadership mondiale. Tale crisi è dovuta, secondo l’autore, al rifiuto del cristianesimo proprio negli ambiti in cui maggiore è stato il contributo europeo: il pensiero e le istituzioni politiche da una parte, e la ricerca scientifica con le sue ricadute tecnologiche dall’altra.
A suo giudizio, solo la riscoperta delle radici cristiane di una democrazia correttamente intesa e di una scienza e di una tecnica non più autoreferenziali potrà salvare la nostra civiltà dall’alternativa fra dittature rivoluzionarie e tecnocrazie irresponsabili, differenti nella forma ma ugualmente totalitarie. Il recupero della sua anima e della sua vocazione consentirà all’Europa di svolgere un ruolo di progresso e di pacificazione su una scena mondiale resa precaria dall’assunzione strumentale delle conquiste materiali dell’Occidente da parte di realtà geograficamente e demograficamente imponenti e minacciose.
Quanto questa analisi sia profetica e oggi straordinariamente attuale potrà giudicarlo qualsiasi lettore.

Nota sull'Autore: Christopher Henry Dawson (1889-1970) è stato uno dei maggiori storici inglesi del XX secolo. Dopo essersi laureato al Trinity College di Oxford, si convertì al cattolicesimo. Ha insegnato nelle università di Exeter, Liverpool, Edimburgo, Dublino e, dal 1958 al 1962, ad Harvard. Tra le sue opere tradotte in italiano, ricordiamo La formazione della cristianità occidentale (2011), La divisione della cristianità occidentale (2009), La religione e lo Stato moderno (2007).

dal libro
«L’Europa conseguì la leadership della cultura mondiale non mediante la ricchezza materiale, ma grazie alla preminenza nelle cose dello spirito: nella scienza, nella letteratura e nelle idee. Essa creò gli ideali che il resto del mondo seguì. Se la democrazia moderna dovesse comportare la cessazione di questa missione e l’abbandono della leadership spirituale per l’appagamento materiale, allora ciò significherebbe proprio il declino della cultura occidentale.»
C. H. Dawson