di Cristina Siccardi
«Non ascoltare la Vergine
Santissima, inviata da Dio», affermò Suor Lucia dos Santos in un’intervista
del 26 dicembre 1957 rilasciata a Padre Augustin Fuentes su autorizzazione di
Pio XII nel convento delle Carmelitane scalze di Coimbra di fronte al Vescovo
ausiliare di Leiria, a due Vescovi di Coimbra, al nunzio apostolico in
Portogallo, «è un peccato contro lo Spirito Santo».
E proprio nel giorno della festa di Pentecoste di quest’anno il teologo
tedesco padre Ingo Döllinger, ordinato sacerdote il 25 luglio 1954, già
segretario del Vescovo di Augusta, Josef Stimpfle, nonché amico personale di
Benedetto XVI, ha dato il permesso di pubblicare a Maike Hickson, sul sito
OnePeterFive
questo clamoroso annuncio: «Non molto dopo la pubblicazione nel giugno
2000 del Terzo Segreto di Fatima da parte della Congregazione per la Dottrina
delle Fede, il Cardinale Joseph Ratzinger disse a padre Döllinger
durante una conversazione di persona che c’è una parte del Terzo segreto che non
hanno ancora pubblicato! “C’è di più di quello che abbiamo pubblicato”
disse Ratzinger. Inoltre disse a Döllinger che la parte pubblicata
del segreto è autentica e che la parte inedita del Segreto parla di “un
cattivo Concilio e di una cattiva Messa” che sarebbero arrivati in un futuro
prossimo». «Padre Döllinger – conclude Hickson – mi
ha dato il permesso di pubblicare questi fatti nella festa dello Spirito Santo e
mi ha dato la sua benedizione».
Il Dossier Fatima, apertosi 99 anni fa, prosegue nel cammino di
arricchimento di documentazione per una storia soprannaturale e naturale che
proseguirà sia fino a quando il Terzo segreto non sarà svelato al mondo nella
sua interezza; sia fino a quando non si compirà l’ultima profezia della Madonna,
ovvero il trionfo del suo Cuore immacolato.
Suor Lucia dos Santos scrisse il terzo Segreto a Tuy il 3 gennaio 1944 e lo
consegnò a Monsignor José Alves Correia da Silva, Vescovo di Leiria-Fatima nel
giugno dello stesso anno. Fu inviato a Roma fra marzo-aprile del 1957. Il testo
avrebbe dovuto essere reso pubblico sotto il Pontificato di Giovanni XXIII nel
1960, secondo le precise indicazioni della Madonna. Ma ciò non avvenne per
volontà di Papa Roncalli e dei suoi successori.
I veggenti di Fatima hanno sempre parlato di Segreto, diviso in tre parti.
«Il segreto consta di tre cose distinte», scrisse Suor Lucia nella sua
Terza Memoria (A.M. Martins SJ, Documentos, Fátima, L.E. Rua
Nossa Senhora de Fátima, Porto 1976, p. 219). Nelle quattro Memorie
ella dichiarò di scrivere sotto l’assistenza dello Spirito Santo (cfr.
Quarta Memoria di Lucia dos Santos in ivi, p. 315). Soltanto
la terza parte del Segreto venne stilata a parte, per essere destinata
esclusivamente al Vicario di Cristo: a lui solo la responsabilità di sapere, a
lui solo la responsabilità di agire di conseguenza.
Nella Quarta Memoria Suor Lucia scrisse che la Madonna dichiarò:
«In Portogallo, si conserverà sempre il dogma della Fede, ecc… Questo non
ditelo a nessuno». È proprio in quell’«ecc.» che è racchiusa la
terza parte del Segreto e questa frase tronca non è stata riportata nel
Messaggio di Fatima reso pubblico il 26 giugno del 2000. Infatti, la
Congregazione della Dottrina della Fede, allora guidata dal Prefetto Cardinale
Ratzinger, estrapolò le due parti del Segreto non dalla Quarta, ma
dalla Terza Memoria, dove non è presente la rivelazione che nel
Portogallo si conserverà il dogma della Fede, dando per scontato che in altri
luoghi non sarà così… l’apostasia è, di fatto, dilagata ovunque e la si ritrova
sia fuori che dentro la Chiesa.
Ogni Papa, da Pio XII in poi, è stato messo a conoscenza del terzo Segreto,
ma due soltanto, fino ad ora, hanno preso l’iniziativa di diffondere qualcosa e
di fare qualcosa. Ma Fatima resta, ancora, l’incompiuta: scetticismo? prudenza?
paura? I confini che dividono questi atteggiamenti avuti dai Papi sono labili.
Il fatto reale è che le apparizioni di Fatima sono legate strettamente alla
realtà ecclesiastica, oggi così martoriata, così refrattaria al soprannaturale,
così confusa, così corrotta moralmente e spiritualmente, così carica di errori
teologici e dottrinali, così priva di insegnamenti catechetici.
Fatima è annodata alla Passione attuale della Chiesa, causata, principalmente
da due rivoluzioni, una pastorale e l’altra liturgica: il Concilio Vaticano II e
la Santa Messa. Non dimentichiamo che l’Angelo del Portogallo apparve ai
veggenti (1915-1916) quale preludio all’arrivo della Madonna e diede la Santa
Ostia a Lucia, mentre il Sangue di Cristo, contenuto in un Calice, lo divise fra
Giacinta e Francesco, affermando: «Prendete e bevete il Corpo e il Sangue di
Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati! Fate riparazione per
i loro crimini e consolate il vostro Dio (…) Rinnovando il sacrificio
della Passione e Morte di Gesù, la Santa Messa è cosa tanto grande da bastare a
trattenere la Divina Giustizia» (Fatima e la Passione della
Chiesa, Sugarco, Milano 2012, p. 80). La Santa Messa è stata cambiata, è
stata oltraggiata al fine di porre al centro dell’attenzione non più Nostro
Signore e il Suo Sacrificio, ma l’assemblea, così facendo la Fede, sia nel clero
che nei fedeli, ha perso consistenza e significato e le grazie si sono diradate,
mentre le chiese si sono svuotate, così come i seminari.
In virtù della rivelazione di Padre Döllinger (che ebbe come confessore san
Pio da Pietrelcina al quale fu molto legato, che insegnò teologia morale al
Seminario di Order of Canons Regular of the Holy Cross del Brasile,
frequentato dal futuro Vescovo Athanasius Schneider, che nel 1970 prese parte
alle discussioni della Conferenza episcopale tedesca sulla massoneria, al
termine delle quali si affermò l’incompatibilità fra essa e la Chiesa cattolica)
possiamo riflettere su alcuni aspetti.
Il Papa mariano, Giovanni Paolo II, che venne salvato il 13 maggio del 1981
dall’attentato del killer professionista Mehmet Ali Ağca, disse di aver avuto
salva la vita grazie alla Madonna di Fatima e volle rendere nota al mondo la
visione che ebbero i tre pastorelli portoghesi. È il 13 luglio 1917, siamo alla
Cova d’Iria: la Madonna appare per la terza volta e rivela il Segreto: la
visione dell’Inferno (prima parte); la consacrazione della Russia al Cuore
Immacolato (seconda parte), e la terza parte, ancora oggi monca.
Lascia registrato su carta Suor Lucia: «un Angelo con una spada di fuoco
nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero
incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra
Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra
con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E
vedemmo (…) un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che
fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose
salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi
grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di
arrivarci, attraversò una grande città mezza in rovina e tremulo con passo
vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che
incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio
ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli
spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli
uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone
secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della
Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei
quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si
avvicinavano a Dio».
Ma qual è la spiegazione a questa visione e qual è il segreto che sottende?
La Madonna illustrò ogni cosa delle prime due parti, nulla esiste della terza,
se non il commento teologico del Cardinale Joseph Ratzinger e testo e commento
furono presentati in una conferenza stampa in mondovisione. Tuttavia, una volta
divenuto Papa, il 13 maggio 2010, dichiarò a Fatima: «Si illuderebbe chi
pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa». È un caso che
Benedetto XVI, proprio all’inizio del suo Pontificato, aprì il celebre dibattito
sull’ermeneutica del Concilio Vaticano II, avviando così una felice stagione di
ripensamenti su quell’assise? È un caso che diede vita al Summorum
Pontificum del 2007 liberalizzando la Santa Messa in rito antico, sepolta e
perseguitata dal 1969? È un caso che abolì il decreto di scomunica ai quattro
vescovi della FSSPX, da sempre poggiati con perseveranza su due pilastri: la
Santa Messa tridentina e la critica costruttiva al Concilio Vaticano II? È un
caso che sia Benedetto XVI prima, sia Papa Francesco adesso desiderino
riappacificarsi con la Fraternità sacerdotale fondata dal Vescovo Monsignor
Marcel Lefebvre? Un caso o tutto rientra nelle loro conoscenze su ciò che la
Madonna disse a Fatima?
Le risposte a tali quesiti e, nel contempo, al panorama disastroso di questa
dolorosa vigilia del centenario delle apparizioni, sono nel terzo segreto di
Fatima: la chiave per aprire la porta della reviviscenza della Chiesa. (Cristina
Siccardi)