"gli scandali che fanno rumore oggi nascono proprio nel momento in cui vasti settori (della Chiesa) hanno cominciato a predicare l'apertura al mondo. Spazzato via il demonio per essere teologicamente corretti, sradicato il concetto di peccato per essere sociologicamente corretti, eliminato il rigore ascetico per essere pedagocicamente corretti, i cattolici hanno finito per comportarsi come il mondo. E il mondo adesso rimprovera a tutta la Chiesa di essere a sua immagine e somiglianza." (Alessandro Gnocchi, Mario Palmaro, C'è una una Chiesa che vuole il Papa dimezzato, Libero, 8 aprile 2010)
"occorre che le gerarchie ecclesiastiche riconoscano che la deriva pansessualista che ha investito tutta la società, si è infiltrata anche nella Chiesa. Anzitutto per una crisi di fede: la verginità sacerdotale, come la castità degli sposi, sono perle che devono essere custodite gelosamente con estrema cura. Preghiera e senso del soprannaturale sono fondamentali. Se, come è avvenuto nel post Concilio, si perde il senso vero del sacerdozio, attraverso la desacralizzazione della liturgia e la diminutio del valore dei sacramenti, l'eroismo richiesto ai chierici risulta incomprensibile, anzitutto a loro stessi. La figura del sacerdote come operatore sociale non regge più. La seconda causa della crisi è la rinuncia al governo. Nel clima utopico del post concilio molti vescovi hanno cessato di seguire l'ideale tridentino: hanno perso il contatto con i propri seminaristi e sacerdoti, omettendo di vagliarli, di formarli e di fungere loro da padri, da maestri e da sorveglianti. La Controriforma che occorre, allora, è proprio quella indicata dal Papa: ribadire il valore del sacerdote come alter Christus, anzitutto attraverso la centralità dell'Eucaristia e del confessionale. Il curato d'Ars è proprio l'esempio che occorre ad un clero non di rado secolarizzato, e per questo ignaro della sua missione, e quindi smarrito." (Francesco Agnoli, Foro secolarista, il Foglio, 8 aprile 2010)