I frutti della Primavera del Concilio
Ma dov'è
la primavera del Concilio? Dove sono i suoi frutti?
C'è un
dogmatismo nuovo, che non riguarda i dogmi di sempre, le verità eterne rivelate
da Dio e custodite dalla Chiesa nel suo Credo; è un dogmatismo di opinione, su
una questione che ti vietano di discutere: i frutti della primavera del
Concilio. Si può variare quasi tutto nella Chiesa di oggi: le verità di fede ti
concedono di reinterpretarle.
Se i
comandamenti ti stanno stretti, una schiera di teologi e pastori ti suggeriscono
di situazionarli nel contesto attuale, così da addolcirli. Se poi obbedire non
ti va, puoi sempre scoprire un nuovo carisma che ti cada su misura. Puoi fare
tutto o quasi, tranne mettere in discussione la primavera del
Concilio.
La
senti questa affermazione sulla bocca di molti addetti ai lavori, dei
pastoralisti, la senti come mannaia tranciante se esprimi il desiderio di
tornare alla grande Tradizione della Chiesa. Ti concedono una messa antica,
purché tu riconosca i frutti del Concilio, senza
discutere.
E di
fronte a questa propagandata certezza, anche i perplessi stanno zitti, per paura
di essere esclusi da tutto. Se poi, come nella favola del re nudo, uno con
l'anima di fanciullo osa alzare la voce e gridare: ma dove sono questi frutti?
Io non li vedo!... il silenzio si fa assordante e minaccioso.
Cari
amici, dite un po', dove sono i frutti? È forse aumentata la pratica della vita
cristiana? C'è più gente a Messa alla Domenica? I comandamenti sono maggiormente
osservati? Le famiglie danno più esempio di fedeltà e virtù? Sono aumentate le
vocazioni sacerdotali? E quelle religiose di frati e suore? Si aprono nuovi
conventi? La gioventù ama di più Nostro Signore? La gente prega meglio e di più?
Molti nelle terre di missione si convertono abbandonando le false religioni e le
sette? Molti missionari partono per portare la grazia di Dio e la fede sino ai
confini della terra?
Diteci,
quali sono allora i frutti della primavera del Concilio?
In
alcuni momenti la Chiesa, nelle nostre terre, appare un grande cantiere in
vendita, coperto con la facciata di grandi assemblee, fatte per intrattenere i
fedeli illudendo sulla situazione.
Certo
che c'è sempre molto bene nella Chiesa, bene per lo più umilmente nascosto, ma
questo non giustifica dal non guardare la situazione
generale.
Al
bambino che grida: il re è nudo!, ci si affretta a dire che il disastro sopra
descritto è causato dal mondo, dalla società che è cambiata. I tempi sono
cambiati, allora i frutti della primavera del Concilio saranno più interiori e
meno visibili. Si affretteranno a dire che è volontà di Dio questo radicale
cambiamento, che a noi sembra proprio un grande crollo.
Troppo
comodo questo modo di procedere, così ci si sottrae a qualsiasi verifica! Stiamo
ai fatti, siamo realisti!
Quando
non si vuol discutere una cosa è perché è già diventata ideologia.
La
colpa di questa terribile crisi della fede e della pratica cristiana non può
essere imputata principalmente alla modernità... questa c'era già prima di
questa strana primavera che ha bruciato nel gelo tanti boccioli di santità.
La
modernità atea e agnostica, laicista e anticlericale c'era già da tanto tempo,
ma la vita cristiana non fu fermata da essa, anzi, nella lotta si fortificava e
accoglieva nel suo seno tante anime che si convertivano.
No,
qualcosa di terribilmente ingannevole è successo: si è deciso che questa
modernità senza Dio non era più da combattere, ma da abbracciare. Si è detto che
da questo abbraccio doveva sbocciare una fiorente stagione per il cristianesimo
e per il mondo... ma tutto questo non è avvenuto. E le profezie che non
accadono, lo sappiamo dalla Sacra Scrittura, non venivano da Dio.
C'è
ancora chi dice che è troppo presto valutare questa primavera conciliare, e che
50 anni sono pochi! Quante vittime nella fede dovremo ancora vedere per poter
dare un giudizio?
Nella
Chiesa i dogmi sono le verità di fede rivelate da Dio e trasmesse e custodite
dalla Magistero.
Contrariamente dagli slogan delle opinioni
ecclesiastiche, che non diventeranno mai dogmi, anche se pronunciate da chi ha
un posto di riguardo nella Chiesa. I dogmi li rivela Dio e li trasmette la
Chiesa. Le opinioni sulle situazioni storiche, queste dobbiamo avere il coraggio
di sottoporle a verifica, pena il combinare un grande e tragico pasticcio nella
fede.
tratto da: "Radicati nella fede"