sabato 8 dicembre 2012

“Omnem fidei universitatem, omne Verbum suum, Deus in sinu Virginis coadunavit” (Tutta l’universalità della Fede, tutto il suo Verbo, Dio lo raccolse nel seno della Vergine”)



 

 
Guarda la stella, chiama Maria!
 
Sempre più tra noi cattolici siamo sbalorditi. L’eresia, l’apostasia è entrata – dispiace dirlo e piange il cuore a dirlo – tra uomini di Chiesa. Così, quando “i punti di riferimento” sono venuti meno e i lupi vestiti da agnelli (o da pastori; sono inconsolabile a dirlo, ma è vero) sono entrati nell’ovile, che cosa possiamo fare? Che cosa dobbiamo fare per giungere sani e salvi in Paradiso?
“Ciò che sempre…”
La risposta è una sola: dobbiamo seguire e rimanere fissi e saldi nella Tradizione della Chiesa, come scrive San Vincenzo da Lerino nel suo Commonitorium: “Ciò che sempre, dovunque e da tutti è stato creduto, questa è la Fede cattolica”. La Tradizione è il deposito della Fede affidato da Gesù agli Apostoli, e con la Sua divina assistenza, giunto fino a noi. La Tradizione è fonte della Rivelazione divina e non può essere ridotta al solo Magistero della Chiesa, che pure veneriamo.
Quando mi veniva spiegato questo dall’indimenticabile padre Enrico Zoffoli (1915-1996) passionista, gli obiettai che volevo stare con il Papa, cum Petro et sub Petro. “Certamente – mi rispose quel cherubino dai capelli bianchi – tutti noi cattolici stiamo con il Papa, ma per essere davvero con il Papa e non solo a parole, innanzi tutto tu devi stare con Gesù, con quanto Gesù ha trasmesso ai suoi, appunto nella Tradizione di sempre come massima regola della Fede”.
E mi narrò come San Bruno Solaro, monaco di Montecassino e Vescovo di Segni, al papa Pasquale II (1099-1118), che aveva ceduto privilegi all’imperatore che non gli spettavano, scrisse rimproverandolo severamente: «Ascolto il mio Salvatore che mi dice: “Chi ama il padre e la madre più di me, non è degno di me”. Devo pertanto amare te, Santo Padre, ma più devo amare Colui che ha fatto Te e me», “Infatti, sono veri cattolici solo coloro che non contraddicono alla Fede e alla Dottrina della Chiesa cattolica” (PL, 163, 463).
Quello che ora vengo scrivendo, sono soltanto appunti. Se vuoi approfondire il discorso, leggi il libro di mons. Gherardini Quod et tradidi vobis. La tradizione, vita e giovinezza della Chiesa, Casa Mariana, Frigento (AV), 2010, e conoscerai altre meraviglie e certezze della nostra Fede.
In una parola: devo stare con Gesù, senza diminuirlo, senza aggiornarlo, senza cambiarlo a mio piacimento; devo accettarlo tutto, nella sua totalità, nella sua adorabile Persona, nel suo Messaggio, nella sua Dottrina di sempre. Dottrina eterna, che rimane stabile più della roccia nello scorrere del tempo e nello sgretolarsi di tutto. Devo stare con Gesù, come i piccoli che non si vergognano di dargli la mano e di farsi portare in braccio da Lui: “Quanto ho di più caro al mondo è Gesù Cristo e quanto viene da Lui”; “Chi ci separerà mai dalla verità e dall’amore di Cristo?”.
Proprio nell’ambito della santa Tradizione cattolica incontro Maria Santissima, l’Immacolata, la sempre Vergine, la Madre dell’Uomo-Dio, la Corredentrice, l’Assunta glorificata in cielo anche con il suo corpo, la Mediatrice di tutte le grazie. Un’ antica antifona cantava rivolta a Lei: “Tu sola haereses omnes interemisti in universo mundo” (“Tu sola, o Maria, hai sconfitto tutte le eresie nel mondo intero”). E un’altra antifona: “Omnem fidei universitatem, omne Verbum suum, Deus in sinu Virginis coadunavit” (Tutta l’universalità della Fede, tutto il suo Verbo, Dio lo raccolse nel seno della Vergine”).
Questo significa che se io amo la Madonna di una vera dedizione a Lei nella Verità del suo essere, nella sua ontologia di Immacolata (“Io sono – non soltanto ‘io possiedo’ – l’Immacolata Concezione”, ella disse a S. Bernadette a Lourdes), io accolgo tutta la Fede cattolica; tanto più se la prego e le consacro la mia vita, Maria Santissima garantirà l’ integrità della mia Fede e la santità della mia vita. Pensare per capire. Provare per esperire che è vero.
Lo comprendono anche i giovani migliori. “Oggi, 8 dicembre 2011 – mi diceva un dottorino di 25 anni, con due lauree – mi sono consacrato alla Madonna, nello spirito del Santo di Montfort, affinché Ella custodisca la mia Fede e la mia vita da ogni errore e da ogni peccato, in questo tempo così difficile”.
“Maria conserva e medita…”
Nel cap. 2° del suo Vangelo San Luca per due volte scrive che “Maria conservava tutte queste cose [riguardo alla nascita e all’infanzia di Gesù] meditandole nel suo cuore” (Lc. 2, 19; 2, 51).
Sono sempre stato colpito profondamente da questa cura che Maria Santissima ha avuto di conservare e meditare nel suo cuore tutte le cose di Gesù. Ella lo ha fatto indubbiamente non solo nei primi anni, ma per tutti i 30 anni della vita di Gesù a Nazareth – chissà quante cose Egli ha rivelato a sua madre! – e negli anni della sua vita pubblica come Maestro e Redentore.
Da notare: “Maria conserva e medita nel suo cuore”. Così Maria è fedele a Gesù, aderisce alla realtà, all’essere di Gesù, non vi toglie e non aggiunge nulla, non perde nulla della sua vita. Maria non è tra i “novatori”. Maria non è “un’ ideologa” che elabora un pensiero suo, una sapienza sua (una gnosi!): Maria conserva e custodisce tutto di Gesù, dell’essere e della dottrina di Gesù.
“Ringraziamo Maria – scrive Ludolfo il Certosino (XIV secolo), nella sua Via di Gesù Cristo (Clovis, 2009) – di averci fedelmente conservato i Misteri dell’infanzia di Gesù. È dalla sua voce che San Luca ha appreso la storia dei primi anni del Figlio suo. Maria, dice il Vangelo, conservava queste cose; ella le raccoglieva per non lasciare perdere nulla di così preziosi tesori. Ella le meditava per offrirle ai primi cristiani. È dalla sua bocca, dalla sua viva voce, che gli Apostoli appresero questi misteri ed Ella è stata chiamata Regina degli Apostoli non solo perché è stata la prima a mostrare Gesù ai pastori e ai Magi, agli ebrei e ai pagani, ma anche perché istruì gli Apostoli su questi fatti, che senza di Lei sarebbero stati ignorati. Nelle prime pagine dei Vangeli [di Matteo e di Luca] ciò che noi leggiamo è la vita raccontata da Maria, sua Madre. Ciò che noi contempliamo è Gesù Ragazzino dipinto da sua Madre, duplice motivo per dare a Lui, Gesù la nostra mente e il nostro cuore”.
L’Evangelista Giovanni poi scrisse “il Vangelo di Gesù intimo”, Gesù contemplato nella profondità del suo Mistero di Verbo pre-esistente dall’eternità alla sua nascita umana nel tempo, Gesù Acqua viva che zampilla fino alla vita eterna, Gesù Luce del mondo, Pane della vita che non muore, buon Pastore che, morendo, dà la vita divina alle sue pecorelle, Gesù vivo nelle anime (Jesus inhabitans). Ebbene è stata Maria Santissima, affidata a Giovanni da Gesù Crocifisso e morente e accolta da lui nella sua casa (Gv. 19, 25-27), a condurre l’Apostolo prediletto a una penetrazione unica di Gesù quale solo sua Madre poteva possedere e trasmettere ad altri.
Dunque, Maria Santissima conserva-custodisce, quindi trasmette (tradit) agli Apostoli, alla Chiesa nascente, quindi a noi, il Vangelo di Gesù Bambino, il Vangelo della pre-esistenza del Verbo Divino e della sua Incarnazione nel tempo, il Vangelo dell’essere profondo e più intimo del Figlio suo.
Ed è così che Maria Santissima è la Madre della Tradizione. Ella raccoglie e compie in sé le profezie dei Patriarchi, dei Profeti e dei Sapienti di Israele e ne vede il compimento in se stessa e finalmente in Gesù, Figlio di Dio e Figlio suo. Maria accoglie la Tradizione d’Israele e, come Madre di Gesù e con Gesù, sta all’inizio della Tradizione cristiana, la Tradizione della Chiesa. Sì, Ella può essere giustamente chiamata Madre della Tradizione di Gesù.
Maria Santissima è all’inizio e al termine del Vangelo di Gesù. Maria accoglie per prima, vive e trasmette i Misteri fondamentali della Fede: l’Incarnazione del Figlio di Dio, la Passione e la Morte di Gesù in croce. Ella non è “novatrice”, tanto meno “neoterica” (per usare un termine di Romano Amerio ricorrente nel suo Iota Unum). Ella è colei che conserva e trasmette, è la Madre della Tradizione, tramite il suo Cuore Immacolato, pieno e traboccante di Gesù.
“Che io trasmetta Gesù”
“Quanta sofferenza – mi dice spesso un giovane amico – per la Fede minacciata, stravolta, per la Liturgia manomessa, per questa negazione di Gesù messo sul piano di un idolo qualunque! Stringiamoci a Gesù, e custodiamo più che mai la nostra Fede di sempre”.
Per stringermi al tuo Gesù, Maria, vengo a Te e da Te mi è dato risalire sempre a Gesù in questo tempo di eresie e di apostasia in cui tutto è irriso e negato. Nell’uragano immane dell’eresia e dell’apostasia dilagante, posso solo guardare Te, che sei la Stella sui marosi,e invocare Te, Speranza dei disperati (Spes disperantium!), perché io non smarrisca la mèta. Vengo da Te, Madre, perché Tu mi parli del tuo Gesù, mi istruisca sul tuo Gesù, faccia penetrare Gesù nel mio intimo.
Rinnovo ogni giorno la mia consacrazione a Te, Madre e Regina, nello spirito del Santo di Montfort; sono tuo schiavo, Maria, affinché Tu sconfigga in me ogni errore, ogni dubbio e ogni paura, e mi renda milite di Cristo e della sua Verità, una cosa sola con Gesù, tutto dedito al suo trionfo in me e nel mondo intero. Maria, Madre della Tradizione cattolica, che trasmetti ciò che hai ricevuto, rendimi capace, con vita e parole di fuoco e di luce, di vivere e trasmettere Gesù come unica eredità della mia vita. Che cosa trasmetterò ai miei ragazzi, a coloro che prenderanno il mio posto domani, ai posteri, se non Gesù solo?
Candidus