Editoriale di Radici Cristiane n. 93 - Aprile 2014
Vivere come si pensa
Scrive Paul Bourget nel suo romanzo “Il
demone meridiano”: «Bisogna vivere come si pensa, se non si vuole finire col
pensare come si vive». La vita deve essere coerente con le idee, ma le idee
devono essere a loro volta coerenti con i grandi principi e le leggi
metafisiche e morali, che regolano la vita umana.
di Roberto de Mattei
di Roberto de Mattei
E' nota la frase con cui lo scrittore
francese Paul Bourget conclude il suo romanzo Il demone meridiano (tradotto in
Italia dall’editore Marco Solfanelli): «Bisogna vivere come si pensa, se non si
vuole finire col pensare come si vive». Questa frase contiene una profonda
verità. L’uomo è inclinato al male dal peccato e per giustificare le cattive
azioni che pratica o desidera praticare produce sofismi ed errori
intellettuali. Se la vita non si conforma al pensiero, è il pensiero che si
conforma alla vita. Ma per vivere bene, occorre prima di tutto pensare bene. La
vita deve essere coerente con le idee, ma le idee devono essere a loro volta
coerenti con i grandi principi e le leggi metafisiche e morali, che regolano la
vita umana. Esistono delle norme dell’agire umano, perché Dio ha dato all’uomo
una natura e delle leggi conformi con questa natura. Nell’essere umano sono
incise non solo le leggi dell’istinto, comuni agli animali, ma le leggi della
conoscenza, che devono governare la sua libertà. Tutti gli esseri umani sono
governati da leggi, che hanno le loro radici nell’immutabile volontà di Dio. La
legge eterna, che è Dio, è il centro e la sorgente di tutte le leggi. L’uomo ha
un’intelligenza e una volontà che devono guidare la sua parte inferiore, quella
sensibile, che ha in comune con gli animali. Se così non accade, se l’uomo si
lascia guidare dai sensi e dalle passioni, queste finiscono per modificare le
idee. Per questo la conoscenza deve regolare la vita umana. Il padre Antonino
Eymieu, in un libro dedicato a Il governo di se stesso (tr. it. Desclée, Roma
1913) ha spiegato in maniera eccellente le grandi leggi psicologiche che
governano l’anima umana. Le idee muovono gli atti, ma gli atti muovono a loro
volta i sentimenti e questi influenzano le idee. Per questo bisogna essere
uomini di principi, perché il mondo si regge su princìpi e i princìpi e le
leggi su cui si regge il mondo hanno il loro centro e il fondamento in Dio
primo principio e prima causa di tutto ciò che esiste. Dio è il principio che
da nulla dipende, da cui tutto deriva, a cui tutto ritorna, origine di tutte le
cose e loro compimento finale. Ciò che vale per i singoli uomini vale per le
società umane e anche per quella società umano-divina che è la Chiesa. La
Chiesa è stata fondata da Gesù Cristo per annunciare la sua verità al mondo e
convertirlo. Essa ha una dottrina e una legge, assoluta e immutabile, riflesso
della Legge eterna, che è Dio. Questa dottrina e questa legge sono contenute
nella Sacra Scrittura e nella Tradizione e vengono trasmesse dal Magistero.
Neppure uno iota di questi princìpi può essere mutato. Nel corso della storia è
capitato che i cristiani, nella loro vita personale, si allontanassero dalle
verità e dai precetti della Chiesa. Sono le epoche di decadenza, che esigono
una profonda riforma ovvero un ritorno all’osservanza dei princìpi abbandonati.
Se così non accade, c’è la tentazione di trasformare i comportamenti immorali
in princìpi opposti alle verità cristiane. Nascono così i grandi errori
teologici e morali, che, come ha spiegato Plinio Correa de Oliveira in
Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, hanno la loro origine nelle tendenze
sregolate dell’animo umano. Quando gli uomini non pensano come vivono, adeguano
le proprie idee alla loro vita. Questa tentazione è penetrata oggi nella Chiesa
e ci viene proposta attraverso la formula della “prassi pastorale”.
Significative a questo proposito sono le recenti dichiarazioni del cardinale
Walter Kasper in materia di morale coniugale. Poiché «tra la dottrina della
Chiesa sul matrimonio e sulla famiglia e le convinzioni vissute di molti
cristiani si è creato un abisso», secondo il cardinale bisognerebbe adeguare la
dottrina e la disciplina della Chiesa alle situazioni di fatto in cui oggi
vivono molti cristiani, a cominciare dai divorziati risposati. Sono i princìpi
a doversi adeguare al comportamento dei cristiani e non la loro condotta a
conformarsi ai princìpi. Si deve pensare come si vive e non vivere come si
pensa. Il criterio ultimo della verità diviene la realtà sociologica. Tutto ciò
che accade non deriva da un’opposizione di natura morale tra le forze del Bene
e quelle del Male, ma da spinte immanenti alla storia. Così come la vita nasce
da impulsi, necessità, istinti, la storia è frutto di esigenze, tensioni,
passioni. Da qui l’esigenza di approfondire e riproporre la dottrina cristiana
in modo da cogliere “i segni dei tempi”. I segni dei tempi sono quei fenomeni
che caratterizzano un’epoca ed attraverso i quali si esprimono i bisogni e le
aspirazioni dell’umanità. In altre parole, l’umanità evolve e i princìpi devono
accordarsi al processo di trasformazione della società. A questa teologia
evolutiva della storia si accompagna una morale evolutiva. Non esistono gli
“assoluti morali”. Tutto muta, perché non esiste una natura umana data, né una
legge naturale stabile. La dottrina cristiana si dissolve nella prassi. Il
Cristianesimo si trasforma in vita senza verità, o meglio in vita che produce
la verità nel divenire dell’esperienza: divenire dei singoli e divenire dei
popoli. Fin dalla sua nascita il Cristianesimo ha opposto al mondo la verità
del Vangelo. Il mondo, secondo la teologia della storia cristiana, è il campo
di battaglia tra i fedeli di Cristo e i seguaci di Satana. E Satana è il
«principe di questo mondo» (Gv, 12, 31), intendendo il mondo come il complesso
di norme e di abitudini che si oppongono al Cristianesimo. La lotta tra lo
spirito del Vangelo e quello del mondo durerà fino alla fine dei tempi e ha
conosciuto e conoscerà momenti alterni, ma si concluderà con la vittoria finale
di Cristo. Vi sono state epoche in cui Cristo ha vinto il mondo, come la
Civiltà cristiana medioevale, ma la Rivoluzione francese ha inaugurato un’era
in cui il mondo è sembrato prevalere sulla Chiesa. Oggi è la Chiesa stessa che
sembra cedere al mondo, nell’illusione di disarmarlo, cessando di combatterlo.
Ma in questo scontro mortale, se la Chiesa non lotta per convertire il mondo, è
il mondo a convertire e mondanizzare la Chiesa. I primi apostoli opposero al
paganesimo la verità del Vangelo, sfidando l’Impero romano. Gli apostoli del
nuovo cristianesimo si piegano all’Impero mondialista, ammainando la bandiera
della verità. Oggi un impero ben più totalitario di quello romano estende i
suoi tentacoli su scala planetaria. Il fumo di Satana ha invaso il Tempio di Dio ed
egli si illude di averlo conquistato. Combattendolo, non dobbiamo stancarci di
ricordargli che le porte dell’inferno mai prevarranno. (RC n. 93 - Aprile
2014)
Tratto da: http://www.radicicristiane.it/fondo.php/id/1968/ref/1/Vivere-come-si-pensa