martedì 29 aprile 2014

"L’Impero del Male non è russo né americano, ma cosmopolita. Il suo leader risiede negli abissi infernali, da dove rinnova la sua folle sfida alla Chiesa" (prof. Roberto de Mattei)


 
 
Editoriale di Radici Cristiane n. 93 - Aprile 2014    

Vivere come si pensa

Scrive Paul Bourget nel suo romanzo “Il demone meridiano”: «Bisogna vivere come si pensa, se non si vuole finire col pensare come si vive». La vita deve essere coerente con le idee, ma le idee devono essere a loro volta coerenti con i grandi principi e le leggi metafisiche e morali, che regolano la vita umana.

di Roberto de Mattei



E' nota la frase con cui lo scrittore francese Paul Bourget conclude il suo romanzo Il demone meridiano (tradotto in Italia dall’editore Marco Solfanelli): «Bisogna vivere come si pensa, se non si vuole finire col pensare come si vive». Questa frase contiene una profonda verità. L’uomo è inclinato al male dal peccato e per giustificare le cattive azioni che pratica o desidera praticare produce sofismi ed errori intellettuali. Se la vita non si conforma al pensiero, è il pensiero che si conforma alla vita. Ma per vivere bene, occorre prima di tutto pensare bene. La vita deve essere coerente con le idee, ma le idee devono essere a loro volta coerenti con i grandi principi e le leggi metafisiche e morali, che regolano la vita umana. Esistono delle norme dell’agire umano, perché Dio ha dato all’uomo una natura e delle leggi conformi con questa natura. Nell’essere umano sono incise non solo le leggi dell’istinto, comuni agli animali, ma le leggi della conoscenza, che devono governare la sua libertà. Tutti gli esseri umani sono governati da leggi, che hanno le loro radici nell’immutabile volontà di Dio. La legge eterna, che è Dio, è il centro e la sorgente di tutte le leggi. L’uomo ha un’intelligenza e una volontà che devono guidare la sua parte inferiore, quella sensibile, che ha in comune con gli animali. Se così non accade, se l’uomo si lascia guidare dai sensi e dalle passioni, queste finiscono per modificare le idee. Per questo la conoscenza deve regolare la vita umana. Il padre Antonino Eymieu, in un libro dedicato a Il governo di se stesso (tr. it. Desclée, Roma 1913) ha spiegato in maniera eccellente le grandi leggi psicologiche che governano l’anima umana. Le idee muovono gli atti, ma gli atti muovono a loro volta i sentimenti e questi influenzano le idee. Per questo bisogna essere uomini di principi, perché il mondo si regge su princìpi e i princìpi e le leggi su cui si regge il mondo hanno il loro centro e il fondamento in Dio primo principio e prima causa di tutto ciò che esiste. Dio è il principio che da nulla dipende, da cui tutto deriva, a cui tutto ritorna, origine di tutte le cose e loro compimento finale. Ciò che vale per i singoli uomini vale per le società umane e anche per quella società umano-divina che è la Chiesa. La Chiesa è stata fondata da Gesù Cristo per annunciare la sua verità al mondo e convertirlo. Essa ha una dottrina e una legge, assoluta e immutabile, riflesso della Legge eterna, che è Dio. Questa dottrina e questa legge sono contenute nella Sacra Scrittura e nella Tradizione e vengono trasmesse dal Magistero. Neppure uno iota di questi princìpi può essere mutato. Nel corso della storia è capitato che i cristiani, nella loro vita personale, si allontanassero dalle verità e dai precetti della Chiesa. Sono le epoche di decadenza, che esigono una profonda riforma ovvero un ritorno all’osservanza dei princìpi abbandonati. Se così non accade, c’è la tentazione di trasformare i comportamenti immorali in princìpi opposti alle verità cristiane. Nascono così i grandi errori teologici e morali, che, come ha spiegato Plinio Correa de Oliveira in Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, hanno la loro origine nelle tendenze sregolate dell’animo umano. Quando gli uomini non pensano come vivono, adeguano le proprie idee alla loro vita. Questa tentazione è penetrata oggi nella Chiesa e ci viene proposta attraverso la formula della “prassi pastorale”. Significative a questo proposito sono le recenti dichiarazioni del cardinale Walter Kasper in materia di morale coniugale. Poiché «tra la dottrina della Chiesa sul matrimonio e sulla famiglia e le convinzioni vissute di molti cristiani si è creato un abisso», secondo il cardinale bisognerebbe adeguare la dottrina e la disciplina della Chiesa alle situazioni di fatto in cui oggi vivono molti cristiani, a cominciare dai divorziati risposati. Sono i princìpi a doversi adeguare al comportamento dei cristiani e non la loro condotta a conformarsi ai princìpi. Si deve pensare come si vive e non vivere come si pensa. Il criterio ultimo della verità diviene la realtà sociologica. Tutto ciò che accade non deriva da un’opposizione di natura morale tra le forze del Bene e quelle del Male, ma da spinte immanenti alla storia. Così come la vita nasce da impulsi, necessità, istinti, la storia è frutto di esigenze, tensioni, passioni. Da qui l’esigenza di approfondire e riproporre la dottrina cristiana in modo da cogliere “i segni dei tempi”. I segni dei tempi sono quei fenomeni che caratterizzano un’epoca ed attraverso i quali si esprimono i bisogni e le aspirazioni dell’umanità. In altre parole, l’umanità evolve e i princìpi devono accordarsi al processo di trasformazione della società. A questa teologia evolutiva della storia si accompagna una morale evolutiva. Non esistono gli “assoluti morali”. Tutto muta, perché non esiste una natura umana data, né una legge naturale stabile. La dottrina cristiana si dissolve nella prassi. Il Cristianesimo si trasforma in vita senza verità, o meglio in vita che produce la verità nel divenire dell’esperienza: divenire dei singoli e divenire dei popoli. Fin dalla sua nascita il Cristianesimo ha opposto al mondo la verità del Vangelo. Il mondo, secondo la teologia della storia cristiana, è il campo di battaglia tra i fedeli di Cristo e i seguaci di Satana. E Satana è il «principe di questo mondo» (Gv, 12, 31), intendendo il mondo come il complesso di norme e di abitudini che si oppongono al Cristianesimo. La lotta tra lo spirito del Vangelo e quello del mondo durerà fino alla fine dei tempi e ha conosciuto e conoscerà momenti alterni, ma si concluderà con la vittoria finale di Cristo. Vi sono state epoche in cui Cristo ha vinto il mondo, come la Civiltà cristiana medioevale, ma la Rivoluzione francese ha inaugurato un’era in cui il mondo è sembrato prevalere sulla Chiesa. Oggi è la Chiesa stessa che sembra cedere al mondo, nell’illusione di disarmarlo, cessando di combatterlo. Ma in questo scontro mortale, se la Chiesa non lotta per convertire il mondo, è il mondo a convertire e mondanizzare la Chiesa. I primi apostoli opposero al paganesimo la verità del Vangelo, sfidando l’Impero romano. Gli apostoli del nuovo cristianesimo si piegano all’Impero mondialista, ammainando la bandiera della verità. Oggi un impero ben più totalitario di quello romano estende i suoi tentacoli su scala planetaria. Il fumo di Satana ha invaso il Tempio di Dio ed egli si illude di averlo conquistato. Combattendolo, non dobbiamo stancarci di ricordargli che le porte dell’inferno mai prevarranno. (RC n. 93 - Aprile 2014)

 

Tratto da: http://www.radicicristiane.it/fondo.php/id/1968/ref/1/Vivere-come-si-pensa