«Non esiste vizio così manifesto che non assuma un
segno di virtù nel suo aspetto esteriore. Quanti codardi, i cui cuori sono
falsi come scale di sabbia, portano al mento la barba di Ercole o
dell’accigliato Marte, ma se li guardi dentro, hanno il fegato bianco come il
latte ... Nella religione, quale dannato errore non può una fronte austera
benedire e comprovare con una citazione, celando la grossolanità con un
bell'ornamento? » (W. Shakespeare, Il Mercante di Venezia, III,
ii, 81-88).