Pubblichiamo l'editoriale di Maggio 2017
di "Radicati nella fede"
FATIMA E' UN FATTO,
NON UN'ERMENEUTICA.
FATIMA E' UN FATTO, NON UN'ERMENEUTICA.
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno X n° 5 - Maggio 2017
Fatima è un fatto, punto e basta.
Se c'è una cosa che tutti devono riconoscere
nel centenario delle apparizioni della Madonna in terra di
Portogallo, è che da Fatima non si può prescindere. Sia che tu le
riconosca come vere, sia che tu rimanga come un po' in sospeso, da
Fatima non puoi esulare: essa segna una “botta” di cristianità
in mezzo al secolo più laico che la storia abbia mai conosciuto;
segna un emergere della coscienza cattolica, più puramente
cattolica che si possa immaginare, alla vigilia della seconda guerra
mondiale e di quella che viene da molti chiamata la terza guerra
mondiale, cioè il Concilio Vaticano II e il suo turbolento post-
concilio.
Il fatto stesso che la Chiesa non le abbia
sconfessate, ma anzi riconosciute ripetutamente, anche con il
pellegrinaggio di suoi tre Papi (il quarto, l'attuale, è in procinto
di recarvisi), pone le apparizioni di Fatima al centro della storia
della Cattolicità tra '900 e 2000.
E non è nemmeno necessario chiarire il
mistero del terzo o quarto segreto, che tutt'ora permane, per capire
che Fatima colpisce al fianco quella falsificazione della vita della
Chiesa che si è andata drammaticamente operando in nome dell'
“aggiornamento”.
Basta risentire i primi due segreti, quelli
conosciuti con chiarezza, per capire che il Cielo è intervenuto a
correggere quel disastro che gli uomini di chiesa avrebbero costruito
da lì a poco. La visione dell'inferno, l'annuncio della fine della
prima guerra mondiale e poi l'annuncio della seconda, se gli uomini
non si fossero pentiti e ravveduti, sono la più solenne
dichiarazione che il nuovo cattolicesimo, sfornato negli anni '60,
non ha nulla a che fare con la Rivelazione, non ha nulla a che fare
col Vangelo di Cristo.
Viene proprio da dirlo: bastano i primi due
segreti per scandalizzarsi, se si è dei cattolici ammodernati!
Sì, perché Fatima è la solenne
riaffermazione che la storia dipende da Dio, proprio da Dio. Che le
guerre non sono l'inizio del male, ma l'esito del peccato degli
uomini. Fatima ci ricorda che i nostri atti ci seguono; che il
tradimento nei confronti di Dio si paga, nella vita personale come in
quella pubblica, a meno che non intervenga un salutare pentimento.
Fatima, la Madonna a Fatima, parla per i Pastori della Chiesa che non
parlano più; avvisa i suoi figli che bisogna riparare l'offesa fatta
a Dio e che da questo dipenderà la storia del mondo, delle nazioni e
dei popoli, e non solo la vita personale.
Fatima riafferma l'esistenza dell'Inferno e la
sua tragica possibilità, mentre di lì a poco tutta la pastorale
della Chiesa ne avrebbe vietato il parlarne. In una parola, Fatima è
così limpida come contenuto che è semplicemente una pagina
evangelica; ma proprio del Vangelo nel suo contenuto più semplice di
conversione, di dannazione e salvezza, la Chiesa si stava preparando
a non parlare più.
Certo, si parlerà molto di Fatima in questi
mesi, ma molto verrà fatto per tradirla. La si ridurrà
all’esperienza spirituale di tre bambini, sottolineando solo che
Dio è provvidenza e non abbandona gli uomini. La si ridurrà ad una
specie di “scuola di preghiera”, come quelle che tanto andavano
in voga negli anni '80, ma ci si guarderà bene dal ricordare fino in
fondo ciò che la Madonna ha detto in riferimento alla storia
dell'umanità e della Chiesa. Si annullerà Fatima dentro la grande
ermeneutica della Chiesa di oggi: tutto va riletto dentro lo “spirito
del Concilio”, anche Fatima che ne è così evidentemente lontana.
I cattolici di oggi sono così immersi nel
Naturalismo, per cui Dio resta al di là della storia senza
determinarne il corso, da non sopportare che una guerra scoppi perché
i cristiani non osservano più i comandamenti. Per i cattolici
riprogrammati dai vari sinodi diocesani, la storia ha ragioni
economiche e sociali, mai religiose.
Invece Fatima, eco del Vangelo, dice il
contrario: le cause sono sempre religiose: dall'obbedienza o meno a
Dio, a Gesù Cristo, dipende tutto.
Il terzo segreto, sia quello che sia, non sarà
di una natura diversa da quella dei primi due: ribadirà che la
storia dell'umanità e anche quella della Chiesa, dipendono dalla
santità o meno dei cristiani. Il terzo segreto riaffermerà che
anche la Chiesa si può rinnovare non nelle ottuse analisi umane, ma
nell'osservanza della volontà di Dio, possibile solo nella grazia
dei sacramenti.
Apprestiamoci a vivere allora con la
semplicità dei bambini, dei bambini di Fatima, questo centenario,
consapevoli che non si tratta della celebrazione di un fatto passato,
ma di un potente richiamo attuale: se gli uomini continueranno a
offendere Dio una guerra peggiore scoppierà... e che sia guerra
militare o guerra morale poco importa, visto che in entrambe le anime
sono esposte al pericolo della dannazione eterna, da cui la Madonna
ci vuole sottrarre.
Apprestiamoci a vivere il centenario di Fatima
accogliendo il grande richiamo della devozione al Cuore Immacolato di
Maria, vero e proprio “pugno nello stomaco” per il cristianesimo
ammodernato: la comunione riparatrice che cambia il corso della
storia.