In una nota rilasciata questa mattina il Sig. Giuseppe Piperno Presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia prende coraggiosamente posizione circa l'invito alla conversione all'islam rivolto all'Europa intera dal leader libico Gheddafi in occasione della sua visita a Roma.
Eccone alcuni stralci: “Invece di invitare l’Europa alla conversione, Gheddafi studi e si renderà conto che i suoi show sono possibili grazie a quella cultura ebraico cristiana che hanno reso oggi l’Europa libera, laica e democratica”... “lo spettacolo offerto ancora una volta da Gheddafi è indecente”... “non vorremmo che il nostro paese divenisse il palcoscenico per le prediche integraliste del dittatore libico”... “Il prossimo incontro lo faccia con noi - afferma Piperno - e ci renda conto delle condizioni disumane degli immigrati in Libia, dei diritti umani non rispettati o degli ebrei cacciati e uccisi dal suo paese nel 1967”...“è giunta l’ora che una volta per tutte vengano definiti gli indennizzi e i risarcimenti degli ebrei dovuti scappare dai pogrom del 1967 e di tutti gli italiani con l’avvento al potere di Gheddafi nel 1970, questione di cui siamo certi il governo Berlusconi se ne farà interprete”.
Alla presa di posizione dei giovani ebrei non corrisponde nulla di simile in ambito cattolico (tacciono Cei e Santa Sede, muti i movimenti, silenti gli organi di stampa).
I nostri politici cianciano di affari e folklore. Davvero "c'e' bisogno di politici cristiani non a parole ma nei fatti", come ha ricordato ieri il card. Bagnasco.
A questo proposito facciamo sommessamente notare come le esternazioni del leader libico in un sistema di "libertà religiosa" non solo devono essere tollerate ma sono pienamente legittime e come a Roma fino al 1984 "in considerazione del carattere sacro della Città Eterna", riconosciuto dal Concordato del 1929, certe mattane e profanazioni non sarebbero state possibili senza serie conseguenze diplomatiche e politiche. Ma tant'è abbiamo sacralizzato la libertà religiosa ora godiamocela....