mercoledì 6 aprile 2011

far penitenza dello scempio della Verità e della dissacrazione dell’Eucaristia

Due pietre aguzze per Gesù

Caro sì sì no no,

Questa volta ti voglio raccontare una cosa bella. I “novatori” (i “neoterici”, direbbe quel grand’uomo di Romano Amerio) forse rideranno e diranno che sono “balle, ma, in fondo, dovranno vergognarsi.

Un illustre giornalista ha scritto che oggi, nonostante lo “sputo” generale, ci sono giovani ventenni che sotto gli abiti che usano i loro coetanei portano il cilicio per far penitenza dei peccati di tanta gioventù “bruciata” dal vizio, dalla droga, dalle cose più turpi, dal rifiuto del nostro unico Redentore e – attenzione! – per far penitenza dello scempio della Verità e della dissacrazione dell’Eucaristia perpetrata dai “teologi” e preti d’oggi.

Sul momento me ne stupii, ma poi ho pensato a quanto scrisse il conte di Montalembert (1810-1870): “Chi è mai questo Cristo che, appeso al patibolo più infame, da secoli continua ad attirare a Sé la gioventù e l’amore?”. Chi è? È il Figlio di Dio, che un giorno disse: “Quando sarò innalzato da terra (sulla croce) attirerò tutti a Me” (Gv. 12,32). Certamente anche oggi, nel XXI secolo, Gesù non ha perso nulla della Sua attrazione, nonostante che diversi ingenui o “venduti di oggi abbiano tentato di scoronarlo come denunciò un illustre Prelato.

Ed ecco la cosa bella che viene a confermare la mia riflessione. Qualche volta viene da me un giovane di 18 anni. Molto studioso e sportivo. Una grande voglia di imparare e di camminare “diritto”.

L’ultima volta che è venuto, faceva un gran caldo. Il ragazzo aveva calzoni corti, fin sotto il ginocchio e una maglietta leggera. Decorosissimo. Si è seduto ed ho notato che si copriva le ginocchia con le mani.

Senza volerlo, mentre cercavo le parole migliori da dirgli, ho visto le sue ginocchia “sbucciate”. Subito è tornato a coprirsele con le mani, arrossendo. “Che cosa ti è successo?” – mi sono permesso di domandargli – “Sei andato in montagna? Sei caduto?”.

Silenzio. Poi mentre cercavo di riprendere il discorso, con la semplicità di un bambino mi ha confessato: “Ma sì a lei lo posso dire. Lei non riderà di me e neppure dirà che sono matto. Io, quando guardo Gesù Crocifisso, penso che sono stato anch’io ad inchiodarlo lì, con i miei peccati … che molti Lo inchiodano tuttora con i loro peccati; anche quelli che dovrebbero per missione farLo amare ed invece con le loro idee storte, allontanano molti ragazzi da Lui… Così io, quando guardo il Crocifisso mi viene da piangere. Mi viene il desiderio di stare un po’ con Lui sulla croce…

“Basta che Lo conosci, che Lo ami, che Lo preghi, Gesù, che tu Gli sia fedele con la tua carità, con la tua purezza…” gli ho detto. Lui mi ha risposto: “Si, certamente, io questo cerco di farlo più che posso. Ma da qualche tempo ho portato due pietre aguzze nella mia stanzetta, le ho nascoste sotto il letto, che la mamma non le veda.... Poi di notte, quando tutti dormono, mi alzo, mi metto in ginocchio sulle pietre … e prego Gesù, tengo compagnia a Lui, solo sulla Croce, solo nel Tabernacolo … per tutti coloro che Lo offendono, Lo rifiutano .. Anche per i preti … Resto in ginocchio a pregare a lungo, più a lungo che posso. Dico il Rosario alla Madonna … oppure ripeto: 'Gesù Ti amo, venga il Tuo Regno' ..Vero che sono matto? Ma io quando guardo il crocifisso, perdo la testa per Lui”.

Sono rimasto sbalordito, sgomento. Avevo fatto fatica a credere a quel giornalista che raccontava di ventenni con il cilicio. Mi sembrava impossibile. Ora avevo davanti a me un giovane, poco più di un bambino, innamorato folle dell’Uomo-Dio che si è fatto macellare in espiazione dei nostri peccati. Ho pensato a quanto scrisse San Bernardo: “Non me capio prae laetitia, quod Dominus Deus sit frater meus” (Io vado fuori di me dalla gioia per il fatto che Gesù è mio fratello e ha dato la vita per me).

Siamo stati a lungo senza parole. Poi il giovane mi ha detto: “Non sono un santo, sono fragile come un filo d’erba. Preghi per me affinché io sia gradito davvero a Gesù”, “Anche tu prega per me” gli ho risposto.

Il 19 marzo 1958, il venerabile Pio XII profetizzò: “Dopo un crudo inverno, la primavera verrà, la più bella primavera” . Sicuramente non è stato il Concilio né il post-concilio a darci questa primavera. Apriamo gli occhi: siamo ancora nel più crudo inverno. Ma coraggio! Gesù si riserva degli amici - e quali amici! - per Sé contro tutti i “novatori”, i quali, a forza di contar balle”, si troveranno svergognati persino dal buon senso e soli come gufi nella notte. L’ha detto il nostro adorabile Salvatore: “Abbiate fiducia, Io ho vinto il mondo”; “Attirerò tutti a Me”. E Gesù mantiene la Sua parola. Da vero Signore.

Ti saluto, sì sì no no. Confuta gli imbroglioni e racconta cose belle. Anche oggi Gesù fa tante cose belle. Solo Lui le fa.

Lettera firmata



Tratto da Sì sì no no del 15 febbraio 2011 (anno XXXVII n. 3)